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Autore: cin75    21/09/2017    4 recensioni
Semplicemente la nascita di un grande amore. Quello tra Jared e Jensen.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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Quando la mattina, Jared si svegliò, si rese conto di essere da solo nel letto.
Jensen non c’era. I suoi vestiti nemmeno.
Cercò qualsiasi cosa che, nella camera da letto, desse la prova che Jensen c’era o ci fosse stato. Niente!

Il giovane andò nel panico.
Forse Jensen se ne era andato via senza dire niente perché aveva capito che infondo era una pazzia quello che avevano fatto. Forse si era reso conto dell’enorme sbaglio e dell’immenso casino a cui sarebbero andati incontro.

O forse, forse…lui aveva sognato tutto. Non aveva mai baciato Jensen.
Non gli aveva mai detto di voler fare l’amore con lui. Non aveva mai fatto l’amore con lui e non lo avevano fatto ancora e ancora .
E sì!! forse aveva perfino immaginato che Jensen gli avesse chiesto di ...amarlo e non di andare solo avanti con quello che stavano facendo.

Uscì da letto velocemente, si infilò solo il pantalone della tuta e stava per correre fuori dalla stanza quando sentì lo scroscio della doccia provenire dal bagno. Rimase per un attimo pietrificato al centro della camera.

Poi lo sentì.

Sentì la voce di Jensen. Calda, roca e armoniosa al tempo stesso.

Dio!! , stava cantando sotto la doccia!

Le parole della canzone gli giunsero salvifiche come una coperta calda in una notte fredda.

Quando guardo dentro i tuoi occhi
E’ come vedere il cielo di notte
o una bellissima alba…
Non voglio rinunciare a noi
Anche se i cieli si faranno difficili….
E quando avrai bisogno del tuo spazio
Sarò qui in paziente attesa….
Abbiamo molto da imparare
Dio sa che ne vale la pena
No, non mi arrenderò. Non voglio rinunciare a noi!”

 

Jared mandò giù il nodo che gli stava occludendo la gola. Ma era un disagio bello. Emozionante.

Scacciò immediatamente via dalla sua mente tutti le assurdità che lo avevano assalito e con uno stato d’animo più sereno , si avviò verso il bagno e cautamente aprì la porta ed entrò, lasciandosi avvolgere dalla leggera nebbia di vapore e dall’odore di bagnoschiuma.

 

Jensen, che stava nel box doccia dai vetri opachi, notò comunque la luce provenire dalla porta e aprì appena l’anta di cristallo. Vide Jared che lo guardava. Dolce, sorridente. Ma notò anche un lieve timore.

“Ehi! piccolo. Ben svegliato. O forse dovrei scusarmi perché sono stato io a svegliarti?!” chiese , scusandosi.

“No..no!!” si affrettò a rispondergli il giovane, avvicinandosi.

“Ok! Allora perché hai quello sguardo?!”

“Quale sguardo?!”

“Quello sguardo!”

“Io non ho non nessuno sguardo!”

“Si, invece. Ed è quello di chi ha passato dei brutti cinque minuti e poi è….rinsavito!” lo smascherò , spiazzandolo, Jensen, mentre prendeva l’asciugamano appeso al piolino attaccato all’ interno del box e se lo metteva intorno ai fianchi.

Gesù!, ma come faceva a conoscerlo così bene!!?, si ritrovò a pensare Jared mentre osservava in silenzio Jensen compiere quel gesto così semplice eppure sensuale.

In quel momento, Jared, capì che sarebbe stato difficile mentire a Jensen. Ma la cosa, chissà perché, non gli creava nessun problema. Almeno per il momento. Certo lo sarebbe stato in caso di qualche sorpresa o regalo, ma l’avrebbe gestito al momento opportuno.

“In effetti ho avuto un brusco risveglio!” confesso e Jensen chiuse l’acqua per ascoltare con attenzione.

“Che è successo? non stai bene?!” volle assicurarsi come prima cosa.

