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Autore: Harry Fine    18/09/2017    3 recensioni
(Storia attualmente in sospeso)
Nel regno dei mamodo cento ragazzi sono pronti ad andare sulla Terra per combattersi a vicenda insieme ai loro partner umani nella battaglia dei cento e designare così il nuovo re o la nuova regina. Ma questa continua battaglia verrà sconvolta da un mamodo che non ha mai dimenticato la sofferenza e l'umiliazione del suo passato, che tramerà inganni e illusioni contro i suoi avversari e contro qualcuno di ancora più potente, risvegliando un potere che molti ritenevano scomparso nel nulla, per conquistare ciò che secondo lui gli spetta di diritto. Toccherà a dieci mamodo e ai loro partner umani combattere fino allo stremo per salvare entrambi i mondi dalla furia gelida del loro nemico. riusciranno a farcela senza soccombere?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Quella mattina, Shinichi aveva seriamente un diavolo per capello.
Era nervoso, irritabile e stanchissimo, cosa dimostrata dalle due profonde occhiaie bluastre che raggiungevano gli zigomi e dagli occhi rossi e pesanti. Insomma, era in chiaro debito di sonno e lui sapeva benissimo perché.

Era passata solo una settimana da quando Mizore era arrivata in casa sua e di suo padre e gli aveva raccontato la storia del suo mondo e della battaglia in cui era coinvolta per stabilirne il nuovo sovrano.

Ed era anche una settimana che la sua vita era diventata un inferno!

Dopo che aveva declinato l'offerta della mamodo di diventare il suo compagno in quella assurda competizione, la ragazza aveva iniziato a combinargliene di tutti i colori.

Una notte si era svegliato di soprassalto perché aveva sentito qualcosa di viscido che gli si stava attorcigliando attorno alle gambe. Ed era saltato fuori che c’erano delle lunghissime e squamose bisce nel suo letto.
E lui odiava i serpenti! Erano la sua più grande fobia!

Ed era per la tremenda paura che potesse tirargli un altro scherzo del genere che stava dormendo malissimo in quei giorni.
E non era finita lì.

Ormai aveva paura anche di farsi semplicemente una doccia senza prima essersi guardato intorno come un ossesso.
Perché in quei giorni gli era successo fin troppo spesso che gli arrivasse addosso un getto gelato al posto di uno caldo.

Ma, soprattutto, stava iniziando seriamente a temere l'ora di pranzo.

Questo perché Mizore aveva chiesto a suo padre di potersi occupare lei di cucinare il loro cibo, e lui, che sembrava stravedere per lei, aveva acconsentito.
E non era tanto per il fatto che lei sapesse o meno cucinare a preoccuparlo, ma che potesse tirargli qualche altro scherzo di cattivo gusto.

Ed era successo esattamente così!

Aveva dovuto bere latte per ore per togliersi il sapore bruciante del peperoncino dalla lingua dopo aver mangiato i suoi piatti!

Ovviamente, lui si era infuriato più di una volta con la mamodo, urlandole anche a male parole di finirla, ma lei aveva continuato a mantenere quell'espressione di calma gelata tutto il tempo, facendolo solo infuriare di più.

Se non ci fosse stato suo padre, che lo teneva d'occhio come se fosse tutta colpa sua, l'avrebbe già cacciata!

E ormai, tutti quelli che lo conoscevano anche solo di vista avevano capito che c'era qualcosa che non andava.

Non l'avevano mai visto ridotto così male.

Sakura gli aveva chiesto almeno tre dozzine di volte che cosa stesse succedendo in casa sua, ma lui, nonostante le avesse già detto che lui e suo padre avevano accolto una nuova “coinquilina”, non poteva certamente spiegarle come mai ce l'avesse tanto con lui.

A parte il fatto che odiava mentirle, la sua migliore amica aveva la singolare capacità di sapere sempre quando mentiva. 
Quindi non poteva rifilarle nessuna scusa, ma non poteva nemmeno rivelarle la vera identità di Mizore e del libro azzurro che aveva portato con sé.
Sapeva che gli avrebbe creduto, ma non voleva coinvolgerla.
L'avrebbe solo fatta preoccupare di più.

