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Autore: SabrinaPK    20/09/2017    3 recensioni
Kate Beckett non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi incinta a diciannove anni, senza madre, ma questo era ciò che la vita le aveva riservato e se ne stava occupando al meglio che poteva. Aveva finalmente deciso di dare il suo bambino in adozione finché il padre non era ricomparso a complicare le cose. Richard Castle aveva una sorta di inclinazione nel farlo. [Caskett AU]
Storia di skygirl55.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Seduta sull’asse di legno della veranda, Kate osservava le onde avvicinarsi al bagnasciuga. Nonostante fosse ancora pomeriggio, la brezza che le smuoveva la coda di cavallo non era particolarmente fresca; l’umidità della giornata stava cominciando a farsi sentire. Anche se le previsioni per Agosto prevedevano un clima più fresco—solo intorno ai trenta gradi—la brezza marina rendeva le giornate abbastanza piacevoli. Almeno finché non diventava troppo caldo per le bambine costringendole a tornare dentro per stare con l’aria condizionata.

Con le dita che tamburellavano contro la tazza di caffè che aveva poggiato sulla ringhiera, Kate passò in rassegna la spiaggia. Aveva visto una coppia fare jogging e dei bambini giocare nel giardino di una casa lì vicino, ma oltre quello la via era rimasta tranquilla. Anche se erano passati due mesi, era ancora difficile per lei credere che quella vista fosse di loro proprietà e non in affitto. Cioè, di proprietà di Rick, ma lui ne parlava sempre al plurale.

Alcuni mesi prima Martha aveva portato le bambine a fare shopping per aggiungere qualcosa al loro guardaroba estivo, mentre Kate aveva deciso di trascorrere una domenica mattina qualunque a gironzolare per l’appartamento. Stava ancora leggendo il giornale quando tre fogli di carta le scivolarono davanti al viso. ‘Ti ricordi di questo posto?’ aveva chiesto lo scrittore.

L’aveva riconosciuta immediatamente come la casa che avevano affittato per una settimana tre anni prima, quando Emily era ancora una neonata.

Con gli occhi tremanti di entusiasmo e una leggera punta di malizia, Rick le aveva spiegato che il proprietario stava andando in bancarotta e che aveva messo la casa sul mercato ad un prezzo molto più basso del suo valore. Aveva fatto un’offerta e stava cercando di ottenere la sua benedizione perché, secondo lui, ‘doveva essere nostra.’

Era rimasta sorpresa dalla sua proposta inaspettata, ma più ci pensava, più le piaceva come idea. Quella settimana negli Hamptons era stata una delle migliori della sua vita. Rick le aveva proposto di concedersi un piccolo capriccio per aver completato con successo il suo primo semestre di ritorno all’università. Avrebbe voluto seguire altri due corsi estivi per recuperare il semestre che aveva mancato, ma prima che iniziassero le lezioni Rick l’aveva convinta di aver bisogno di una vacanza, così erano partiti tutti insieme per gli Hamptons.

Il primo giorno nella casa era stato quasi magico. Emily aveva avuto la sua prima esperienza con la sabbia e immerso i piedini nell’oceano. Nonostante all’inizio fosse diffidente, aveva poi cominciato a schizzare l’acqua da tutte le parti. Nel frattempo, Kate non era rimasta indifferente di fronte all’uomo a torso nudo che giocava con la bambina dai capelli rossi a costruire castelli di sabbia. Quella sera, dopo aver messo a letto le bambine, era entrato in camera sua con uno sguardo inequivocabile dicendo ‘ciò che accade negli Hamptons resta negli Hamptons.’ Avevano trascorso le cinque sere successive a divertirsi, per non parlare del sesso avventuroso.

Dopo la fine della vacanza Kate aveva ripensato spesso a quel periodo, e questo prima di accettare facilmente la sua decisione di comprare la casa—certo, finché non aveva visto il prezzo di listino. Nonostante Rick avesse insistito che sette milioni di dollari erano un vero affare per una casa sulla spiaggia di proprietà, a Kate non era per poco venuta una crisi. Lui aveva sorriso di fronte alla sua drammatica reazione, ma l’aveva baciata dicendole di non preoccuparsi; avrebbero potuto mantenerla.

