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Autore: Arsax    19/09/2017    1 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2


Tutti i giorni andai su quella panchina a osservarla leggere e una volta quasi mi feci sorprendere da lei, ma fortunatamente le foglie rigogliose degli alberi mi nascosero alla sua vista.
Terminata quella settimana, tornai a casa e dovetti attenderne altre due prima di rivedere quella ragazzetta rozza. Mi dovetti accontentare di osservare le sue foto su “Facebook” fino alla serata del suo debutto.
Quel giorno eravamo atterrati all'aeroporto di Vienna verso le quattro del pomeriggio e, come ci aveva detto, il nostro informatore ci attese alla macchina. Ci salutò con un veloce inchino, salimmo in auto e ci avviammo al castello Von Ziegler.
-Cos'hai scoperto?- chiese mio padre.
-La ragazza frequenta l'università di biologia, ha quasi ventitré anni e per tutto il mese è andata ogni giorno a casa di Wilhelm Von Ziegler, presumibilmente per seguire delle lezioni. La sua conoscenza sul mondo dei vampiri è pari a zero, infatti ha scoperto da poco le sue nobili origini. Non parla né rumeno né tedesco.
Mio padre e mio zio ghignarono soddisfatti.
-Era come pensavamo. La ragazza non sapeva niente fino a poco tempo fa e Wilhelm le ha dato qualche lezione su come diventare una principessa?- domandò mio padre divertito.
-Non è in grado di regnare su un solo clan, figurarsi su due o tre!- esclamò zio Lucian altrettanto divertito.
-Tutto il potere di quei clan sarà incentrato nelle nostre mani. Sarà molto facile raggiungere il nostro obiettivo.- disse mio padre.
Accennai un sorriso e mi concentrai nuovamente sul paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Era una bella notizia, la strada era tutta in discesa eppure non mi esaltai come mio padre e mio zio. Tutta la vita, ogni avvenimento mi lasciava pressoché indifferente. Tutta la mia vita era di una noia e di una monotonia disarmante. Nulla mi faceva provare qualcosa, ma questo prima di aver visto la principessa Serena con i miei occhi. Avevo riposto qualche speranza nella principessa e sul divertimento che mi avrebbe arrecato.
Arrivammo al castello Von Ziegler e una domestica ci mostrò le stanze che ci erano state assegnate. Gli ospiti che arrivavano da lontano, non potevano di certo alloggiare in un ostello! Così era consuetudine che alloggiassero per una notte presso il castello nel quale si era tenuta la serata.
Arrivato in camera, mi feci un lungo bagno rilassante, indossai con calma il mio tight e mi avviai nella sala dei ricevimenti del castello. Era già gremita di vampiri, ma non ci misi molto a trovare mio padre e mio zio Lucian.
Raggiunti i miei parenti, vidi scendere dall'enorme scalinata Wilhelm Von Ziegler e supposi che la principessa Serena sarebbe arrivata a breve, infatti un paio di minuti dopo la vidi in cima alla scalinata e tutti, me compreso, ci zittimmo.
Avevo quasi dimenticato il suo aspetto e a stento la riconobbi. Vederla trasandata con abiti sciatti era un conto, ma vederla con quell'abito così femminile che accentuava ogni sua curva e l'espressione regale mi lasciò di stucco, senza fiato. Guardava negli occhi ogni vampiro presente nella sala, quasi come se volesse sfidarci tutti, e io ne rimasi incantato. Era la creatura più bella che avessi mai visto.
Arrivata a fine scalinata, iniziarono tutti ad applaudire e ad accogliere la propria principessa.
-Come se avesse fatto chissà cosa.- commentò mio zio Lucian, facendo sorridere mio padre.
La principessa fu raggiunta da Wilhelm e iniziarono a girare per salutare gli ospiti. Quella non poteva essere la ragazzetta che mi aveva descritto l'informatore e che avevo visto con i miei occhi. Non si diventa principesse in un giorno. Probabilmente Wilhelm le aveva dato le basi per sopravvivere a quella serata, difatti notai che ogni tanto si ingobbiva, com'era solita a stare, e abbassava la testa di tanto in tanto, cosa che un principe non avrebbe mai fatto.
Nonostante tutto se la cavò piuttosto bene, anche quando scoprì che due dei suoi amici più cari, quelli che avevo visto al locale a Torino, erano dei vampiri. Possibile che non l'avesse scoperto già da tempo? Si era circondata di vampiri e nemmeno ne era a conoscenza. Insomma, quando si è vampiri sviluppati si riconoscono a vista gli altri vampiri o i mezzosangue. Qualcosa non mi quadrava.