E non era una buona idea.
Dopo tutto quello che era successo una settimana prima dentro quella dannata cella frigorifera, era sempre attanagliata dal terrore che potesse succedergli qualcosa di tremendo, quindi era meglio non farle sapere nulla.

E con questi pensieri, si stava lentamente dirigendo a scuola.

Ma quando entrò in classe, sentì uno sgradevole brivido lungo la schiena. 

《Oh no. Dimmi che non è venuta anche qui!》 Disse a se stesso, guardandosi intorno con gli occhi sgranati.

Aveva imparato che Mizore era incredibilmente abile nel seguire la gente senza farsi vedere, ma spaventando comunque il suo bersaglio con la sua inquietante presenza e quel suo sguardo gelido e accusatore.

E sembrava che lui fosse diventato la sua vittima preferita.

Per fortuna, con l'inizio della lezione potè distrarsi un po' da quei pensieri, ma continuò comunque a sentire quella brutta sensazione.

Temeva che gli sarebbe successo qualcosa di molto imbarazzante se la mamodo dai lunghi capelli viola fosse saltata fuori davanti a tutti.
E questo presentimento persistette per tutta la mattinata, nonostante le lezioni si stessero svolgendo apparentemente senza intoppi.
Le ore trascorrevano tranquillamente, e lui cominciò a rilassarsi un poco.

“A quanto pare nemmeno lei è così matta da farsi vedere in un posto tanto affollato” pensò il ragazzo sollevato dagli occhi verdi.

Ma, durante l'ultima ora, il professore lo mandò a fargli delle fotocopie.

Una volta uscito dall'aula, il ragazzo andò verso la fotocopiatrice e iniziò a stampare.

Quella giornata era trascorsa più o meno normalmente. Le solite lezioni, i soliti prof eccetera.
E pareva che anche Mizore fosse rimasta calma quel giorno.

Ma proprio quando Shinichi stava pensando di essersela cavata, vide che nella sua tracolla qualcosa stava scintillando.

Senza pensarci, tirò fuori il libro che gli aveva dato la giovane mamodo. Lo aveva infilato nello zaino senza neanche accorgersene.
Sfogliò rapidamente le pagine e si fermò sull'unica frase che riusciva a capire in mezzo a tutti quegli strani caratteri.

《Il primo incantesimo: Burizzadu!》 Lesse senza volere ad alta voce.

Subito dopo, si sentì uno strano scricchiolio provenire dal soffitto.

Una grossa patina di ghiaccio ne avvolse una parte e questa si ricoprì di crepe.

E un attimo dopo, questo si sfasciò in un attimo, aprendo un buco enorme e producendo una pioggia di intonaco e calcinacci, oltre che un rumore assordante, e Mizore gli piombò proprio davanti ai piedi.

Successe tutto in un lampo.

Il ragazzo battè le palpebre, diventò rosso di rabbia e urlò a pieni polmoni 《CHE COSA DIAVOLO STAI COMBINANDO TU QUI!?》.

Un attimo dopo, si rese conto che il suo tono era stato talmente alto da far aprire molte aule del piano.

Colto dal panico, gettò la mamodo dentro lo sgabuzzino del bidello, che stava proprio lì accanto, e ci si chiuse dentro con lei.

In tutto questo, la ragazza dai capelli viola non aveva detto una parola.

《Cosa ci fai tu qui!?》 Chiese nuovamente Shinichi, ma a voce bassa.

《Sei pronto ad accettare di essere il mio partner?》 Chiese di rimando lei, facendo finta di non sentirlo.

Lui si Strofinò le mani sulle tempie, prossimo ad un crollo nervoso.
《Ma mi ascolti?!》

《Hai il libro con te. Hai di nuovo letto l'incantesimo.》 Continuò imperterrita lei.

