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Autore: deborahdonato4    21/09/2017    0 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Will sedeva nel suo ufficio, scarabocchiando distratto su un foglio. Notò di aver scritto il nome di Marcelus, di Bruno, di Angel, di Steve, di Leo e il proprio. Erano tutti collegati tra di loro.

Will cancellò i nomi con un segno deciso della biro nera, e lanciò il foglietto nel cestino, facendo canestro. Si prese la testa tra le mani, mentre vecchi ricordi che aveva provato ad eliminare tornavano con prepotenza.

Marcelus che gli giurava che gliel'avrebbe fatta pagare... Marcelus che lo colpiva e poi lo stuprava... Marcelus che lo derideva... E poi Leo. Leo che uccideva Marcelus per quello che gli aveva fatto, Angel che inventava un piano per nascondere tutto quanto, Steve che lasciava Angel per questo.

E ora... Come faceva Bruno a sapere di questa storia? Non poteva aver avvelenato Leo per un lavoro fatto male in fucina. Doveva aver scoperto che suo fratello era stato ucciso da Leo Valdez.

Ma chi poteva averglielo detto?

Nate lo sapeva, almeno dello stupro, e aveva giurato di non dirlo ad anima viva, e Will si fidava ciecamente di lui. E Angel era troppo lontano per spifferare tutto, e anche di lui Will si fidava. Angel aveva pagato un prezzo alto per aver salvato Leo, quel giorno. Anche Hazel lo sapeva, ma aveva giurato sullo Stige che non avrebbe mai tradito quel segreto.

Leo se l'era tenuto per sé, e così anche Steve. Anche se aveva odiato Angel per quelle menzogne, Steve non avrebbe messo a rischio la vita del proprio fratello.

Ecco chi sapeva quel segreto, il segreto suo e di Leo. Si fidava di loro, e sapeva che non lo avrebbero mai tradito.
 

Quando raggiunse Calipso, Will rimase a guardarla per qualche secondo prima di schiarirsi la gola. E se Leo ne aveva parlato con lei? E se fosse stata lei a dirlo al figlio di Ares?

«Lou Ellen sarà qui a minuti con l'antidoto.» le disse, e Calipso annuì. Non teneva più la mano di Leo, ma questo perché il figlio di Efesto si faceva sempre più bollente. Doveva solo aspettare un altro po'.

Will rimase in piedi, con le mani infilate nel camice, gli occhi fissi su Leo. Gli mancava molto. Quello che c'era stato tra di loro era magico, e Will a volte si chiedeva se la loro relazione avrebbe continuato per altri mesi, per anni addirittura. Fino alla sua morte. Riusciva quasi a sentire l'orologio ticchettare i secondi che lo avvicinavano alla morte ogni giorni di più.

«Hai scoperto chi l'ha avvelenato?» domandò Calipso, lanciandogli un'occhiata, distogliendolo dai suoi pensieri.

«Ci sto ancora lavorando.» mentì Will. Non gli sembrava il caso che Calipso lo sapesse. Voleva trovare lui Bruno Morgan.

Calipso annuì, e Will si chiese a cosa stesse pensando. Probabilmente pensava che lui, il mitico dottor Solace, non sapeva fare nulla.

Dopo qualche minuto di silenzio, Will si avvicinò al suo ex fidanzato e cominciò a tastargli le braccia e la fronte. Il calore che emanava era insopportabile da vicino, ed era piuttosto rigido. Gli piegò un braccio, con l'orribile pensiero che l'avrebbe sentito rompersi da un momento all'altro.

«Eccomi!»

Will alzò gli occhi mentre Calipso sussultava. Lou Ellen arrivò, tenendo in mano una boccetta dal liquido rosso.

«Sei stata veloce.» notò Will, prendendo la boccetta e aprendola. Un forte odore di rose gli fece venire un conato, ma si morse la lingua per nasconderlo.

«Mi hanno aiutato. Dovresti dargliene un po' adesso, e un po' dopo che si è svegliato.»

«Lo farò. Grazie, Lou...»

«No, non devi ringraziarmi.» Lou gli diede un bacio sulla guancia, e lasciò la stanza, completamente ignorando Calipso.

«È sicuro?» domandò lei, quando la figlia di Ecate fu fuori dall'infermeria, mentre Will prendeva una siringa dal cassetto più vicino.

«Certo che è sicura.»

Quando ebbe finito con la siringa, Will si avvicinò al braccio di Leo. Gli fece l'iniezione poco più sotto della A di James.

«Dov'è Jam?» domandò Will, togliendo la siringa ormai vuota e buttandola. Il corpo di Leo iniziò a raffreddarsi.

«Con i suoi amici.» disse Cal, prendendo la mano di Leo nella sua, guardandogli il volto, forse aspettandosi che si svegliasse all'istante.

Will fu sul punto di dirle che poteva andare dal figlio, mentre lui si sarebbe occupato di Leo, ma come a leggergli nel pensiero Cal mormorò: «Non ti lascio solo con lui.»

Si chiese se stesse parlando con lui o con Leo.

