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Autore: 7vite    18/09/2017    0 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-L’INTERVISTA-
 
Il primo lunedì del mese di novembre il mercatino della scuola media di Misora aprì i battenti. Tra i numerosi visitatori vi erano alcuni ex studenti della scuola, gente che ormai frequentava le superiori ma era rimasta in contatto con i loro vecchi insegnanti, e che sotto loro consiglio era passata a dare un’occhiata elogiando l’idea innovativa del loro vecchio preside (ignorando ovviamente la verità che si celava dietro quella scelta) e alcune ragazze della’accademia Karen Girls’, che si erano lasciate convincere da Melody.
Doremi e alcune compagne che si erano proposte volontarie per occuparsi della vendita ebbero parecchio da fare, il numero degli oggetti a loro disposizione era maggiore di quanto non avessero immaginato, il che gli diede parecchio di cui occuparsi.
Anche alcuni professori avevano deciso di presentarsi, mostrandosi entusiasti dell’organizzazione dell’evento, e premiando gli studenti facendo degli acquisti.
Nelle classi al piano di sopra, i membri dei club di pittura e disegno, manualità e giardinaggio non si concedevano nessuna pausa, continuando a produrre sempre più articoli.
Kaori, che era la fotografa ufficiale del club di giornalismo, scattava una foto dietro l’altra, mentre un ragazzo in sua compagnia, che dimostrava almeno due anni in più, faceva scorrere vorticosamente la sua penna contro un bloc-notes.
«Tu devi essere Harukaze, la responsabile di tutto quanto, non è vero?»
Si era avvicinato a passo felpato alla ragazza, tant’è che Doremi non si era nemmeno accorta della sua presenza. Senza neppure darle il tempo di rispondere, riprese a parlare.
«Mi chiamo Ryuji, avrai sicuramente sentito parlare di me, sono il membro più importante del club di giornalismo. Per farla breve, quello a cui assegnano gli articoli migliori.»
Disse sfoderando un largo sorriso, mentre Doremi aggrottava le sopracciglia poco convinta.
“Abbiamo un giornalino scolastico?”
Neanche stavolta il ragazzo attese una risposta, continuando a parlare senza sosta, in maniera così svelta che la rossa faceva fatica a stare dietro ogni sua parola.
«Hai due minuti? Mi piacerebbe intervistarti e farti qualche domanda a proposito del tuo progetto.»
Avanzò portandola da parte, dove non potevano essere disturbati.
«Sei una ragazza del primo anno, non è vero? Come ti è venuta una simile idea? E’ vera la storia della discussione tra te e il preside? Se sì, devo proprio farti i miei complimenti, hai dimostrato di avere fegato per essere solamente una novellina.»
«Beh sì, in parte diciamo di sì.»
Bofonchiò Doremi, mentre Ryuji annotava qualcosa sul foglio scarabocchiato. Dietro di lui, Kaori scattava foto della sua ex compagna di classe, senza preoccuparsi di risultare invadente (non che fosse una novità).
«Ti confesso una cosa Doremi.»
Continuò lui, senza fare caso all’imbarazzo della sua interlocutrice, ignorando il rumore che la macchina fotografica produceva alle sue spalle.
«All’inizio mi sono trovato completamente in disaccordo con quest’idea. “Assurdo!” mi dicevo, “un mercatino scolastico, cosa dovremmo farcene?” Eppure devo ricredermi, l’evento ha richiamato parecchia gente, tra cui anche studenti esterni, lo sapevi? O forse è tutto merito tuo? Hai fatto pubblicità per dimostrare al nostro preside di avere torto marcio?»
Doremi si affrettò a scuotere le braccia con veemenza.
«No no, ma cosa dici? Io l’ho detto solamente alla mia migliore amica, Melody! Vedi? Lei frequenta l’accademia femminile Karen Girls’, ed è stata una sua idea quella di riferirlo ad alcune compagne…»
«Confermo tutto quanto, conosco queste due sin dai tempi dell’asilo.»
Asserì Kaori, indicando Melody.
«Uh, quindi non c’entra affatto il tuo desiderio di rivalsa nei confronti del preside…»
Rifletté Ryuji parlando tra sé e sé. Doremi notò che parve deluso da quell’affermazione, ma si riprese in fretta, tartassando la povera Doremi di domande.
«E stai facendo tutto questo per aiutare la tua collega del club di dibattito, no? Insomma, il ricavato verrà utilizzato per finanziare il ballo di fine anno, vero? Lo fai solamente per lei o in fondo piace anche a te l’idea?»
Doremi si passò un dito sotto al mento con fare pensieroso.
«L’ho fatto per aiutare Sora, è ovvio, ma confesso che l’idea non mi dispiace.»
Lui fece un sorriso malizioso.
