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Autore: Inquisitor95    21/09/2017    0 recensioni
Endymion è un continente vasto, da poco uscito dal terribile dominio degli elfi. Ma finalmente gli umani vedono la luce in quella che si prospetta l'Era della Gloria e sono tornati a dominare i loro castelli e le loro terre com'era prima; saranno davvero finite le sofferenze? Il continente si adatterà alle nuove condizioni politiche o finirà distrutto dal gioco delle Casate? A tramare dietro questo pericoloso gioco, c'è una setta di maghi che minaccia l'ordine con il caos.
Vivere o morire. Questa è la costante scelta che i tre protagonisti saranno obbligati a compiere passo dopo passo. Il fuoco dilaga, combatterai o brucerai con esso?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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{Kari}

2.

Città della neve

 

Kari aprì gli occhi ritrovandosi nella sua stanza, non si preoccupò di osservare il cielo fuori dalla finestra per capire che ore fossero, non avrebbe trovato comunque il sole visto che il cielo era coperto da nuvole anche in quelle giornate estive. La ragazza si alzò comunque dal proprio letto ricoperta dalle morbide lenzuola e una lunga veste da notte di cotone, poggiando i piedi per terra incontrò il freddo pavimento di pietra rabbrividendo.

« Mia signora, buongiorno. » disse una donna anziana entrando nella stanza attraverso la porta di legno, Kari si voltò verso la propria curatrice, nonostante fosse ormai diciottenne, aveva ancora a disposizione le cure di Amberol che per molto tempo si era occupata di lei come dei suoi fratelli prima ancora. « Avete dormito bene? » chiese la donna spostandosi verso la finestra.

Era sua intenzione chiuderla ma Kari la fermò prima che potesse farlo. « Non chiuderla, voglio assaporare l’aria del mattino. » disse mettendosi quindi in piedi e spostandosi vicino la finestra, inspirò così tanta aria da riempirsi i polmoni per poi rilassarsi.

Alla vista della ragazza, apparì la grande cittadina: Bosco Ombroso era da sempre una città molto fredda, questo a causa della sua vicinanza con la Tundra Innevata, una vasta terra ricoperta da neve e ghiaccio per miglia e miglia. D’altronde era normale visto quando la città fosse situata a nord, a centinaia di miglia della capitale Altura Silente. Il cielo era spesso grigio e tetro, le nevicate facevano coprire i tetti delle abitazioni sottostanti con alti strati di neve e trasformavano la città in una distasa di bianco.

Durante l’estate però non nevicava, l’aria era gelida ma a Kari piaceva di più il periodo invernale. « Vi prenderete un malanno se non chiudo la finestra, mia signora. » insistette la curatrice di Kari, la ragazza fu costretta a spostarsi così che la donna chiudesse le ante.

Entrambe poi si spostarono verso lo specchio del boudoir situato in un angolo della stanza, Kari si sedette e lasciò che le venissero spazzolati i lunghi capelli neri. La ragazza osservò il contorno dei propri occhi azzurri e notò un velo di occhiaie.

In effetti non aveva dormito molto bene, era preoccupata: in quanto Lord di Bosco Ombroso, suo padre, Sten della Casa Caelum aveva dovuto presenziare un importante incontro in un'altra città e aveva portato con sé il figlio maggiore, Valdis.

La Casa Caelum era una delle più antiche che avesse mai calpestato la terra di Endymion, le sue origini risalivano all’Era dell’Oscurità quando i maghi persero il controllo sulla magia ed evocarono dei potentissimi spiriti conosciuti come Cavalieri Neri. Fu una delle epoche più brutte e oscure che il mondo potesse vedere, ma grazie alla casata era stato possibile raggiungere la vittoria.

I primi fondatori della casata si stabilirono infine nelle terre del nord e fondarono Bosco Ombroso vicino la grande Foresta Silvestre, da più di cinquemila anni Casa Caelum era sempre stata la più rispettata e la più giusta, lasciando spazio all’onore ma non prima del sangue, il motto della famiglia era di fatti “Il sangue prima del sole” a significare che gli affetti e gli amori sono tutto.