-Quella ragazza è un bell'impiccio.- affermò mio padre pensieroso.
-Di cosa ti preoccupi?- domandò mio zio. -Quella...
Sentimmo Wilhelm e la principessa avvicinarsi a noi e ci girammo nella loro direzione per salutarli a dovere. Vidi la principessa regalarmi uno sguardo esterrefatto, come se avesse appena visto un fantasma. Mi osservò da capo a piedi e poi mi riservò uno sguardo pieno di sfida e superiorità. Uno sguardo da regina.
-Principessa, questo è Stefan Lovinescu, principe del clan Lovinescu.- mi presentò Wilhelm.
-Il vostro futuro sposo aggiungerei.- affermai riservandole uno sguardo divertito e malizioso.
Quella ragazza sarebbe caduta ai miei piedi in men che non si dica. Le presi la mano e gliela baciai, inchinandomi profondamente dinnanzi a lei.
-Sono lieto e onorato di conoscervi, principessa Serena. I clan e io abbiamo atteso il vostro ritorno per molto tempo e temevamo che questo giorno non sarebbe mai giunto.- aggiunsi.
-Mi spiace avervi fatto attendere, ma ora sono qui.- rispose con decisione, guardandomi negli occhi con curiosità.
Mi stava studiando, come se stesse cercando di leggermi nella mente, di capire che intenzioni avessi, ma non ce l'avrebbe fatta. Il mio sguardo era imperscrutabile, come sempre. Una cosa che avevo imparato fin da bambino era nascondere le mie emozioni a tutti. A mio padre, ai miei zii, ai miei servi, a tutti.
-Se le persone riescono a leggerti in faccia ciò che pensi, per te sarà la fine,- mi aveva detto mio padre dopo la morte di mia madre.
Da allora avevo eretto una barriera per evitare che la gente riuscisse a leggere le mie emozioni, eccetto in rare occasioni nelle quali lo permettevo.
Prima che potessi iniziare a cantare le sue lodi, la voce di un vampiro attirò la nostra attenzione e stupì la principessa Serena.
-Bene, bene, bene. Guarda un po' chi abbiamo qui.- affermò arrogante un vampiro insulso e stupido.
-Anche tu sei un vampiro?- domandò la principessa stupida.
Dal suo guardo supposi che si conoscessero da parecchio tempo e in modo intimo.
-Certo, e sapevo da sempre che anche tu lo eri. Sapevo perfettamente chi fossi, quando mi sono messo con te.- rispose con un sorriso maligno.
Cosa?! Quell'essere insulso aveva avuto una relazione con la principessa Serena, nonostante sapesse che era la mia promessa sposa? Non potevo accettarlo.
-Tu e lei cosa?!- tuonai, già pronto a saltargli addosso.
Ero deciso a distruggerlo seduta stante e l'avrei fatto se la principessa non mi avesse trattenuto per un braccio. Il suo sguardo deciso e glaciale, tipico di una sovrana, avrebbe zittito chiunque, ma non quella sottospecie di microcefalo.
-Io e lei siamo stati insieme per quasi quattro anni. Volevo sapere com'era stare con una reale, una di sangue blu, ed è stato molto istruttivo e divertente. Sarebbe stato il colmo se ti avessi morsa, rendendoti mia per l'eternità, ma sarebbe stato inutile e rischioso.
Quell'idiota doveva essere distrutto seduta stante, anche solo per aver pensato di mordere la principessa, ma dallo sguardo di questa, capii che aveva qualcosa in mente. Non gliel'avrebbe fatta passare liscia e se l'avesse fatto, sarei intervenuto io, almeno avrei guadagnato qualche punto in più con lei per aver difeso il suo onore.
I vampiri che conoscevano l'italiano, stavano traducendo tutta la situazione. Vidi la principessa Serena stringere i pugni, continuando ad avere quella maschera glaciale, cosa che me la fece piacere di più.
-E perché mai? Sono curiosa di sapere dove tu voglia andare a parare.- affermò con voce dura e tagliente.
Quel viscido essere puntò il dito contro la sua principessa e si rivolse a tutti i vampiri presenti nella sala.
-Perché non sei all'altezza del compito che ti è stato assegnato. Questa ragazzina non sarà mai in grado di diventare una principessa. È una stupida, arrogante, infantile e sciocca ragazzina, che gioca a fare la principessa, ma...
