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Autore: ROW99    20/09/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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This is my fight song
Take back my life song
Prove I'm alright song
My power's turned on
Starting right now I'll be strong

Manabe era a terra. Si era alzato proiettandosi in avanti senza nemmeno ricordarsi della sua stampella, ed era malamente caduto.

Si tiró in piedi con la forza della disperazione e, afferrato l’oggetto, si mise a correre verso le scale dell’argine, seguito da Shindou e Tenma che avevano intuito cosa fosse successo.
-Maledetti scalini… sono troppo ripidi! -Il lilla rischiava di inciampare ad ogni passo e cadere pericolosamente all’indietro ma non gli importava, voleva raggiungere il ponte il prima possibile.

-Aspetta, appoggiati a me, ti aiuto io. -Shindou gli aveva messo una mano sulla spalla.
Manabe si aggrappó al suo collo e insieme si issarono sul parapetto dell’argine. Il ponte era molto vicino a loro, ma Shindou continuò a sorreggere il lilla. Aveva paura che l’agitazione lo spingesse a mettersi in pericolo.

-Minaho!!  -Il lilla corse sul ponte verso il ragazzo steso al suolo. -Minaho!! Rispondimi!!

Manabe si chinó sul corpo esanime dell’amico. Era coperto di graffi e lividi, e aveva le mani tagliate in più punti. Sembrava svenuto.
-Min! Min dannazione rispondimi!! Svegliati… ti prego svegliati…
Shindou e Tenma si erano avvicinati e osservavano la scena con il cuore in gola. Non avevano idea di cosa fosse successo. Perché Minaho aveva fatto a botte con quel ragazzone?

-Minaho… ti supplico… non puoi lasciarmi così dopo questa enorme cazzata!! È tutta colpa mia! È… colpa… mia!!! -Il lilla piangeva.
-N…n…non credo… non credo proprio…

L’arancione aveva aperto gli occhi. Sembrava facesse una grandissima fatica a parlare, ma sorrideva sornione!
Manabe rimase come paralizzato.
-M… Minaho…? -bisbiglió con un filo di voce.
-Sì… si… lo so… lo so come mi chiamo! -Il respiro dell’arancione era spezzato.
-Ma… Ma io ti… questa non te la faccio passare liscia!! Lo giuro!!! -Di certo era difficile prendere il lilla sul serio, a giudicare da come abbracciava piangendo l’amico che intanto era riuscito a tirarsi a sedere. Shindou e Tenma sospirarono di sollievo.

-E… e perché?… Quel… quel cretino ci… ci penserà due volte prima di avvicinarsi ancora ancora a te! -Minaho sorrideva soddisfatto dietro alla maschera di sangue che gli copriva il volto.
Manabe era sconvolto. Si sentiva responsabile.
-Ma… guarda come ti sei ridotto!! Ti avevo detto che… che non dovevi farlo!! -Il lilla continuava a piangere contro il petto dell’amico.
-Ma no… sono solo… sono solo due lividi e qualche graffio! Niente… niente di che! -L’arancione sorrideva. Il dolore era grande ma non insopportabile, era anche riuscito a normalizzare il respiro. -Su Man… smetti di piangere… va tutto bene.

Minaho o accarezzava i capelli dell’amico. Manabe intanto era completamente sconvolto. Aveva tirato fuori un fazzoletto e cercava di pulire il sangue dal volto dell’arancione, che però gli fermò la mano con delicatezza. -Non ti preoccupare… adesso vado a sciacquarmi, è solo un graffietto vedrai…
Minaho non aveva previsto che si sarebbe sentito in colpa. Sapeva di rischiare e sapeva che Manabe si sarebbe preoccupato, ma quegli occhi spaventati lo facevano soffrire più delle sue strigliate.

In quel momento faceva la sua apparizione sul ponte l’allenatore con il resto della squadra, in piena confusione e spaventati.
-Cosa… non voglio sapere cosa sia successo qui! Minaho! Che ti è successo?