La vendita era stata conclusa ad una velocità allarmante e la seconda settimana di Giugno tutta la famiglia—inclusi la madre di Rick e il padre di Kate—si era messa in viaggio verso gli Hamptons per trascorrere la prima notte nella nuova casa. Rick voleva che tutti si divertissero anche fuori dalla casa, il che significava che avrebbero potuto restare lì tutto il tempo che desideravano. Le bambine avevano esultato, Martha aveva cominciato subito a elaborare un piano per ridecorare, e Kate riusciva a malapena a stare in piedi per vedere com’erano felici tutti insieme—come una famiglia.

A causa dei turni a lavoro, Kate non avrebbe potuto trascorrervi molto tempo come tutti gli altri. Rick e le bambine, e persino suo padre, avrebbero passato lì un lungo weekend, ma il suo lavoro non permetteva un tale lusso. Anche con un weekend di ferie, non avrebbe avuto senso guidare fino agli Hamptons e tornare in città per così poco tempo. Ma per fortuna aveva ancora alcuni giorni arretrati per l’estate che le avrebbero permesso di trascorrere un weekend lungo e un’intera settimana insieme a loro, sapendo che le bambine non avrebbero avuto scuola e che avrebbero organizzato qualcosa in famiglia. Quando udì uno strano rumore provenire dalla cucina, Kate si voltò per vedere Rick che frugava nel frigorifero. Quella mattina aveva fatto una nuotata in piscina e poi una doccia veloce, così pensò che stesse cercando qualcosa da mangiare per il post-allenamento, che sarebbe stato sicuramente poco salutare. Ma, come lui teneva sempre a precisare, gli uomini belli e ricchi come lui non dovevano preoccuparsi dei loro addominali scolpiti. Kate non poteva lamentarsi; non aveva problemi con il suo fisico.

In quel momento esatto la casa era libera da bambini. Nemmeno un’ora prima Martha e il suo fidanzato Georg le avevano portate a fare una gita in un paesino vicino Long Island. All’inizio non voleva che andassero con quel Georg. Un uomo che descriveva la sua carriera come “vendo delle cose” non era certo una persona di cui fidarsi ciecamente e Martha lo conosceva solo da sei settimane, anche se li aveva sorpresi tutti con il loro fidanzamento. Rick aveva capito la sua esitazione riguardo alle bambine, ma alla fine aveva acconsentito perché sapeva che sua madre non gli avrebbe mai permesso di fargli del male. Ad ogni modo, la preoccupazione non l’avrebbe abbandonata finché non sarebbero stati di nuovo tutti sotto lo stesso tetto.

Entrando in casa, trovò il suo fidanzato seduto al bancone di fronte ad una busta di patatine Cheetos e una confezione di salame. Sforzandosi di non fare una smorfia davanti all’abbinamento, si avvicinò e lo baciò sulla tempia prima di girare intorno al bancone per riempirsi la tazza di caffè. ‘Hai fatto una bella doccia?’

’Sarebbe stata più bella insieme a te.’

Lei rise e si voltò, poggiando la schiena contro il tavolo. ‘Mi dispiace essermela persa allora.’

Leccandosi via le briciole dalle dita, le si avvicinò lentamente. ‘Potremmo ancora farla, sai.’

‘Oh davvero?’ sussurrò quando le sue mani la afferrarono per i fianchi per poi spostarsi sul fondoschiena. Lui annuì posandole le labbra sul collo. ‘Ma, vedi, stavo per passare l’aspirapolvere e caricare una lavatrice. Magari anche tagliare l’erba del—oh!’ sussultò quando le sue labbra le succhiarono l'incavo del collo. ‘Prato.’

Rick fece un passo indietro e la guardò, abbastanza incredulo. ‘Davvero?’

Lei fece spallucce prima di sorridere. ‘Voglio dire, potrei farle, ma potrei fare anche qualcos’altro.’

Con una rapida mossa la sollevò in modo da farle intrecciare le gambe intorno al bacino; lei sospirò. ‘Bene.’ disse allora lui prima di baciarla.


Kate mormorò accucciandosi contro il suo partner. ‘Mmm forse non avresti dovuto comprare questa casa; ci fa eccitare troppo.’

Lui sorrise. ‘Lo dici come se fosse una cosa brutta.’

’Solo se vogliamo concludere qualcosa.’

’Nah—le vacanze non sono fatte per concludere le cose. Sono fatte per dormire…e per il sesso.’