Kari conosceva bene cosa significasse il motto della propria casata, era nata in una famiglia numerosa e questo rendeva ogni momento passato insieme unico e speciale, permettendo anche di rafforzare il legame col proprio gemello Synder, entrambi secondogeniti di Sten Caelum ed Helga Grimalder, lontana cugina dei sovrani di Altura Silente.

Il fratello più grande era Valdis, maggiore di cinque anni ed era il primogenito nonché erede di Bosco Ombroso, seguivano Kari e Synder e infine c’era il più piccolo, Haydu di tredici anni. Come quasi ogni altro abitante delle terre del nord, i Caelum avevano singolari tratti distintivi: capelli neri come la pece e brillanti, occhi azzurri e freddi come il ghiaccio e una tonalità di pelle simile all’alabastro. Spesso in giro si sentiva dire che i Caelum discendessero da potenti spiriti o che fossero in realtà fantasmi, ma erano solo dicerie, nessuno di loro aveva mai avuto a che fare con la magia per quanto se ne sapesse.

« Siete bellissima, mia signora. Ora è tempo di andare. » disse la donna facendole un largo sorriso dopo che le aveva fatto il bagno e le aveva fatto indossare un vestito violaceo, Kari era una delle ragazze più belle dell’intera Bosco Ombroso, aveva ereditato la sua bellezza dalla madre che proveniva dal sud. Ciò la rendeva un partito molto desiderato, ma il suo matrimonio era già stato combinato con il futuro Lord di una casata non lontana.

« Grazie, Amberol. » disse lei gentilmente, era stata truccava e i lunghi capelli erano stati raccolti in una treccia che le arrivavano poco più sopra del bacino.

Come ogni mattina, come ogni volta che usciva dalla propria stanza, trovò ad aspettarla Aedan, la sua fedele guardia del corpo. Il ragazzo aveva la stessa età del fratello maggiore e aveva dimostrato il proprio valore già molto tempo prima a Sten Caelum.

Quando Kari uscì dalla stanza lui si rivolse a lei, chinò il viso facendo un leggero inchino portandosi il pugno sinistro alla spalla destra in modo rispettoso; la giovane lady osservò quindi il cavaliere: lunghi capelli dorati adornavano il viso del ragazzo che proveniva, come la madre proveniva da Altura Silente, gli occhi verdi dal taglio deciso e tratti marcati, possenti come il suo fisico.

« Buongiorno, mia signora. » disse Aedan con tono solenne, la sua voce era molto calda, non c’erano molte voci come quella in giro, in parte le ricordava molto quella di Valdis, il fratello maggiore. Ma aveva quel tocco straniero che lo rendeva interessante.

« Buongiorno a te, Aedan. » disse lei, si  incamminò quindi lungo il corridoio del castello con la guardia subito dietro di lei come fosse un’ombra lasciando quindi la vecchia Amberol nella stanza.

Ogni figlio dei Caelum aveva una propria guardia del corpo, non che avessero nemici all’interno delle loro terre, i Caelum erano da sempre amati e rispettati per la loro gentilezza, questo perché il loro motto non si soffermava solo alla famiglia reale della casata, il popolo stesso era la famiglia.

Kari e Aedan si spostarono lungo il corridoio superando le finestre coperte da un lungo arazzo che arrivava a strisciare al pavimento, svoltarono l’angolo restando in silenzio finché la giovane non si fermò davanti la porta della stanza del fratello gemello, dove si trovava un altro cavaliere.

A guardia di Synder c’era Ingrid; affascinante sotto ogni aspetto, stava chiusa nella propria corazza di cuoio mostrando la fluente acconciatura rosso fuoco, guardò la lady avvicinarsi con i suoi occhi castani e fece un inchino molto elegante, Kari la invidiava molto per la sua delicatezza in ogni movimento anche se aveva quell’aspetto e quelle movenze che solo un soldato aveva.

