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Autore: Leila 95    21/09/2017    5 recensioni
Da quando si erano trasferiti in quel minuscolo paesino, lontano anni luce dal resto del mondo e dimenticato da Dio, Leia non aveva avuto una vita facile: aveva dovuto fare i conti con una realtà diversa, alla quale si ostinava a non volersi abituare. Nuove persone erano entrate nella sua vita, e non con tutte aveva stabilito un buon rapporto...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti, Wedge Antilles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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          Capitolo VI
Quella mattina il caldo era davvero insopportabile. Era come camminare in un forno, che emetteva sbuffi d’aria bollente che investivano chiunque ci passasse dentro.
Leia – pur volendo rimanere a casa, al fresco del suo amato ventilatore – era stata costretta ad uscire per comprare delle cose che servivano a sua zia, che aveva appena messo mano ad un dolce: capitava spesso che zia Beru si cimentasse in cucina – magari preparando una torta o dei pasticcini per la merenda; in effetti lo faceva anche per tenere qualcosa in casa da offrire agli amici di Luke, che si presentavano ad orari improponibili e non rifiutavano mai qualche cosa di buono da mangiare.
Aveva fatto una sudata incredibile, e per comprare solo una bottiglia di latte e poche altre cose. L’unica cosa che la consolava, almeno un po’, era il pensiero di una doccia gelata che avrebbe fatto appena arrivata a casa: dopotutto, se l’era meritata! Era quasi arrivata al portoncino di casa sua e già intenta a cercare le chiavi nella sua borsetta (sempre piena di cianfrusaglie inutili), e non si accorse che c’era qualcuno lì fuori che la stava aspettando.
Quando sollevò lo sguardo dalla borsa, poggiando la busta della spesa a terra, notò che la motocicletta di Han Solo era parcheggiata di sbieco lungo il vialetto, e che il suo proprietario ci era appoggiato accanto – intento ad osservarla con nonchalance. Diverse cicche di sigaretta erano ammucchiate vicino alla sua scarpa, e furono presto raggiunte da un’altra che il ragazzo vi gettò in quel momento: o era lì da parecchio – dedusse Leia – o era parecchio nervoso.
“Ciao, Han” lo salutò. Si sentiva terribilmente disagio, visto il modo infantile in cui era fuggita dall’officina solo il giorno prima. “Se stai cercando Luke, è a casa di Wedge e…”
“Stavo aspettando te” rispose asciutto Han. “Sono venuto a salutarti, perché domani parto.”
Leia non aveva idea di cosa si aspettasse da lei...non si erano già detti addio? “E allora?” disse di getto, ma si pentì subito di quella risposta tanto fredda e distaccata che le era uscita di getto, come forma di quell’autodifesa che aveva imparato ad usare in sua presenza. L’espressione ferita che per un attimo aveva intravisto sul volto di Han, prima che venisse subito tramutata in una di rabbia pura, le fece mettere in discussione tutte le sue certezze. L’unica cosa che voleva davvero dirgli era di non partire, ma sapeva che era troppo tardi, e che sarebbe stato inutile dirlo adesso. Avrebbe dovuto pensarci prima.
“E allora…niente” balbettò il ragazzo. “Addio, principessa. È stato un piacere conoscerti.” Prese il casco che era appoggiato al sellino e fece per indossarlo, deciso a non voltarsi più indietro, poi scosse la testa e lo rimise a posto. La guardò negli occhi e facendo un passo verso di lei: stava per andare via e non aveva più nulla da perdere ormai, forse avrebbe fatto bene a seguire il consiglio di Luke e a farsi avanti.
Era davvero molto bella, nonostante i capelli scombinati e l’aria afflitta dalla calura. Non sarebbe riuscito a scordarsela facilmente.
“Cosa succederebbe se ti baciassi?” chiese sottovoce, allungando le dita sul suo volto ed accompagnando una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio. La sua bocca rossa e carnosa era dannatamente invitante, specie adesso.