Lei rise, dandogli un bacio e alzandosi dal letto. Non stava scherzando del tutto riguardo alla lavatrice; doveva cambiare le lenzuola in entrambi i letti delle bambine e, adesso, anche nel loro.

Mentre raccoglieva i vestiti e cominciava a rivestirsi, notò che Rick la stava fissando in modo strano. La osservava spesso quando era nuda—non che la infastidisse—ma questa volta c’era qualcosa di diverso. Qualcosa di più incerto ed esitante; c’era sotto qualcosa. ‘Qualcosa non va?’

‘Perché dovrebbe esserci?’

Lei fece spallucce. ‘Non lo so, hai una faccia strana.’

Lui fece finta di sussultare. ‘E io che pensavo che mi trovassi irresistibile.’

Kate gli rivolse uno sguardo serio. ‘Rick.’

Lo scrittore mise giù le gambe dal letto e si sedette, guardandola. ‘È solo che…mi chiedevo cosa avessi intenzione di fare oggi.’

‘Caricherò un giro di lavatrice e poi penso che…andrò a leggere un po’ in spiaggia. Perché? Volevi fare qualcosa?’

‘No, no. Io, uhm, in realtà potrei suggerirti una cosa da leggere.’

Intrigata, si raccolse i capelli in una coda disordinata e li legò con uno degli elastici poggiati sul suo comodino. ‘Okay…?’

Dopo essersi alzato dal letto, afferrò i boxer. ‘È di sotto; l’ho messo sul bancone per te.’

Lei aggrottò la fronte mentre lo osservava rivestirsi. ‘Okay…perché sei così strano?’

‘Non lo sono.’

’Sì che lo sei.’

’Solo…dagli un’occhiata. È dentro un raccoglitore blu.’

Lei scosse la testa, assimilando lentamente le sue parole. ‘È qualcosa che hai scritto?’

’Sì,’ disse quando uscì dalla stanza ‘fammi sapere che ne pensi.’


Nikki Heat #1

Kate osservò la copertina del raccoglitore blu con non poca confusione. Nikki, forse, era il personaggio protagonista del nuovo libro di Rick, ma non riusciva a spiegarsi il perché avesse reagito in modo così strano. Aveva un nuovo personaggio, e allora? Di norma ne sarebbe stato entusiasta e ne avrebbe parlato fino allo sfinimento, soprattutto se era un personaggio cattivo. Quindi perché non aveva mai sentito nominare Nikki Heat? Togliendosi quel pensiero dalla testa per immergersi nella lettura, Kate affondò i piedi nella sabbia e aprì il raccoglitore per dare inizio alla storia.

Il primo capitolo iniziava con la descrizione di una stanza da ospedale, fredda, con pareti di calcestruzzo e le luci al neon sul soffitto. Il cuore di Nikki batteva all’impazzata quando entrò nella stanza, illuminata dal lampeggiare delle luci. Si asciugò i palmi sudati lungo i jeans e maledisse il suo battito accelerato; non era nervosa, era pronta. Prese la pistola, ne sentì il peso sulla mano per qualche secondo e rimosse la sicura per prendere la mira e sparare sei proiettili. Cinque colpirono il centro esatto del bersaglio; il sesto sfiorò appena il bordo dell’ovale. Da dietro, Nikki udì ‘Congratulazioni, agente Heat; ha passato la qualifica per le armi.’

Kate avvertì dei brividi risalirle lungo la spina dorsale. La scena che aveva appena letto l’aveva vissuta in ogni singolo dettaglio, fatta eccezione per il fatto che lei aveva sparato solo cinque proiettili; il sesto era rimasto incastrato nel tamburo. Attraverso la scrittura Rick aveva vividamente rappresentato il giorno in cui aveva ricevuto la qualifica per le armi—un giorno che lei gli aveva descritto orgogliosamente dopo avergli mostrato il certificato.

Cosa stava succedendo?

Kate osservò il raccoglitore con rinnovato interesse, continuando a leggere la storia di Nikki. Venne immediatamente introdotta ad alcuni colleghi della protagonista, tutti freschi diplomati dell’accademia, e si immerse in uno dei suoi primi giorni di servizio nel corpo di polizia. Alla fine del secondo capitolo, Nikki si trovava da sola, nel suo appartamento, a fissare la fotografia della sua defunta madre. Sperava in silenzio di riuscire a superare in fretta il periodo di addestramento così da conseguire il suo vero obiettivo: trovare l’assassino di sua madre.

