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Autore: Anna3    22/09/2017    2 recensioni
Uno tra i personaggi più amati e odiati al tempo stesso è di sicuro Sasuke Uchiha: il suo carattere antipatico e impassibile ha fatto perdere le staffe a molti dei suoi avversari, compreso Deidara. Ma cosa sarebbe successo se quest'ultimo avesse vinto contro di lui?
Una fanfiction che fa bene agli amanti degli Uchiha, ma soprattutto ai loro haters.
Genere: Generale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Deidara, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Capitolo 3: La vittoria di Deidara

Io e Matsuda ci guardiamo male, ma annuiamo. Ora capisco perché me l’ha accollato: per controllarmi 24 ore su 24. In questo modo è sicuro al 100% che non faccia stupidaggini. Fantastico!
Dopo esserci congedati, iniziamo subito il viaggio verso Konoha: la strada è lunga e per arrivare ci vorrano un paio di giorni di marcia, da fare solo io con lui e i boschi. Saranno delle giornate stupende! Quanto meno, il katsudon preparato da Nanami era delizioso e mi ha reso carico di energia: forse anche per questo riesco a mantere il passo veloce dell’altro ninja.
Continuiamo a saltare tra gli alberi per tutta la notte: quando alla fine decidiamo di fare la prima pausa è mattino inoltrato. Ognuno di noi si mette da una parte e fa quel che gli pare, le uniche regole sono che si fa una pausa di trenta minuti e che non si può far troppo rumore, lasciando tracce del nostro passaggio. Apro il mio zaino e guardo per la prima volta cosa ha infilato Hoshi nel mio zaino: come ha detto lei, dentro vi trovo armi ninja, argilla, rotoli, cibo e, in una taschina interna, anche una specie di bottone con accanto un foglietto firmato da Hoshi con su scritto: “da usare in caso di emergenza”. Sorrido, piacevolmente stupito dal suo regalo: al contrario di Nanami, è pratica anche in queste cose. Finita la pausa, ricominciamo la nostra marcia: la continuiamo tutto giorno, fermandoci solo ogni tanto per mangiare e bere, entrambi in assoluto silenzio. Lo Tsuchikage ci ha consigliato di collaborare, ma è chiaro che nessuno di due ne ha voglia: e poi, a proteggere Naruto non ci siamo solo io e lui, ma anche altri ninja di altri paesi.
Trascorsi così due giorni, arriviamo finalmente a Konoha: alle porte del villaggio ci sono dei controllori. Ci chiedono i permessi e, una volta dati, ci lasciano entrare all’interno. Dirigendoci all’ufficio dell’Hokage, ho modo di osservare il villaggio in cui sono nati i miei acerrimi nemici: Konoha, al contrario del Villaggio della Roccia, è molto più colorato e vivido. In ogni strada ci sono bancarelle che vendono di tutto: dal vestiario, agli alimenti, ai cosmetici fino anche a materiali di metallo. Resto affascinato da quello spettacolo di colori e profumi, tanto che ogni tanto mi fermo per contemplare le cose vendute, con sommo disappunto di Matsuda, che mi trascina via non appena succede.
A un tratto, passando vicino le periferie del villaggio, vediamo un quartiere che, al contario degli altri visti in precedenza è abbandonato e triste: sulla porta che fa accedere a quel quartiere, riconosco il simbolo degli Uchiha. Mi fermo un attimo lì davanti: un’atmosferma lugubre sembra diffondersi da quel luogo, che contagia anche il mio entusiasmo.
Mastuda, che non mi ha mai parlato a meno che non fosse necessario durante il viaggio commenta:
“Quello è ciò che resta dell’antico clan Uchiha, uno dei più famosi ed abili del Paese del Fuoco: un vero peccato non trovi? Sono tutti morti per mano di Itachi Uchiha”.
“Già, lo conoscevo” mi lascio sfuggire ipnotizzato da quella vista.
“E come è possibile? Si è suicidato subito dopo la strage!”.
