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Autore: Oxis    20/09/2017    2 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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La strega addormentata nel bosco

7. Kendra l'infermiera



Ciaone!

Oggi qualcosa di diverso. Mi piace il rapporto che Artù ha con Kendra e ho voluto approfondirlo un po’ e svilupparlo.

Come sempre, grazie a paige95: le tue domande avranno forse qualche risposta ;) e a MammaGiu: spero che tu sia soddisfatta di questo capitolo! Vi ringrazio tanto, per me le vostre parole sono motivo per continuare, non mi stancherò mai di dirlo. <3

Spero che vi piaccia questo capitolo, andateci dentro con critiche e commenti.

Segnatevi sull’agenda mercoledì prossimo, per continuare questa storia.

Rinnovo il mio invito a fare un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono la nuova editor. Si chiama Merlin * •Italian Page•* . Troverete le mie grafiche e tantissime news sui personaggi della serie e sugli attori, per continuare a far vivere una delle serie più magiche di sempre.

 

Un bacio, cari

p.s. D'accordo. Lo so. La foto potevo risparmiarmela. Ma dà tutta un'altra immagine alla pagina! (?)

 

Oxis

 

 

MERLINO P.O.V.

 

- Cosa è successo?

Kendra si voltò verso di lui e si asciugò il sudore dalla fronte, riprendendo fiato.

- C’era un Cavaliere maledetto. - disse con voce tremante - Ha colpito Artù prima che chiunque potesse rendersene conto.

Merlino guardò il letto dove giaceva il principe ancora incosciente.

- Bisogna trovare Gayus.

- Dove diavolo eri finito? - chiese all’improvviso Kendra, con tono accusatorio - Ti ho cercato per tutto il castello.

Merlino aggrottò la fronte.

- Per tutto il castello? Sono solo andato da… - si interruppe, cercando di mettere a fuoco i pensieri - …da Sir Covington per cercare la pietra di cui mi hai parlato.

Gli occhi di Kendra si fecero enormi mentre lei aspettava il seguito della frase.

- Non ho trovato nulla - disse Merlino sollevando le spalle.

Mentre lo diceva, una strada voce nella sua testa mormorava che non era del tutto vero.

- Non hai trovato nulla?

Merlino scosse la testa confuso. Non era andata proprio così, eppure non si ricordava cosa fosse effettivamente successo.

- No… in realtà la porta della camera era chiusa.

Questo suonava meglio.

- Non sei riuscito a entrare? Ma si può sapere cos’hai? - esclamò Kendra.

Il mago si riscosse.

- Ti vedo molto agitata, dovresti…

- Dovrei cosa? Cosa? Ti ho cercato per ore e non c’eri, ho dovuto…

- Per ore?

La campana batté le undici ed entrambi sobbalzarono, tornando alla realtà come se il tempo avesse all’improvviso dato conferma della propria presenza.

- Vai a cercare Gayus, la ferita ha bisogno di essere curata. - disse Kendra con apprensione.

Merlino le rivolse un’altra occhiata perplessa prima di uscire dalla camera guardingo.

Attraverso tutto il castello di corsa, ma non dovette fare molta strada.

Vide Gayus correre verso di lui lungo l’ultimo corridoio che portava al salone principale.

- Gayus! Dovete correre da Artù, è ferito!

Il medico di corte si fermò solo un qualche secondo.

- Mi è stato detto. Vai da Uther, ti sta cercando.

Merlino sentì le budella contorcersi mentre guardava Gayus scomparire dietro l’angolo. Cosa voleva Uther da lui? Era successo qualcosa.

Cercò di riorganizzare i pensieri per essere pronto per il colloquio con il re, ma tutto quello che riuscì a ottenere fu un enorme sforzo mentale vano. La sua mente era come una densa distesa di nebbia. Si appoggiò al muro, cercando di calmarsi. Kendra l’aveva cercato per ore. Ma dove era stato lui per tutto quel tempo?

Si ricordava chiaramente di essere andato nella stanza di Sir Convington e di averla trovata chiusa. O forse era aperta?

Come diavolo era possibile che non si ricordasse una cosa tanto importante?

 

 

KENDRA P.O.V.

Dopo che Gayus ebbe medicato e fasciato Artù, Kendra sentì un enorme peso scivolarle di dosso. Le era venuta addosso un’angoscia fastidiosamente intensa dopo che il principe era stato ferito.

Il medico di corte decretò che, nonostante Artù avesse perso molto sangue, la ferita non era così grave e si sarebbe rimesso completamente nel giro di un mese.

- Comunicherò le condizioni di Artù al re - disse Gauys prima di aprire la porta - Spero che si sistemi tutto.

- Sta succedendo qualcosa? - chiese Kendra - Il torneo non si farà più, vero?

- Fosse solo il torneo… Uther è in collera per l’attacco del Cavaliere. I suoi servitori sono stati messi in celle separate e domani mattina arriverà la famiglia al completo per discutere dell’offesa mossa contro i Pendragon.

Kendra si alzò di scatto.

- Non è stata colpa sua! Era… - poteva azzardarsi a parlare di magia davanti a uno dei più fidati servi del re di Camelot? - Io credo… credo che sia tutto così assurdo. - concluse calmandosi, deviando il discorso.

Gayus la guardò in un modo strano, come se avesse capito che stesse cercando di cambiare discorso. Non commentò, aprì la porta e uscì dalla stanza.

- Se non altro, ora il principe è fuori pericolo e il castello è di nuovo tranquillo. - disse con un sorriso e si richiuse la porta alle spalle.

