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Autore: Longriffiths    19/09/2017    3 recensioni
Si sentiva diversa da tutti i suoi coetanei, e non solo per il non proprio piccolo dettaglio scuro e peloso lungo sessanta centimetri che portava avvolto intorno alla vita e sotto la gonna ogni giorno, per nascondere il fatto di essere la discendente di una razza aliena scomparsa tempo addietro con il suo pianeta natale di cui lei sentiva dentro una grave mancanza pur non avendolo mai visto, e non solo a causa del titolo che avrebbe portato se fossero ancora esistiti.
Genere: Angst, Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Pan, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’acquamarina che dava da sfondo agli occhi della giovane Saiyan era ora coperta da uno specchio stellato che rifletteva il manto dalla bellezza infinita in cui ella si stava perdendo vagando con la fantasia, tenendo il viso appiccicato al vetro che componeva parte della navicella di Jaco, intento a guidare tra i pianeti e i corpi celesti di cui Bra era già evidentemente innamorata. L’alieno sorrise buttando un occhio verso di lei notando la sua espressione imbambolata, chiedendosi se per caso avesse mai reagito così in tutta la sua vita di fronte a qualcosa. Non sembrava affatto la figlia di suo padre in quel momento, non c’era traccia di aggressività, tristezza o noia nei suoi tratti fanciulleschi come invece era già solita adottare quando si mostrava alla gente. Il suo sorriso ora era sincero e cristallino, che non dava modo di resistere neanche al più duro dei cuori. Jaco voleva molto bene a quella ragazzina per cui si considerava uno zio, e sapeva che il sentimento per lei era reciproco nonostante ella lo appellasse per nome di battesimo, ma d’altronde  chiamava così tutti a meno che non sentisse un legame più stretto con qualcuno rispetto agli altri, come succedeva con Goku. Dunque, poteva ritenersi tale anche lui. Sospirò sperando che quella ragazzina dai corti capelli mori non spifferasse tutto a qualcuno, o sapeva che Vegeta gli avrebbe strappato la lingua. Sperava che Bulma non lo chiamasse per chiedere se c’entrava qualcosa, dopotutto perché mai avrebbe dovuto venirle in mente proprio lui?

Nonostante tutti i pensieri che vorticavano nella sua mente e lo spingevano a domandarsi se avesse fatto la cosa giusta, guardando la felicità che traspariva da ogni poro della turchina dovette ricredersi. Sembrava soddisfatta, e tanto gli bastava a darsi una risposta.

Però, la Terra ti stava stretta eh?》

《Beh sì a dire il vero, è solo che se avessi chiesto non me lo avrebbero mai permesso.》

《Così hai pensato di fuggire.》

《Non sono fuggita, mi ci hai accompagnato tu, no?》

《Come? No no no, io mi tiro fuori.》La ragazza sorrise mentre la navicella sfrecciava a gran velocità verso il pianeta su cui ella gli aveva chiesto di posarla, ovvero un luogo ove tutta la popolazione fosse estinta e non ci fossero pericoli che per colpa sua qualcuno avrebbe riscontrato. Jaco riuscì a trovare tramite un dispositivo di geolocalizzazione il posto perfetto vicino al mondo in cui si trovava casa sua, specificandole che sarebbe tornato a riprenderla ogni volta che il suo turno lavorativo terminava per portarla con sé, e depositarla nuovamente lì il giorno seguente prima di tornare al lavoro. Quelle erano state le condizioni che l’alieno aveva imposto, non l’avrebbe certo fatta vagabondare in quei luoghi remoti e pericolosi da sola, e lei se le era fatte andar bene. Quando giunsero a destinazione sul suo pianeta natale il sole stava già risvegliando i suoi abitanti, ma la turchina non se ne curò minimamente troppo eccitata al pensiero di iniziare quel percorso che l’avrebbe resa meritevole del sangue che le scorreva in corpo. Bra scese dalla navicella salutando affettuosamente il suo ‘autista’, iniziando i preparativi per accamparsi in quella zona dove momentaneamente si sarebbe riposata in caso l’allenamento l'avesse stremata. Mentre Jaco prendeva un’altra strada raccomandandole di stare attenta e non compiere azioni avventate, ella scrutava il territorio circostante per rendersi conto di ciò che le sarebbe servito in quel luogo essendosi attrezzata di ogni cosa adatta a qualsiasi tipo di situazione. Per primo, il clima. Non sentiva ne caldo ne freddo, ed il paesaggio era desolato e fiocamente illuminato da un piccolo sole a cui mancava poco più che un centinaio d’anni per spegnersi del tutto. Poco distante da lei c’era un cratere in cui avrebbe potuto nascondersi in caso di complicazioni, per il resto tutto dava l’impressione di un perfetto campo di battaglia.