“Cosa?!”
“Tu mi piaci, Leia.”
La ragazza era troppo scioccata dalle sue parole per riuscire a capirne il senso. Han provava attrazione per lei? Non credeva che una cosa del genere fosse davvero possibile, doveva per forza aver capito male. “Che vuol dire? Perché non me lo hai detto prima?”
“Te lo sto dicendo adesso.” Non sapeva come fosse venuto finalmente a quell’ammissione davanti a lei, ma in fondo era contento di averlo fatto. Già si sentiva più leggero, e il suo stomaco iniziava a provare un leggero sollievo dopo tanti giorni passati a contorcersi. “Tu mi piaci, e non posso più restare qui sapendo che mi odi. Per questo ho deciso di andare via – quanto più lontano è possibile.”
“Non possiamo prima parlarne un attimo?” chiese Leia con un filo di voce. La sua dichiarazione così improvvisa l’aveva destabilizzata.
Han le prese il volto con entrambe le mani e sentì che tremava tutta mentre appoggiava delicatamente le labbra sulle sue per un momento che gli apparve lungo come l’eternità. Aveva sognato, desiderato, immaginato quell’istante migliaia di volte – eppure la sua fervida immaginazione non aveva dato giustizia alla realtà che si stava finalmente materializzando: le sue labbra morbide e dolci, il suo inebriante profumo, il suo corpo giovane e snello premuto contro il suo…il cuore gli batteva così forte che a momenti sentiva di svenire. Inutile dire che non aveva mai provato una sensazione tanto acuta, un’emozione tanto forte baciando una ragazza: era come essere tornato di nuovo al suo primo bacio, una vita fa – e neanche, perché quello lo aveva dato ad una ragazza più grande che neanche gli piaceva e per scommessa, non per amore.
Non lo avrebbe interrotto, se le mani di Leia non avessero premuto debolmente contro il suo petto, come a volerlo allontanare. Si staccò da lei, continuando a mantenerle il viso fra le mani, per osservare la sua reazione: quasi non stava respirando, le pupille erano dilatate al massimo, e le guance erano diventate rosso porpora. Quella di baciarla non era stata affatto una buona idea – si rese subito conto.
“Scusami” disse. “Non dovevo farlo.” Lasciò cadere le mani lungo il corpo e fece qualche passo indietro. Riprese in mano il casco, stavolta davvero intenzionato ad andare via.
“Non dovevo…davvero” ripeté debolmente. “Addio, Leia.”
Leia era ancora sopraffatta dall’intensità di quel bacio per poter formulare qualche pensiero coerente: era come se il suo cervello si fosse spento, fosse andato in blackout nel momento in cui le sue labbra avevano sfiorato quelle di lui. Non si aspettava quel bacio, non adesso almeno, e non si aspettava che sarebbe stato tanto intenso – delicato e devastante allo stesso tempo: Han Solo non le era mai sembrato un tipo che sapeva cosa fosse la dolcezza, e l’aveva sorpresa quel bacio così casto e innocente. Non sapeva se riusciva a fidarsi di lui, di quegli occhi malinconici, di quella voce che ora era gentile ma che l’aveva offesa più di una volta, di quelle mani che avevano toccato tante altre prima di lei. Ma, soprattutto, non sapeva se sarebbe riuscita ad abbandonarsi ad un’altra persona, dopo che aveva già sofferto tanto: spezzarsi il cuore le avrebbe causato troppo dolore, che forse non sarebbe stata in grado di sopportare. Le venne in mente una cosa che le diceva spesso sua madre, per consolarla quando le sembrava di aver preso una decisione sbagliata: meglio vivere e poi pentirsi che avere il rimorso di non aver vissuto. Quelle parole furono per lei come un’epifania, e tutt’a un tratto le fu tutto più chiaro. “Aspetta, Han” lo chiamò, sfiorandogli la spalla con la punta delle dita. Ora o mai più – si disse per farsi coraggio. “Che cosa succederebbe se io ti chiedessi di restare?”