Sussulto sorpreso: è strano, ma non provo nessuna goduria nel saperlo morto, soprattutto in questo modo così… banale.
“No, intendo ne ho sentito parlare… e tu come sai queste cose?” chiedo.
“Se ne è parlato per giorni in tutti i villaggi: ai giorni nostri assistere a una strage di tale portata non è cosa da tutti i giorni, soprattutto di un clan così potente. Forse per questo ne hai sentito parlare anche tu”. Annuisco, e mi incammino con il mio interlocutore.
Arrivati nell’ufficio, ci inchiniamo davanti all’Hokage, presentandoci:
“Ah giusto voi siete i ninja del Villaggio della Roccia addetti alla protezione dell’enneacoda, Onoki mi ha parlato di voi! Allora, alloggerete con gli altri ninja insieme a Naruto Uzumaki per proteggerlo 24 su 24, pasti compresi. Sarete delle vere e proprie guardie del corpo, lo dovrete seguire ovunque, se avete altre domande rivolgetevi a Shizune.” spiega brevemente Tsunade, indicando la ragazza vicino a lei con capelli corti e un maialino in braccio “Ora lei vi accompagnerà da Naruto. Vedete di svolgere bene il vostro incarico” ci ammonisce congedandoci.
Dopo esserci nuovamente inchinati prima di uscire, Shizune ci accompagna in questo alloggio, spiegando le regole a cui dobbiamo attenerci: non ascolto neanche una parola, sia perché non mi interessa, sia perché tutte non le ricorderò mai. E poi, vedo che Matsuda le sta ascoltando tutte serio, questo vuol dire che al massimo le chiederò a lui di nuovo. Piuttosto, mi concentro di nuovo nell’osservare il villaggio: mi è più utile iniziare a studiare il luogo e le strade, più che sentire tutte le cose che posso e non posso fare. Ormai è quasi mezzogiorno: molti negozi sono già in pausa pranzo, ma questo non influisce nell’atmosfera allegra del villaggio. Qui e lì scorrazzano bambini ovunque, che passano tra le gambe di adulti affaccendati che camminano velocemente e vengono sgridati dal vecchietto di turno, che cade per terra a causa loro.
Dopo mezz’ora che camminiamo, arriviamo alla nostra meta: Shizune ci scorta in cucina, dove tutti stanno mangiando. Ci sono una dozzina di ninja: due del Paese della Pioggia, due della Cascata, due del Vento, due del Fulmine, due dell’acqua e infine Naruto con Sakura. Stanno tutti parlando allegramente e da come Sakura tocca Naruto, è chiaro che i due stanno insieme. Sembrano felici, più di quanto lo sarebbero con Sasuke tra loro: sorrido pensando che in fondo ho fatto bene a far sparire Sasuke dalle loro vite. Ora sono tutti più felici, il clan Uchiha è stato completamente dimenticato e tutto va bene. Eppure, quando c’era Sasuke questi strani fenomeni non avvenivano.
O forse la presenza di Sasuke ha solo ritardato un avvenimento che doveva comunque accadere: sì, non è possibile che senza quel bastardo il mondo non vada avanti.
Intanto, Shizune ci ha già presentato e Naruto si è già fatto avanti:
“Piacere di conoscervi io sono Naruto Uzumaki, il futuro Hokage”.
“Non vantarti troppo Naruto: sebbene tu sia il figlio del Quarto Hokage non sei ancora abbastanza abile!” lo sgrida Shizune.
“Oh suvvia non farmi fare brutte figure anche con i ninja del Villaggio della Roccia” dice imbarazzato.
“Prima o dopo la farai comunque Naruto” commenta un ninja del Villaggio della Pioggia ridendo e scatenando una risata generale. Come dicono in molti, Naruto riesce a mettere allegria anche nei cuori delle persone più acide: basta vedere come anche Matsuda sembra essere molto di più disteso rispetto a prima. Insomma, niente a confronto a quella specie di mostro in cui mi sono imbattuto mentre facevo parte dell’Akatsuki. Io stesso, a dire il vero, mi sento molto disteso parlando con lui.
