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Autore: Phigadelphia    22/09/2017    5 recensioni
Cinque anni dopo la fine del "Progetto Mew" le ragazze dovranno combattere al fianco di vecchie conoscenze per evitare l'incombere di una minaccia che, questa volta, potrebbe rivelarsi davvero distruttiva.
Dal Capitolo uno:
“Che diavolo ci fai qui?” Era nervosa. Doveva avere paura? Doveva combattere? Doveva essere felice? Non capiva. Lui era troppo vicino e diamine, da quando era in grado di procurarle i brividi lungo la schiena e quella confusione in testa? “Sto portando a termine una promessa che ti feci molto tempo fa Strawberry” le sussurrò all'orecchio. “E cioè?” “Ti porto con me.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 6: Scacco matto.


“Quanto dovremo attendere ancora signore?” 

“Il tempo necessario, manca poco. La trappola è scattata” 

 

Era rimasta turbata. Quella voce le aveva detto la verità? Come faceva a sapere tutte quelle cose di lei? Come poteva esserle entrata nella testa in modo tanto profondo? Lo avevano sentito tutte, di quello ne era certa, eppure nessuna aveva proferito parola sul discorso. Era uno dei pochi segreti che avevano avuto tra di loro. Quasi si vergognava ad ammettere ad alta voce che quelli erano davvero i suoi pensieri. Li aveva custoditi in un angolo della mente per talmente tanto tempo che quasi le sembrava impossibile che, per qualcuno, fossero venuti a galla tanto facilmente. 

“Mina sbrighiamoci, staranno per arrivare” 

Paddy trovò la sua compagna di stanza sul letto a fissare il soffitto, non era da lei. 

“Andiamo o no?” 

“Cosa ti ha detto quella voce Paddy?” Chiese lei, in modo brusco.

“Stupidaggini, esattamente come quelle che ha detto a te. Adesso andiamo, voglio salutare i ragazzi”. La bionda continuò a fissare l’altra, stesa sul letto, come se fosse sfinita. “E’ inutile rimuginarci, basta! Sono due giorni che sei assente. E’ questo che puntava a fare quella voce Mina, voleva distoglierti dall’obiettivo: vincere questa guerra”. 

“Mi sembra di sentire Strawberry quando aveva la tua età. Possibile che non ti abbia toccato per niente l’accaduto? Capisco che sei piccola però…”

“No Mina” Paddy la guardava seria, con i pugni stretti, le nocche bianche per la troppa forza applicata. “Non c’entra l’età ma la forza di reagire alle cose, io l’ho trovata, tu invece?” 

L’aveva ferita nell’orgoglio. Chi credeva di essere quella ragazzina per impartirle lezioni di vita? 

“Magari tu sei riuscita a trovarla grazie alla leggerezza della tua età” tagliò corto la MewBlu, pentendosene all’istante.

“Ti aspetto nella sala grande Mina, cerca di ritrovare un po di forza, intanto” Disse Paddy, sbattendosi la porta alle spalle. 

 

“Strawberry ti vuoi calmare? Mi sta venendo il mal di mare” Ma la rossa continuava a fare su e giù per la stanza con il telefono in mano. Erano due giorni che cercava di parlare con Mark e lui niente. Come se avesse captato il tradimento a miliardi di chilometri di distanza. Solo a quel pensiero le venivano i brividi. Lei non aveva tradito, era stato un bacio, nulla di più. In quei due giorni aveva cercato con tutta se stessa di evitare Kish e, visti gli spiacevoli eventi, non era stato neanche troppo difficile eppure, con immensa sorpresa, si era ritrovata a sperare che l’alieno la rapisse, anche solo per qualche minuto, dai suoi pensieri. 

“Adesso basta! Mi spieghi che hai?” Lory iniziò a scuoterla per le braccia, visibilmente nervosa. 

“Niente, lasciami stare”

“No Strawberry, adesso ti calmi e andiamo a salutare i ragazzi che ormai saranno quasi arrivati” 

“Pam! Ma certo, parlerò con lei”. Nell’udire il nome della quinta MewMew il corpo della verde s’irrigidì di scatto. Cosa diavolo aveva quella ragazza? Non era mai cortese, sorridente o gentile anzi, tutt’altro, eppure tutti stravedevano per lei. “Puoi parlarne a me, volendo” Si sforzò di sorridere alla sua amica. 