« Mio fratello Synder non è ancora pronto? » chiese Kari, Ingrid non ebbe il tempo di rispondere che la porta si aprì e da essa ne uscì il proprio fratello gemello.

Uguali in tutto, a partire dai classici e distintivi tratti di famiglia fino al fisico, lui e Kari erano alti e magri, ma comunque allenati e tonici per via degli allenamenti, mentre Synder sottostava agli allenamenti che il loro padre degnava solo ai figli maschi, Kari aveva chiesto ad Aedan stesso di tenerla in allenamento correndo e facendole praticare la meditazione affinché restasse sempre concentrata. Non che ne avrebbe potuto avere bisogno, ma Kari aveva da sempre un’inclinazione allo sport.

« Avrebbe dovuto svegliarsi all’alba ma si è riaddormentato! » disse Ingrid rispondendo a Kari e parlando con sincerità, il rapporto che si era stabilito in anni di servizio presso la loro famiglia li aveva resi molto più che semplici guardie del corpo, Aedan e Ingrid così come gli altri erano amici della famiglia.

« Non sgridarmi anche tu. Ci ha già pensato la vecchia Amberol. » disse in risposta Synder usando un tono infastidito e chiaramente assonnato. Aveva già indossato la propria veste signorile che richiamava i colori del loro stemma, una spada argentata su sfondo violaceo simile al colore delle prugne.

Il viola era un colore molto importante che fin dalla creazione dello stemma era stato importante per il primo Caelum che aveva chiamato la spada come la moglie, Viola. Ecco perché il simbolo stesso era una spada, l’argento invece rappresentava la neve e il freddo gelido del nord. Questo faceva riflettere sulla perennità dei ghiacci che in almeno cinquemila anni persistevano.

« Sei un idiota! » disse Kari dando un colpo sulla spalla del fratello gemello, quello rimase di sasso e fu quello il segnale che faceva iniziare il gioco: Kari girò sui tacchi e cominciò a correre inseguita da Synder che la voleva colpire a sua volta, sia Aedan che Ingrid fecero un sospiro e si scambiarono uno sguardo, era abitudine che i due gemelli Caelum giocassero in quel modo, quindi si gettarono all’inseguimento dei loro protetti per fermarli.

Kari si dovette tenere la gonna dell’abito leggermente sollevata per impedire di cadere inciampando, Synder invece si poteva muovere con più libertà indossando una giacca e un pantalone, tuttavia la sorella era più agile grazie alle corse fatte insieme ad Aedan, ma non era all’altezza del fratello Valdis che era anche conosciuto come “Signore della Guerra” per la sua forza e maestria, non per niente guidava lui stesso l’esercito di Bosco Ombroso.

Quando i due gemelli si fermarono fu solo grazie alle loro guardie del corpo che dovette separarli in pieno litigio nell’androne principale subito dopo aver sceso le scale, i due fratelli fecero una leggera risata intervallata dai respiri pesanti.

« Sono più veloce di te! Ti sei fatto battere da una femmina. » disse Kari vantandosi col proprio fratello, quello cercò di divincolarsi dalle braccia di Ingrid che lo abbracciavano del tutto per tenerlo fermo, stessa cosa faceva Aedan con la sua lady.

« Non dovreste correre, sapete bene che se Lady Helga vi vedesse vi rimproverebbe. » disse Aedan sussurrandolo nell’orecchio di Kari, la ragazza si calmò ascoltando le parole del cavaliere che purtroppo aveva ragione: Lady Helga avrebbe detto che “i Lord non corrono, solo i cani e i cinghiali lo fanno” così come era già successo altre volte prima di quella.

