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Autore: Yellow Canadair    20/09/2017    3 recensioni
Kaku cercò di incoraggiare Rob Lucci: « Andrà tutto bene, anche se ti hanno portato via le mani. Caro Vegapunk è dalla nostra parte, sta aiutando Hattori, ha aiutato me e Jabura, e aiuterà anche te. Ci deve la vita, e sta collaborando. Andrà tutto bene »
Al ritrovamento del One Piece, i poteri dei Frutti del Diavolo sono scomparsi e i possessori sono svenuti. Il Governo Mondiale è caduto, e i suoi membri sono stati usati per degli osceni esperimenti.
Il CP0, smantellato e separato, a fatica si riunisce, e trova riparo fra le montagne, dove nessuno può udire le grida di dolore di coloro ai quali gli esperimenti hanno portato via parti del proprio corpo.
[Futuro distopico] [Post-One Piece] [Arti che saltano] [Vegapunk... Caro Vegapunk]
Questa storia partecipa al contest “Humans + (prosthetic kink contest)” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Angst, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jabura, Kaku, Kumadori, Rob Lucci, Vegapunk
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dal CP9 al CP0 - storie da agenti segreti'
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★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di Fanwriter.it!

★Numero Parole: 2028

★Prompt/Traccia: (24) A sostituisce le protesi di B.

 

Volare ancora

 

Era il tramonto, giunto alla fine di una giornata pigra e carica di attesa.

La neve era alta, il vento fischiava tra gli alberi ed era piacevole starsene tutti insieme al calduccio, stretti stretti nel rifugio di pietra. Tutti tranne il povero Jabura, al quale era toccato il turno di guardia. Ogni tanto qualcuno infilava il giaccone e gli andava a portare qualcosa di caldo, lassù dov’era di vedetta.

Lassù, sulla montagna, gli agenti del CP0 aspettavano che calasse l’oscurità per raggiungere il furgone e affrontare un viaggio che li avrebbe condotti da Caro Vegapunk, figlia del celebre scienziato, mente geniale che, come loro, era ricercata dall’AntiGoverno.

« Yoooooyoooi! » esclamò a mezza voce Kumadori, chiudendo l’occhio destro. Non poteva roteare il suo bastone, visto il poco spazio, ma nella precipitosa fuga da Catarina l’aveva salvato e ora se ne stava appoggiato in un angolo. « Non ceda il tuo spirito, Rob Lucci… lunghi anni di studio… lunghi anni di ricerca… hanno fatto di Caro Vegapunk un’eccellenza nella biomeccanica! »

« A quest’ora avrà già aiutato Hattori, boss » sorrise incoraggiante Lilian, la segretaria, alla luce arancione della lanterna.

Rob Lucci non si pronunciava. Se ne stava nell’angolo, nel suo letto e parlava lo stretto indispensabile. Nella sua stessa condizione, una persona normale sarebbe impazzita, avrebbe dato di matto: come se le terribili amputazioni non fossero state abbastanza, si era svegliato senza una casa, senza più il Governo alle sue spalle, lontano dalla civiltà e confinato in un rifugio con altre quattro persone, senza neppure acqua ed elettricità. C’era da urlare, da piangere fino a seccarsi gli occhi, eppure lui non aveva fatto un plissé.

Jabura era furioso, e spesso razzolava fuori dal rifugio con la scusa di cercare qualche lepre da arrostire, perché proprio non ce la faceva, a vedere il rivale in un angolo, senza nemmeno più il potere di mangiare da solo. Non lo accettava, non voleva vederlo. Poi tornava a mani vuote perché era così nervoso da far rumore e far scappare tutte le prede. Aveva accettato di buon grado la ronda, quella sera.

Kaku riuscì almeno a evitare a Lucci l’umiliazione di chiedere da bere ogni volta che ne aveva bisogno: chiedendogli il permesso, gli legò una delle tazze di metallo al moncherino dell’avambraccio. Era un po’ grottesco, ed era una protesi molto patetica, ma a Kaku parve di sentire un “grazie”. Ma forse era stato il vento.