Aspetta—cosa?

Kate voltò la testa per guardare in direzione della casa, quasi aspettandosi di trovare Rick sulla veranda che sorreggeva uno striscione con la scritta “Ti ho beccata!”, ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Portando di nuovo l’attenzione sul raccoglitore, provò a processare ciò che stava accadendo. Anche se il nome del personaggio la faceva sembrare una poliziotta sotto copertura per le operazioni della buon costume, sembrava ricalcare un suo fantastico profilo, nonostante in quel momento non sapesse se essere lusingata del fatto che lui tenesse tanto a lei da dedicarle un personaggio o arrabbiata per aver rubato dei pezzi della sua vita senza chiederle il permesso.

Decidendo di leggere più a fondo prima di prendere una decisione, voltò di nuovo pagina e dopo nemmeno poche pagine si ritrovò innamorata della storia. Rick aveva descritto Nikki con passione e gentilezza. La faceva sembrare tosta come se indossasse una tuta da super eroe invece di una uniforme nera e un distintivo d’argento. Nonostante ci fossero chiare differenze tra lei e Nikki (tra cui l’inclinazione di Nikki ad avere molte storie da una notte e via, cosa che Kate certamente non aveva), si sentiva comunque onorata e, allo stesso tempo, imbarazzata; se non fosse stata ancora sicura dei sentimenti di Rick, quella storia le avrebbe chiarito tutti i dubbi.

Al quinto capitolo, Kate pensò di non poter essere più innamorata di quel libro finché non arrivò un nuovo personaggio: Jameson Rook. Dalla sola descrizione, capì che era l’alter ego di Rick; Jameson era alto, aveva i capelli castani ed era descritto come un uomo rudemente affascinante. Anche lui era uno scrittore—un giornalista, per la precisione—che scriveva un articolo sulle reclute della polizia e sul loro primo anno di lavoro. Il capo di Nikki le aveva ordinato di farsi seguire e intervistare da Rook. Ovviamente, Nikki ne era furiosa, ma la tensione sessuale era palpabile e, da lettrice, Kate non vedeva l’ora che finissero insieme.

Non volendo più leggere oltre senza parlare prima con l’autore di cosa stesse passando per quella sua pazza—e presumibilmente brillante—testa, Kate si alzò dalla sedia sdraio e camminò sulla sabbia fino a raggiungere la casa, con la storia di Nikki Heat incastrata sotto un braccio. Lo cercò dappertutto finché non lo trovò nascosto in camera da letto, con un’espressione esitante sul viso.

Lasciò cadere il raccoglitore ai piedi del letto e indicandolo disse ’Spiegami.’

Rick si mise seduto e s’inclinò in avanti, poggiando i gomiti sulle gambe. ‘Ti è piaciuto?’

’Spiegami.’

Sentì la delusione farsi strada sul suo volto, così poggiò di nuovo la schiena contro il cuscino. ‘Non ti è piaciuto.’

‘RICK!’  Kate rise nonostante la frustrazione. ’Spiegami!’

Lui s’inclinò di nuovo in avanti. ‘Okay, allora… C’ho lavorato ogni tanto per più di un anno. Prendevo da anni appunti su un personaggio basato su di te. All’inizio avrebbe dovuto essere una madre giovane, ma sembrava troppo simile alla nostra situazione. Poi, quando ho sentito le tue storie dell’accademia la mia mente ha fatto click. Sai quanto mi pressa Gina con Derrick Storm, e mi piace scrivere di Derrick, ma adoro anche scrivere di Nikki perché adoro te.’

Sorpresa, Kate si sedette sul bordo del letto, proprio vicino alle sue gambe. Aveva confermato i suoi sospetti, anche se con quelle parole lo trovava ancora difficile da credere. ‘Hai basato un personaggio su di me?’

’Sì.’ sorrise.

‘Senza dirmelo?’

Il suo sorriso scomparve. ‘Beh, io…no, ma sei arrabbiata? Perché vedi, la cosa è che volevo solo—‘

Kate s’inclinò e lo interruppe con un bacio. ‘Ti amo.’

‘Cos—davvero?’