Bra era entusiasta, e senza perdere altro tempo sciolse i suoi crini liberandosi da ogni impedimento, iniziando una lotta immaginaria che consisteva nel prendere a pugni l’aria dando libero sfogo alla voce di aleggiare intorno a sé accompagnando i movimenti. Ogni qual volta sentiva di aver accumulato abbastanza energia, ella la incanalava al centro del suo corpo dando modo di attraversarle gli arti sino a potenziare il proprio Ki al meglio che poteva, ma la fiamma che l’avvolgeva non accennava a cambiare il suo colore restando sulla trasparenza con alcune sfumature biancastre alle estremità. Ripassava mentalmente i consigli dei propri maestri; perdere il controllo, arrabbiarsi, concentrarsi.

Nitide nella sua mente le immagini dell’uomo che amava incollato dalle labbra a quelle di colei che non perdeva occasione di gettarle fango addosso, momenti che la costringevano a cambiare direzione quando li incontrava per strada, immagini che la tormentavano di notte al pensiero delle differenti azioni che i due stavano svolgendo in letti differenti, lui a fare chissà cosa togliendole il sonno mentre lei tentava invano di addormentarsi, dandosi della sciocca incapace di uscire da quella prigione che quello stupido sentimento le aveva costruito intorno contro la sua volontà, incatenandola. Presto si rese conto di stare sbagliando strategia, poiché quei pensieri non facevano altro che punzecchiare il suo cuore andando a smuovere il lato umano e sensibile che la mezzosangue portava chiuso in sé, pizzicandole gli occhi di quel fastidioso prurito che scendeva sino al naso rendendole difficile la respirazione a causa dei muchi che la costringevano a tirare su. Iniziava di nuovo a pruderle addosso, prima o poi si sarebbe ritrovata piena di bolle a causa sua e per questo annotò mentalmente di uccidere quel mezzo Saiyan prima che potesse nuocerle ulteriormente non appena avrebbe rimesso piede sulla Terra. Spinse in fuori l’aria dalla bocca liberando il petto da quei macigni invisibili agli occhi posati su di esso, strofinandosi le sopracciglia per poi tornare a concentrarsi. Pensò alla sua migliore amica, immaginò ch’ella fosse già in grado di trasformarsi nonostante avesse la metà del DNA alieno della minore cercando di provare rabbia e rancore per il senso di inferiorità, ma pensare a lei in grado di diventare un Super Saiyan le trasmise un senso di orgoglio e fierezza nei confronti di quanto potente potesse essere il sangue della propria razza anche in quantità minime presente in un individuo se questo veniva stimolato nel modo giusto, e si sentì un verme per aver anche solo tentato di usare Pan in un modo tanto viscido. Annotò anche lo scusarsi con lei appena l’avrebbe rivista. Si rese conto di essere lontano da casa a appena quattro ore e provare già nostalgia nei confronti dei suoi cari, sarebbe stata un’esperienza molto più dura di quanto avesse calcolato, ci avrebbe impiegato molto più tempo del previsto.