Kendra si sedette di nuovo sulla sedia accanto al letto di Artù. Avrebbe voluto che tornasse in fretta Merlino, stare lì da sola con il principe moribondo le provocava un leggero senso di nausea. Non era mai stata brava ad accudire i malati. Odiava il fatto di doversi prendere cura di qualcuno.

Era già passata almeno un’ora e il mago non era ancora tornato, quando Artù si mosse e aprì gli occhi.

Kendra si raddrizzò.

- Artù.

Il principe sembrava disorientato.

- Gayus ha detto che state meglio - disse Kendra - Vostro padre, cioè… il re non può venire da voi ora.

Artù aprì la bocca e si sollevò dal letto con uno scatto.

- Cosa è successo…?

- No, volevo dire… È solo in riunione, o qualcosa del genere. - si affrettò a correggersi Kendra - Sta bene. Stanno tutti bene a parte voi. Cioè, anche voi state bene… Non troppo. Diciamo quanto basta. Insomma, starete meglio.

Si guardarono per un attimo. Kendra avvampò.

- Beh, ecco. Non morirete oggi. - concluse impacciata distogliendo lo sguardo dagli occhi del principe.

Seguì un momento di silenzioso imbarazzo. Non per Artù, ovviamente. Quando mai il principe si imbarazzava? Ma Kendra non era a suo agio a stare lì come una piccola badante incapace, al capezzale del principe di Camelot che pareva perfettamente a suo agio, con il petto nudo e la benda sporca di sangue.

- Non morirò oggi. - ripeté ironico dopo un leggero colpo di tosse - È rassicurante.

- Sì.

- Gayus ha detto così?

- Sì… No. - riprese il controllo della propria lingua - Ha detto che avete perso troppo sangue ma che la ferita non è grave come sembrava.

Artù si sollevò, appoggiandosi fra i cuscini.

- Non dovreste alzarvi. Restate giù. - disse Kendra. Le uscì un tono perentorio e autoritario che cozzò in un modo buffo con l’impaccio dei suoi modi - Il sangue potrebbe… affluire alla pancia con maggiore insistenza e la ferita potrebbe riaprirsi.

Si costrinse a puntare gli occhi per terra, chiedendosi perché diavolo aveva usato quelle parole così forbite. Artù scoppiò a ridere e subito iniziò a tossire.

Kendra si affrettò a prendere il bicchiere d’acqua sul comodino e a porgerglielo senza guardarlo.

- Che fortuna che la mia serva conosca anche la medicina - commentò ironico lui dopo che la tosse si fosse placata.

- Non sto scherzando.

- Neanche io.

- Invece sì, voi scherzate sempre.

- Anche voi.

- Non sono io che ho un buco nella pancia.

Artù la fissò divertito.

- Avere un buco nella pancia non mi permette di scherzare?

Kendra sbuffò. Era già esausta e Artù era sveglio solo da una manciata di minuti. Non replicò.

- Andiamo, mi stavo divertendo - la punzecchiò lui.

- Io no - ribatté lei rimettendo il bicchiere sul comodino.

- Ma fino a prova contraria, sono io il principe. Devi eseguire i miei ordini. - replicò Artù con un ghigno.

Kendra finalmente lo guardò in faccia.

- Eseguire i vostri ordini! - esclamò irritata - Vi ho trascinato fin qui mentre voi inondavate di sangue il pavimento e i miei vestiti come una brocca rotta che perde acqua!

Rimasero in silenzio per un attimo. Il ghigno del principe si affievolì e si trasformò in un’espressione radicalmente diversa. Quando tornò a parlare, la sua voce era ferma.

- E hai anche impedito che quel Cavaliere mi ammazzasse nella sala del trono, mi hai difeso nonostante rischiassi la vita e hai fatto di tutto per proteggermi e portarmi al sicuro.

Non abbassò lo sguardo.

- E di questo te ne sarò riconoscente ogni giorno, fino alla mia morte - mormorò infine.

La frustrazione di Kendra si sciolse di colpo al suono di quelle parole. Scrutò gli occhi azzurri di Artù e la sincerità che emanavano il suo viso e la sua voce la colpì in pieno.

- È stato un piacere. - mormorò imbarazzata, sentendo con chiarezza le guance che le si accendevano di rosso.

Artù sorrise e Kendra abbassò lo sguardo. Quando lo guardò di nuovo, aveva di nuovo un sorriso sarcastico sul viso.

- E quindi anche le donne con i pantaloni sono donne, dopotutto.

- Mi avete rovinato il vestito - replicò Kendra, tornando al suo tono torvo.

Artù rise di gusto.

- Non sembri molto dispiaciuta. Te ne farò avere un altro.

Kendra si sentì sollevata che quella strana conversazione imbarazzante si fosse conclusa.

- Dunque. Merlino che fine ha fatto? - chiese di nuovo Artù.

Si aggiustò un ciuffo di capelli e cercò di sistemare i cuscini dietro di sé.

- Non lo so.

Kendra si affrettò ad aiutare Artù e l’imbarazzo piombò di nuovo su di lei come una nuvola nera. Le provocava una strana tensione cercare si sprimacciare i cuscini tentando di non toccare nessun centimetro di pelle del principe. Assurdo che le riuscisse così semplice maneggiare una spada e non fosse in grado di sistemare dei cuscini.

- Bene. Abbiamo appurato che come infermiera è meglio Merlino.

Kendra non riuscì a controllare la risata che le uscì dal petto a quella frase, immaginandosi Merlino con la crestina e un grembiule bianco pronto a servire Artù.

Anche lui iniziò a ridere e a un certo punto la stava di nuovo guardando negli occhi. Kendra si interruppe di colpo, allontanandosi dal letto.

- Me ne vado, torno dopo a controllarvi le bende - disse senza voltarsi e aprendo di scatto la porta della stanza, uscendo.

   
 
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