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Autore: Bibismarty    19/06/2009    3 recensioni
Bill sgranò gli occhi spaventato. Una decina di bambini urlanti, con il pannolino e per niente patentati giravano nell'area bimbi dell'ospedale. Tom aveva mentito. I bambini ricchi di sgradevoli sorprese marroni c'erano e imprecò in tutte le lingue del mondo sperando di non dover ripulire quei piccoli bimbi che già ridevano e saltavano al sol vederlo vestito da pagliaccio.

Avete mai visto Bill vestito da pagliaccio, mentre fa ridere dei bambini all'ospedale? Ecco cosa potrebbe succedere se i Tokio Hotel dovessero svolgere un mese di servizio sociale come Dottor Sorriso all'ospedale. Buona lettura!

Genere: Triste, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con questa nuova fanfiction. Siate buone vi prego, ci sto mettendo tutta l'anima per questa storia. I Tokio Hotel non mi appartengono (purtroppo). Buona lettura!

Un mese da Dottor Sorriso

 

Prologo

Gli occhi lucidi di Bill avevano fissato quel vetro, senza capire, per ore.

Quel senso di amarezza sulla pelle era forte, sempre più lancinante e non dava segni di voler scomparire.

Picchiettava forte e si insinuava nelle sue vene, nella sua membra, ma non riusciva a dare nome alla sue sensazioni.

Paura? Anche quella si, benché i medici erano stati contenti dell’operazione.

Eppure un senso di angoscia si faceva strada in lui, percorrendo i suoi muscoli, schiacciandoli lasciandolo senza energia.

Nel silenzio e nel buio del corridoio squillò un cellulare e fu come se tutto l’ospedale si accendesse di una nuova speranza, l’avevano trovato.

 

 

 

Due occhi color nocciola stavano fissando un altro paio di occhi impenetrabili.

La chioma nera di Bill si mosse impercettibilmente. –È necessario?-

Gli occhi di David luccicarono. –Certo. Mi è stato chiesto espressamente la vostra presenza per fare pubblicità all’organizzazione-

-Ma non siamo pagliacci!- arrancò Tom in cerca di una scusa.

Gustav a braccia conserte osservava pensieroso David. –E quanto dura?-

-Circa un mese. Sentite, questo lancio per il sociale farà parlare i mass media e sarete su tutti i giornali. Rifiutate e finirete comunque sul giornale, ma come ragazzini privi di interesse per gli altri-

-Il fatto è che comunque ci sarà gente che crederà che questa scelta è frutto di una campagna pubblicitaria per noi, e non avrebbero tutti i torti- ammise Georg.

David scrollò la testa. –È stata l’organizzazione che ci ha chiesto di trovare qualcuno che potesse far pubblicità alla loro iniziativa e io ho deciso VOI-

Bill guardò i suoi compagni, tutti erano ormai arresi.

-Ok- gemette verso David. –Faremo questa cosa, ma se ci troviamo male…-

David fu troppo felice della decisione, che non ascoltò nemmeno il discorso di Bill e uscì dalla stanza euforico.

Tom sbarrò gli occhi. -Ci ha fregati in pieno!-

Bill guardò la scrivania di David. –Beh possiamo sempre fargliela pagare-

Gustav gli diede una pacca sulla schiena. –Rassegnati Bill, mica vuoi uccidere dei bambini per salvarti te!-

-Ma secondo voi io starei bene con il naso rosso?- domandò Georg, pensieroso.

-Saresti bello come il culo della padella, Georgino- ironizzò Tom, poco allegro.

-Cioè??-

Bill ridacchiò sotto i baffi. –Lascia stare. Sono solo fantasie di Tom-

E gustav scoppiò in una risata tra l’ilarità e la disperazione, non sapendo se rideva più per non piangere o rideva perché davvero voleva ridere.

 

Gli occhi di Bill stavano consumando avidamente una coppetta di gelato, tenuta stretta nelle mani del suo proprietario.

-Ne voglio una anche io,Tomi!- piagnucolò a braccia incrociate.

Tom lo fissò. –E perché non alzi il tuo bel sederino per andare a prendertelo? Ok va bene, va bene- rispose rassegnato alla vista degli occhioni dolci di Bill.

Tornò al tavolo con due coppe giganti di gelato e ne posò una davanti a se e una davanti a Bill.

Mentre stavano mangiando il buonissimo gelato, arrivò una domanda da parte di Bill.

-Tomi, ma secondo te dobbiamo pulire pannolini?- chiese rabbrividendo nel fare la domanda.

-No, sono più grandi questi bambini e dobbiamo solo farli ridere. Ci vestiamo da pagliacci e facciamo cose sceme- rispose, liberando sulle labbra un tenero sorriso.

Bill saltellò allegro sulla sedia. –Che bello, Tomi! Sarà divertente!-

Gli occhi di Tom si chiusero a due fessure e guardò torvo Bill. –Ma non eri contro questa “cosa”?-

-Ohhhh, nooooo. Io adoro i bambini- affermò con un sorriso grande come una casa.

Tom cominciò a pensare che Bill temeva solo i pannolini. Mentre lui, con i bimbi non ci sapeva proprio fare.

-E se scoprono chi siamo?- continuò con l’interrogatorio.

-Impossibile Bill, perché avremo la faccia ricoperta di trucco!-

Bill rimase senza respiro. –Cosa?-

-La faccia sarà tutta bianca e la bocca rossa e il naso rosso e i capelli verdi!-

Il suo gemello stava quasi per svenire.

-Stavo scherzando! Avremmo un cappello per cui non dobbiamo tingerci i capelli-

Bill rinvenne lentamente. –E metteremo quelle scarpe enormi?-

Tom annuì, finendo il suo gelato. Il cucchiaio grattò il fondo e Tom spinse la coppetta verso il centro del tavolo.

-Potrebbe piacermi, Tomi-

-Potrebbe essere, nella vita non si sa mai-

-Da quando fai questi discorsi, Tomi?

-Da quando convivo con la tua imprevedibilità, Bill-

Bill lo fissò indispettito.

Tom ridacchiò e insieme si allontanarono verso casa, la loro dolce casa.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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