Prima che potesse aggiungere altro, la principessa lo colpì con un violento e inaspettato schiaffo, che lo fece cadere a terra. Prese la lancia dalla lunga armatura che c'era lì accanto, la fece ruotare con una maestria spiazzante e gliela puntò al petto, guardandolo con occhi colmi di ira cieca. Io e mio padre ci scambiammo una fugace occhiata, prima di posare nuovamente il nostro sguardo sulla scena che ci si parava di fronte.
-Come osi rivolgerti a me in questo modo?! In casa mia per giunta! Che ti piaccia o no, io sono la tua principessa e sono pronta a punirti per avermi mancato di rispetto. Non permetterò a nessuno di fare ciò che tu hai osato fare questa sera. E adesso fuori da casa mia!- tuonò la principessa con tono che non ammetteva repliche.
Mi trattenni dal ridere per la faccia che quell'essere le stava rivolgendo. A essere sinceri, se mi fossi ritrovato al suo posto, anche io sarei stato visibilmente sorpreso. Ero d'accordo con tutto ciò che aveva urlato in faccia alla principessa Serena, ma me lo sarei tenuto per me. Non potevo mandare all'aria quell'occasione di incentrare il potere nelle mie mani, anche se non sarebbe stato così facile come avevamo creduto fino a quel momento.
Quell'essere viscido, che appresi in seguito chiamarsi Mirko Almazi, si alzò velocemente e si allontanò un poco, mentre un paio di guardie si erano avvicinate ed erano pronte a intervenire a un segnale della principessa Serena.
-Non finisce qui!- urlò con spavalderia, nonostante stesse tremando come una foglia.
-E' una minaccia? Dalla risposta che mi darai potrebbe dipendere la tua vita. Soppesa con giudizio le parole che sceglierai e ringrazia che non ti sbatto in cella seduta stante, perché sono tentata di farlo.- rispose la principessa con un sopracciglio alzato.
Senza nemmeno rispondere, quell'essere si dileguò. Probabilmente il suo istinto di autoconservazione gli aveva suggerito di non rischiare. I vampiri che stavano osservando la scena, la guardarono con una nota di rispetto in più, compreso il mio.
La principessa rilassò i muscoli, passò la lancia a una delle guardie e scambiò un veloce sguardo con Wilhelm, che traboccava d'orgoglio.
-Chiedo scusa per la brusca interruzione, ma non potevo permettere a quella sottospecie di parassita di comportarsi in quel modo.- si scusò con noi la principessa Serena.
-Siete stata fin troppo clemente, io l'avrei distrutto seduta stante.- rispose mio padre ridacchiando e condivisi in pieno la sua affermazione.
-Lui è Ionut Lovinescu, padre di Stefan e sovrano del clan Lovinescu. Lui invece è Lucian Lovinescu.- presentò Wilhelm ed entrambi si inchinarono davanti alla principessa.
-Dove avete imparato ad usare la lancia in quel modo?- domandò incuriosito mio padre.
Era una domanda che anche a me premeva ricevere risposta, perché prima mi era sembrata un'esperta nel combattimento e volevo sapere se era così.
-Come poc'anzi vi ha detto quell'essere, abbiamo trascorso molto tempo insieme ed è stato lui ad insegnarmi qualcosa. Non sono molto pratica del combattimento, lui ne era a conoscenza, ma probabilmente ha avuto paura che lo trafiggessi davvero.- rispose la principessa facendoci ridere di gusto, assieme a qualche altro vampiro che era intorno a noi.
-Be', una principessa non ha bisogno di conoscere l'arte del combattimento. Ci sono le sue guardie fidate a proteggerla.- affermai.
-Concordo perfettamente.- rispose divertita.
Quindi non era esperta come avevamo creduto, ma quel viscido microcefalo le aveva semplicemente insegnato qualcosa per difendersi dai malviventi. Non sarebbe stato necessario contro un vampiro addestrato. Chissà fin dove si era spinto quel verme con la principessa. Non volevo nemmeno immaginarlo o avrei perso il senno e compiuto azioni sconsiderate. Meglio restare ignoranti e pensare a conquistarla.
Dal suo sguardo trasparivano tantissime emozioni. Divertimento, soddisfazione e anche qualcos'altro che non riuscii a cogliere. Quella ragazza era davvero interessante e sarebbe stato divertente conoscerla. Per la prima volta dopo tanto tempo, avevo trovato qualcosa, o meglio qualcuno, che stimolasse il mio interesse.
-Vogliate scusarmi, ma devo intrattenere gli altri ospiti. Avremo occasione di parlare molto presto.- disse la principessa con estrema cortesia.