“Li lascio nelle tue mani Naruto” dice Shizune, mentre gli altri ninja che fanno parte della guardia del corpo di Naruto si presentano a noi.
Veniamo subito accolti tra loro con calore e ci invitano a mangiare con loro; Naruto, tra tutti il più solare, inizia subito a parlare con noi, i nuovi arrivati.
“Wow cosa sono quei tagli che hai sulle mani?” mi chiede stupito.
“Ah, sono bocche”.
“E a cosa ti servono?”.
“A creare la mia arte!”.
“Quale arte?”. Sto per rispondere quasi irritato dalla sua ignoranza, ma Matsuda mi precede:
“Beh quando è da solo si fa dei...” sospende appositamente la frase guardando il suo interlocutore in modo perverso “hai capito cosa vero?”.
Arrossico, mentre tutti gli altri ninja se la ridono sguainatamente:
“MA COSA DICI MATSUDA! Non faccio quelle cose sporche come te!” gli grido addosso imbarazzato: non me lo sarei mai aspettato da lui… Insomma, lo credevo una persona così seria non credevo sapesse fare battute del genere: mi ha preso in giro davanti a tutti!
Ma fortunatamente la vendetta non manca, in quanto Sakura gli tira un forte scalpellotto in testa:
“Ti sembrano questi gli argomenti di cui parlare con altre tre ragazze?!”. Matsuda si scusa con le ragazze, mentre noi ragazzi ce la ridiamo sotto i baffi, io per primo: ora non sono più io quello ad essere rosso dalla vergogna.
Tuttavia, le nostre risate vengono presto interrotte da un forte boato vicino a noi, che ci lascia muti.
Tutti scattanno subito all’attenti e un ninja della Pioggia va a controllare alla finestra:
“C’è stata una esplosione a ovest del villaggio” fa presente.
Un ninja del Vento, uno dei più abili evidentemente, dice:
“Se è solo una esplosione non dobbiamo preoccupaci, potrebbe essere un falso allarme”. Ma subito, quasi a confermare la falsità di questa ipotesi, si sentono altre esplosioni.
“Ora ci sono state esplosioni a sud-est e nord-ovest” dice nuovamente il ninja della pioggia “Che facciamo?”. Lo stesso ninja i prima, funereo, ordina:
“Formazione C”. Subito, tutti gli altri ninja si mettono in una certa posizione, mentre il ninja iniziare a dare ordini a destra e manca:
“Voi due” dice indicando me e Matsuda “Cosa sapete fare?”.
“Arte della terra” risponde veloce Matsuda “Movimento del Nucleo Terrestre, Tecnica della pietrificazione e del Clone di Roccia”.
“Arte dell’esplosione”.
Il ninja ci guarda attentamente e dice:
“Andate a nord: Deidara usa la tua arte come diversivo e accordati bene con Matsuda sull tecniche. Cercate di combinare le vostre tecniche. Andate!” ci ordina e noi ci dirigiamo subito verso nord.
Come è possibile che sia successo così presto, sono passati solo due giorni! Beh, se il primo giorno hanno catturato Fu e quello successivo Killer Bee… Accidenti sono troppo forti! In confronto all’Akatsuki vecchia… Oppure siamo noi ad essere più deboli?
Mentre saltiamo tra una casa e l’altra, organizziamo il nostro piano d’attacco: nonostante sia scorbutico, di certo posso contare su di lui e le sue tecniche. Si sentono altre esplosioni: è chiaro che il villaggio è sotto attacco, infatti, poco tempo dopo veniamo fermati da alcuni ninja della Foglia.
“Chi siete voi?” ci chiede uno dei ninja.
“Matsuda Matsuo e Deidara del Villaggio della Roccia: lo Tsuchikage ci ha inviato qui per proteggere Naruto Uzumaki” risponde Matsuda. Il ninja che ci ha fatto la domanda parla con altri suoi compagni e poi domanda:
“Come facciamo ad esser sicuri della vostra parola?”.