«Allora non sei affatto la ragazza altruista che tutti credono, possiamo dire che sei mossa soprattutto da motivazioni egoistiche, rimpiangi di non essere stata tu a proporre l’idea del ballo? Insomma, questo tuo daffare è un modo per attirare l’attenzione su di te, mettendo ombra sulla vera ideatrice?»
«Ehi no, ma cosa dici? Non è affatto come pensi, io volevo solo aiutare una ragazza a realizzare il suo sogno! Non mi verrebbe mai in testa di mettermi al centro dell’attenzione di tutti. Kaori, diglielo anche tu!»
Cercò l’appoggio della fotografa, ma quella la ignorò.
«Non ci sono, io scatto solo le foto!»
«Ma come, poco fa hai detto di conoscermi sin dai tempi dell’asilo, che gran ipocrita!»
Mugugnò la rossa incrociando le braccia sul suo petto. Ryuji colse la palla al balzo.
«Doremi, hai già un accompagnatore per il ballo?»
Lei scosse la testa con aria confusa, tornando seria.
«No, ma questo cosa c’entra?»
Lui le rivolse un sorriso serafico, passandosi la mano sopra il mento. Ostentava un’espressione che alla ragazza non piacque affatto.
«Allora è tutto chiaro.»
Le fece l’occhiolino con l’aria furba di chi la sa lunga.
«Il tuo era un tentativo di attirare su di te l’attenzione dei componenti maschili del nostro istituto, al fine di trovarti un compagno per l’evento. Non preoccuparti, ci penseremo noi a darti una mano, adesso sorridi per i nostri lettori.»
Senza nemmeno darle il tempo di assimilare le parole, Kaori le si parò davanti scattandole un bel primo piano, poi i due  si allontanarono di corsa, facendole girare la testa.
Doremi capì troppo tardi quanto era appena successo.
«Ehi tu! Torna indietro! Dici una marea di sciocchezze… Spera che non ti riveda in giro!»
Strillò verso nessuno agitando un pugno in aria.
Poi divenne stranamente seria.
“Spero solo che quei due non mi mettano nei guai.»
 
Il giorno seguente Doremi fece di tutto per procurarsi una copia del giornalino scolastico, e quando finalmente lo trovò, lo sfogliò svogliatamente alla ricerca dell’articolo che la riguardava.
Lesse tutto d’un fiato, augurandosi che Ryuji avesse avuto il buonsenso di non farle un affronto così grande quale mettere la sua faccia pietosa in prima pagina.
Alla fine della lettura si ritrovò l’amaro in bocca. Ryuji non aveva scritto nessun articolo che somigliasse ad un annuncio disperato alla ricerca di un accompagnatore, ma l’aveva fatta passare per un’egocentrica piena di sé, asserendo che il suo impegno fosse dovuto alla voglia di visibilità.
Sospirò profondamente, sentendosi la ragazzina più sfortunata della terra.
«Ma perché, fra tutti, doveva per forza prendersela con me? Che gli avrò fatto mai? E dire che il mio intento era quello di dare una mano a Sora! Spero che nessuno legga queste sciocchezze, ma che figura ci faccio?»
Si domandava a voce alta, facendo voltare tutti quanti nel corridoio, che la fissavano con aria sbigottita.
«Doremi, perché parli da sola?»
Le chiese Makoto raggiungendola, notando una ragazza roteare il dito indice in prossimità della tempia, gesto eloquente che valeva a dire “a questa manca sicuramente qualche rotella”.
«Oh Makoto, è terribile, guarda qui! Giuro che me la pagherà»
Makoto afferrò il pezzo di carta che Doremi aveva accuratamente stropicciato in preda alla rabbia e lesse in silenzio il breve articolo che la riguardava.
Inaspettatamente, la ragazza sorrise.
«Certo è scritto bene.»
«Ehi, ma tu da che parte stai? Non hai visto come mi ha dipinta?»
«Doremi, credi sul serio che qualcuno dia retta a quello che dice uno stupido giornaletto? Datti una calmata, non è mica lo Yomiuri Shimbun»
La rassicurò, battendole una mano sulla schiena.
«Sono certa che non l’avrà visto nessuno, o comunque, che nessuno ci abbia dato peso. Adesso rilassati e fingi che non sia successo, vedrai che nessuno ne parlerà…»
Aprì la porta della classe e una gocciolina si formò dietro la sua testa: un gruppetto di compagni era radunato su un banco, intento a leggere a voce alta.