-Ma certo, i vostri doveri vi chiamano.- risposi con altrettanta cortesia.
Con un lieve inchino si allontanò con lo zio e quando furono lontani dalle loro orecchie, mio zio Lucian osò parlare.
-Caspita, quella ragazza sa come farsi rispettare.- affermò mio zio con tono acido.
-Già, ma non avete notato nulla di strano?- domandò mio padre, con un sorriso furbesco stampato sulle labbra.
Io avevo capito dove mio padre volesse andare a parare e sorrisi a mia volta.
-Era infuriata, ma i canini non sono usciti dalle gengive.- risposi cercando di non scoppiare a ridere.
L'idea di un vampiro senza canini era divertente, ma inquietante. Era grottesco. Mio zio ci guardò a occhi sbarrati e poi sorrise anche lui, ma in modo maligno.
-Ma che splendida notizia! Una principessa vampiro senza canini. Grottesco. Sarebbe meglio spargere la voce, non credere?
-Mi sembra più che logico.- rispose mio padre e poi si rivolse a me. -Tu cerca di scoprire se è vero o meno. Entra in confidenza con lei, chiaro?
-Certo, padre. Non vi deluderò.
Sarei entrato in confidenza con la principessa anche se mio padre non me l'avesse ordinato, perché volevo conoscere ogni sfaccettatura di quella ragazza. Sarebbe stato davvero tanto spassoso.

Continuai a chiacchierare con i vari presenti fino a quando non ci sedemmo a tavola per consumare il banchetto. Mi sedetti a capotavola, di fronte alla principessa Serena, e mi misi ad osservarla pensieroso, quasi trepidante. La vidi rivolgersi ai suoi genitori adottivi, Paola e Andrea Serafini, due mezzosangue che erano stati molto vicino ad Astrid.
La principessa mi guardò con occhi pieni di sfida e curiosità, per poi dire qualcosa ai suoi genitori. Decisi che era giunto il momento di iniziare a sedurla come si deve. Mi alzai in piedi e portai in alto il calice colmo di sangue, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
-Vorrei proporre un brindisi. Alla principessa Serena, ritornata fra noi per regnare sui suoi clan con giustizia e coraggio, e per onorare la memoria dei suoi genitori, Astrid Von Ziegler e Marius Vidrean. Alla principessa.
Tutti alzarono il calice e bevvero un sorso mentre mi risedevo.
-Vi ringrazio per le belle parole, principe Stefan. Siete un ottimo adulatore e potrei abituarmici.- rispose sorridendo e strappando qualche risata agli ospiti.
Dovetti trattenermi per non ridere, ma avevo già la risposta pronta.
-Non potrei mai smettere di farvi complimenti, soprattutto per la vostra inestimabile bellezza.- ribattei sorridendo con malizia.
-Siete davvero un uomo galante come mi avevano detto.
Dopo quello scambio di complimenti, la serata continuò tranquilla tra chiacchiere, buon cibo, vino e sangue pregiati. Terminato il banchetto, iniziarono le danze, ma prima che potessi avvicinarmi alla principessa fui circondato da meravigliose donne. Una in particolare mi colpii, con i capelli rossi e lisci, occhi verde intenso e il fisico morbido fasciato da un elegante abito vedere.
Si chiamava Valerie Lacroix, una vedova sempre alla caccia di un uomo influente e ricco. All'età di diciotto anni si era sposata con Emil Lacroix, un vampiro di cinquantasei anni che era stato distrutto dalla folla un paio d'anni prima. Ad appena ventitré anni, era diventata molto influente nel clan francese, ma essendo una donna non era entrata nel Consiglio. A eccezione delle principesse e delle regine, nessuna donna poteva prendere posto nel Consiglio.
Dopo la morte di suo marito, si sposò con Dorin Lovinescu, un mio lontano cugino membro del consiglio Vidrean-Lovinescu, che però era stato distrutto dopo appena sei mesi di matrimonio per aver contraddetto e minacciato mio padre. Da quel momento in poi aveva sempre mirato a me, nonostante fosse a conoscenza del patto e di tutto il resto.
Era una donna spietata, subdola, ma non avrebbe rischiato la distruzione e istigato l'ira di tre clan di vampiri per il potere. Sicuramente era attratta da me come le altre donne e forse mirava a diventare la mia amante fissa, cosa che le avrebbe portato già una bella fetta di potere.
-Sono lieta di rivedervi, principe Stefan.- disse inchinandosi a me.
