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Autore: 51a    22/09/2017    1 recensioni
"«Ma ha comunque sposato me!»
«Quando due persone si conoscono da così tanto, non c’è bisogno di cose futili quanto il matrimonio!»
«Possiamo smettere di parlare del Dottore?»"
Cosa succederebbe se River Song e Missy si incontrassero? E se invece che litigare per il Dottore trovassero un'altra soluzione?
Genere: Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Missy, River Song
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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«Ma com’è piccolo l’universo!»

River Song, a metà strada dal bancone, si girò verso la voce in questione e vide Missy, seduta ad un tavolino, di una riproduzione piuttosto fedele di un locale vittoriano, il meglio che ci si possa aspettare di trovare in un satellite della terra del cinquantunesimo secolo.

La bionda inarcò le sopracciglia e si avvicinò al tavolino, il vestito nero che ondeggiava insieme ai suoi passi. «Vuoi convincermi che sei qui per caso e che non mi stavi aspettando?»

Missy aprì la bocca, fingendo stupore «Che c’è non mi credi?»

«No. Come mai sei qui?» rispose River sedendosi al tavolo e incrociando le gambe.

«Quindi pensi che mi sia presa la briga di venire qui, mentre ci sei anche tu, di proposito? Non sarai un pochino egocentrica?» disse alzando un sopracciglio,

«Sono solo curiosa» rispose l’altra e continuò «Vuoi informazioni sul Dottore?»

«Tesoro...» disse Missy con un ghigno «...So molte più cose di te, su di lui

«Vuoi mettermi alla prova?»

«Dovresti pregarmi in ginocchio e chiedermi quello che so!»

«Oppure potrei far mettere in ginocchio il Dottore e farmele dire da lui» disse River con un sorriso. «Per il Dottore tu sei una cosa passeggera, un giorno si dimenticherà di te, sei un fugace attimo di passione, ma non durerà a lungo!» disse con voce velenosa.

«Sai anche perché sono una cosa passeggera? C’è un motivo se non posso più rigenerarmi!» disse con uno sguardo di sfida, Missy alzò gli occhi al cielo «Hai solo rimediato ad un tuo errore!»

«Ma ha comunque sposato me!»

«Quando due persone si conoscono da così tanto, non c’è bisogno di cose futili quanto il matrimonio!»

«Possiamo smettere di parlare del Dottore?» disse River accompagnando la frase con una manata sul tavolo, l’altra piegò la testa «Perché hai altri argomenti di conversazione? Non sei il suo fedele cagnolino che lo segue ovunque vada e lo guarda con occhi adoranti?»

«Di solito è lui a guardarmi con occhi adoranti ed è sempre lui a venirmi a invitare a salire sul TARDIS» ribatté lei.

«Ma...» continuò River e sul volto le si dipinse un’espressione interrogativa «...ancora non ho capito come hai fatto a trovarmi».

Missy estrasse da chissà dove (era pur sempre una signora del tempo) un quotidiano piegato a metà e lo aprì in modo che la donna che aveva di fronte potesse vedere la prima pagina, l’espressione di River si vece ancora più confusa «Giornali di carta? Ma li fanno ancora?» «Sono un tipo all’antica, ho le mie risorse». River si sporse sul tavolo e vide una foto in prima pagina di lei che puntava la pistola sulla commessa di un negozio di scarpe, e sullo sfondo, dal lato opposto della strada, il bar ottocentesco in cui erano sedute, in cima alla pagina era stampata la data del giorno seguente.

«Non è stata colpa mia, la commessa non accettava la mia credito, insisteva che era scaduta da almeno mezzo secolo!» si giustificò River.

«Non serve trovare scuse, non sono il Dottore! Personalmente non esco mai da un centro commerciale senza aver ucciso qualcuno!» River sorrise poi la guardò socchiudendo gli occhi «Fai così con tutti?» Missy la guardò senza capire e l'altra continuò «Fai così con tutti quelli che conoscono il Dottore? Vai ad aspettarli in un posto in cui sai andranno e intavoli una piacevole chiacchierata? O io ho avuto un trattamento speciale perché sono sua moglie?»