“Ma come?!” grido “Siamo dalla vostra parte, non capite che non siamo noi i nemici?”.
“Per quanto ne sappiamo, tutti coloro che non sono ninja della Foglia sono dei nemici!” ribatte con parole chiaramente dettate dal terrore “Avete il permesso?”.
“Non c’è tempo da perdere non capite?” dico mentre avvengono altre esplosioni “Vedete? Non siamo noi a provocare questi disordini!”.
“Non prenderci in giro, sappiamo perfettamente che sono i vostri complici! Arrend...” il ninja non fa in tempo a concludere la parola che un enorme rinoceronte travolge lui e i ninja vicini.
Io e Matsuda ci guardiamo con sguardo d’intesa: è il nostro momento.
Evocando il mio uccello, mi stacco da Matsuda e volo sopra la creatura. Se qui c’è la sua creatura, deve esserci anche l’evocatore di tale animale. Aguzzando la vista, vedo un ninja con il tipico mantello dell’Akatsuki e la chioma arancione: Pain!
Il ninja dai capelli arancioni, lasciata la creatura a combattere contro i ninja di Konoha, salta elegantemente giù da essa e correndo per le vie si dirige verso la direzione da cui proveniamo.
“MATSUDA!” urlo e gli indico Pain. Lui, vedendolo mi urla:
“PIANO A” e indica il rinoceronte, che nel frattempo, sbarazzatosi di tutti i ninja, viene nella nostra direzione. Dopodichè, mentre lo distraggo, Matsuda fa un suo clone di Roccia e lo manda all’inseguimento del ninja dai capelli arancioni. Intanto io inizio a impastare e lanciare bombe a scopo diversivo: come previsto, la creatura si ferma confusa da tutto quel rumore e proprio in quel momento Matsuda usa la sua tecnica:
“Arte della Terra: Movimento del Nucleo terrestre!” e subito la bestia sprofonda insieme a una considerevole porzione di terra, per poi sparire nel nulla. Quando alla fine Matsuda fa riemergere la terra, la bestia è scomparsa nel nulla.
“Inseguiamolo!” ordina correndo verso sud Matsuda “Abbiamo perso sin tropppo tempo!”.
Per fare prima, lo prendo sul mio uccello e lo metto dietro di me:
“Dove dobbiamo andare?” chiedo. Matsuda, ancora frastornato dal fatto che stiamo volando, risponde un po’ confuso:
“Continua verso sud”.
Seguendo le sue indicazioni, vediamo che il ninja, che in un primo momento si stava dirigendo verso il centro del Villaggio, ora si dirige più nella periferia ad est.
“Probabilmente staranno spostando Naruto: a quanto ho capito, il piano iniziale era di farlo andare nel Paese del The o in una delle tante isole ignote del pianeta. Ma in seguito questa idea è stata scartata perché ritenuta troppo eccessiva; chissà forse ora hanno cambiato idea”.
“Dobbiamo agire subito o Pain catturerà Naruto!” grido e mi lancio all’attacco di Pain.
“No aspetta…!” sta per dirmi Matsuda, ma io ormai ho già attaccato di sorpresa il ninja dai capelli arancioni, che si difende prontamente evocando un altro animale.
“Ancora?!” grido frustrato e lancio il mio Garuda C4, che subito fa scomparire l’animale: il ninja, colto di sorpresa, viene coinvolto anche lui nella mia esplosione per poi sparire. Esulto di gioia e dico al mio compagno:
“Visto Matsuda? Credo che questo fosse il capo, ma tanto è stato facile uccid...” mi pietrifico dall’orrore vedendo il mio compagno infilzato da una specie di lama dentata “MATSUDA!” grido e corro verso di lui. La lama che lo infilzava viene brutalmente rimossa e il suo corpo cade a terra, mentre il colpevole della sua morte salta su una casa insieme al ninja che credevo di aver ucciso.