-Anche io, Valerie. Come procede la vostra vita alla tenuta Lacroix?
-Molto noiosa a dire il vero. Non c'è mai nulla da fare e io sono sempre sola...
“Sì, certo. Ci voglio credere.” pensai.
-E' strano per una donna bella come voi. Ero fermamente convinto che aveste uno stuolo di pretendenti.- risposi al flirt.
Dopotutto non era male e non mi sarebbe dispiaciuto avere compagnia quella notte, ovviamente all'insaputa della principessa.
-Sì, è vero, ma non sono di certo garbati e interessanti come voi.- ammise guardandomi maliziosamente.
La sua sfacciataggine mi fece sorridere. A quella donna importavano soltanto della sua pelle e del potere. Era una donna spietata, come Catherine di “Cime tempestose” e a me non dispiaceva affatto.
Distolsi lo sguardo da Valerie e mi accorsi che la principessa mi stava osservando con insistenza. Non appena vide che me n'ero accorto, si affrettò a distogliere lo sguardo. Sorrisi divertito perché sapevo che cercava di non mostrare quanto fosse affascinata da me.
-Vogliate scusarmi, ma devo andare.- dissi a Valerie.
-Spero ci rivedremo presto.- rispose lei, mantenendo la malizia nei suoi occhi.
Sorrisi e andai verso la principessa Serena, alla quale mi inchinai profondamente.
-Posso proporvi un ballo?- domandai porgendole la mano.
-Volentieri.- rispose con un sorriso finto e teso.
Prese la mia mano, la condussi fino alla pista da ballo e iniziammo a danzare. Era piuttosto tesa, lo si poteva vedere lontano chilometri. Sembrava sulla difensiva come se fosse spaventata da me, ma non potevo pretendere altro dal nostro primo incontro. Sicuramente Wilhelm le aveva raccontato le gesta sanguinarie della mia nobile famiglia e le mie, ma mentre danzavamo non accennò a distogliere lo sguardo dal mio.
-Posso farvi una domanda che vi sembrerà bizzarra?- domandò all'improvviso.
-Qualsiasi cosa desideriate, principessa.
-E' possibile che vi abbia già visto prima di stasera?
“Che mi abbia visto quando la osservavo dalla panchina e quella sera al locale?”.
Cercai di restare impassibile e di rispondere con naturalezza.
-Sì, quando io avevo due anni e voi appena qualche giorno. Mi ricordo quel giorno perfettamente, eravate una bambina molto agitata e vivace.- risposi prontamente, sfoggiando uno dei miei più bei sorrisi, quelli che facevano cadere ai miei piedi ogni donna.
-A parte quel giorno? Siete sicuro che non ci siamo mai incontrati prima?- insistette.
-Mi ricorderei di aver visto una creatura meravigliosa come voi. Come mai questa domanda?- chiesi incuriosito, inclinando la testa leggermente di lato.
Era una cosa che non riuscivo a correggere, nonostante tutti gli schiaffi di mio padre e mio zio, ed era una cosa che odiavo.
-Perché avete l'aria familiare, come se vi avessi già visto.
-Forse avrete visto qualche foto sui giornali locali.- risposi dopo un istante di riflessione.
-E' probabile.- convenne con me.
Quella serie di domande mi incuriosii parecchio. Dall'espressione che aveva avuto mentre mi porgeva quelle domande e quando mi aveva visto per la prima volta, sembrava che fosse sicura di avermi già visto. Possibile che mi avesse notato quella sera in quel locale in centro e anche quando l'avevo osservata leggere? Finché non si ricordava dove e quando, ero al sicuro dal ricevere il possibile appellativo di “stalker”. Dovevo fare una buona impressione sulla principessa Serena e non inquietarla ulteriormente, quanto la fama della mia famiglia non avesse già fatto.
Quella ragazzetta sarebbe stata un bel divertimento e una scoperta dietro l'altra.

La serata di gala continuò quieta e gioiosa e fu un vero successo; una serata che i vampiri presenti avrebbero ricordato per decadi. Tutti gli ospiti venuti da lontano si stavano dirigendo verso le camere loro assegnate, compresa la bellissima Valerie. Questa non mi aveva staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo che avevo trascorso in compagnia della principessa e ciò mi divertii parecchio. Se pensava di poter reclamare qualche diritto su di me soltanto per qualche semplice flirt, si sbagliava di grosso.
-Sono lieto di aver fatto la vostra conoscenza, principessa Serena. Spero che ci rivedremo presto e che possiate un giorno venirci a trovare al nostro castello, in Romania.- dissi inchinandomi e baciandole la mano.
