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Autore: ScoSt1124    21/09/2017    9 recensioni
[Sterek|1296 parole]
"Questi cosa sono?" Chiede, allora, cercando di capire. "Sono Post-it, Der. Non ci credo che non ne hai mai visti." Stiles accenna un sorriso quando vede l'espressione sul viso di Derek. "So cosa sono, solo... perché ne hai presi in quantità industriali?" Proprio non capiva. "Industriali... non esagerare. Sono solo due pacchi." Derek non poteva fare a meno di cercare di capire per quale motivo il suo ragazzo era così soddisfatto. "Dici nulla. Si può sapere cosa devi fare?"
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dillo con un Post-it 

 

 

C'erano un sacco di cose che Derek non capiva, davvero tante, eppure si sforzava molto da quando era andato a convivere con Stiles. Erano cose banali, anche piuttosto insignificanti, però non poteva fare a meno di chiedersele.  

Certo, alcune erano anche rilevanti tipo, per esempio, come faceva a parlare in continuazione anche quando era stanco; non era una cosa fastidiosa, una volta imparato a conviverci, però non capiva come ci riuscisse. Lo abbinava al fatto che fosse montato al contrario - lo aveva definito così più di una volta - e che fosse sveglio molto più di notte che di giorno. Ma si era tutto equilibrato col tempo, o almeno così era finché, Stiles, non comprò dei banalissimi post-it. 

Sì, proprio post-it. Quei pezzetti di carta gialli che si attaccano ovunque. Quelli, erano stati la rovina di Derek. Erano entrati, senza tanti convenevoli, nella top five delle cose che non capiva. Anche se Stiles era felice e, a lui, questo bastava. 

"Questi cosa sono?" Chiede, allora, cercando di capire. "Sono Post-it, Der. Non ci credo che non ne hai mai visti." Stiles accenna un sorriso quando vede l'espressione sul viso di Derek. "So cosa sono, solo... perché ne hai presi in quantità industriali?" Proprio non capiva. "Industriali... non esagerare. Sono solo due pacchi." Derek non poteva fare a meno di cercare di capire per quale motivo il suo ragazzo era così soddisfatto. "Dici nulla. Si può sapere cosa devi fare?" Perché sì, doveva essere sincero, si stava davvero incuriosendo. "A tempo debito, Der, a tempo debito." 

Derek aveva lasciato perdere. 

Era stato quando più si era dimenticato di quei post-it che Stiles aveva iniziato. Derek sapeva che quella mattina c'era qualcosa di diverso, solo non capiva cosa. Gli orari del lavoro non coincidevano in quella settimana. Lui faceva la notte e quando tornava, alle cinque del mattino, Stiles era in un sonno profondo (a volte pensava che non si sarebbe svegliato nemmeno se gli fosse caduto qualcosa addosso); lo stesso capitava quando Stiles si alzava alle sette per uscire. Riuscivano a rivedersi solo nel pomeriggio, quindi, colazione e pranzo, erano soli. Almeno era quello che credeva, Derek, fino a quella mattina. Stiles gli lasciava sempre pronte le cose per la colazione, o meglio apparecchiava il tavolo, eppure quella mattina c'era qualcosa di particolare. Qualcosa di diverso.  

Era stato solo quando si era avvicinato al tavolo che aveva notato quel quadretto giallo. 

Uno di quei post-it che aveva comprato la settimana prima, ora, si ritrovava attaccato sulla sua tazza. Si era seduto e l'aveva staccato per leggere. Se fuori non c'è il sole, esci e splendi. Sarai tu il sole di questa giornata. Derek lo aveva riletto tre volte prima di capire e mettersi a ridere. Aveva guardato fuori dalla finestra. Pioveva.  

La seconda volta che era successo era stato la mattina successiva. Rincasava dal turno e, aprendo la porta, si era ritrovato davanti un percorso fatto interamente di post-it. Il primo citava: bacio del bentornato. Gli altri erano un susseguirsi di indicazioni su cosa fare. Derek era rimasto davvero perplesso quando aveva visto quella scia gialla. Stiles deve essere impazzito, aveva pensato. Il giorno dopo gli avrebbe parlato.  
Solo che la cosa ancora più strana era stata la frase del post-it del giorno dopo. Tu sei il mio sole, io la tua luna. Quando torno facciamo un'eclissi?[1] Derek era scoppiato a ridere e si era reso conto che solo lui poteva chiedere di fare l'amore in quel modo. Doveva aspettarselo, lui e i doppi sensi andavano a braccetto. Anche se, in quel momento, poco importava. Il pomeriggio l'avevano passato a letto e solo dopo, Derek, gli aveva fatto notare che poteva cavarsela da solo quando tornava a casa ma che aveva trovato le indicazioni ben disposte e in modo preciso.  