 

La Terra ospitava sui propri campi i primi raggi del mattino, cantando l’inizio del nuovo giorno che per i guerrieri Z avrebbe significato l’inizio del 31° Torneo Tenkaichi, ove ancora una volta tutti si sarebbero sfidati tra loro dopo essersi battuti ed aver sconfitto gli altri sfidanti venuti da ogni parte del mondo per aggiudicarsi il titolo di Campione, e come ogni anno durante l’ultimo match in cui avrebbero dovuto battere il Campione del Mondo indiscusso per soffiargli la fama, come concordato parecchi anni addietro invece lo avrebbero lasciato vincere per non fargli perdere stima da parte di tutta la gente che da sempre ingannava, ma il premio in denaro sarebbe spettato al vero vincitore. Era semplice, era chiaro, ed era divertente. E purtroppo Bra non avrebbe potuto prenderne parte nonostante lo desiderasse da tre anni, da quando al 28° Torneo era arrivata al quarto scontro dalla fine stendendo tutti gli avversari, l’unico che l’aveva battuta era stato proprio l’oggetto dei suoi tormenti, cosa di cui suo padre ancora la rimproverava. A ‘vendicarla’ era stato il suo fratellone, e fu da quel momento che la turchina aveva giurato di diventare talmente forte da battere anche i propri simili. Vegeta non si era iscritto evitando di partecipare poiché tre anni prima era stato Goku a rinunciarvi per lasciar combattere lui. Avevano concordato di non combattere insieme almeno lì, dato che a loro non serviva uno scontro di quel genere per decretare la loro forza e abilità, in quell’occasione avevano scelto di dare spazio ad altre persone di vedersela con uno di loro alla resa dei conti. Ma avrebbero comunque assistito. Ciò che proprio non si aspettavano quella mattina, era vedere il letto della principessa vuoto. Senza allarmarsi, la scienziata telefonò al primogenito di casa Son, e a rispondere fu proprio la ragazza con cui sua figlia passava la maggior parte delle sue giornate da una vita ormai. Questa le assicurò di trovarsi insieme a lei, e di fare più tardi rispetto all’orario stabilito per via del loro allenamento pre-gara, per cui sarebbero venute da sole. Bulma fidandosi della parola di Pan sapendo quanto onesta fosse la ragazza, riattaccò chiedendole semplicemenre di dire alla propria figlia di avvisarla la prossima volta che sarebbe uscita così presto nonostante stessero dormendo, poiché le aveva già detto decine di volte di voler conoscere il luogo in cui si trovasse nel caso avesse avuto bisogno del suo aiuto. La ragazza salutò cordialmente ed in tono allegro assicurandole di riferire. Nel vuoto della camera che condivideva sola con se stessa, la giovane moretta sospirava chiedendosi quanto tempo ancora parlando in termini di ore quella piccola bugia avrebbe retto prima che la verità salisse a galla, ma qualsiasi cosa fosse accaduta lei non avrebbe mai vuotato il sacco.  

Poche ore dopo, la combriccola di amici di lunga data formò pian piano la rimpatriata che avevano organizzato in vista di quell’occasione, fermandosi in diversi stand per consumare qualcosa insieme prima dei combattimenti, e divertirsi in qualche sfida allestita per l'occasione in vista delle centinaia di persone che sarebbero accorse, come ad esempio sparare a delle lattine per vincere un premio, la pesca delle paperelle per guadagnarsi un pupazzo o lanciare una palla da tennis centrando il bersaglio per far cadere l’ostaggio umano nella piscina sottostante. Quando tutti si ritrovavano perfino nei loro quaranta e passa anni di età tornavano bambini, scordandosi per l’intera giornata trascorsa insieme i pensieri ed i problemi che impastavano il quotidiano di ognuno di loro, un gruppo unito e sereno a cui Vegeta aveva ormai fatto l’abitudine anche se mai lo avrebbe ammesso in vita sua.