Di sicuro era il vento.

« Davvero, boss, stia tranquillo » la ragazza si era avvolta in una coperta e si era seduta ai suoi piedi  « lo so che tra lei e Caro non corre buon sangue, però… è in debito con noi, l’aiuterà. »

« A proposito » tuonò Rob Lucci, rivolto a Kaku « Non mi hai raccontato di questa situazione »

Kaku si voltò; stava scaldando del caffè su un fornelletto a gas, mangiucchiando biscotti. « Non sono stato io, a tenere i contatti con Caro » disse « È stata lei » e indicò la ragazza.

« Pensavo ti avesse sbattuta fuori dal dipartimento »

« E le stavo pure per rubare un aereo. » aggiunse Lilian; si mise comoda e cominciò a raccontare: « Quando il Governo Mondiale è caduto, e sapevamo che voi eravate ancora in navigazione, noi rimasti a Catarina -io, Fukuro e Kumadori- abbiamo capito subito che stavate correndo un rischio enorme, ma avevate troppo vantaggio, non potevamo inseguirvi. E la cosa che mi insospettiva di più era che… boss, Spandam sapeva. »

« Sapeva? »

« Alla Torre di Catarina tutte le informazioni, a meno che non fossero espressamente riservate a lei, passavano da me; invece quando sono arrivati quelli del Governo a prelevarvi, mentre eravate svenuti, io non ero stata avvisata della loro venuta, Spandam invece sì. E la cosa mi aveva messo la pulce nell’orecchio. »

« Yoooyooooiii!! Non darti retta e minimizzare la situazione… fu l’errore che io e Fukuro mai, mai nella vita ci perdoneremo! » si lamentò Kumadori.

« Non potevate immaginare che dietro ci fosse un complotto mondiale! »

« Mi occuperò personalmente di Spandam » promise Rob Lucci « E stavolta lo farò definitivamente. Continua a raccontare. »

« Caduto il Governo, sono andata ad Alexandra Bay a prendere uno degli aerei di Caro, ero disposta a rubarlo » disse Lilian con noncuranza « ma, per farla breve, ho salvato il culo a Caro perché la volevano uccidere nel suo ufficio: aveva rifiutato la proposta degli Antigovernativi e la stavano per far fuori. Così non solo ho salvato lei, ma abbiamo anche contattato, e quindi salvato, suo padre. Il quale non sapeva nemmeno che il Governo fosse caduto » aggiunse in ultimo.

« Una vera imprudenza, da parte sua » commentò Kaku.

La ragazza prese fiato. Non le piaceva molto raccontare, e sperò di essere stata abbastanza chiara. Il boss non faceva domande, quindi pensò di essersela cavata bene. Kaku le allungò un po’ di caffè in una tazza di metallo, e rabboccò quella che Rob Lucci aveva legata al braccio superstite.

« Caro si è nascosta in un villaggio a un paio d’ore da qui; noi abbiamo usato l’aereo per cercarvi… almeno finché c’era carburante » disse la ragazza rabbuiandosi.

« Le Sabaody sono diventate poco sicure, per noi del Governo? » domandò Lucci. Alle isole Sabaody viveva un anziano signore dai modi gentili che fabbricava le coperture per le navi che da lì partivano per l’Isola degli Uomini Pesce; con gli scarti, produceva il carburante per gli aerei.

« Non più del solito » disse cupa Lilian « ma Silvers Rayleigh, che ci riforniva, è morto »

« Silvers… » ripetè Rob Lucci.

Lilian ridacchiò « Proprio lui. Il fido vice di Gold Roger. Non mi guardi così, boss, non lo sapevo! per me è sempre stato solo Ray. »

Rob Lucci stava realizzando che loro, Governativi, avevano sempre comprato il carburante da uno degli uomini più ricercati della storia. Avesse avuto più forze, e la voglia, avrebbe scaraventato qualcuno giù dal monte.

