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Autore: Violetta_    19/09/2017    1 recensioni
Sequel di "Gelosia fraterna -Entropia-"
Dopo aver quasi celebrato un matrimonio-disastro, dopo aver evitato una guerra, dopo aver scoperto le dolci metà dei rispettivi fratelli, il trio Sabaku adesso dovrà adattarsi alla sua nuova vita... di nuovo.
E non saranno i soli.
***
Gli ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/ flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima ff della trilogia.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gelosia fraterna '
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Distrazioni








Quella notte la temperatura era scesa considerevolmente.
Dopo il caldo afoso degli ultimi giorni l'umidità era aumentata e improvvisamente era scoppiato a piovere, il vento era molto forte tanto che i vetri alle finestre emettevano dei piccoli rumori di tanto in tanto.

Kankuro era nel suo laboratorio, come quasi sempre preferiva dormire lì che andare in camera sua.
Era sdraiato sul letto e stava sfogliando dei manuali medici, necessari per rendere efficaci i suoi nuovi veleni.
D'un tratto udì la finestrella della presa d'aria aprirsi dall'esterno.
Chiuse il libro e si girò a guardare: vide le gambe di una ragazza dondolare per scendere.

<< Sumy che diamine ci fai qui? >>

Lei dondolò le gambe ancora più velocemente.

<< Seriamente, quella non è una port... >>

Si alzò all'istante e le andò incontro non appena si accorse che la ragazza era congelata e bagnata fradicia.
Era molto più bianca del solito e tremava, le dita delle sue mani avevano persino una sfumatura violacea, gliele sfregò nel tentativo di riscaldarla.

<< Dai che esagerato >> disse lei con poco fiato battendo i denti.
<< Sei tu che sei incosciente. Certo potevi almeno vestirti con qualcosa di più pesante >>

La ragazza aveva una semplice maglietta viola, dei pantaloncini neri e dei calzettoni neri che le arrivavano a metà coscia.

<< Non sentivo molto freddo quando sono uscita di casa >>
<< Ho notato >>
<< E poi si è messo a piovere all'improvviso. Che razza di paese! >>
<< Siamo nel deserto ed in questo periodo il tempo cambia molto velocemente >>

Sumire chiuse gli occhi e poggiò la testa sul suo petto.

<< Grazie >>

Lui le sorrise e la avvicinò a se col braccio sinistro.

<< Figurati. Va meglio? >>

Lei annuì e diede un bacio sulle labbra.

<< Ti secca darmi dei vestiti asciutti? Vado a farmi una doccia prima di beccarmi una polmonite >>
<< Adesso esce fuori il tuo buonsenso eh? >> si allontanò aprendo un cassetto estraendone una delle sue maglie nere << Tieni >>
<< Se seguissi sempre il mio buonsenso sarei tremendamente noiosa >>

Lui scosse la testa e si rimise a letto riprendendo a leggere, udiva lo scrosciò della doccia proveniente dal bagno a pochi passi da lui.
Dieci minuti dopo Sumire si asciugò ed indossò la maglia dal ragazzo: le calzava più come vestito che come maglietta, era morbida e calda ed aveva il suo odore. Insomma la adorava.

Uscì dal bagno e diffuse una nube di vapore per la stanza.

<< Meno male che non sto lavorando >>
<< Scusa ma finalmente mi sono riscaldata >>

Kankuro la fissò per qualche istante: aveva le guance arrossate ed i capelli sciolti.
Era da tantissimo tempo che non vedeva i suoi capelli liberi da acconciature o trecce, erano leggermente mossi e lunghissimi.
Provò un'emozione molto forte simile a quella che provò quando l'aveva vista per la prima volta.
Era semplicemente stupenda.

Lei non si era accorta della reazione che aveva suscitato nel ragazzo intenta com'era a sistemarsi la cinta rossa sui fianchi, nel farlo lo spacco destro alla base della maglietta mise in bella vista la morbida curva del suo fianco destro e le sue cosce bianche.