Sia Kari che Synder decisero quindi di sistemarsi ed entrambi camminarono fianco a fianco spostandosi verso la sala grande nel quale avrebbero fatto colazione. Erano certi che sarebbero stati da soli visto che la madre e il fratello minore erano già svegli ed erano fuori dal castello. I quattro attraversarono la porta della sala dove si trovava un largo e robusto tavolo di legno con  alcune sedie intorno.

La loro colazione era già pronta ad aspettarli: latte riscaldato e cereali, pane morbido e delle marmellate fatte la mattina stessa. C’era anche un cesto di frutta al centro del tavolo e naturalmente le posate per poter mangiare ogni cosa singolarmente.

« Stanotte non ho proprio chiuso occhio. » disse Synder sedendosi con le spalle rivolte alle larghe finestre, a differenza dei corridoi, la sala da pranzo aveva le tende completamente tirate affinché tutta la luce esterna potesse entrare.

Kari sobbalzò alle parole del fratello gemello. « Anch’io non sono riuscita a dormire bene, pensavo di essere la sola. » disse lei cominciando a spalmare di marmellata le proprie fette di pane.

Alzò lo sguardo, anche lei era seduta con le spalle alle finestre e poco distanti da loro si erano fermati Ingrid e Aedan. Il cavaliere scambiò uno sguardo con la lady facendole un cenno d’intesa, ovviamente lei non lo aveva informato della cosa ma lui era ben disposto ad accettare il fatto che l’avesse tenuto segreto.

Tra Aedan e Kari c’era molta intesa, molto più di quella che ci sarebbe stata tra chiunque altro, non era solo la guardia del corpo, Aedan era un confidente e un amico e non mancava mai di dire la sua riguardo le preoccupazioni della lady. Kari ricordava bene di averlo visto dai primi anni in cui era al castello, allenandosi tra le reclute e dimostrando di essere uno dei più validi. Suo padre non lo avrebbe mai messe a difesa dell’unica figlia femmina se non lo avesse ritenuto all’altezza del compito.

Spesso Kari aveva notato una dolcezza particolare nei suoi confronti, non sapeva nulla della famiglia di Aedan ma era sicura che fosse figlio unico, magari lui la vedeva come la sorella minora da proteggere anche se Synder non era dello stesso parere. Il fratello gemello si avvicinò alla sorella per sussurrarle qualcosa.

« Non hai mai la sensazione che Aedan ci provi con te? Voglio dire, io trovo Ingrid molto sensuale, abbiamo la stessa età e non ci sarebbe male nel raggiungere un po’ di intimità. » disse in tono scherzoso, Kari capì lo scherzo a proprio per quel motivo gli diede un altro colpo sulla spalla facendo traballare il latte nella tazza che stringeva nella mano.

« Non è da te fare certi discorsi, Aedan è il mio cavaliere, è ovvio che lui abbia sempre un occhio di riguardo nei miei confronti, così come Ingrid ti tiene d’occhio, non credere che tutto sia diverso. » disse lei rispondendogli con finta freddezza; non era chiaro neanche a lei cosa potesse sembrare, di certo agli occhi esterni era chiaro come Aedan vivesse per servirla e proteggerla ad ogni costo mentre lei provava una profondissima stima nei suoi confronti.

« Lo chiedo direttamente a lui? » disse Synder in tono di sfida, Kari non pensava che lui l’avrebbe realmente fatto ma dall’espressione che aveva assunto non era più tanto sicura. Quando il fratello si voltò verso Aedan sentì un sussulto al cuore.

« Aedan, non trovi che mia sorella sia splendida oggi? » disse Synder con un largo sorriso tra le labbra, Kari gli tirò una gomitata al fianco e quello sobbalzò per il dolore, seguirono le risate di entrambi i fratelli ma il cavaliere rispose nonostante lo scherzo.

« Trovo che sia ogni giorno che passa sempre più bella del precedente, mio signore. » disse lui tenendo gli occhi fissi su Kari, la ragazza ricambiò lo sguardo della guardia imbarazzata visto che non si aspettava una risposta così tranquilla.