-Sarebbe un onore per me. Vi auguro la buonanotte, principe Stefan.
-Altrettanto, e sogni d'oro.
A quella risposta la vidi irrigidirsi e un lampo di paura le oscurò lo sguardo. Durò solo per un istante e se non fossi stato un abile osservatore, non l'avrei di certo notato. Il timore che aveva di me mi fece quasi sorridere.
La principessa sorrise in modo tirato e mi ringraziò. Mi recai alla mia stanza e quando vi entrai, trovai una piacevole sorpresa ad attendermi. Valerie era seduta sul mio letto e non appena mi vide, mi sorrise in modo sensuale.
-Siete arrivato. Vi ho aspettato parecchio.- disse alzandosi e avvicinandosi lentamente a me con gli occhi brucianti di passione.
-Non dovreste essere qui. È la mia stanza, non la vostra.- risposi sorridendo.
-Lo so benissimo, ma volevo godere ancora della vostra compagnia.- disse continuando a mangiarmi con gli occhi.
-Se mio padre ci scoprisse, subiremmo entrambi una delle sue furiose punizioni. Ne siete consapevole?- domandai avvicinandomi a mia volta.
-E' questo che rende tutto più eccitante.- sussurrò per poi posare le sue labbra sulle mie.
La strinsi a me ricambiando e approfondendo il bacio, con bramosia e desiderio puramente carnale, ma nulla di più.
L'amore non faceva per me. L'amore era per deboli e poi amare una creatura calcolatrice e subdola come Valerie sarebbe stato impossibile. Mentre la baciavo, provai una sensazione strana, come se stessi mancando di rispetto a qualcuno. Quella sensazione di disagio, non mi impedì di fare ciò che desideravo.
-Ormai sono ufficialmente fidanzato.- dissi staccandomi un po' da lei.
Ero curioso di vedere la sua reazione e questa, come previsto, fu spassosa. I suoi occhi diventarono cupi e bui e fiamme di rabbia lampeggiavano in essi.
-Tecnicamente ancora non lo siete e si vede lontano chilometri che la “principessa” non provoca in voi il men che minimo interesse. Per voi non è altro che l'occasione per ampliare il vostro regno e il vostro potere, e per questo vi ammiro e vi invidio.
Sorrisi divertito e ripresi a baciarla con maggiore passione. Quella fu una delle tante notti che passai in compagnia di una donna, non molto diversa dalle altre, a eccezione per la continua sensazione di disagio che mi accompagnò.

Il mattino seguente, Valerie era sparita, come promesso, e decisi di prepararmi per la partenza. Non appena fui pronto, raggiunsi mio zio e mio padre al portone principale.
-Buongiorno padr...
Un violento manrovescio di mio padre mi interruppe. Sapevo già il perché, ma non riuscivo a credere che fosse stata così stupida da farsi scoprire.
-Sali in macchina. Muoviti.- ordinò duramente.
Mi affrettai a salire in macchina, prima che scatenassi completamente la sua ira. Uno schiaffo poteva ancora salvarmi dalla punizione, ma avrei dovuto soppesare con giudizio le mie parole o non mi avrebbe risparmiato il bastone. Quando anche loro furono saliti e la macchina lontana dal castello, riprese a parlare.
-Hai passato la notte con Valerie Lacroix! Come diavolo ti è venuto in mente?!
-Padre, io...- provai a giustificarmi, ma mio zio mi riservò un secondo schiaffo.
-Stai zitto quando tuo padre ti parla!- ringhiò rabbioso.
Lo guardai con rabbia, ma mi affrettai ad abbassare lo sguardo. Se mi avessero colto a guardarli con furia, la punizione sarebbe stata garantita.
-Passi che tu faccia queste cose al nostro castello, passi che tu vada a farti un viaggetto in Italia per godere del calore delle donne italiane, ma non può passare che tu vada a letto con altre donne nel castello della principessa! Il tuo scopo è farla innamorare di te, lo capisci o no?! Lei deve credere che sia l'unica donna che occupa i tuoi pensieri, chiaro?!- tuonò mio padre e più volte vidi il nostro autista sussultare.
Quando mio padre ci si metteva, sapeva essere davvero terrorizzante. Faceva parte dei miei incubi quasi costantemente e non potevo permettere che mi punisse un'altra volta per uno stupido errore compiuto da quella cretina.