<< Arigatò. Questa maglia è comodissima >>

Il ragazzo batté le ciglia e cercò di concentrarsi nella lettura.

<< Di nulla >>

Sumire gattonò sul letto, si mise di fronte a lui e abbassò il libro per vedere cosa trattava.

<< Che leggi? >>
<< Io... ecco... medicina >> disse serio, un po' burbero e rosso come un peperone.

Vedendolo in quello stato la ragazza non poté fare a meno di preoccuparsi.

<< Stai bene? >> gli mise una mano sulla fronte << Non è che hai preso freddo anche tu? >>

A quel punto Kankuro capì che il “momento lettura” era andato a farsi benedire.
La fissò con un'espressione molto seria e decisa, le prese delicatamente la mano e la spostò dalla sua fronte.
Sumire dapprincipio corrugò le sopracciglia stranita ma poi gli si avvicinò ulteriormente, chiuse il libro poggiandolo sul comodino e si mise a cavalcioni su di lui.
Il ragazzo le circondò la schiena affondando la mano destra tra i suoi capelli, erano ancora umidi e molto morbidi, la avvicinò a se dandole un lungo bacio.
Quando si staccarono lei gli sfiorò la punta del naso con il suo.

Kami. Da quanto tempo non erano così vicini?

Erano passate due settimane da quando avevano fatto pace ma anche se erano usciti insieme qualche volta non avevano passato molti momenti intimi, il più delle volte si erano incontrati alla serra o quando lei faceva un turno di guardia.

<< Mi sei mancato molto >>

Kankuro le diede un altro bacio e sorrise contro le sue labbra.

Quello era uno dei pochi momenti in cui la ragazza mostrava di essere realmente conciliante nei suoi confronti: i suoi movimenti si facevano più lenti ed incerti, diventava tutta rossa e la sua voce diventava bassa e dolce.

Gli venne in mente la loro prima volta: allora oltre ad essere a disagio lei era anche molto intimorita tanto che quando finalmente trovò il coraggio di rivelargli la sua totale inesperienza erano già andati oltre i semplici baci.
Chi se l'aspettava bella e sfrontata com'era?

Poggiò le mani sulle sue spalle facendole scivolare sino ai suoi fianchi, continuò fermandosi sulle sue cosce, sbirciò il suo petto che si intravedeva per via del colletto troppo largo e poi salì con lo sguardo sino alle sue labbra guardandole in modo molto concentrato.

Sapeva bene che se avesse continuato così l'avrebbe avuta completamente alla sua mercé probabilmente sino alla fine.
Di solito quel momento in cui era dolce e remissiva durava solo pochi minuti ma quella era una situazione particolare: la ragazza era a disagio, erano stati lontani a lungo e, anche se avevano ripreso a vedersi e a parlarsi come un tempo, lei aveva bisogno di ritrovare quella particolare complicità.
La sua parte più egoista lo tentò di continuare, spogliarla completamente e approfittarsene, ma la ignorò quasi subito preferendo mettere entrambi a loro agio.

<< Ti sta davvero bene la mia maglietta >>

Ruppe il silenzio usando un tono dolce ma decisamente più scherzoso e Sumire non poté che ringraziarlo mentalmente, si sentiva molto tesa.
Gli sorrise ed afferrò un lembo della maglia.

<< Bene allora me la tengo >>

Lui assottigliò lo sguardo ed arricciò il naso, era dannatamente geloso delle sue cose e non le cedeva facilmente.

<< No. Non ci provare >>

La ragazza poggiò le mani sul suo petto e lo guardò dritto negli occhi.

<< Spiacente ma ormai ho deciso. E' mia >>

Kankuro sciolse il nodo della cinta rossa e la gettò a terra sostenendo il suo sguardo.

<< E io ti ripeto che questa maglia non te la do >>

Lei fece spallucce, avvicinò le labbra sul suo orecchio e parlò con voce bassa ed estremamente seducente.