Kaku intervenne in difesa: « Non lo sapevamo, non potevamo immaginarlo. Questa storia è saltata fuori dopo il ritrovamento del One Piece »

« Ho parlato con la moglie di Ray… sembra che sia morto in concomitanza con l’ascesa a Re dei Pirati di Marshall D. Teach. Infarto, dicono. Ma io ci credo poco » asserì Lilian.

« E l’aereo? » il leader decise di accantonare quel problema; ne avevano fin troppi.

La voce della ragazza si abbassò. « L’abbiamo smantellato. Era troppo grande, rischiava di essere scoperto »

Per alcuni istanti si sentì solo il rumore del vento.

« Alcuni pezzi sono lì » sorrise, indicando con un cenno le gambe cromate di Kaku.

Il giovane agente si sfiorò le protesi.

Si ricordava di quando Kumadori e Fukuro l’avevano trascinato a braccia nella casa di Caro Vegapunk, dopo un viaggio infernale su bestie da soma per raggiungere il villaggio dove si era rifugiata. Era stato amputato da poco, perdeva ancora sangue, il dolore non lo faceva dormire, Lilian non aveva più antidolorifici da dargli. I suoi amici l’avevano salvato, dopo sette mesi di ricerche, ma lui avrebbe preferito essere morto, piuttosto che non poter più camminare, né volare con il Geppo.

Allora Kumadori e Fukuro avevano proposto di portarlo da Caro, per cercare aiuto da lei, visto che Lilian l’aveva salvata; avevano caricato Kaku su un mulo e l’avevano trascinato per valichi e per ripide salite, fino all’uscio della scienziata.

« Io non posso aiutarlo. Avete fatto un viaggio a vuoto » e stava per chiudere la porta.

« Caro, tuo padre fa ricerche biomeccaniche, io non ci credo che non puoi salvarlo! » aveva pianto Lilian, in ginocchio sullo zerbino.

« Sono due cose diverse. » aveva sentenziato la giunonica donna « E comunque, non posso aiutarlo perché non ho i pezzi per fabbricare delle protesi decenti, non certo perché non ne sono capace. E neanche perché non voglio, checché ne pensiate »

« Yooooyooooiii dunque il cuore e l’animo della famiglia Vegapunk sono ancora palpitanti e vivi… »

Lilian aveva ignorato Kumadori, vedeva soltanto Kaku mezzo svenuto su un asino bolso in mezzo alla strada innevata.

« Quindi se io ti do i pezzi di ricambio… puoi fare qualcosa? »

Caro Vegapunk aveva fatto un sobrio cenno affermativo.

« Prenditi il mio aereo, Caro »

Lilian avrebbe pianto per le notti a venire.

Ma Kaku avrebbe camminato di nuovo.

 

~

 

In cambio dell’aereo, Caro aveva costruito loro anche una specie di furgoncino; somigliava a una busta del latte ed era meno appariscente di un bestione volante con trenta metri di ali. Lilian ne era la pilota, e scarrozzava volentieri gli agenti dove le veniva ordinato. Andava a vapore.

Bussarono alla porta di casa Vegapunk a notte fonda, perché si muovevano con i buio per paura di essere visti.

« Ha messo “Vegapunk” sul campanello?! » osservò seccato Kaku « Dovrebbe cercare di rimanere nascosta! »

Una donna formosa, con i capelli neri come la notte e un sorriso enorme aprì loro la porta.

« Oh, che piacere vedervi! Accomodatevi! Che bella sorpresa! » esclamò zuccherosa.

Gli agenti sgranarono gli occhi. Era un clone. Non poteva essere Caro Vegapunk, quella stessa Caro Vegapunk che dava filo da torcere a Rob Lucci, in quanto a superbia, e teneva sotto al tacco mezzo Governo Mondiale!

Il leader fu il primo a capire: « Una copertura perfetta » riconobbe.

« La copertura dei miei bignè? Certo che è perfetta, entrate! » li accolse la donna.

La porta di casa si chiuse alle spalle dei rifugiati.