“No Lory, non prenderla male, ma Pam ha molta più esperienza” 

Colpita e affondata, di nuovo, da Pam Fujiwara. 

 

Non si aspettava niente di meno da gente tanto tenace come quegli alieni. Avevano ricostruito un’intera civiltà in pochissimo tempo, quel mondo sapeva quasi di speranza. Una speranza che sarebbe stata, presto, nuovamente turbata. Quelle persone non se lo meritavano. 

“Bello, non è vero?” Ryan era rimasto sereno per tutto il viaggio, inspiegabilmente. Non era da lui essere tanto positivo e tranquillo. Lei e Kyle erano rimasti sbalorditi nel sentirlo canticchiare poco prima dell’arrivo. Avevano ipotizzato che fosse felice di tornare a lavorare al progetto Mew ma no, era troppo poco. Pam si scrollò quei pensieri dalla testa, Shirogane non avrebbe detto loro il motivo della sua felicità neanche se lo avessero implorato, tanto valeva rimanere concentrata. 

Le ragazze erano tutte lì, davanti all’ingresso. Erano stanche, un po scosse, non certo il comitato di benvenuto che sperava. 

Sorrise alle sue amiche con un cenno del capo. Strawberry, nonostante fosse visibilmente giù di morale, le corse in contro, seguita poi dalle altre. “Finalmente sei qui” le sussurrò appoggiandole la testa all’incavo della spalla e abbracciandola. 

“Ehi ragazze!” Kyle e Ryan scesero subito dopo Pam, sorridenti. Per un momento tutte si dimenticarono della situazione che le aveva stressate per due interi giorni e gli alieni assieme a loro. 

“Ho saputo che sei diventata un’attrice di fama internazionale ormai” Sorrise Pie alla MewViola. “E mi hanno riferito che tu sei diventato un capitano, complimenti” Si sorrisero, sotto il vigile occhio di Lory. Sapeva che Pam era indubbiamente la ragazza perfetta fisicamente, chi non avrebbe voluto averla a fianco? Non voleva dar peso a quella voce, ma forse aveva ragione. Sperava che questo momento non sarebbe mai arrivato, invece eccoli lì, a chiacchierare come se Pam fosse sempre stata con loro. “Lory, come stai?” Sorrise Ryan e lei ringraziò mentalmente la sua cotta adolescenziale per averla distratta da tante sensazioni negative. 

“Prima di spostarci a parlare con il presidente, Strawberry, c’è una piccola sorpresa per te”. Kish vide la ragazza mutare la sue espressione: da confusa a sorpresa, poi felice e poi quasi… asettica. Alzò lo sguardo e lo vide lì, intento a scendere le scale di quella dannatissima navicella. Cosa ci faceva lui lì? Perché era arrivato? 

Mark Aoyama le corse in contro, baciandola. Davanti a tutti. Davanti a lui. Kish ebbe quasi voglia di impugnare le sue lame e farlo fuori una volta per tutte. Strawberry ricambiò il bacio in modo appassionato. Pie, a conoscenza degli ultimi eventi, gli mise una mano sulla spalla, cercando di tranquillizzarlo. “Tu sapevi che lui facesse ancora parte della sua vita?” Gli chiese piano, in un orecchio. Kish tentennò, non voleva farsi vedere tanto fragile, non voleva dimostrare di aver perso, ancora, contro Strawberry. “Certo, ma non gli do peso” tagliò corto infine. 

“Salve amici terrestri, benvenuti. Lei deve essere Shirogane, l’ideatore del progetto! Io sono Takuro Ikashi, abbiamo parlato l’altro giorno” Si strinsero la mano e poi il presidente fece un cenno a Ryan e Kyle, che uscirono dalla sala grande assieme a lui. 

 

“Strawberry ho così tante cose da raccontarti, andiamo, ho voglia di tornare a casa” Disse Mark stringendola al petto. A casa?