<< Allora credo proprio che dovrai riprendertela da solo... >>

Lui ridacchiò e salì con le mani in modo molto lento alzando la maglietta sino ai suoi fianchi, si fermò notando che la ragazza non portava biancheria intima, le gettò una rapida occhiata ma non se ne accorse poiché aveva preso a dargli dei morbidi baci sul collo.
Continuò a risalire con le mani sino a sfiorarle il seno mentre lei gli aveva lasciato una scia di baci sul collo e adesso gli stava solleticando la mascella con le labbra, aprì gli occhi e gli diede un veloce bacio sul labbro inferiore poi si allontanò di qualche centimetro ed alzò le braccia in modo che lui potesse sfilarle la fantomatica maglia.

Kami se era bella.

I capelli le erano ricaduti sulla schiena mentre i ciuffi più corti le incorniciavano il viso.
La avvicinò nuovamente a se riprendendo a baciarla con maggior foga sulle labbra, poi sul collo e scese lentamente sino all'incavo tra i seni. Le sue mani intanto la accarezzavano in modo dolce ma toccavano punti a lei molto sensibili.

<< Mh... >>

Sumire avvolse le braccia intorno al suo collo stringendosi ancora di più contro di lui, chiuse gli occhi e gemette.
Non le dispiaceva affatto essere coccolata in quel modo, soprattutto perché il suo compagno ormai aveva imparato a conoscere molto bene il suo corpo, ma dopo un po' non volle essere da meno: sciolse il suo abbraccio e poggiò la mani sul suo viso dandogli dei piccoli baci intorno alle labbra, utilizzando solo i polpastrelli delle dita cominciò a sfiorarlo scendendo velocemente sino a toccare il bordo della sua maglietta. Si scostò nuovamente da lui ed afferrò i lembi della stoffa ma quando provò a sollevarla venne bloccata per i polsi e si ritrovò velocemente sotto di lui.

Entrambi si guardarono negli occhi decisi fronteggiandosi per qualche secondo.
Adoravano provocarsi a vicenda, stuzzicarsi con quei piccoli dispetti, in quei mesi in cui erano rimasti distanti non ne avevano avuto l'occasione quindi dovevano recuperare.

La ragazza iniziò a muovere le braccia ma con poco successo.
Kankuro fece un piccolo ghigno: sentiva che la forza della sua ex allieva era aumentata, ma ancora non bastava per liberarsi dalla sua presa.

<< Ecco che succede a non allenare abbastanza i muscoli delle braccia >>

Sumire arricciò il naso e roteò gli occhi, questo aumentò l'ilarità del ragazzo: era troppo divertente metterla alle strette.

Nemmeno due secondo dopo lei gli cinse i fianchi con le gambe, strinse con forza bloccandolo sopra di se e con un movimento del bacino invertì nuovamente le posizioni.

Nessuno dei due aveva intenzione di cedere il controllo all'altro.

<< Ecco cosa succede ad abbassare la guardia >> disse lei contro le labbra del ragazzo.

Kankuro allungò il collo rubandole un veloce bacio e le lasciò i polsi. Sumire ne approfittò per sfilargli la maglietta, si sorprendeva sempre nel vedere quanto fosse ben modellato e tonico il suo corpo sotto quella tutona nera.
Gli baciò il petto, gli sfiorò gli addominali con la punta della lingua scendendo lentamente sino al bordo dei suoi pantaloni.
Kankuro afferrò un lembo della coperta stringendolo con forza.
Sumire fece un mezzo sorriso soddisfatto ed approfittò di quel momento di distrazione per sfilargli i pantaloni ed i boxer gettandoli a terra, si avvicinò nuovamente al ragazzo col suo piccolo ghigno di vittoria stampato sul volto ma Kankuro le prese delicatamente il viso cercando le sue labbra e ribaltò nuovamente le posizioni, questa volta con più dolcezza.
La ragazza gli diede una serie di dolci baci sul collo ed aprì le gambe. Kankuro si mise sopra di lei puntellando i gomiti sul materasso in modo da non gravare col suo peso, le stuzzicò il lobo dell'orecchio, le baciò le guance, la punta del naso ed infine la guardò fisso negli occhi dandole un bacio sulle labbra.