《È stato un errore! Non voglio avere niente a che fare con te o con la battaglia in cui sei coinvolta! Ti ho già detto che non voglio essere il tuo partner.》.

L’espressione di Mizore rimase, come al solito, gelata e calmissima. 
《Ti ho già spiegato che tu sei il mio partner, che tu lo voglia o no. Non c'è nessun altro in questo mondo che possa leggere il mio libro.》.

Il ragazzo, a quel punto, perse la pazienza. 《Beh, sai che ti dico? Non me ne importa nulla! E non riuscirai a convincermi. Nemmeno con i tuoi scherzetti stupidi o con i pedinamenti. Io voglio solo restare in pace!》 Disse, uscendo come una furia dallo sgabuzzino e tornando in classe, raccattando la sua roba e uscendo al suono della campana.

Sakura provò a raggiungerlo per fare la strada insieme, ma lui preferì andare solo.

Lei parve decisamente delusa, ma anche preoccupata.
Si sentiva uno stupido a reagire così. Le avrebbe dovuto chiedere scusa in ginocchio un milione di volte il giorno dopo. 

Lo sapeva che lei non aveva nessuna colpa per il suo nervosismo, ma non poteva fare a meno di essere arrabbiato.
Ne aveva sinceramente avuto abbastanza.
Di Mizore, dei suoi scherzi, delle sue pretese e di tutta quella storia. 

Ma che pensava? Che lui fosse una specie di marionetta ubbidiente pronta a leggere quel dannato libro ogni volta che le sarebbe servito!?

Era talmente nervoso, che non si accorse che una coppia di ragazzi si stava dirigendo nella direzione opposta e lui andò a sbattere contro il più alto, finendo con il sedere per terra.

《Mi dispiace. Non volevo venirti addosso. Non ti avevo visto.》.

L'altro, un bel ragazzo molto pallido sui diciannove anni dai grandi occhi azzurri e una scarmigliata zazzera di capelli neri, non sembrava essere molto infastidito per il loro scontro.

D'altronde, non gli aveva fatto nulla, e gli era piuttosto chiaro che quel ragazzo non aveva avuto una gran giornata.

《Non importa.》 Disse, guardandolo rialzarsi.

Shinichi lo ringraziò con gli occhi per la sua pazienza, ma poi lo sguardo gli cadde sull'altro ragazzo.

Lui doveva avere non più di quindici anni, ed era molto più basso di loro due, ma aveva qualcosa di strano. Qualcosa che lo mise subito in allarme.

Se la pelle di Mizore era candida come neve, la sua era talmente cerea, da sembrare addirittura grigiastra. I suoi corti capelli neri erano sparati verso l’alto ed erano dello stesso colore dei due tatuaggi a forma di saetta sui suoi occhi. Due occhi rossi talmente feroci e inquietanti da far accapponare la pelle.

Indossava una sorta di pelliccia ispida, rigorosamente nera, che lo copriva dalle spalle fino ai fianchi, lasciando scoperte le braccia muscolose, e dei pantaloni e stivali alti fino a metà polpaccio, il tutto sempre in nero.

《Che hai da guardare?》 Chiese lui in tono aggressivo.

Il diciassettenne comprese all'istante che quello che stava guardando non era un umano. Bensì un mamodo.

Infatti, notò che il ragazzo più alto teneva in mano una borsa e da essa proveniva un tenue scintillio nero.
E la stessa luce, solo azzurra, proveniva dalla sua tracolla.

E la cosa non sfuggì al diciannovenne.

《Hem… grazie mille per la tua pazienza.》 Disse il ragazzo dagli occhi verdi notando che cosa aveva catturato l'attenzione del suo interlocutore, partendo di corsa verso casa sotto lo sguardo sempre attento di quei due, ma anche di qualcun altro. 

Dietro l'angolo, Penny, la ragazzina americana, aveva visto tutto, in special modo lo scintillio proveniente dalla borsa del suo compagno di scuola.

Prese subito il cellulare e digitò in fretta un numero.
《Sono io. Ne ho trovato un altro.》 Affermò, con un sorriso.

   
 
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