“No, cosa intendi dire?” 

“Sono tornato a prenderti, adesso c’è Pam con loro e noi possiamo tornare a Tokyo” La guardò lui con il viso di un bambino la mattina di natale. 

“Mark io ho promesso che sarei rimasta qui, a combattere e ad aiutare tutti loro.” 

“No Strawberry a Londra mi avevi promesso che non avresti fatto mai più niente di tanto pericoloso. E questa storia ha l’aria di esserlo parecchio” Non stava urlando eppure tutti, nella stanza, si girarono a guardarli. 

“Mark devo aiutarli, l’ho promesso.” 

“Stai scherzando? E’ pericoloso! Io questa volta non potrò aiutarti, lo sai” 

“Non ho bisogno di aiuto e comunque non combatterei da sola” Adesso la felicità di averlo rivisto era totalmente svanita, lasciando posto alla rabbia. 

“Oh beh, combatterai con altre quattro ragazze di cui una ha a appena 15 anni e le altre sono tue coetanee e con degli alieni che fino a cinque anni fa ti volevano morta!” Aoyama non alzava mai la voce ma, con quella ramanzina, aveva recuperato vent’anni di pacifica tranquillità. 

“Che ne dite di andare a parlare in giardino?” Intervenne Pam, per placare gli animi. “Non immischiarti, lasciali risolvere la situazione” Lory, con grande sorpresa, le si fiondò davanti rossa in viso e con i nervi a fior di pelle. “Lasciala in pace. Stanno disturbando ed è una questione privata tra loro, ha ragione” “Mina smettila di essere così nervosa” Intervenne Paddy bruscamente. In pochi istanti le MewMew si trovarono a discutere animatamente davanti agli occhi perplessi della loro leader e dei presenti. 

 

"Ottimo". 

 

“Mi state stancando, calmatevi. Lasciamo Strawberry a discutere con il suo amore e andiamocene via noi, mi sembra giusto” Kish sputò fuori quelle parole come se bruciassero in gola. Pie e Tart lo guardarono interdetti. Stava per esplodere e Pam lo aveva capito. 

“Allora, Strawberry, Mark, la vostra è una questione delicata, perché non andate a fare una passeggiata? Mina, Paddy e Lory che ne dite di venire un momento con me per farmi vedere l’edificio?” Si avvicinò poi a Pie e Tart “Portatelo in un posto in cui possa sfogarsi, lontano da tutti” affermò riferendosi a Kish, che continuava ad avere lo sguardo ancorato a Strawberry in modo tutt’altro che tenero. 

 

Mentre Mina continuava a lodarla, la MewViola si rese effettivamente conto che qualcosa non andava nelle sue amiche. “Spiegatemi cosa è successo” Intervenne lasciando tutte a bocca aperta da tanta serietà e durezza. “Vuoi un riassunto? Forse è meglio” Rise Paddy aprendo la porta della sua stanza per farvi entrare le amiche. 

 

“Paddy, sei cosciente del fatto che niente di tutto quello che ti ha detto è vero?” 

“Si Pam, più o meno. Prima Mina mi ha accusata di essere troppo superficiale vista la mia età e poi, ammettetelo, non saremmo mai diventate amiche se non fosse stato per il progetto”. Aveva abbassato lo sguardo, timida e triste. Era frustrante vederla così, nessuna di loro ci era mai stata abituata.

 “Paddy, se non fosse stato per il progetto nessuna di noi avrebbe mai legato con le altre. Siamo tutte troppo diverse, è questa la nostra forza. Noi ci completiamo” E Pam credeva davvero in quelle parole, era certa che fosse così. Nella sua vita si era potuta fidare di pochissime persone ma, su di loro, mai aveva avuto dubbi. 

Dopo la più piccola anche Lory trovò il coraggio di confidarsi e Pam, così come aveva fatto con la prima, riuscì a rassicurare anche lei. Le disse che poteva stare tranquilla, lei ammirava Pie ma, c’era da ammetterlo, non era proprio il suo sogno nascosto. Le disse anche che sì, era stata una ragazza insicura, ma che adesso era cresciuta. “Mi è bastato vedere come mi hai fronteggiata prima, in pochi avrebbero avuto il coraggio di darmi contro in maniera tanto brusca”.