Al momento dell'amplesso chiuse gli occhi ed iniziò a muoversi sopra di lei.

Sumire incurvò la schiena e mosse il bacino contro il suo con movimenti lenti e ben calcolati.
Il jounin si chinò baciandogli la curva inferiore del seno destro e risalì piano per poter succhiare delicatamente il capezzolo.
La ragazza aprì la bocca e gettò la testa indietro, gli accarezzò la schiena attirandolo maggiormente a se.
Puntellò il piede sinistro sul materasso dandosi la spinta per ribaltare le posizioni e una volta fatto poggiò le mani sul suo petto riprendendo a muovere il bacino.
Kankuro alzò il busto il tempo necessario per baciarle il collo e poi si distese poggiando le mani sui suoi fianchi.

Le spinte diventavano man mano più veloci mentre i loro respiri si facevano sempre più pesanti.
Kankuro le afferrò le natiche e diede l'ultima spinta, Sumire poggiò le mani sul materasso e strinse con forza la coperta.

<< Mmmh... ah... >>

Quando ebbe finito lui buttò la testa sul cuscino riprendendo fiato
la ragazza si distese poggiando la testa ed una mano sul suo petto stanca ma soddisfatta.

<< Wow... >> riuscì a dire Sumire dopo qualche minuto << … dovremmo litigare più spesso >>

Si guardarono negli occhi.

<< … >>

Dopo qualche secondo di silenzio entrambi scoppiarono a ridere.

<< Quanto sei baka >> disse Kankuro portandosi la mano destra sulla fronte.
<< Non sono baka >> rispose Sumire mentre continuava a ridere.

Pochi secondi dopo il ragazzo cambiò espressione e si girò sul fianco destro fissandola intensamente negli occhi. Sumire smise di ridere e ricambiò lo sguardo.

<< Vieni qui... >>

Le cinse la vita con un braccio e la attirò a se, coprì entrambi con la coperta e le diede un dolce bacio sulle labbra.





*





Temari entrò nell'ufficio del fratello con uno strano atteggiamento, sembrava avere fretta anche se era molto brava a controllarsi.

<< Va tutto bene? >>

Lei sorrise e si avvicinò alla scrivania.

<< Hai hai. E' molto tardi Gaara, non credi che dovresti andare a letto? >>

Lui stava per girarsi in modo da guardare fuori dalla finestra ma prima che potesse farlo la sorella attirò nuovamente la sua attenzione.

<< Ti va di pendere un thè con me in cucina? >>

Lui aggrottò la fronte confuso, la sorella aveva un che di strano ma non sapeva bene come definirlo.

<< Va bene... inizia a scaldare l'acqua io finisco di firmare questi permessi e arrivo >>

La ragazza guardò rapidamente fuori dalla finestre riconoscendo il famoso ciuffo castano e Gaara alzò nuovamente lo sguardo.

<< C'è qualche problema? >>
<< Iee iee... Però vieni a farmi compagnia dai... >>

Lui fece spallucce e si alzò dalla sedia.

<< Va bene andiamo >>

Due secondi dopo Temari udì un tonfo sordo e roteò gli occhi al cielo.



Baka cry baby.







*






Kankuro scostò una ciocca di capelli dal suo viso e le diede un bacio guardandola con dolcezza.
Era davvero bella quando dormiva, le labbra appena dischiuse e rosse, i capelli scompigliati sul cuscino.
Era calma, tranquilla.

Il ragazzo sorrise, le era mancata davvero.
Circondò la sua vita col braccio sinistro e la strinse a se.
Lei si mosse nel sommo mugugnando qualche parola che lui non capì.
Aveva accavallato una gamba sulla sua vita e si era appiccicata al suo petto.

Rise il più silenziosamente possibile nel costatare che la ragazza, una volta addormentata, diventava dannatamente calda, quasi incandescente, tranne per i piedi che erano stranamente congelati.
Era una creatura strana sotto tutti i punti di vista ma a lui andava bene così.


   
 
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