Synder sbuffò compiaciuto della risposta che era stata data. « Ignoralo, Aedan. Mio fratello è ancora un bambino, non è vero Ingrid? Tu che lo sorvegli notte e giorno confermerai. » dissi Kari cercando di spezzare la tensione che la risposta di Aedan aveva creato, si sentiva molto a disagio.

La guardia di Synder fece un mezzo sorriso. « Direi che spesso e volentieri lo sei, mio signore. » disse lei in risposta, a quel punto Synder si rese conto di avere tutti contro nel suo stesso scherzo ma non aggiunge ulteriore parole all’argomento.

« Credo che oggi andrò in città. Ho voglia di assaporare questa bellissima giornata, vieni con me, Synder? » chiese Kari quando terminò la colazione, si alzò dal proprio posto spostandosi verso Aedan che era già pronto a seguirla come un’ombra.

Il ragazzo scosse il viso. « Devo incontrarmi col maestro di spade, oggi mi tocca l’allenamento, cara sorella. Ti lascio comunque in buona compagnia. » disse nuovamente riferendosi ad Aedan; Kari non fece caso a quello che aveva detto e con un cenno alla propria guardia si congedarono insieme.

Adesso che restavano da soli Kari si sentiva più a suo agio. « Perdona Synder, lo sai com’è. Gli piace scherzare. » disse lei mentre percorreva l’androne principale e camminando verso la porta del castello che l’avrebbe condotta all’esterno.

« Nessun problema, mia signora. » disse in risposta il cavaliere, le camminava a distanza di meno di un metro restando indietro di pochi passi. « Vi ho vista imbarazzata però, mi dispiace che vi siate sentita a disagio. » disse lui continuando.

Nuovamente Kari si sentì in difficoltà, non era brava a mentire, non poteva nascondere l’imbarazzo causato dal fratello perciò strinse le labbra amareggiata. « Io e mio fratello ci vogliamo bene anche se non lo diamo a vedere, non era sua intenzione farlo. Se è questo che ti stai chiedendo. »

Aedan fece spallucce senza smettere di guardare in avanti. « Non giudico il mio signore, tuttavia non credo che per voi dovrebbe essere motivo di imbarazzo essere bella. »

Kari non era come le altre lady, si imbarazzava quando gli veniva detto che era bellissima. « Sei gentile. » si limitò a dire, davanti loro c’era il grande portone di massiccio legno al quale erano di guardia alcuni uomini che indossavano la stessa corazza di cuoio di Aedan e degli altri cavalieri personali.

Il ragazzo fece loro un cenno che annuirono a loro volta, alzarono le braccia e le porte si aprirono lentamente mosse dal meccanismo in alto nelle torri, Kari poté ritrovarsi nella scalinata di pietra che la condusse direttamente nel cortile dove si trovava la guarnigione del padre, molti soldati erano semplicemente a riposo, altri invece si allenavano in un angolo, altri camminavano.

A Kari era sempre piaciuto quell’aria di serenità e tranquillità, le guardie la facevano sentire davvero protetta, ma più di una volta li aveva invidiati con tutta se stessa: quegli uomini sapevano usare spade, giavellotti e lance, scudi e balestre. Sapevano come uccidere un uomo in combattimento mentre lei non era pronta.

Essendo la figlia femmina era destinata a ben altre attenzioni, l’arte della danza, del cucito e cosa al quale Kari non era interessata. Strinse i pugni giunti in grembo mentre osservava i soldati lottare.

« Qualcosa ti turba, mia signora? » chiese Aedan quando si accorse dello sguardo truce che aveva indossato la ragazza, Aedan l’aveva chiamata con distacco in quanto erano circondati dai soldati.

« No, Aedan. Solo stupidi pensieri. » disse lei in risposta, non ne aveva parlato con nessuno della sua voglia di imparare l’arte della guerra, era sicura che i suoi fratelli non avrebbero potuto capirla o aiutarla, e affrontare sua madre e suo padre era fuori discussione.