La MewVerde a quel punto capì perché tutti adoravano quella ragazza scontrosa e solitaria: era la sorella maggiore, la confidente, l’amica di cui chiunque avrebbe avuto bisogno. Quando fu il momento di Mina gli animi di tutte si erano ormai placati. “Insomma cosa ti ha detto?” Aveva insistito Paddy. 

“Solo che mi hanno reso parte di un progetto senza chiedere il mio permesso e che… Il mio idolo senza tutto questo non si sarebbe mai accorta che esisto” Sorrise timidamente guardando l’ultima arrivata. 

“Oh beh a quanto pare sei troppo snob anche per quella voce!” Rise Paddy. 

“Niente di preoccupante allora” Sorrise Lory visibilmente sollevata. Mina la guardò sorridendo di rimando, sperava che quella bugia la potesse far sentire più leggera, almeno un po, invece aveva appesantito il carico. 

“Sei stata fortunata” Intervenne seria Pam. Mina, per un attimo, pensò che forse poteva aver capito che stava mentendo.

“In fondo con le altre la voce è riuscita a trovare il punto debole, con te no. Sei imperscrutabile anche per il nemico” Sorrise la MewViola. 

Sapeva benissimo che in quelle parole non c’era niente di vero. Era un’attrice e mentire era il suo mestiere. Conosceva bene il linguaggio del corpo. Mina aveva evitato di guardarle negli occhi e si era toccata il naso più volte, gesto che non era assolutamente da lei. Ma lasciò correre. 

“Quando troverà il coraggio ne parlerà” Pensò tra se e se. 

 

 

“Mark adesso basta, io non tornerò a casa, ho dato la mia parola” 

“E la promessa che hai fatto a me? Non sei tornata da Londra quando dovevano eliminare gli ultimi chimeri, perché ora dovrebbe essere diverso?” 

“Perchè…” Già, perché? Perché doveva salvare un intero pianeta? Perché  aveva promesso aiuto ai soldati, al presidente? Perché doveva proteggere tante famiglie? Cazzate. Tutte cazzate. Lo aveva promesso a Kish, ecco perché. Questa guerra, la salvezza, erano tutte cazzate. Lei lo aveva promesso a Kish, stava ascoltando il suo cuore, voleva capire i suoi sentimenti. Era innegabile che amasse il suo ragazzo, eppure si sentiva così… volubile. 

“Sto aspettando Strawberry” 

“Mark non posso tirarmi indietro, ci sono vite di cui ho la responsabilità” 

“Io… Lo so Strawberry, ma non posso continuare a vivere con questa paura, sapevo che prima o poi saresti tornata sul campo di battaglia, ma non voglio che tu faccia da sola” 

“E allora combatti con me” Chiese lei, nella voce un barlume di speranza.

“Non ho più quelle capacità, lo sai. E se anche le avessi non potrei mai usare un potere che ha quella natura, io non sono così…” 

“E allora cosa succede ora?”

“Io ti amo Strawberry, come mai ho fatto e farò in vita mia, ma così non ce la faccio. Non posso tornare a Londra sapendoti qui, a rischiare la vita.” 

“E allora non tornarci” Aveva le lacrime agli occhi. Si sentiva così volubile che quasi provava pena per se stessa. Amava Mark, eppure sapeva che una parte del suo cuore apparteneva a Kish, ma quanto era grande quella parte? Era in grado di battere il suo amore di sempre? Poteva un amore pericoloso, instabile come quello che provare per l’alieno battere un sentimento tanto caldo e sicuro come quello che per Mark?

“Ti amo Strawberry, e sempre lo farò, ma così non posso continuare. Abbiamo destini diversi” 

“Aspettami, tornerò e allora lì decideremo” E lo baciò, spinta da un bisogno che aveva sovrastato qualsiasi suo pensiero. Avrebbe salvato il mondo e poi avrebbe deciso, doveva fare così. Si sarebbe presa del tempo e, alla fine, avrebbe preso una decisione definitiva. Doveva fare così. 