“No! Sto benissimo ma…è che….no, lascia stare. E’ stupido. Io sono stato stupido. Io non…”

“Senti, lascia decidere me se sei stato stupido o meno. Dimmi che è successo!” lo incoraggiò il biondo.

“Il fatto è che mi sono svegliato. Il letto era vuoto e freddo. Tu non c’eri. I tuoi vestiti non c’erano. Non c’era niente di tuo nella camera e la prima cosa che ho pensato è che te ne fossi andato o che addirittura avevo sognato tutto!” finì quasi a bassa voce, completamente imbarazzato.

“Sul serio?!” sussurrò Jensen, dolcemente colpito da quell’ammissione sincera.

Jared non rispose, ma annuì solamente.

“Ora, ascoltami. Uno: è venerdì. Ciò significa che domani dobbiamo ripartire quindi ho preso i miei vestiti e ho chiamato il servizio lavanderia e se noti bene, mancano anche i tuoi di vestiti…” iniziò il maggiore notando la sguardo di improvviso stupore che si palesò sul volto del giovane compagno. “Due: dovresti conoscermi abbastanza da sapere che se non voglio fare qualcosa , non la inizio nemmeno. Tre: sì, sei stato stupido a pensare una cosa del genere, che potessi lasciarti e io lo sarei stato di più se avessi fatto una cosa del genere!” finì con un tono dolce e non di rimprovero.

“Jensen, io….”

“Jared, io non mi sono sentito mai così bene come lo sono stato con te in questi ultimi giorni e dopo la notte scorsa. Mi sono sentito completo, in pace e Dio sa che non esagero, ma anche realizzato. Ho un lavoro che adoro, dei colleghi magnifici. Ora ho te: collega, amico, compagno. E spero, giuro, spero davvero con tutto il cuore che nessuna di questa tre cose mi venga mai tolta o ne morirei. In un modo o nell’altro. Sei importante per me, Jared. Ora come ora, rinuncerei difficilmente a te! Molto, molto difficilmente.” e questa volta fu la confessione di Jensen a spiazzare il giovane.

Forse quell’ “amami”….., pensò Jared. Ma no! Era troppo presto. Troppo!!

Il giovabe, comunque, sentì quel peso sul cuore sparire definitivamente. E’ vero! Quello che avrebbero dovuto affrontare - il segreto, lo stare attenti quando erano in pubblico, quegli sguardi più particolari di altri, il solo toccarsi o sfiorarsi – sarebbe stato duro da affrontare, ma potevano farcela. Dovevano farcela.

Jared deglutì quel poco di ansia che gli era rimasta stretta in gola e guardò Jensen dritto negli occhi, convinto più che mai di quello che sentiva.

“Anche io. Anche io, Jensen, rinuncerei difficilmente a te!”

“Ok! Ok!” sussurrò sollevato Jensen. “Quindi , tutto ok?!” e fece per uscire dalla doccia, ma Jared lo fermò.

“ Tutto ok e quindi... aspetta. Resta lì dove sei!” disse con un tono che aveva una certa di malizia non troppo nascosta.

“Cosa…cosa vuoi fare?!” domandò divertito , Jensen, ma decisamente spiazzato.

“Darti il buongiorno che non ho potuto darti fin ora!!” rispose mentre si sfilava i pantaloni e lo raggiungeva deciso e con poche falcate, nella doccia, gettando fuori l’asciugamano che Jensen si era legato in vita.


 


 

Quando fecero ritorno alla loro vita, quella solita, che tutti conoscevano, nessuno immaginava che i due attori, erano, in fondo, cambiati profondamente. Erano comunque i soliti Jared e Jensen, professionali quando c’era bisogno di essere professionali, casinisti quando si trattava di organizzare o fare da complici per qualche scherzo, specie ai danni del povero Misha. Dolci, compassionevoli, simpatici, altruisti e generosi quando si trovavano a trattare con i tanti fan delle ormai tante convention.