Li guardo sorpreso: entrambi hanno i piercing, vestono l’uniforme dell’Akatsuki e soprattutto, entrambi hanno il Rinnegan. Resto a guardarli confuso: come è possibile che abbiano entrambi quegli occhi? Mi costringo a distogliere lo sguardo e mi concentro su Matsuda, che mi chiama morente:
“Deidara… ce ne sono più di due” dice e dallo sforzo sputa sangue.
“Calmati, non sforzarti, ora ti porto a far curare” dico prendendolo in braccio.
“No! Lasciami qui e seguili!”.
“Ma in questo modo tu...”.
“Perderesti tempo” sputa di nuovo sangue “sono sei in tutto, tutti col Rinnegan, proteggi Naruto o...” dice e spira. Lo guardo con gli occhi sbarrati, chiamandolo, ma ormai lui è già morto. Guardo il cadavere ancora caldo tra le mie mani in shock: è la prima volta che mi è capitato di veder morire un mio compagno tra le mie braccia. Certo, il nostro legame non è minimamente paragonabile a quello che ho avuto con Sasori, ma comunque.. Scuoto la testa, concentrandomi sulle sue parole: ecco cosa voleva dirmi prima! Che c’erano sei Pain! Mi do dello stupido: non avevo mai visto Pain di persona, ma ricordo che una volta Kisame ci disse qualcosa di simile.
Ma certo! Pain in realtà ha sei corpi, ognuno con una diversa specialità, e questo spiega perché quel corpo che credevo di aver ucciso evocava solo animali. Scuoto la testa: non c’è tempo per pensare ora, devo proteggere Naruto oppure… mi blocco. Oppure cosa? Il sacrificio di Matsuda è stato vano? Proteggendolo diventerò più famoso? Forse per Hoshi? Sì, forse anche un po’ per questo, ma è come se qualcosa di spingesse a fare queste azioni ed io non possa permettermi di stare con la mani in mano. In fondo, meglio morire così che finire nel vortice nero.
Mi metto all’inseguimento dei miei nemici e poco dopo trovo tutti i sei corpi combattere contro Naruto, il restante della sua guardia del corpo, Sakura e altri ninja della foglia dell’età di Naruto, molto probabilmente suoi amici. Tuttavia, la battaglia è inutile: ad ogni corpo che un ninja uccideva, sacrificando la sua vita, quello risorgeva, grazie a uno dei sei corpi, quello con tre piercing a spuntoni sulle orecchie. E per quanto si cercasse di ucciderlo, gli altri lo proteggevano: una battaglia impari. Ma tanto ormai, ho già deciso di rischiare la mia vita: mi unisco anche io alla battaglia. Mi scaglio anche io contro il ninja che ha la capacità di far risorgere gli altri corpi, ma il ninja che ha ucciso Matsuda lo protegge e inizia a combattere contro di me: ora che lo affronto vedo anche quanto orribile sia. Ha tre volti e sei braccia, sembra esser fatto di metallo: spara missili dalle sue braccia e usa quell’enorme lama con cui ha ucciso Matsuda come una specie di coda. Contrasto i suoi colpi con le mie bombe, ma avendo già usato il mio Garuda C4 contro il ninja, non appena provo a usare quell’arte per un controattacco, lui la evita. È dannatamente frustrante il fatto che io non riesca minimamente a colpirlo, ma resto solo solo sulla difensiva: purtroppo, il mio tipo di chakra non riesce a contrastare quello del vento che lui ha, quindi la situazione continua a rimanere invariata. Il problema è che se non trovo il modo di finirlo, sarò io a finire il chakra: ma certo! Il dono di Hoshi! Posso fare un tentativo. Prendo il bottone dalla tasca esterna: lei lo aveva sistemato lì orse proprio perché lo aveva previso. Ma come diavolo si usa? Resto col bottone in mano indeciso sul da farsi e il ninja, cogliendo la mia esitazione, mi attacca frontalmente. Sentendo il pericolo, il bottone si attiva e incenerisce l’avversario con una tecnica di fuoco: il ninja, impreparato per una mossa simile, cade per terra. Esulto, ringraziando mentalmente Hoshi.