Forse avrebbe evitato quelle frasi, quelle lacrime e quel bacio se avesse saputo che, nascosto su un albero, c’era lui che aveva ascoltato tutto. Se Kish fosse intervenuto lei si sarebbe trattenuta, magari. Ma ormai era tardi, Kish non si voltò indietro e, senza far rumore, sparì, deciso a farla pagare alla sua micetta. 

 

 

“Scacco” 

 

 

Si era decisa. Forse, per la prima volta in vita sua, Mina Aizawa sarebbe stata totalmente sincera. Forse era stata la bugia detta a Pam che sentiva il bisogno di compensare, forse la brutta sensazione che aveva ormai da giorni. Non importava, voleva andare da Ryan e dirgli tutto, forse sarebbe riuscita a sentirsi più leggera. Arrivò in giardino e lo vide lì, concentrato su una pila di fogli scritti al computer, con una penna in mano.  La sua espressione sembrava preoccupata. 

“Ci siamo, forza” Si stava infondendo coraggio come fosse una sedicenne in piena crisi d’amore. “Mina Aizawa, sei caduta davvero in basso” sussurrò a se stessa con una voce piena di sdegno. Mentre stava trovando il coraggio per varcare la porta di vetro che la separava dal giardino notò un movimento tra i cespugli e poi una cascata di lunghi capelli rossi correre verso di lei. Strawberry era disperata. Mina, per un momento, si dimenticò dei suoi problemi, pronta ad aiutare la sua amica, ma Ryan fece prima. 

L’afferrò per un braccio e la guardò fissa in viso. Mina aprì appena la porta, con il cuore in gola, per udire il loro discorso. 

“Che ti succede?” 

“Lasciami Ryan, devo… ho…” E scoppiò in un pianto assordante. 

Lui la strinse al suo petto, mettendole una mano tra i capelli scompigliati. 

“Dimmi che hai Strawberry” le disse dolcemente, accarezzandole le ciocche rosse e continuando, con l’altra mano, a cingerle le spalle. 

“Mark… Se ne vuole andare, sta sistemando le ultime cose con Kyle. Io non capisco perché fa così, non vuole che lotti per salvare il mondo e io, Dio mio, mi sento una persona pessima” La ragazza si strinse ancora di più a lui.

Mina stava per avere un mancamento. Cercava di convincersi che erano amici da tanto tempo, Ryan si sarebbe comportato così per ciascuna di loro. Eppure, una voce interiore, la obbligava a guardare quelli che erano i segni dei sentimenti sempre vivi del ragazzo: era rassicurante con lei, la stringeva forte a se e… “Basta Mina, non dire sciocchezze” Si disse, cercando di tirare indietro le lacrime. 

“Tu sei la persona più incredibile che io abbia mai incontrato Strawberry, sei una guerriera, una ragazza piena di energie, sei bellissima e sei a capo della squadra che salverà di nuovo il mondo, non dimenticarlo mai” E così dicendo la allontanò da se per guardarla negli occhi. “Mark non sa quello che si perde”

 

“Scacco matto.”

 

Non ci poteva credere, aveva perso, ancora, contro di lei. 

“Sa signorina Aizawa, ognuno ha il leader che si merita” Le sussurrò piano Takuro Ikashi. “E Profondo Blue si merita lei come leader della squadra che conquisterà questo pianeta, cosa ne pensa?” 

Forse fu la rabbia, la voglia di rivincita, il desiderio di vendetta eppure Mina non fece nulla che non fosse sussurrare un semplice “Si”

 


Capitolo un po lungo, scusatemi! Ma non potevo proprio tagliarlo, è il centro della storia! Allora, spero vi piaccia e che, soprattutto, non vi annoi! Che ne dite? In quanti avevate capito chi era la MewMew volubile? Adesso inizieranno davvero i guai, tra Profonfo Blue e Mina non so chi possa essere peggio come nemico, anche se forse a questa terribile squadra potrebbe aggiungersi qualcun altro... A presto! Vi ringrazio per le recensioni!
 

-Milla.
 

 

 

   
 
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