Poi…poi, però la porta del loro appartamento si chiudeva e i due ragazzi potevano essere ciò che finalmente potevano e volevano essere. Uno per l’altro.

Fino a quando i primi dubbi non iniziarono a far vacillare quell’equilibrio che erano riusciti a creare.


 

Un giorno, durante una pausa tra una ripresa e l’altra, un gruppetto di fan, ebbe il permesso di visitare i set. Naturalmente ci furono risate, autografi, foto in gran quantità, ma quello che Jensen non aveva previsto era la morsa allo stomaco che avrebbe provato vedendo Jared, circondato da un paio di ragazze con cui non sembrava per niente a disagio, specie quando una di queste gli strinse un po’ troppo spudoratamente un braccio intorno ai fianchi fino a quasi sfiorargli il sedere con la mano. Ciò che lo turbò fu che capì che non era gelosia ciò che stava provando. O almeno non solo quella!

Jared sorrideva, incurante del gesto, o forse solo, non si sottraeva per non mettere a disagio la ragazza. Ma questo, Jensen, non poteva saperlo e quindi si limitò ad arrovellarsi il cervello con i mille dubbi che gli vennero in mente.


 

Era giusto per Jared quello che stavano facendo? Era giusto privarlo di quella che poteva essere una vita normale, accanto ad una ragazza che magari avrebbe sposato, che gli avrebbe dato dei figli ? Lui cosa poteva offrirgli di più?


 

Continuava a chiederselo.

Infondo l’unica cosa che era riuscito a dargli in quei mesi di clandestinità era stata la clandestinità stessa, scuse dopo scuse con gli amici pur di stare da soli. Un paio di volte avevano mentito perfino ai loro genitori dicendo che non potevano raggiungerli in Texas, per delle riunioni di produzioni.

Si passò una mano sul viso, cercando di riprendersi un attimo.

Era sbagliato. Era un errore. Tutto. Tutto quanto.

Jared non meritava quello che gli stava dando. Jared non meritava quella vita. Non meritava “verbi sdolcinati” mentre facevano l’amore.

Oh sì! Quell’ “amami” non aveva mai smesso di vorticargli nella mente. Gli era scivolato via dalle labbra così facilmente e così timido che sperava di dimenticarlo o almeno ignorarlo o che solo Jared non ci avesse fatto molto caso, preso com’era dal momento in cui glielo aveva sussurrato!!

Jared meritava solo il meglio. E il meglio era , di certo, una vita tranquilla e serena. Senza di lui.

Si alzò dalla sedia, non appena si rese conto che l’ultima fan che aveva chiesto il suo autografo era corsa da Jared, per chiedere anche quello del giovane, e sgattaiolò, praticamente via, verso il suo camper.


 

Quando anche Jared fu finalmente libero, cercò Jensen con lo sguardo, non trovandolo. Chiese in giro, ma fu solo Cliff a dirgli che lo aveva visto andare verso il suo alloggio.

“Ok! Se è pronto, puoi portarci a casa, amico?!” chiese cordialmente.

“Naturalmente!”


 

Jared bussò alla porta di metallo bianco e non ricevendo risposta, decise comunque di entrare. Quando lo fece, la vista di un Jensen decisamente triste e pensieroso, lo fece quasi tremare.

Che cosa poteva essere successo in così poco tempo per ridurlo così?

“Jensen, ehi!?” lo richiamò e quando vide gli occhi verdi del compagno lucidi e forse terrorizzati, mandò giù terrore anche lui. “Ma che succede? Che hai?” quasi sussurrò.


 

“Non posso farlo…mi dispiace, Jared. Non posso più farlo!” fu la risposta decisamente enigmatica che ricevette dal biondo mentre lo vedeva nascondersi il viso tra le mani e le dita tremanti scivolavano piano tra i capelli. “Io e te….Jared, io...io...non posso più farlo!!”





N.d.A: La canzone che canta Jensen è qui: 
https://www.youtube.com/watch?v=VNvTSF7FZqg
 

   
 
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