Ma proprio mentre lo faccio, tutti e cinque i corpi cadono a terra. Tutti ci immobiliziamo stupiti: l’unico corpo rimasto si eleva sopra di noi e raccogliendo l’energia, sussurra qualcosa che non riesco a capire. Poi, una immensa luce ci avvolge tutti quanti ed io sono costretto a chiudere gli occhi, ma la cosa avviene tanto velocemente, che non mi rendo nemmeno conto di cosa sta accadendo: il bagliore di luce, durato una frazione di secondo ha lasciato spazio solo al buio assoluto, a cui mi ci abbandono completamente.
È strano. Di solito si dice che prima di morire si rivede la propria vita, ma a me non è capitato niente di tutto questo. Semplicemente, la mia coscienza è svanita sino a non esserci più. Eppure, ho come la concezione di essere morto...

Quando mi risveglio, sono steso sopra della terra arida, all’ombra di un albero rinsecchito. Il sole splende forte su di me, sembra sia il Paese del Vento. Ma come diavolo sono finito qui?
Mi vengono in mente gli avvenimenti accaduti prima del mio risveglio e mi chiedo se questo sia davvero l’inferno di cui parlano: forse tra poco arriverà il mio demone personale a torturarmi per l’eternità, o forse chissà mi aspetta il vagare infinito in questa desolata landa.
Mi metto seduto massaggiandomi la testa e vedo una ragazza con un kimono color verde acqua seduta di fronte a me che mi fissa:
“Ben svegliato” mi dice sorridendo. È una ragazza molto bella, con capelli neri ed occhi verdi, e la sua voce è, oserei dire, quasi angelica.
“Sono morto e tu sei quella che mi tortura per l’eternità?” chiedo. La ragazza ride scuotendo la testa.
“Chi sei? Cosa ci faccio qui?” chiedo confuso.
“Dunque, è difficile da spiegare: diciamo che ti trovi tra la vita e la morte e questa è una specie di sogno”.
“Sogno? Ma cosa stai dicendo? Dove siamo? Cosa...”.
“Shh!” mi interrompe dolcemente “Fai troppe domande tutte insieme”. Mi zittisco.
“Difficilmente crederai a quello che dico…Ma comunque credo che niente ti stupisca più, dopo che hai scoperto che in realtà voi siete solo personaggi immaginari. Allora, io non ho un nome e questa è solo una delle mie tante forme, ma in un certo senso si può dire che io sono l’Idea di Naruto”.
“Cosa significa?” la guardo confuso.
“Io sono colei che ha dato l’ispirazione a Kishimoto per la creazione di questo mondo… Come tu già sai, il vostro mondo esiste in funzione di quello terrestre”.
“Già, ormai non trovo più niente che mi possa sorprendere” faccio spallucce “Ti credo… come posso chiamarti?”. La ragazza sorride:
“Chiamami semplicemente Idea. Ad ogni modo, tu ti trovi nel futuro del vostro mondo Deidara”.
“Nel futuro?”.
“Sì; sono passati esattamente 90 giorni da quando Pain si è impossessato dell’enneacoda e questo è tutto ciò che rimane del vostro mondo”.
Resto esterreffato dalla visione: è rimasta solo una piccola landa desolata, circandata da tutte le parti dal vortice nero.
“E.. che fine hanno fatto tutti?”.
“Sono tutti morti: le prime a perire sono stati coloro che non combattevano, in seguito i ninja si sono fatti guerra tra loro, per poi morire tutti dal primo all’ultimo”.
La guardo sconvolto dall’orrore:
“Ma perché Pain ha deciso…?”.
“Perchè voleva che tutti conoscessero il vero dolore: almeno questo è ciò che dice a quelli di questo mondo che gli chiedono il perché di tale azione. Il suo piano era di incutere terrore, perché credeva che una volta catturate le bestie codate la cosa si sarebbe potuta comandare a piacimento. Ma se è riuscito a fare questo, in realtà c’è un altro motivo”.