« Siete preoccupata per il matrimonio? » chiese Aedan insistendo.

Kari sentì un sussulto al cuore, tra gli altri motivi di preoccupazione c’era anche quello del proprio matrimonio: avendo ormai compiuto diciott’anni sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro. Essendo la figlia femmina era stata promessa in sposta come segno di alleanza e al discendente diretto di Casa Dunnstone  di Artiglio del Drago.

Era risaputo come gli uomini di quelle terre fossero completamente in balia della follia e della sete di sangue, dopo tanti anni di scontri tra le due casate, Sten Caelum era infine riuscito a concordare una pace che sarebbe durata a lungo col matrimonio dell’unica figlia che aveva, i Dunnstone aveva accettato di buongusto ma Kari non era felice di quello che l’aspettava.

Erano noti come “scopatori di porci”, Kari cercava di non dare retta alle voci che giravano sulla famiglia Dunnstone ma non erano così infondate: girava voce che le donne promesse in spose alla casata venissero maltrattate come bestiame e rese oggetto di piacere come se fossero semplici maiali. C’era anche chi diceva che ogni loro Lord aveva ingravidato almeno una volta nella sua vita un maiale, ma ovviamente questo non poteva essere vero. Così come in giro si dicesse che i Caelum erano fantasmi.

« Tu come ti sentiresti se sapessi che sei promesso sposo ad un ragazzo noto per essersi fatto ogni prostituta della città in pieno pubblico e senza pudore? Inoltre è il futuro Lord di Artiglio del Drago e la stima della sua gente si basa sulla paura. » disse Kari rispondendo finalmente alla domanda del cavaliere, non osava guardarlo ma sentiva i suoi occhi addosso mentre camminavano superando il cortile e avvicinandosi al cancello di legno.

« Non credo potrei mai sposare un uomo del genere! » disse facendo una battuta, Kari fu costretta a fermarsi e a rimproverarlo con lo sguardo, non gli piaceva scherzare quando si trattava del proprio matrimonio anche se apprezzava il tentativo di farla ridere. « Non riesco ad immaginare la vergogna. Ma devi passarci sopra, mia signora. Inoltre io verrò con te, se le voci sui Dunnstone e le loro mogli sono vere allora nulla frenerà la mia spada dal trapassarlo prima che ti faccia del male. » disse Aedan in sua difesa.

Questo la faceva sentire meglio, sapere che avrebbe avuto il suo fedele cavaliere a proteggerla rendeva la cosa più semplice ma non abbastanza. Non volle continuare a parlare dell’argomento quindi riprese a camminare lungo la via principale della città assaporando l’aria gelida del mattino di Bosco Ombroso.

La città dei Caelum era una delle città più grandi del continente, eppure a confronto con Altura Silente era poco più grande della metà della capitale. Ospitava oltre diecimila persone e ogni vita all’interno aveva voglia di mettersi in gioco per il proprio Lord e la famiglia Caelum, proprio per questo motivo quando Kari entrò nelle vie principali della città le vennero rivolti dei sorrisi dai passanti.

Lei ricambiò amichevolmente come se tutti i cittadini le fossero amici, si muoveva senza meta in giro per la città, poi decise di voler salire sui bastioni di pietra quindi si spostò verso le vie a destra con un passo sempre più spedito, essendo nell’altura di una collina la vista era meravigliosa e c’era sempre un piacevole vento fresco.

« Mio padre e mio fratello dovevano tornare in questi giorni. Abbiamo avuto notizie da parte loro? » chiese Kari al proprio cavaliere, questo aveva la risposta già pronta.

« Abbiamo ricevuto un corvo proprio ieri. Erano a meno di un giorno di distanza. Probabilmente arriveranno in mattina, mia signora. Sarai contenta di poter riabbracciare tuo padre. » le rispose il cavaliere, si sentiva più tranquilla quindi si limitò ad annuire mentre saliva le scalinate dei bastioni, naturalmente non erano soli visto che la guarnigione di guardie circolava anche sulle mura.