Lei sorrise di fronte al suo tono sorpreso. ‘Certo.’ Come non poteva? Neanche in altre dieci vite avrebbe potuto immaginare qualcuno che scrivesse delle cose così incredibili su di lei. Rick era già un uomo fantastico, un padre devoto, un amante attento e uno zelante fidanzato, ma questo? Era solo la punta dell’iceberg.

Emise un sospiro di sollievo. ‘E io che pensavo che ti saresti arrabbiata.’

‘Lo sono, un pochino.’ disse, visto che non era esattamente entusiasta riguardo all’uso dell’omicidio di sua madre. ‘Ma sono più onorata e sorpresa perché…’ prese il raccoglitore e lo poggiò tra le sue gambe ‘è bellissimo.’

Lui ricoprì con le mani l’intera superficie della copertina. ‘Lo credi davvero?’

’Sì. Cioè, ho letto solo cinque capitoli ma leggerò sicuramente il resto; non voglio fermarmi.’

‘Quindi va bene se lo mando alla Black Pawn?’

Lei annuì. ’Sì—certo. Dovrebbero leggerlo tutti perché è incredibile, proprio come te.’


‘Okay, tesoro, sei tutta imbacuccata. Posso portarti qualcos’altro?’ chiese Rick mentre guardava il suo piccolo angelo dai capelli castani. Lei scosse la testa, così la baciò sulla fronte prima di infilarsi di nuovo sotto il lenzuolo. Proprio mentre stava per alzarsi dal letto, la sua piccola manina gli afferrò il gomito.

‘Papà?’

’Sì?’

‘Possiamo restare qui per sempre?’

Lui le sorrise. ‘No, tesoro, non possiamo restare qui per sempre. Dobbiamo tornare a casa quando ricomincerai la scuola, perché non vuoi impiegare quattro ore di macchina solo per andare in città, vero?’

Emily ci pensò su. ‘Potrei non andare a scuola.’

Rick infilò le dita sotto le sue ascelle e lei sghignazzò. ‘Non puoi saltare la scuola, sciocchina. Ma sai che ti dico? Ormai questa casa è nostra, perciò potremo venire qui spesso—tipo nei weekend di vacanza o durante le assemblee degli insegnati quando non avrai lezioni. Che te ne pare?’

Emily annuì.

‘Perfetto. Ora prova a dormire. Ti voglio bene.’

‘Anch’io, papà.’ rispose chiudendo gli occhi.

Rick spense l’abat-jour prima di uscire dalla stanza e attraversare il corridoio per controllare la figlia più grande. La porta era ancora aperta, così sbirciò dentro. Era in piedi di fronte allo specchio intenta a togliersi gli orecchini. ‘Come va la scottatura, tesoro?’

Lei fece una smorfia prima di sollevare i capelli e voltarsi di schiena in modo che lui potesse vedere il laccio della maglietta del pigiama legato sulla parte alta della schiena. Aveva messo la crema sul collo e sulle spalle, ma non sulla schiena perché la maglietta che aveva indossato quella mattina era senza maniche. Purtroppo, le asole erano talmente larghe da aver permesso al sole di penetrare anche la stoffa. Rick non poteva biasimarla; neanche lui aveva pensato di mettere la protezione solare anche sotto la maglietta.

‘Beh adesso hai le macchie di un leopardo.’

‘Grazie.’ disse con notevole sarcasmo.

‘Vuoi che ti metta lo spray?’ le chiese riferendosi allo spray anestetizzante e rigenerante che avevano portato per ogni evenienza.

Alexis scosse la testa. ‘L’ha già fatto Kate.’

Lui annuì, così le si avvicinò e la baciò sulla testa. ‘Okay. Buonanotte, tesoro; ti voglio bene.’

‘Anch’io.’

Uscendo dalla stanza, Rick percorse il corridoio fino alla camera da letto principale, dove Kate stava cambiando le lenzuola. ‘Em è a letto; Alexis ci andrà tra poco—cavolo, la sua schiena sembra combinata male.’

Kate lo guardò con espressione preoccupata. ‘Lo so, vero? Mi dispiace per lei; spero non abbia problemi a dormire.’

Lui annuì con un cenno dirigendosi verso il balcone, ma Kate lo fermò prima che potesse fare un altro passo. ‘No, non farlo. Tua madre e Georg sono nella vasca.’