“Quale?”.
“La scomparsa di Sasuke Uchiha”.
Non appena sento la sua risposta, resto basito:
“Come diavolo è possibile che la sua esistenza influenzi in questo modo un mondo?!”.
“Ci sono molteplici cause: innanzitutto, come ti ho già detto prima, questo mondo nasce, vive e muore in funzione di quello terrestre”.
“E questo cosa starebbe a significare?”.
“Questo significa” spiega “che se la storia raccontata nel mondo terrestre non viene amata più di tanto, il mondo al cui interno si svolge la storia si sgretola a poco a poco, mentre se al contrario quel mondo è molto amato, finché quella storia non viene dimenticata, quel mondo prospera. Avendo fatto dimenticare Sasuke, la storia non è più stata seguita e poiché nella seconda parte nessuno ha più guardato Naruto (così infatti viene chiamata la storia), la storia è stata dimenticata e il mondo distrutto”.
“Quindi noi siamo semplici marionette nelle mani delle fan di Sasuke!”.
“Non è esatto: infatti all’inizio la storia piaceva anche senza Sasuke. Il fatto è che senza di lui ci sono state enormi conseguenze anche per tutti i personaggi: Naruto non è diventato forte, Sakura non è migliorata, Itachi si è suicidato dal senso di colpa, Orochimaru non ha più avuto nessuno da bramare, tanti ninja salvati da Sasuke sono morti prima e tutto il mondo ha risentito del fatto che il clan Uchiha si fosse estinto. Lo stesso autore, vedendo che l’opera non piaceva, ha capito che qualcosa non andava e si è sforzato di migliorarla in tutti i modi, ma poiché Sasuke era stato dimenticato e si era proibita la sua creazione, in base al contratto che gli hai fatto firmare, la storia è stata dimenticata”.
“E tutto questo per… Lui!?”.
“Non possono esistere storie senza i cattivi Deidara”.
“Ma… L’Akatsuki sono i cattivi!”. L’Idea scuote la testa:
“Voi siete stati solamente una pedina nelle mani di personaggi più grandi… personaggi che poi non hanno potuto svolgere il loro ruolo, perché con la scomparsa di Sasuke, il mondo, la storia, è stato tutto abbandonato”.
Resto in silenzio ancora incredulo per ciò che ho sentito.
“Non è possibile! Mi rifiuto di crederci!” grido indispettito alzandomi in piedi.
“Sai che è così Deidara o non staresti sbraitando in questa maniera” ribatte tranquilla la ragazza giocando con la sabbia “Non si può sfuggire al proprio destino”.
“Aspetta un momento! Cosa significa che sono tra vita e morte?” chiedo ricordando le sue parole all’inizio, che forse solo ora posso comprendere meglio.
“Allora” dice la ragazza tirando due linee parallele “questa rappresenta la storia nel mondo con Sasuke” indica la prima retta “mentre questa è senza di lui.” e indica la secona linea “Quello che ti è accaduto è semplice: poco prima che morissi, hai dato vita alla seconda linea” dice cerchiando un punto sulla prima linea e facendo poi partire un segmento da quel punto che arriva fino alla seconda linea “poi tu hai continuato a vivere la tua vita, fino a quando sei morto...” dice facendo un punto sulla seconda linea poco più avanti a quello della prima riga.
“Quindi in poche parole io nel primo mondo risulto esser vivo, mentre nel secondo morto, giusto?”. La ragazza annuisce.
“E tutto questo… sogno a che cosa mi servirebbe?” chiedo, sapendo già la sua risposta in fondo.
“Ti sto mostrando le due alternative: o muori nel primo mondo e lasci proseguire la storia normalmente, oppure muori nel secondo mondo, facendo scomparire tutto con te”.
Resto in silenzio, mentre l’Idea mi guarda penetrante:
“Non è una decisione facile, in questo momento hai la responsabilità di decidere del destino del tuo mondo, lo capisco”.
