La voce impostata dell'altoparlante interrompe e discorsi e richiama all'attenzione, ci si sta avvicinando alla prossima fermata.

Kibum raccoglie le sue cose, sfila gli auricolari e si volta verso il suo compagno di viaggio per recuperare anche l'ombrello.
Piove. È tutta la mattina che il tempo fa i capricci e non ha ancora smesso. Sembra che un raggio di sole provi a fare capolino da dietro le nuvole ma pare anche molto timido.
Recuperati i bagagli si alzano e si mettono in fila dietro agli altri passeggeri pronti alla discesa.

"Abbiamo preso tutto vero?"

Si volta indietro un'ultima volta, conoscendo Taemin, se non lascia qualcosa, lascia se stesso.
Ma il sorriso spensierato e rassicurante del più giovane lo fa cedere alla fiducia.
Sta per uscire quando è costretto a fermarsi, ha il passaggio bloccato da un ragazzo caricato di varie borse e soprattutto una chitarra sulle spalle.

Sembra un po' in difficoltà, sicuramente oberato dall'ingombro quindi gli lascia spazio per smontare più agilmente dal mezzo ormai fermo.
Ma mentre lo vede avviarsi sulla banchina verso le scale di sottopassaggio, ha un flash... ma quel ragazzo... è possibile che...?

Appena messi i piedi a terra pure lui, con non chalance accelera per raggiungerlo. Nel superarlo lancia una fugace occhiata a lato per vedere di scorgerne il profilo ma la testa bassa e il cappuccio non gli permettono di vedere molto.
La voce di Taemin che lo richiama indietro chiedendo di aspettarlo lo frena nella sua camminata pseudo disinvolta ma gli dà allora l'occasione d guardarlo in faccia nel girarsi.
Prova quindi ad approfittarne ma il cappuccio è ben calato sulla testa. Accidenti.

Si ferma, aspetta che Taemin lo raggiunga mentre guarda ancora l'altro ragazzo allontanarsi tra la folla.  Eppure sembra proprio... 
Scendono tutti nel sottopassaggio, si vede che è l'ora di pranzo, è pieno di gente, ma Kibum riesce ancora a tener sott'occhio il suo obbiettivo e al momento di scegliere da che parte risalire, spinge il più piccolo verso la direzione che ha preso quel ragazzo.

"Seguiamolo un attimo, forse lo conosco..." si giustifica all'espressione interrogativa del biondino accanto a lui.

Potrebbe sbagliarsi, del resto è uno strumento qualunque, una chitarra come un'altra quella che sta seguendo ma considerando la tratta del treno, potrebbe anche essere la persona che pensa sia.
Il ragazzo davanti a lui si ferma, tutti quei pacchi pesano.
Kibum però non può fermarsi ancora, sono in cima alle scale, troppo palese e troppo di fastidio per gli altri viaggiatori quindi deve rinunciare e lasciare che ognuno vada per la sua strada.

Accompagna Taemin fino all'uscita e lì si salutano

"Allora ci vediamo domani"
Lo dice con un sorriso, con voce allegra e la mano sventolante.

"Hyung ma poi chi era quello...?"
Taemin è curioso, adesso vuole sapere, ma il più grande non proferisce parola.

Ha ancora la mano a mezz'aria nell'allontanarsi quando si accorge che il ragazzo con la chitarra si era avvicinato nuovamente in dirittura d'uscita.
Non ha però proprio più tempo, ormai è andata così, pazienza.
Se lo lascia alle spalle, e cammina deciso avanti a sè.

Si gira solo un attimo, per accertarsi che Taemin sia andato anche lui nella giusta direzione, ed è allora che lo vede.
Il ragazzo della chitarra lo sta guardando. O per lo meno, sta guardando verso di lui, Kibum non ne è sicurissimo, non ha gli occhiali con sè, potrebbe sbagliarsi, ma anche se non vuole illudersi che tanto non servirebbe a nulla, in un angolino del suo animo gli piacerebbe crederlo comunque.
Magari glielo chiederà, la prossima volta che si vedranno.




Jonghyun poggia per l'ennesima volta i pacchi che si sta portando dietro da tutta la mattina, la chitarra però la tiene sulle spalle. Da quella non potrebbe mai separarsi.

Si è fermato ancora perchè finalmente è uscito da quella stazione piena di gente e ha potuto guardarsi un attimo in torno.
Gli è sembrato di vedere qualcuno che conosce ma è stato un attimo, era così impegnato a non perdere nulla per strada che non ha potuto concentrarsi anche su quella persona.
Si sono come inseguiti per un po', alla fine si sono pure guardati, ma ormai erano distanti, se no lo avrebbe anche chiamato.
E gli dispiace non averlo potuto fare perchè è quasi sicuro fosse proprio chi pensava sia.
Del resto, non sono tanti i ragazzi che se ne vanno in giro con un ombrello chiaro a pois come quello.

Gli manderebbe un messaggio anche subito, ma solo in quel momento si rende conto che essendosi sempre parlati di persona, non si sono mai scambiati il numero di telefono.
Magari glielo chiederà, la prossima volta che si vedranno.








Angolo dell'autrice:
ovviamente, se mi ritiro per cercare di concludere almeno una delle 90 ff che ho in bozza (e non scherzo), me ne esco poi con una totalmente a caso, fuori programma e scritta nel giro di due ore.
Tipico.
Brava me proprio.
Uffa.

Inoltre stavo pure per dimenticarmi come si pubblica una storia... son proprio messa bene.

Comunque, storiella scritta senza tanti pensieri, prorpio così per fermare almeno una volta un'idea che mi balena in testa e darle una forma il prima possibile.
Spero vi sia piaciuta e... bho, nient'altro, fatemelo sapere ecco ^^