«…Doremi ha assicurato di provare una forte invidia nei confronti della senpai Sora, la cui mente geniale ha partorito l’idea dell’organizzazione del ballo di fine anno. “E’ per questo che ho pensato ai mercatini”, afferma Doremi, “per fare in modo di essere notata anch’io, di non passare inosservata, in fondo chi mai potrebbe accorgersi di una novellina?” Ha dichiarato la kohai scrollando le spalle. “Fortunatamente quell’ingenuo del preside ha creduto alla faccenda della brava bambina, concedendomi la creazione di un’attività tutta mia. Adesso tutta la scuola conosce il mio nome e ho persino ottenuto un’intervista dal più rinomato scrittore della scuola” afferma infine, facendo un occhiolino al sottoscritto. Che dire? La giovane forse scarseggia di inventiva, ma non si può certo negare che manchi di ambizione e scaltrezza.»
La voce di Akane rimbombava per tutta la classe.
«Non avrei mai immaginato che Doremi fosse quel tipo di persona…»
Disse una loro compagna, passandosi una matita sul mento.
«È una brava attrice, con noi fa sempre la parte dell’imbranata, e invece è una che sa giocare bene le sue carte.»
«Non crederete mica a queste sciocchezze!»
Urlò Marina, seduta in disparte, chiudendo con forza il libro che stava leggendo.
«Conosco Doremi sin dai tempi delle elementari, e so per certo che sono tutte fesserie! Lei non usa affatto quel genere di parole! Ci metto la mano sul fuoco…»
Tetsuya annuì, portandosi le mani dietro la testa.
«Confermo tutto quanto, Quando mai è stata scaltra poi…?»
«Già, Harukaze non è il proprio il tipo…»
Intervenne Masaru dall’ultimo banco, il tono piatto di chi non pare minimamente interessato all’argomento.
«Io non sono stata una sua compagna di classe, ma la conosco bene, e sono della stessa opinione. Doremi non può aver detto quelle cose lì, sono certa che Ryuji ha ingigantito la questione per vendere un maggior numero di copie, non sarebbe una mossa nuova nel mondo del giornalismo.»
Spiegò infine Sachiko, chiudendo la faccenda.
«Sono felice che almeno voi l’abbiate capito.»
La voce di Doremi li costrinse tutti quanti a voltarsi.
«Non so perché Ryuji l’abbia fatto, ma vi garantisco che nessuna di quelle parole è uscita dalla mia bocca. Io non provo nessuna rivalità nei confronti di Sora, al contrario, la stimo profondamente e sono più che orgogliosa di aiutarla, per quanto mi sia possibile. Volevo solo che il preside accettasse la sua proposta, è per questo che mi sono data da fare con l’allestimento del mercatino.»
Akane si alzò in piedi, fissandola.
«Ma perché uno come Ryuji dovrebbe mentire, scusa? Io leggo il giornalino scolastico ogni giorno, e i suoi articoli sono sempre veritieri, mi spieghi perché questa volta dovrebbe essere diverso?»
Doremi poggiò lo sguardo per terra.
«Non lo so, immagino per creare un po’ di scalpore.»
Akane scosse la testa.
«Scusa se te lo dico con così tanta schiettezza, ma è la tua parola contro la sua.»
«Ma che stupidaggini vai raccontando? Tu quello non lo conosci nemmeno, sono sicura che non vi siate neppure mai rivolti la parola, ed adesso metti in discussione una tua compagna di classe?»
Le urlò Makoto, puntandole il dito contro.
«Ti ringrazio dal profondo Makoto, ma è meglio lasciare stare. Non posso costringerti a credermi Akane, né te, né nessun altro...»
Akane le rivolse un’occhiata sprezzanta.
«Voglio che tu sappia una cosa: contribuirò a finanziare il mercatino, ma lo farò solo per Sora. Ai miei occhi tu non sarai più la stessa, e non sono l’unica a pensarla in questo modo…»
L’arrivo della signorina Shuto interruppe quella strana conversazione, riportando il silenzio in aula.
«Volete tornare tutti ai vostri posti spontaneamente o vi occorre un formale invito?»
Aveva domandato acidamente, e a nessuno venne in mente di ribattere.
“Mah, che strana la scuola media… Fino a poco tempo fa ero un’invisibile, poi ecco che divento improvvisamente una delle ragazze più popolari della scuola, ed adesso finisco per essere un’inguaribile bugiarda in cerca di approvazione odiata da tutti. E dire che siamo solamente a metà del primo semestre!»
Doremi sbuffò tristemente. Makoto notò il malessere dell’amica e si affrettò a scriverle un messaggio.
“Non devi curarti del parere di queste persone, guarda il lato positivo: i tuoi veri amici si sono prodigati in tua difesa. Chi ti conosce davvero sa bene che persona tu sia, vedrai che il tempo farà il suo corso e rivelerà la verità.»
Doremi sorrise. Si sentiva già meglio.


 
DIZIONARIO (JUST IN CASE)
*Yomiuri Shimbun: è il quotidiano giapponese più diffuso al mondo. Viene stampato due volte al giorno.
  
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