“Cosa succede se scelgo la prima delle due?”.
“Se scegli la prima tornerai nel solito mondo” dice facendo un’altra freccia che parte dalla seconda linea e si ricongiunge alla prima “e invece che far cancellare Sasuke, morirai per sua mano”.
“E se invece...”
“Se invece scegli di morire qui, non cambierà nulla e il mondo si distruggerà” dice Idea e con le sue parole un altro pezzo della landa si distintegra.
Non sono mai stato una persona altruista: forse perché sin da piccolo nessuno mi ha mai aiutato e io ho sempre creduto di essere solo. Però, conoscendo Sasori e Tobi, ma anche Nanami e Hoshi, ho imparato cosa significa esserlo: alla fine in entrambi i casi muoio e in entrambi i casi posso dire di aver fatto una morte combattendo, l’unica differenza è che dalla mia decisione dipende poi il resto del mondo. Per una persona normale la decisione sarebbe immediata, ma per me… Insomma detesto morire per mano di quell’odioso Uchiha pomposo che si crede chi sa chi, ma in realtà è soltanto un coglione e poi sono un assassino non dovrei fregarmene di quello che accade agli altri: in teoria sì, tuttavia… Non lo posso permettere! In fondo sono anche lo stesso Deidara che è dalla parte del Paese della Terra, ma allora… chi sono veramente?
L’Idea si avvicina a me e mi accarezza piano la schiena:
“Deidara hai deciso?” mi chiede porgendomi uno specchio. Guardo il mio riflesso: ero talmente distratto a parlare con l’Idea, che non mi sono accorto di non avere il coprifronte. Sorrido. Finalmente ho capito:
“Sì ho deciso”. Io non faccio parte né dell’Akatsuki, né del Villaggio, sono semplicemente un’artista come un altro: e come tale non posso permettere che il mio mondo venga distrutto, perché altrimenti anche la mia arte stessa e il mio ricordo svaniranno nel nulla “Torno alla vita con quel bastardo di Sasuke”.
L’Idea sorride:
“Alla fine hai fatto la stessa scelta degli altri personaggi che hanno reso questo mondo uno tra i migliori e più amati di sempre”. La guardo:
“Cosa significa?”, ma lei ormai sta già scomparendo.
“Che sei stato, non solo in questo mondo, ma anche in quello terrestre, uno degli artisti più famosi e rispettati” dice l’Idea sparendo, insieme alla landa desolata.


 

Deidara si toglie la maglietta e, spiegando la sua tecnica, si fa saltare in aria per uccidere Sasuke. Tentativo vano, perché l’Uchiha riuscirà a sfuggire all’esplosione, ma, nella sua inutilità, eroico.


 

Angolo dell’autrice:
Finalmente, dopo 20 pagine word, questa fanfiction è finita!
Allora, spendo due parole per spiegare questa… cosa così diversa dal mio solito genere comico/satirico: sebbene sia passato un anno da quando ho conosciuto Naruto, la mia passione per i cattivi è rimasta immutata e forse per questo ho voluto dare alla morte di Deidara una sfumatura che la faccia apparire più stoica…e non solo a lui, ma anche agli altri Akatsukini (nel manga morti, ma vivi nella mia mente malata) e al clan Uchiha, che molti disprezzano per motivi assai idioti. Se Naruto è diventato il fantastico manga che è, lo si deve soprattutto a loro: non solo perché sono dei figazzoni, ma anche perché senza una controparte malvagia… beh i giochi sarebbero finiti subito. Insomma, una fanfic dedicata agli amanti dell’Akatsuki e degli Uchiha, ma ancora di più a coloro che li detestano.
Spero vi sia piaciuta e che vi abbia fatto pensare! Ringrazio chi mette tra le preferite/seguite/ecc.. e mi prostro virtualmente davanti a quei Santi che avranno la pazienza di recensire!(mi riferisco soprattutto a te, psycosunflower!)

Alla prossima!

Anna3


 

   
 
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