«Perché no?» domandò Will, mettendo un cerotto sul braccio del figlio di Efesto.

Il tono di Calipso fu tranquillo mentre alzava gli occhi per guardarlo. «Perché magari provi a stuprarlo di nuovo.»

Will ricambiò l'occhiata, sentendosi scaldare. Come se il calore di Leo fosse passato a lui durante l'iniezione.

«Senti, queste non sono cose che ti riguardano...»

«Invece sì.» Calipso lo fissò torva. «Lui è il mio ragazzo. Il mio, non il tuo.»

«Non ho intenzione di toccartelo.»

«Da come ti sei comportato oggi, non si direbbe.»

Will la guardò basito. «Stai scherzando? Sono un dottore!»

«Ho visto il modo in cui lo guardavi.»

«E allora?! È stato avvelenato, e sì, sono il suo ex, e mi importa di lui. Non voglio mica che crepa.»

«Lui non può crepare, è immortale.»

«Non è un buon motivo per non preoccuparsi della sua salute.»

I due si fissarono in cagnesco, poi Will spostò lo sguardo, cercando di calmarsi. Voleva correre via da quel lettino, da quella stanza, da Calipso, ma non poteva lasciare Leo alle cure della ragazza, o nelle mani di uno dei suoi fratelli. Voleva essere lui a dargli la seconda dose di antidoto.

Chiuse gli occhi, cercando di schiarire le idee. Forse quello che aveva provato per lui in passato non lo stava facendo comportare da bravo medico. Forse doveva lasciarlo alle cure di uno dei suoi fratelli, e andarsene a dormire. La giornata era stata lunga, e sentiva che poteva addormentarsi da un momento all'altro.

«Comunque, grazie per essere stato il suo passatempo.»

Will sussultò leggermente e riaprì gli occhi. La ninfa stava gongolando, gli occhi puntati sul suo volto. Will si conficcò le unghie nei palmi, mentre un leggero rossore gli copriva gli zigomi.

«Cosa hai detto?» chiese, cercando di non urlare.

«Ho detto che ti ringrazio per essere stato il suo passatempo. Immagino che stare con un uomo fosse uno dei suoi segreti nascosti, e ha trovato te pronto a soddisfare i suoi bisogni, ad occupargli la mente, ad intrattenerlo.»

«Intrattenerlo prima del tuo ritorno, ex drogata?» domandò calmo Will, cercando di trattenere i pensieri urlanti nella sua testa.

«Già, esatto. Io sarei tornata da lui.»

«Se non ti avessi fatta disintossicare, lui te lo saresti dimenticata da un pezzo.»

«Ma per fortuna c'eri tu, no? Non hai esitato nel prenderti cura di me, dal farmi disintossicare, e farmi tornare al mio posto, ovvero al fianco di Leo.»

«Leo si è rimesso con te solo perché sei la madre di suo figlio, e perché vuole dare al bambino una famiglia normale.»

«Lui mi ama.»

«Leo ama suo figlio, e per lui farebbe qualsiasi cosa. Anche tornare con una troia come te.»

Calipso lo fulminò con lo sguardo. «Sai che ho ragione, quindi provi ad offendermi?»

«Non hai ragione. Leo non si è messo con me per passatempo. Riuscivo a capirlo, lo apprezzavo, mi amava.»

«Ti amava. E hai dovuto rovinare tutto perché sei un coglione.»

Will si passò le dita tra i capelli, stanco. «Almeno non sono una troia ex tossica.»

«Ancora troia, mi ha stancato questo insulto.»

Will la guardò. «Cosa stai facendo?»

«Ti sto insultando.»

«Non intendo con me. Intendo con Leo. Se lo ami veramente, dovresti andartene, e lasciarlo da solo.»

Calipso aggrottò la fronte. «Stai scherzando?»

«No. Lui non merita una ragazza come te. Ti ha liberato da Ogigia, e per ringraziarlo non hai fatto altro che ricordargli che ti aveva rovinato la vita con un figlio, che ti aveva rinchiuso in un'altra prigione. Non ti sei mai occupata di vostro figlio, ti sei dimenticata le sue feste di compleanno, preferivi farti, e non ti sei mai accorta della fortuna che avevi. Un bambino incredibile, e un fidanzato che ti amava con tutto sé stesso.»

«Lui mi ama ancora.»

«Può darsi, ma avrà sempre la paura che tu possa abbandonarti di nuovo alle droghe, o che tu possa mancare alle feste di Jam, o hai tuoi doveri di madre. Ora Jam è più grande, lui ricorderà tutto quello che fai, e che non farai.»

«Sei geloso.»

«Forse. Perché tu non capisci l'importanza di quello che hai, mentre io inventerei una macchina del tempo per riavere Leo.»

«Per riavere Leo e mio figlio.» sottolineò Calipso.

«Di sicuro non lo rivoglio perché è tuo figlio, ma perché è figlio di Leo, ed è adorabile.»

«Naturalmente.»