《Questo Torneo sarà magnifico, hai sentito Goku, gira voce della presenza di qualcuno che sia la reincarnazione di Majin Bu.》

《Già ne ho sentito parlare Tenshinhan, sono eccitato all’idea di sapere chi sia e che aspetto abbia, spero di riuscire a misurarmi con lui, dicono che sia molto forte.》

《Credo siano iniziate le selezioni, la gente si sta spostando.》

《Bene, allora sbrighiamoci ragazzi. Dove sono Goten e Trunks?》

《Sono andati da quella parte in cerca dei loro compagni, Echalotte e tua nipote dovrebbero essere qui a momenti.》

 

 

Su una superficie composta da una gravità differente da quella terrestre seppur non a tal punto da impedirle i movimenti come invece le succedeva nella Gravity Room, una più che motivata ragazza lanciava lampi di energia esercitandosi negli attacchi più potenti che aveva appreso e padroneggiato già da un pezzo, tentando di aumentarne la potenza senza preoccuparsi di spaccare o saltare dei pezzi di crosta e degli strati più interni del pianeta, ignara del fatto che più paia di occhi indiscreti la stavano osservando da qualche minuto dopo il suo atterraggio, seguendola nei suoi spostamenti attenti alle tecniche che stava mettendo in pratica. Aspettarono in agguato nascosti tra alcuni massi a distanza ravvicinata senza emettere fiati, e senza alzare il proprio Ki nemmeno di una tacca, lasciandolo azzerato come avevano fatto sino a quel momento. La turchina stava intanto prendendo fiato seduta su un cuscinetto abbozzato con la propria borsa da viaggio, tirando fuori una borraccia d’acqua che si era portata dietro all’interno di essa nel caso avesse avuto sete durante il viaggio, per risparmiarsi il fastidio di far scattare ogni volta la Capsula che ospitava i beni primari che l’avrebbero salvata. Quando la ragazza abbassò la guardia ovvero si rilassò convinta di essere sola, avendo già trascorso nel silenzio più totale di quelli che in tempo prolungato urlavano anche più forte di mille voci insieme molte ore in solitudine, prese ad asciugarsi piccole gocce di sudore che le imperlavano la fronte umida col dorso della mano coperta da un guanto immacolato, tenendo gli occhi chiusi per respirare più profondamente, un impedimento improvviso che pochi secondi dopo scoprì essere una mano le strinse l’apertura della bocca impedendole di parlare o respirare, mentre aveva un braccio avvolto intorno al busto che le impediva di scappare da quella morsa d’acciaio stretta intorno a lei da tre uomini, Bra poté chiaramente vedere i suoi aggressori alzando gli occhi.  Appartenevano evidentemente alla stessa specie, avevano quattro antenne per entrambi i lati della testa e le sopracciglia in diagonale, privi di orecchie e del naso a parte due piccoli fori sotto gli occhi enormi di un verde palude, ed una bocca esageratamente grande. Ai lati del collo avevano piccoli tagli che si aprivano e richiudevano ad intervalli regolari, e la turchina dedusse fossero branchie, o almeno una specie. Tentò di divincolarsi e mordere la mano che ora stava stringendo troppo sul suo viso, ma aveva le gambe legate dalle caviglie e le braccia altrettanto dietro la schiena gli uomini erano stati rapidi e poco gentili. In sottofondo sentiva una specie di mormorio, sicuramente doveva essere la lingua di quegli esseri che lei non era in grado di decodificare. I tre la sbatterono in terra frugando tra le sue cose pochi centimetri più avanti di loro, ed ogni tanto si giravano a guardarla muovendo quelle labbra rassomiglianti a dei canotti. Erano disgustosi. Se magari se ne stava lì buona avrebbero solo trafugato i suoi averi lasciandola in pace, così optò per quella strada ma evidentemente i suoi nuovi amici non erano molto d’accordo con lei. Uno di loro ad un certo punto le si avvicinò ficcandole quella che a lei parve una pietra in un orecchio, ed improvvisamente tutti quei suoni incomprensibili iniziavano ad avere per lei un senso compiuto. Dovevano averla munita di qualche congegno in grado di tradurre le lingue aliene. ‘Ci mancava anche l’interrogatorio’. Scuotendo il capo scacciò via dalla mente la vocina antipatica ed impertinente che non la lasciava mai tranquilla, sbuffando irritata. ‘Aspettate solo che mi liberi, giuro vi farò quei culi molli a strisce’.