Ben disposte e in modo preciso... a chi la dava a bere? Le aveva trovate dolci. Ma non poteva di certo dirlo, era pur sempre Derek - non esterno mai i miei sentimenti - Hale. Stiles gli aveva risposto che almeno non si sarebbe sentito dimenticato quando tornava a casa e Derek l'aveva trovata una cosa ancora più dolce. 

Il terzo post-it era, come il giorno prima, ambiguo. Derek si divertiva troppo a vedere cosa riusciva a inventarsi e, a dirla tutta, gli migliorava la giornata. Chissà se verrai anche oggi. Nel caso veniamo assieme, così non ci sentiamo soli. Aveva riso tanto, talmente tanto che non sembrava nemmeno lui. 

Era andata così per più di una settimana. Stiles alternava frasi stupide e ambigue a frasi serie, su quei post-it. Andava in base all'umore della giornata, in base a quanto succedeva i giorni prima. Per quello variava dal "Non ricordo cosa devo prendere pomeriggio, vieni con me a fare la spesa?" al "Ieri è passato ormai, oggi è un altro giorno. Si ricomincia da capo e io ti amo come sempre."  
A volte Derek non campiva dove era il confine tra l'ambiguità e la serietà e si fermava a pensarci più del dovuto. 

Non aveva mai risposto a quei post-it. Sinceramente nemmeno sapeva cosa rispondere, eppure, qualche giorno più tardi, era successo. 
Erano stati dei giorni intensi. Quel lunedì era stato chiamato in centrale per un incendio doloso in una villa. Gli avrebbe riportato alla mente brutti ricordi, Stiles lo sapeva.  
Derek, quando aveva deciso di diventare pompiere, era consapevole di aver superato il trauma, di voler aiutare gli altri per non arrivare a situazioni come la sua. Aveva ricevuto la chiamata poco prima che iniziasse il suo turno, aveva fatto tardi quella notte e, quando era tornato, Stiles era già uscito. Ad aspettarlo c'era il solito post-it. 
Post-it che non voleva leggere, per l'umore con cui era tornato.  
Post-it che, alla fine, aveva letto, perché non poteva farne a meno. Questa volta, si era davvero ritrovato senza parole. "A volte la cosa più difficile non è dimenticare, ma imparare a ricominciare da capo[2]." Tu ci sei riuscito e sono sicuro che, i tuoi, ovunque siano, sono orgogliosi di te. Non sapeva come ma, Stiles, riusciva sempre a capire quali erano i suoi pensieri e le sue paure, quei post-it stavano diventando la sua fine. Aveva rivisto Stiles al pomeriggio ed erano rimasti sul divano abbracciati, senza dire nulla. Stiles sapeva già tutto. 

Il post-it del giorno dopo lo aveva toccato ancora di più. "Le cose dolorose avvenute in passato hanno un’enorme influenza su quello che siamo oggi[3]." Tu sei diventato un uomo fantastico." Gli aveva risposto a voce o almeno ci aveva provato, perché meritava una risposta. Alla fine si era limitato a preparare la cena. Lui con le parole non era bravo, figurarsi per esporre una sottospecie di sentimento.  
In quattro anni di relazione e uno di convivenza, poche volte era riuscito a esternare i propri sentimenti, lui, era più uno da gesti. Quelli piccoli ma che ti fanno capire tutto. Aveva rimandato ad un'altra sera le parole. 
Perché non ci era riuscito in quel momento, ma al post-it successivo sì.  
Era successo la mattina seguente. Il solito foglietto giallo, sulla solita tazza della colazione. L’amore è il nostro vero destino. Non troviamo il significato della nostra vita da soli, lo troviamo insieme a qualcun altro[4]. Derek sa che quei post-it, così seri, non dureranno molto, perché Stiles tornerà ai suoi soliti doppi sensi, ma a questo vuole rispondere e sa cosa rispondere. Ti amo. Tu sei il mio "qualcun altro"

Forse, quei post-it, erano diventati qualcosa di più che dei semplici pezzi di carta su cui appuntare le cose. Forse, quei post-it, non erano poi tanto una rovina per Derek. Forse, quei post-it, erano solo il modo per far capire che il primo pensiero della giornata andava al compagno e che se anche spesso gli orari non combaciavano c'erano sempre quei maledettissimi foglietti gialli. 










[1]: La frase originale l'ho trovata su internet. Era "Tu sei il mio sole, io la tua luna. Andiamo a fare un'eclissi?" io l'ho semplicemente modificata.
[2]: Frase di Nicole Sobon
[3]: Frase di William Glaser
[4]: Frase di Thomas Merton



Non so se possa avere né un capo né una coda questa storia. è una piccola sciocchezza che spero vi possa piacere.
L'idea è di Pampu. Me l'aveva chiesta qualche settimana fa, così oggi mi sono messa e l'ho scritta. Questa è per lei.
Per Blu e per Cinzia.
Grazie a tutti quelli che leggeranno.  

 

   
 
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