Han ci impiegò qualche istante per capire ciò che le sue orecchie avevano udito. Lasciò il casco e lentamente si girò verso di lei. Guardò il suo timido sorriso e le sorrise a sua volta – impudente come al solito. “Forse potrei restare ancora un po’” rispose “ma solo perché saresti tu a chiederlo.”
La accarezzò sulla guancia, muovendo più volte il pollice sulla sua pelle ancora arrossata, poi l’attirò a sé e la baciò di nuovo, muovendo piano le labbra sulle sue: non voleva spaventarla, in fondo era poco più che una bambina e si percepiva chiaramente che non aveva mai baciato un ragazzo, ma non sarebbe riuscito a resistere ancora al suo sapore – soprattutto ora che lei gli aveva chiesto esplicitamente di restare, ammettendo di fatto che provava qualcosa per lui. Lasciò scivolare una mano lungo il suo corpo ma tenne l’altra sulla sua guancia, per guidarla e per non lasciarla scappare via.
Leia chiuse gli occhi e si lasciò gradualmente andare, persa nella tempesta di sensazioni che quel ragazzo stava provocando in lei: lo attirò più vicino e affondò le dita nei suoi capelli – una cosa che in cuor suo aveva desiderato fare dal primo momento in cui l’aveva visto, ma che la sua razionalità le aveva sempre impedito. Senza fretta aprì la bocca, rispondendo tacitamente alla sua richiesta di permesso e lasciando che la sua lingua facesse capolino dentro la sua bocca: in fondo, lui aveva molta più tecnica e più esperienza in questo campo e sapeva come prendere il controllo della situazione. Stava iniziando davvero a godere di quel bacio appassionato, delle sue mani su di lei, quando Han inaspettatamente si staccò da lei pur tenendola stretta nel suo abbraccio, schiacciando la fronte contro la sua e respirando affannosamente. “Se io restassi, credi che potremmo provare a stare insieme?” le chiese quando ebbe ripreso fiato.
“Non lo so” rispose Leia sorridendo. “Questo dipenderà da te, testa calda.”
Risero entrambi, più che altro per sciogliere la tensione che si era creata fra di loro. Avevano passato tre anni a fingere di odiarsi, per poi scoprire che erano fatti l’uno per l’altra quando ormai era quasi troppo tardi.
Han le sfiorò ancora le labbra con un bacio. “Ti potrei stupire, ma sono un uomo perbene.”
“Non credo proprio” fece Leia. Lo abbracciò stretto, ubriacandosi dell’odore pungente del tabacco e di quel profumo che era inconfondibilmente suo.
Han sorrise. “Vedremo, principessa.” Per un momento ripensò a Luke, alla loro chiacchierata del giorno prima e alla scommessa che avevano fatto e che aveva appena perso: avrebbe dovuto sborsare un bel po’ di soldi a quel ragazzino con aria di saputone, perché stavolta ci aveva visto giusto – ma, in effetti, ne era contento. 

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NOTE DELL'AUTRICE
Eccomi qui con un nuovo (sudatissimo) capitolo!
Inutile dire che ho penato per "partorirlo", l'ho scritto e cestinato almeno un migliaio di volte perchè non mi convinceva...ma si sa, il primo bacio è qualcosa su cui tutti hanno grandi aspettative ;-)
Spero davvero che vi piaccia, perché il mio impegno è stato grande :-D
Alla settimana prossima!
Sabrina
P.S.: per gli amanti di Harrison Ford (come me) per la descrizione di questo Han Solo, e in particolare per questo capitolo, mi sono ispirata ad un suo vecchiio film - "Una Strada, Un Amore" (1979): nello specifico, il dettaglio del mucchio di cicche creato nella snervante attesa dell'innamorata :-)

 
   
 
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