La voce dell’allenatore era calma ma seria. Non sembrava arrabbiato, ma decisamente preoccupato e confuso.
-Mister… io… -Minaho non sapeva come spiegarsi, e la voce gli tremava.
-Lascia… lascia stare. Non è il caso di sforzarti ora. Manabe, portalo a casa… domani però mi aspetto che mi raccontate tutto. Vi conosco e so che se avete fatto questo ci deve essere un motivo serio e valido, ma cercate di capirmi, il mio compito è di proteggervi. -Endou li guardò serio. -Avete bisogno che qualcuno vi accompagni? Shindou! Vai con loro…
-Eh… certo! -Shindou si scosse dalla confusione dei suoi pensieri e corse vicino a Manabe.
-Bene… state attenti ragazzi. Domani vi aspetto per discutere di quello che è successo.

Manabe non era ancora riuscito a frenare le lacrime. Endou gli fece un sorriso di incoraggiamento. Sapeva che i suoi ragazzi non avrebbero mai fatto una cosa del genere se non per un motivo estremamente grave. Voleva vederci chiaro.

Rimasti soli, Manabe e Shindou aiutarono Minaho ad alzarsi in piedi. Aveva forti dolori ad un ginocchio e temeva di essersi rotto un piede.
-Appoggiati a noi Min… andiamo a casa.

I due ragazzi si misero uno a destra e uno a sinistra dell’arancione e gli fecero girare le braccia intorno alle loro spalle, sostenendolo. Procedevano estremamente piano e ad ogni passo il piede di Minaho gli lanciava fitte di dolore.
-No… così non possiamo procedere. Gli fa troppo male… Aspettami qui Manabe, torno subito. -Shindou corse a prendere il cellulare nel borsone e si appartó dietro alcuni alberi. Pochi minuti dopo ne uscì con un sorriso  -Fatto… ora dobbiamo solo aspettare.

Non erano passati nemmeno dieci minuti che una colossale limousine aveva accostato davanti a loro. Manabe era allibito.
-Uao! Questa sì che è una macchina! Da dove salta fuori Shindou? -Minaho aveva spalancato gli occhi come un bambino, dimenticandosi del dolore.
-Ecco… -Il castano era arrossito. – I miei sono molto ricchi, anche se odio che gli altri lo sappiano… sapeste quanto mi hanno preso in giro da piccolo! In passato ho avuto un rapporto difficile con loro, ma ora è andato tutto a posto… sono contenti che io mi sia fatto nuovi amici…
Manabe abbracció Shindou.

 -Sei un ragazzo speciale. Grazie.


I due ragazzi, aiutati dall’autista nella sua linda divisa di servizio, fecero stendere Minaho sul sedile posteriore della vettura. Shindou e Kirino si sedettero davanti a lui.
Il lilla teneva la mano dell’amico. -Tieni duro Min… a casa starai più comodo, ok?
Shindou disse all’autista l’indirizzo dei due amici e la macchina si mise dolcemente in moto. L’uomo stava molto attento a non prendere buche e a non fare frenate brusche. Minaho rise. Chissà che ansia, avere un ferito in auto!

Dopo dieci minuti erano arrivati. L’autista aiutò i due ragazzi a portare dentro Minaho e ad adagiarlo sul divano, quindi si inchinó e se ne andò dopo aver salutato i ragazzi. Minaho sembrava vergognarsi molto della situazione.
-Uff…. Vi dico che sto bene! -Si lamentó debolmente. In fondo gli piaceva essere al centro delle attenzioni del lilla!
Manabe sorrise e fece cenno di dargli uno schiaffone se non avesse taciuto. Shindou rise di gusto.