Le donne sono tutte cretine e innamorate dell'idea dell'amore, mentre noi uomini pensiamo solo al potere e a godere del calore delle donne senza impegno. Così mi avevano insegnato mio zio e mio padre e così si comportavano, difatti il matrimonio con mia madre fu solo per convenienza, esattamente come quello tra me e la principessa Serena.
-Avete ragione. Sono stato uno sciocco a compiere questo errore imperdonabile e vi giuro che non accadrà più. Non posso permettere che per un mio errore tutto ciò che abbiamo pianificato vada in fumo.- risposi continuando a guardare con insistenza il tappetino della macchina.
-La prossima volta che oserai fare un'incoscienza simile, assaggerai il bastone. Non sarò clemente due volte ed è un onore che ti faccio, perché sai benissimo che io non sono mai clemente.- affermò mio padre duramente e io annuii.
Ero stato un idiota a pensare che Valerie non si sarebbe fatta scoprire mentre usciva dalla mia camera. Non potevo credere di esserci cascato con tutte le scarpe, ma non avrei fatto lo stesso errore due volte. Avevo trascorso una bella serata e sarebbe stata anche l'ultima che avrei trascorso in sua compagnia.

Passò un mese senza novità e la mia vita sfociò nuovamente nella noia e nella monotonia più totale. La voce riguardo alla principessa messa in giro da mio zio, era stata sostituita da un pettegolezzo più nuovo e tutti se n'erano già dimenticati. La nostra guardia continuava a condurre indagini sulla principessa Serena, ma non scoprì nulla di nuovo, eccetto che era fuoricorso di un anno all'università.
Le numerose donne con le quali trascorrevo le mie giornate e le mie notti, erano noiose. Erano tutte uguali nel loro portamento posato e finto, nei loro interessi futili e addirittura nelle lusinghe. “Principe, siete meraviglioso”, “Principe, è piacevole trascorrere del tempo con voi” e “Principe, sono innamorata di voi”.
Solo una donna era completamente diversa da loro, anche se definirla donna era un eufemismo. La ragazzetta in questione era riuscita a smuovere qualcosa in me e in ogni momento non la smetteva di offuscare i miei pensieri. Mentre facevo la doccia, mentre mi allenavo, mentre mangiavo e addirittura mentre trascorrevo la notte in dolce compagnia. Non riuscivo a smetterla di paragonarla con le donne che avevo di fronte. “La principessa avrebbe inclinato leggermente la testa”, “La principessa Serena aveva i fianchi più morbidi” e “La principessa aveva le labbra più rosse e carnose di questa donna” e considerazioni simili invadevano la mia mente.
Ne stavo diventando ossessionato, ma pensai che fosse soltanto perché non vedevo l'ora di mettere le mani sul potere che deteneva. Mi resi conto che non era così quando decisi di creare un profilo falso e di spacciarmi per un ragazzo che era andato al liceo con lei e la sua amica Erika Berti.
“Possibile che sia interessato a una ragazzetta rozza, senza il minimo gusto nel vestire e che gioca a fare la principessa?” pensai poco prima che accettasse la mia richiesta d'amicizia.
Quel giorno passai ore a guardare le sue foto e a osservare i post che condivideva, molti dei quali spassosi e stupidi. Condivideva ben poco della sua vita privata, ma mi venne da sorridere quando condivise una citazione di “Cime tempestose”, altro libro che avevo adorato.

“Talvolta ci facciamo prendere dalla compassione per creature incapaci di provare sentimenti sia per se stessi che per altri.”

Poteva forse trattarsi del suo ex fidanzato, quel verme viscido che aveva provato a umiliarla in pubblico, oppure stava parlando di me e provava compassione? Sperai che non stesse parlando di me, perché non avevo bisogno della sua compassione, ma del suo potere.
Scuotendo la testa allontanai il PC da me e mi sdraiai supino sul letto, continuando a pensare a quella meravigliosa creatura conosciuta un mese prima. L'aspetto che la principessa Serena aveva avuto durante la sua serata di debutto, si sovrappose a quella che rideva sguaiatamente e che vestiva in modo sciatto, ma non riuscii a non pensare che fossero entrambe creature meravigliose.
-Che cosa diavolo ti sta succedendo, Stefan Lovinescu?

Mi trovavo nel cimitero di famiglia, più precisamente dentro al mausoleo riservato a re e regine. Era la versione in miniatura del nostro castello: nero, cupo e con guglie che sembravano volessero toccare il cielo. Mi trovavo davanti alla nicchia nella quale si trovava mia madre, seduto a terra per avere la sua foto all'altezza del viso. Era meravigliosa come l'ultima volta che l'avevo vista, ma senza lividi e senza un buco all'altezza del petto.