«Sua moglie? Ti definisci ancora sua moglie?»

«E perché non dovrei?» rispose River con un sorriso dubbioso.

«Vediamo, da quanto non lo vedi?» River la guardò senza rispondere e l'altra continuò «Da molto non è vero?» la bionda la interruppe «E questo cosa centra col fatto che sia mia mio marito?!»

Missy sorrise, uno dei suoi classici sorrisi perfidi «Dimmi, da quanto non stai con qualcuno?» l'espressione di River le dimostrò che aveva centrato il bersaglio, continuò a parlare «ti sei già risposata? O magari hai avuto solo storie di una notte?»

Guardando River avresti detto che fosse pronta a tirare fuori la pistola e puntargliela alla testa, ma restò immobile a fissare la donna che aveva di fronte che continuò: «Quindi la mia domanda è ti consideri ancora sua moglie?»

«Certo che mi considero ancora sua moglie! È sempre stato così, a volte passavano mesi senza che io lo vedessi e andavo avanti con la mia vita, e… e anche lui».

Poi si ricompose, la sua corazza fatta di sorrisi e battute si era aperta per un attimo, rivelando il vortice d'insicurezza e malinconia che si trovava al di sotto, ma era passato.

Sul suo viso tornò la solita espressione irriverente e divertita, gli angoli delle bocca si alzarono leggermente e disse «Sai, potrei farti la stessa domanda, da quanto non stai con qualcuno?»

Missy alzò gli occhi al cielo «Cos'è una gara? Chi se la passa peggio ha un gatto in regalo?» River si sporse sul tavolo, avvicinando il viso a quello di Missy e gli disse con una voce che era poco più di un sussurro «La mia, in realtà, era più che altro una proposta».

 

I riccioli biondi di River erano sparsi sul grosso cuscino del letto, la donna che le stava sopra le stava togliendo l'ultimo pezzo di biancheria di pizzo.

Missy portò la bocca sopra quella dell'altra e la baciò di nuovo, poi si girò su un fianco, sempre tenendo River contro di sé, e si portò sotto di lei.

La bionda rise contro la sua bocca e si staccò da lei.

«Chi ha deciso che tu saresti stata la prima?» disse con un sorriso divertito.

«Il meglio si lascia sempre alla fine» rispose alzando un sopracciglio.

 

«Non mi hai ancora detto perché sei venuta?» chiese River, ancora con il respiro grosso. Missy riaprì gli occhi e si girò verso la donna che le stava sdraiata di fianco, a pancia in giù sulle lenzuola bianche e stropicciate del letto a baldacchino, la flebile luce artificiale che arrivava dalla finestra meccanizzata le illuminava la schiena.

«Credo sia ora di dirtelo...» guardò River con occhi seri, con un'espressione che non le aveva ancora visto.

«Ho bisogno… di un favore».

L'altra inarcò leggermente le sopracciglia: «Che cosa ti serve?»

«Quando hai detto che il Dottore ha sposato te, avevi ragione. Ti ascolta, e si fida di te e di me non si può certo dire la stessa cosa». Guardò in punto della stanza, oltre River, oltre le pareti e oltre il tempo e lo spazio, e continuò a parlare: «Ho fatto molte cose cattive nelle mie vite, non ho sensi di colpa o cose del genere, ma so che arriverà il giorno in cui dovrò pagare per quello che ho fatto. E non so se il Dottore deciderà di salvarmi. È un uomo buono e generoso, e anche se non lo ammetterà mai, so che mi considera ancora sua amica. Ma in certi momenti, quando ripensa a tutto il male dell'universo, quando i suoi occhi diventano duri come pietra, si dimentica di tutto quello che c'è di buono, di tutto quello che vale la pena salvare. Vorrei che tu glielo ricordassi, di te si fida e vorrei gli ricordassi chi è, che è il Dottore e che è un uomo buono». Si girò verso River e le chiese guardandola con occhi antichi come il mondo e sinceri come non erano da secoli «Lo farai?»

L'altra sorrise, poco più che un movimento degli angoli della bocca, un sorriso dolce e comprensivo «Si» disse «Lo farò».  

   
 
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