Manabe era sparito in bagno ed era ricomparso con una cassetta del pronto soccorso. L’aveva appoggiata sul pavimento e aveva iniziato a tirare fuori cerotti e disinfettante.
-Min… perdonami… brucerà un po’! Anche se dopo la paura che mi hai fatto prendere un po’ di dolore te lo meriteresti! -Il lilla passava un batuffolo imbevuto di disinfettante sul viso dell’amico. Per fortuna dopo averlo ripulito si erano accorti che aveva pochi graffi. Il naso non era rotto e il sangue evidentemente non doveva essere solo il suo!
L’arancione ridacchió. Era stato attento a non fare troppo male a Kitama, non voleva abbassarsi al suo livello, però aveva assetato alcune discrete “carezze”!

Minaho si accorse solo allora che Shindou si era abbandonato sulla poltrona bianco come uno straccio.
-Scusate… scusate ma il sangue mi fa troppo senso! -Il castano si lamentó amaramente.  Minaho e Manabe risero allegramente. -Non avere paura Shindou… non è niente di grave… abbiamo quasi finito!

Dopo aver ripulito per bene il volto e le mani di Minaho e aver applicato qualche cerotto sui graffi, Manabe si rivolse al castano.
-Shindou… avrei bisogno del tuo aiuto per favore! -Il lilla sorrise al castano.
-Certo… dimmi tutto… ora il sangue è sparito per fortuna! -Il castano era rosso di vergogna.
-Tieni ben ferma la gamba di Minaho… devo togliergli la scarpa e verificare che il piede non sia rotto.

Shindou ubbidí come meglio poteva. Manabe tolse la scarpa all’amico e gli tastó dolcemente il piede. Per fortuna niente di rotto. Anche il ginocchio era a posto.
-Ragazzi… ve lo aveva detto che non era niente di che… Ahia! -Minaho sorrise stringendo i denti. Il piede gli aveva dato una fitta.
-Sarà meglio che vada a prendere del ghiaccio… ringrazia che sei ferito, Min! Con la paura che mi hai fatto prendere mi ci vorranno giorni e giorni per riprendermi! -Manabe sorrideva ma l’arancione si sentì ancora più in colpa.

Dopo un’oretta Shindou decise di tornare al campo per informare i compagni e il mister dello stato di Minaho. -Per qualunque cosa chiamami Manabe… arrivo in un istante!
Il lilla abbracció Shindou. -Grazie di tutto Shin… Kirino è davvero fortunato.


Manabe era triste. Non è che fosse arrabbiato con Minaho. Sapeva che voleva solo difenderlo, ma aveva avuto così paura… il pensiero che il suo amico avesse rischiato ferite molto gravi lo faceva sentire male.
Minaho aveva notato la sofferenza dell’amico, e se ne sentiva responsabile.
-Man… Man, vieni un minuto vicino a me?
Il lilla tiró su col naso. Si mise a sedere vicino all’arancione e abbracció le ginocchia, guardando fisso nel vuoto.

-Man… mi dispiace così tanto! Io non… non volevo farti soffrire… solo che non resistevo! Non riuscivo a tollerare quello che quell’essere ti aveva fatto!
-Lo so… lo so ma… se ti perdessi non so cosa farei Min. Sei la mia ancora… la mia forza! Non fare mai più una cosa del genere a mia insaputa , ti imploro!
Minaho sospirò. -Ti giuro su mio padre che non farò mai più niente di simile. Sei troppo importante per me… troppo. D’ora in poi le cose le risolveremo insieme, ok?
-Su… su tuo… padre? -Il lilla sapeva cosa quel giuramento significasse per l’arancione.
-Su mio padre, Man, lo giuro.

Il lilla abbracció di slancio Minaho, facendolo gemere di dolore. -Grazie Min! Grazie!
-Mi… mi perdoni? – L’arancione fece due splendidi occhi da cucciolo.
-Ahimè… lo sai che sono troppo buono! -Il lilla rise. -Ti perdono...

Quella sera nessuno dei due pensò più agli avvenimenti del pomeriggio… avevano una partita a carte da finire! Niente di meglio per festeggiare un piccolo lieto fine per una giornata così movimentata!
   
 
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