« Alla buon’ora » li stilettò Caro Vegapunk « Per quanto tempo mi volevi lasciare il tuo piccione? Non sono una baby-sitter »

Kaku, Kumadori e Lilian quasi sospirarono, nel ritrovare la vecchia arrogante Caro. Niente male come copertura, anche se il cognome sul campanello era un errore da dilettanti; ma Caro Vegapunk era nota a tutti per il suo carattere oltremodo particolare e non molto affabile, se chi la cercava si fosse trovato davanti quel sorriso avrebbe certo tirato dritto, convinto di aver sbagliato soglia.

Un rumorino fece voltare tutti verso la porta che conduceva al salotto: come il motorino di uno spazzolino elettrico, ma più soffocato. E nella stanza, con il rumorino, entrò volando e cinguettando un meraviglioso Hattori!

Il colombino non aveva più le sue delicate ali bianche, strappate via dalla crudeltà dei carcerieri per cercare di sortire una qualche reazione in Rob Lucci, ma Caro gli aveva impiantato due splendide ali di legno e metallo con due motori, e l’uccellino era tornato a volare; atterrò agilmente sulla spalla del suo compagno, gli strofinò il capino contro il collo.

Rob Lucci si voltò verso il colombo e mosse qualche passo verso la finestra, dando le spalle agli astanti.

« Bimotore a raggi solari, lega di Feather Metal, legno di betulla e rame. » spiegò intanto soddisfatta la donna posandosi le mani sui fianchi. « Nulla di complicato. Solo un po’ pernicioso trovare le lampadine giuste per le estremità, ma niente di impossibile » considerò.

« Gli hai messo le lucine rosse e verdi come sugli aerei? » fece Lilian.

« Mi sembrava anonimo, senza » disse Caro, guardando soddisfatta Hattori che decollava dalla spalla di Lucci e gli girava attorno alla testa.

Poi la scienziata guardò Rob Lucci con aria tagliente. « E ora vediamo cosa dovrò sostituire a te. Ho già ricostruito due gambe, una spina dorsale intera, e un paio di ali. Tu che sfida mi proponi? »

L’uomo guardò Kaku, e si scambiarono un cenno d’intesa. Il ragazzo lo aiutò a togliersi le felpe che lo difendevano dal freddo dei monti, e il mantello che lo proteggeva dall’umidità.

Caro assottigliò lo sguardo. Il braccio sinistro, intero, e il braccio destro fino a metà avambraccio. E non potè fare a meno di notare che l’uomo era sciupato, smagrito, ben diverso dal Rob Lucci possente e muscoloso in grado di uccidere uno squadrone di militari in pochi secondi. Ma aveva lo stesso sguardo fiero.

« E quella che roba è? » chiese, con il tono di una che aveva sorpreso uno scarafaggio nel barattolo dello zucchero.

La tazza di metallo attaccata all’avambraccio superstite.

« Beh, per farlo bere. » bofonchiò Kaku.

« Che razza di protesi… robaccia » protestò la scienziata. « È tutto qui quello che il CP0 sa fare? Dammi quarantott’ore, Rob, e ti ridarò le mani migliori che tu abbia mai visto » 

 

 

 

Dietro le quinte...

Ecco di nuovo Hattori! ♥ piccola e tenera nuvoletta bianca, adesso con ali bioniche e doppio motore, sponsorizzate dalla Famiglia Vegapunk (sempre sia lodata). Spiegoni, in questo capitolo, giusto per far sapere un po' le cose come sono andate. Ops ho ucciso Silvers Rayleigh.

Ricordo che questa è una raccolta molto shalla, senza grandi pretese ♥ giusto un po' di angst, di buoni sentimenti tra questi ragazzacci che si trovano in difficoltà e possono contare solo su loro stessi, e tanto fluff nel rifugio di pietra ♥ 

Ehi! Ma la state leggendo La Lunga Caccia alla Mano de Dios? Lilian e Caro vengono da lì! Troverete bbbbotte, trama, complotti e non-con!! E tanto CP0, non sempre esattamente con i vestiti.

Appuntamento a presto e un bacione,

Yellow Canadair

  
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