Will si avvicinò a Leo, controllandogli le pulsazioni. Era tornato ad avere una temperatura corporea normale. Gli controllò le pupille, e la ferita al petto. I punti tenevano, e non c'era segno di infezione. L'antidoto stava agendo.

Calipso scrutò il volto piuttosto sereno di Will. Sebbene lo detestasse, sebbene odiasse ogni volta che si rivolgeva a lei o a Leo, gli era riconoscente. Si era preso cura di Jam come lei non era mai riuscita a fare, e aveva dato a Leo tutto l'amore di cui aveva bisogno. Forse sarebbero potuti diventare amici, ma il figlio di Apollo era ancora visibilmente innamorato di Leo. Non poteva essere amica di qualcuno che la odiava perché occupava il posto più ampio nel cuore di Leo.

«Prenditi cura di Leo e di James.» mormorò Will, alzando gli occhi celesti e incrociando quelli a mandorla della ninfa. «Trattali meglio di quanto tratteresti chiunque. Se lo lascerai, se lo farai soffrire, non mi farò problemi a riprendere il tuo posto.»

Calipso deglutì. Quegli occhi stavano cercando di lacerarla dentro. Annuì, spostando lo sguardo su Leo, sapendo che doveva tenerlo stretto.

Will versò l'antidoto in un bicchiere, e attese che Leo si svegliò, con le braccia incrociate al petto, lo sguardo stanco, le labbra strette. Calipso rimase in silenzio, giocherellando con un braccialetto, e fu sul punto di porgergli una domanda quando Leo iniziò a tossire.

Will lo aiutò a mettersi seduto, e Leo si passò le dita sul volto, il corpo scosso dalla tosse che gli bruciava la gola. Mise a fuoco Calipso, e la figura rassicurante di Will.

«Bevi questo.» disse il dottore, portandogli alle labbra un bicchiere. Leo annuì, stringendo la mano fredda posata sulla sua. Il liquido che gli riempì la bocca aveva un sapore troppo dolciastro, ma si costrinse a mandarlo giù. Era caldo, e il torpore che gli risalì nelle vene era piacevole.

Quando il bicchiere fu vuoto, Will lo portò via, e Leo si passò le dita sulle labbra. Il liquido che aveva bevuto era rosso, meno intenso del sangue, e l'odore di fiori alleggiava nella piccola stanza ottenuta con delle tende azzurre.

«Come ti senti?» domandò Calipso, accarezzandogli il palmo della mano, e Leo si accorse che la mano fosse la sua.

«Sto bene.» annuì Leo, perplesso, e subito gli tornò alla mente Festus che lo colpiva, e lo svenimento tra le braccia di Chris. «Quanto ho dormito?»

«Circa dodici ore.» disse Will, raggiungendolo.

«Sei stato avvelenato.» aggiunse Calipso, scrutandolo.

«No... Festus...»

«Gli artigli di Festus erano avvelenati.» mormorò Will, passandosi una mano all'indietro tra i capelli. Leo notò le occhiaie, il pallore, e gli tornò alla mente il gran trambusto in infermeria di quel giorno.

«Chi è stato..?» Aveva la voce arrochita dal sonno, ma ora la gola non gli doleva più.

«Non lo sappiamo ancora.» disse Calipso, prima di Will. Nessuno dei due si accorse che il dottore aveva esitato tenendo la bocca chiusa.

«James.» mormorò Leo, strizzando gli occhi. «Poteva essere con me.»

«Ma non è andata così, fortunatamente. James è con Travis e Lily. Sta benissimo.» Calipso sorrise dolcemente, accarezzandogli i capelli, e Leo si rilassò. La rabbia per la sorte di James sarebbe arrivata più tardi, ora era veramente stanco.

«Ho sonno.» mormorò Leo, guardando Will quasi timidamente. «È normale?»

«Normalissimo. Gli antidoti danno sempre un po' di sonnolenza. Devi restare qui a dormire, e se dovessi usare il bagno, non preoccuparti per l'urina di un altro colore.»

Leo annuì senza fare domande, e chiese di poter andare al bagno. Calipso e Will lo aiutarono a scendere dal letto, e Will chiamò suo fratello Wayne per accompagnarlo al bagno.

Mentre aspettavano Leo fuori dalla porta, Will e Calipso rimasero in silenzio, uno scribacchiando sulla cartella di Leo, l'altra fissandosi le unghie in silenzio.

Wayne portò Leo fino al letto, prima di tornare alle sue occupazione.

«Torno in cabina.» disse Will, mentre Calipso sistemava le coperte affosso a Leo. «Calipso, chiedi a Wayne di portarti un letto.»

«Dormirò con Leo.» disse la ragazza, stringendosi nel letto con il fidanzato, che le posò una mano sul braccio.

«Buonanotte.» aggiunse Will, senza perdere altro tempo, mentre quel gesto dolce non faceva altro che fargli male. Almeno Leo stava bene... anche se tra le braccia di Calipso.
 

Uscito dall'infermeria, la boccata d'aria fresca gli ridiede vigore, e puntò lo sguardo verso la cabina 5. Will scoprì di non avere più sonno.

   
 
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