Lei si fermò ad un metro dalla balaustra di pietra assaporando l’aria, rilassò le spalle e liberò la mente da ogni pensieri godendosi la vista che le si presentava davanti, chilometri di terra scura si estendevano fino all’orizzonte dove compariva la linea del mare.

« Non è magnifica? L’aria qua sopra è così pulita e fresca, amo questo posto. Non credo ci sia posto più bello, eppure non riesco a togliermi dalla testa l’idea di voler visitare altri luoghi. » disse sognante la lady parlando col proprio cavaliere, quello in un primo momento rimase in silenzio.

« Io vengo da Altura Silente, mia signora. Ammetto che preferisco il clima del sud, è più caldo e meno umido, il sole splende ogni giorno e c’è tanto verde e tanto colore in giro. Sono sicuro che piacerebbe anche a te se lo potessi vedere. »

« Altura Silente. La grande capitale. La terra perduta dei Grimalder. » sussurrò la ragazza tra sé e sé ma non abbastanza piano da non farsi sentire dal cavaliere.

« È la terra di vostra madre. Vostro cugino è il Re dei Re ora che si è unito in matrimonio. Prima o poi visiterete la capitale e allora spero di essere lì a sentirmi dire che avevo ragione. » disse Aedan ridendo e scherzando, la lady lo fissò direttamente negli occhi verdi e cercò di trattenere il proprio sorriso.

« Un giorno la visiterò è vero, ma non credo amerò il verde della prateria più della neve della tundra. » disse lei annusando nuovamente l’aria, c’era un odore particolare, selvaggio e delicato, pino silvestre, intorno alle mura c’erano molti esemplari.

In lontananza Kari sentì il suono del cancello aprirsi e le voci di acclamazione al Lord della città, la ragazza si voltò verso la parete sud delle mura cercando di scrutare l’arrivo del padre e del fratello.

« Credo che i vostri familiari siano appena tornati. Volete fargli l’incontro o preferite aspettarli al castello? » chiese Aedan guardando la ragazza con sguardo sorridente, lei rispose allo sguardo non riuscendo più a stare nella pelle.

« Voglio aspettarli all’ingresso del castello. » rispose.

Scesero in fretta dai bastioni usando la stessa scalinata che aveva usato precedentemente per ritornare in mezzo alle vie della città, Kari non fece caso alle pozze di fango che pestava, le importava solo di arrivare abbastanza in tempo, sapeva che suo padre e Valdis ci avrebbero impiegato pochi minuti per cavalcare fino all’ingresso del castello quindi non poteva permettersi la calma.

Quando Sten Caelum arrivò davanti l’ingresso del castello vide i suoi soldati pronti per riceverlo, al suo fianco su un altro cavallo c’era il proprio figlio maggiore che avanzava con la stessa fierezza del padre, e proprio sull’ingresso c’era la intera famiglia.

Kari era riuscita ad arrivare giusto in tempo quando sia Synder che Haydun uscivano dal castello per incontrare il loro padre, non c’erano le loro guardie del corpo bensì un’unica donna bellissima: Helga era splendente anche se vestiva lo scuro viola della casata, i suoi capelli fluenti erano biondi e anche lei come i suoi figli aveva gli occhi azzurri anche se meno freddi, la sua pelle poi era dorata come ogni abitante della parte meridionale del continente.

Entrambi gli uomini di casa Caelum scesero dai loro cavalli fermi a pochi metri dalla scalinata del portone del castello che vennero presi in custodia dagli stallieri, poi si avvicinarono alla famiglia che si riunì in un cerchio, ognuno aspettò il proprio turno per salutare i due Caelum che erano appena tornati a casa.