Gli uomini la stesero in terra piegandosi in ginocchio ai lati del suo corpo per farsi vedere dal basso, prendendo tra le mani la torcia che apparteneva alla turchina trovata tra le sue cose, pigiando il bottone d’accensione per poi puntargliela in faccia. Al primo impatto Bra chiuse gli occhi, ma uno di loro le tenne ferma la  testa in modo da puntare verso la luce iniziando a parlare, volevano sapere chi fosse, perché si trovasse lì e chi era il Capitano che l’aveva mandata ricevendo in risposta solo insulti e intimidazioni a lasciarla andare.  Gli uomini ridevano, e quando la ragazza si decise ad aprire gli occhi per fronteggiarli in modo adeguato nonostante la sua posizione di svantaggio, il suo orgoglio non le permetteva di apparire sottomessa a nessuno, ma si ritrovò ad osservare una sfera luminescente bianca che come sfondo aveva il buio più totale. Per quanto volesse, non riusciva a staccare lo sguardo da quell’immagine che ben presto iniziò a farla sudare freddo. Bra si ritrovò nuovamente capovolta dalla situazione implorando senza curarsi di apparire fragile di spegnere la luce o almeno spostarla dalla sua vista, ed alla loro reazione divertita e per niente preoccupata, chiedeva ai suoi rapitori di somministrarle qualcosa che loro non compresero, e ben presto smisero di urlarle contro guardandosi tra di loro in maniera interrogativa e confusa notando alcune piccole particolarità che li fecero scattare indietro allontanandosi da quel corpo, ma ormai era tardi. Il petto della ragazza si alzava e si abbassava ad un ritmo troppo veloce, ella sentì in sé il sangue scorrerle dentro come un fiume in piena, i battiti cardiaci le riempirono l’udito permettendole di ascoltare soltanto il proprio cuore impazzito.




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Salve a tutti!

Si mette male per la nostra principessa, ma si metterà mooolto peggio per questi bravi che ho voluto inserire per smuovere un pochino la situazione, cosa ve ne pare?

Dunque volevo chiarire alcuni punti, come avrete notato e sicuramente capito, questa storia per motivi vari non è affatto inerente al GT, e dato che ho variato molti particolari inserendo anche il SsjBlue ho voluto volgere molte altre cose a modo mio, come ad esempio l’incontro con Ub nel 31° Torneo anziché nel 28° ove egli avrà 18 anni invece che 15. Questo perché vorrei far combaciare le età dei ragazzi, in quanto Marron dovrebbe perfino essere di quasi dieci anni più grande di Pan e Bra mentre invece nell’anime oggi sembra ancora che ne abbia 4, quindi evviva la coerenza e ma si dai, andiamo alla cacchio anche noi .😂

Spero che questi piccoli cambiamenti non risultino troppo esagerati,  detto ciò smetto di blaterare e ringrazio chi passa a leggere questi capitoli ma anche e soprattutto Jaqen e siero al mic per aver inserito la mia storia tra le seguite insieme ai precedenti, ragazzi davvero grazie di cuore!

Ringrazio anche chi come sempre mi lascia un parere e segue questo mio lavoro, grazie a tutti siete mitici!

Alla prossima!♡

   
 
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