‘Oh Dio.’ esclamò Rick portandosi una mano sulla fronte. Ovviamente il balcone della camera da letto principale si affacciava proprio sulla veranda, ma, certo, meglio che fosse la loro che una di quelle bambine, se doveva scegliere tra chi traumatizzare. Non era sicuro di poter riuscire mai a capire perché sua madre non provasse alcuna vergogna riguardo ai suoi atteggiamenti intimi—soprattutto di fronte a due bambine che non sapevano ancora cosa fosse il sesso (grazie a Dio). Lui e Kate riuscivano a trattenersi in pubblico, perché lei non poteva fare lo stesso? Oh. Giusto. Perché era Martha Rodgers, si rispose da solo. ‘Di nuovo, perché ho lasciato che venisse?’

Lei lo guardò, ancora occupata a sistemare i cuscini. ‘Non si è tipo invitata da sola?’

‘E quando non lo fa?’

Si voltò e la vide sorridere mentre saliva sul letto per prendere il raccoglitore di Nikki Heat dal comodino. Il suo cuore fece un balzo dalla gioia. La sua musa, la sua ispirazione stava leggendo il libro che, a detta sua, le stava piacendo da morire. La sua opinione contava molto più di quanto potesse esprimere. Non importava se la prima stampa avesse venduto dieci copie o dieci mila; a Kate piaceva ed era tutto ciò che importava.

Osservandola con sguardo adorante, Rick non poté fare a meno di sentire un’immensa sensazione di completezza. Già; quella era la sua famiglia. Due bellissime bambine che dormivano in fondo al corridoio. Un’incredibile donna accanto a lui. E—purtroppo—una madre che se la stava spassando al piano di sotto. Era la famiglia che aveva sempre desiderato.

Non l’aveva realizzato durante la settimana che avevano trascorso in quella casa anni prima. In quel periodo Kate era solo una ragazza bellissima e sexy con cui si trovava bene, quindi perché non avere un po’ di divertimento sotto le lenzuola? Ma adesso erano entrambi più maturi ed era cambiato tutto. Vedeva attraverso i suoi occhi che dei pasti salutari dovevano avere la precedenza sulle patatine fritte per cena e che, nonostante il laser tag fosse un’attività divertente da fare nel weekend, doveva prima essere sicuro che Alexis avesse finito i compiti per la scuola e non gareggiare con lui per la dominazione del mondo.

Ripensandoci avrebbe potuto dire che la maturità acquisita grazie alla convivenza con Kate era stata uno dei motivi per cui lui e Gina non avevano funzionato. Certo, la relazione era stata travagliata sin dall’inizio a causa del suo disinteresse per le bambine, ma non avrebbero dovuto rimettersi insieme dopo aver rotto la prima volta. Soprattutto da quando l’aveva beccata a tradirlo—per rigirare il dito nella piaga—con un altro scrittore della Black Pawn.

Col senno di poi, il modo in cui Kate l’aveva confortato dopo essere tornato a casa quella sera era stato il vero inizio della loro relazione. Aveva detto cose meravigliose su di lui, che era un uomo e un padre fantastico, gli aveva assicurato che i motivi di Gina di tradirlo erano del tutto infondati e che qualsiasi donna sarebbe stata fortunata ad averlo come fidanzato.

Era stato allora che l’aveva baciata e l’aveva condotta nel suo letto. Il mattino dopo si era sentito in colpa, come se l’avesse usata in un momento di vulnerabilità, ma lei aveva insistito dicendo che non le importava.

Vedendo se stesso attraverso i suoi occhi aveva cominciato a nutrire dei sentimenti per lei, ma era stato solo a Natale che aveva capito quanto si stesse innamorando. Svegliarsi e ritrovarla rannicchiata contro di lui, con lo spirito natalizio nell’aria, aveva capito di volere lei e nessun’altra.

Certo, non era mai stato tutto così semplice e c’erano volte in cui era come stare sulle montagne russe. Questo li aveva portati a prendersi un anno per solidificare la loro relazione, ma ne era valsa la pena. Lei era straordinaria e quella sera, mentre la guardava con quel piccolo sorriso che gli si formò sulle labbra, capì che un giorno si sarebbero sposati per stare insieme tutta la vita.

E non vedeva l’ora.










Angolo:
Buonasera a tutti!
Vi ringrazio come al solito per continuare a leggere e commentare. Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Ci vediamo la settimana prossima con l'ultimo capitolo!
Link originale: https://www.fanfiction.net/s/12209667/1/The-Life-We-Built

   
 
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