Valdis era il ritratto del padre da giovane, era molto alto e con le spalle larghe e le braccia muscolose, uno strato di barba scura gli contornava il viso e le labbra mentre Lord Caelum aveva solo un paio di scuri baffi, anche fisicamente erano simili.

« Sono felice di essere tornato a casa. » disse Sten salutando prima i propri figli e poi rivolendosi alla moglie adorata, tutti potevano vedere quando i due si amassero nonostante anche il loro matrimonio era stato combinato. Non capitava spesso di innamorarsi senza conoscersi davvero, un caso raro.

« E io sono felice di vedervi nuovamente con noi. » disse Lady Helga, la sua voce era calda e dolce, nonostante fosse una donna dura era anche amorevole col proprio marito così come con i figli.

Valdis si rivolse ai propri fratelli minori scombinando loro i capelli e dandogli delle pacche sulle spalle, arrivando dalla sorella invece non esitò un istante nell’abbracciarla; per Kari fu come se la terra le si attaccasse alle gambe, salda come un albero, amava il fratello maggiore forse anche più del proprio gemello. Questo perché lui era il più grande e la coccolava.

« È bello vederti, mi assento da casa un mese e sembri completamente un’altra splendida donna. » disse Valdis salutando la ragazza con un bacio sulla guancia.

La sensazione della rasposa barba sulla propria pelle le fece provare un brivido che le passò lungo la schiena. « Grazie, sono lieta che siate tornati. Avrai tante cose da raccontarci. » disse Kari restando abbracciata a lui, i suoi occhi si mossero alle loro spalle dove Kari notò Danar muoversi dietro le spalle del proprio protetto.

Danar era una ragazza molto giovane, con i capelli corti e neri, gli occhi castani scuri che ricordavano il colore della terra di Bosco Ombroso, anche lei come ogni guardia aveva un fisico allenato e vestiva un’armatura protettiva con la propria spada al fianco. Kari l’aveva sempre vista come una presenza molto inquietante, era fredda e distaccata con chiunque che non fosse Valdis.

Più di una volta aveva creduto che il cavaliere fosse in realtà innamorata del proprio protetto, e più di una volta Kari aveva anche ritenuto giusto credere che Valdis ricambiava l’interesse.

« Non credo ti piacerebbe parlare di guerra, sorellina. Ma adesso entriamo, meglio parlarne dentro casa, ho proprio voglia di riscaldarmi per bene  ella mia stanza. » disse in risposta il fratello maggiore, sciolse l’abbraccio con la sorellina e insieme agli altri si spostò all’interno del castello.

« Prima di parlare d’altro ho ricevuto un messaggio molto importante mentre percorrevamo la Gran Via Imperiale. » disse Sten rivolgendosi alla propria famiglia, Kari non sapeva dove fossero stati ma se avevano imboccato la Gran Via Imperiale significava che erano andati molto distante da casa.

Gli occhi del Lord si posarono sulla propria figlia. « Ho ricevuto un invito ad un ballo in maschera da parte del Lord di Artiglio del Drago, ci tengono a conoscere e vedere la futura sposa del loro erede. » disse continuando a parlare con tono grave.

Kari sentì un vuoto allo stomaco, la sua reazione di stupore era visibile a chiunque nell’androne principale, si scambiò un’occhiata con Synder il fratello gemello, poi cercò aiuto nello sguardo di Aedan, il cavaliere tuttavia non aveva parola in merito.

Con grande sforzo, Kari riuscì a far un sorriso. « Non vedo l’ora di parteciparvi. » disse infine. Era chiaro a tutti i presenti che Kari non avesse realmente intenzione di partecipare al ballo, tantomeno non voleva conoscere il futuro marito. Nessuno però le replicò.

« Devo tornare un attimo in camera mia ho dimenticato una cosa, torno subito. » disse Kari continuando, si congedò dalla propria famiglia spostandosi a passo spedito verso la scala del piano superiore sentendo già le lacrime solcarle il volto.

  
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