Mia madre era stata uccisa da un'orda inferocita quando avevo sei anni. Aveva lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, che in quella foto erano tristi. Mia madre non era mai stata felice di stare accanto a mio padre, anzi lo aveva odiato a morte ed era diventata cupa e rabbiosa dopo il matrimonio. Tornò a essere felice e spensierata quando nacqui io, infatti non mi riservò mai uno sguardo infuriato, eccetto quando le macchiai uno dei suoi abiti preferiti con dell'inchiostro all'età di quattro anni, ma non mi picchiò com'era solito fare mio padre. Mia madre, Diana Lovinescu, non mi aveva mai toccato, eccetto per coccolarmi e farmi il solletico e odiava quando mio padre o mio zio mi mettevano le mani addosso.
Fu uccisa da un'orda inferocita dopo l'ennesima lite tra Lovinescu e Vidrean, ma riuscì a salvarmi ordinandomi di nascondermi su un albero. Mi sorrise poco prima di ricevere il colpo letale, ma leggendole le labbra capii che mi stava dicendo “Ti voglio bene, Stefan”. Quando la folla se ne fu andata, osai scendere dall'albero e la chiamai a gran voce, ma ormai era morta. Non volevo accettarlo, così continuai a scuoterla e a chiamarla con la voce rotta dai singhiozzi. Calò la sera e con essa arrivarono anche i lupi, predatori come noi. L'odore del sangue e di una preda facile e indifesa com'ero io li aveva attirati. Avevo afferrato un lungo bastone e avevo tenuto lontano i lupi urlando rabbioso e agitandolo come un ossesso. Ero riuscito a tenerli a bada fino a quando mio padre, mio zio e tutti i membri della nostra famiglia appartenenti al Consiglio ci avevano trovati a notte fonda. Mio padre non lasciò trasparire alcuna emozione quando vide che sua moglie era morta e ordinò che fosse preparato il corpo per la sepoltura, come se si trattasse di uno sconosciuto qualsiasi.
-Hai protetto il corpo di tua madre e sei stato coraggioso, ma dovevi difenderla anche dalla folla.- mi aveva detto.
Da allora mi ero sempre ritenuto responsabile della morte di mia madre. Era colpa mia se mia madre era morta. Era stata mia l'idea di andare a fare una passeggiata nei boschi quel pomeriggio, quindi era come se l'avessi uccisa io stesso. Non ero stato in grado di proteggere mia madre, l'unica donna che avevo amato.
-Mamma, mi sento confuso.- esordii incidendomi il palmo e versando del sangue nella coppa accanto al loculo per omaggiarla. -Stanno succedendo cose strane e la mia mente reagisce in modo inaspettato. Credo di essere interessato a una donna. Non come lo sono stato fino adesso, dal puro punto di vista carnale, ma interessato al suo modo di essere.
Le parlai della principessa Serena e di ciò che mi stava passando per la testa in quel mese, la smania di rivederla al più presto e il fatto che paragonassi quella ragazzetta alle altre donne che avevo conosciuto.
-Mi sento così stupido. L'amore non esiste e tu e mio padre me l'avete sempre dimostrato. L'unico amore che è esistito è stato quello fra me e te. Non pensare che abbia il complesso di Edipo, anche perché sarebbe da malati psichiatrici, ma intendo l'amore che ci può essere solo tra madre e figlio, un amore naturale. Possibile che esista anche per... una donna?
Non potevo credere di averlo detto ad alta voce. Mi stavo istupidendo per la troppa monotonia, non c'era altra spiegazione. Avevo bisogno di svagarmi, magari andando a feste e incontrando gente che contava, ma non ne avevo voglia. L'unica persona che volevo vedere, abitava in un minuscolo appartamento situato a Torino nord assieme a due mezzosangue.

Angolo autrice.
Buongiorno a tutti! Chiedo scusa per l'enorme ritardo e vi prometto che non succederà più c.c
Stiamo iniziando a conoscere molti lati di Stefan che in "The Bloody and Dark Princess" non siamo riusciti a esaminare e sono certa che vedrete Stefan e molti altri personaggi sotto una luce del tutto diversa.
Vi ringrazio per i commenti, per aver messo la storia tra le seguite/preferite. Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento, sarò ben lieta di rispondervi a breve :3
Vi mando un bacione enorme e al prossimo capitolo!
Arsax <3
  
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