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Autore: bambolinarossa98    23/09/2017    0 recensioni
[Seconda storia della serie The Chronicle's of Mafia Family.]
🌟
[Katekyo Hitman Reborn!Crossover]
Gli Anelli Vongola, gli Anelli Mare e i Ciucciotti degli Arcobaleno.
Insieme formano il Trinisette: tre gruppi di sette pietre ciascuno che, si dice, abbiano creato il mondo...

*
[...]Il suo volto era illuminato dalle fiamme che guizzavano nel recipiente di pietra a cui era appoggiato, creando ombre danzanti sul suo viso che lei riusciva a scorgere benissimo... eppure, se doveva soffermarsi sui dettagli, questi le sfuggivano. Come un sogno che si cerca di ricordare mentre quello continua a scivolare via dalla tua mente.
*
[...]Un giorno, in un futuro lontano, potresti guardarti indietro e pensare: ma io ero davvero così? E sarà strano, nostalgico, ma anche buffo e ti scapperà un sorriso perché ti renderai conto di quanto tu sia cresciuta. -
***
Un misterioso bambino venuto dall'Italia.
Uno strano ragazzo venuto dal Giappone.
Un segreto che nasce dagli albori della famiglia mafiosa più potente del mondo.
Il destino di Marinette, ereditato col sangue.
*
[Sequel di The Third Family]
Genere: Azione, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Chronicle's of Mafia Family'
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REVISIONATO IL 07/06/2019



Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 06. Galeotta fu la Verifica - Sessione di studio intensivo con Lal
Fandom: Katekyo Hitman Reborn - Miraculous
Numero Parole: 2.926
 
 
 
 
 
Sabine non aveva saputo dirle niente riguardo al suo oramai defunto bis-bis-bis nonno: sapeva solo, dai racconti ripescati dalla nonna, che un giorno la sua bis-bis-bis nonna si era presentata alla porta di casa Cheng, incinta di tre mesi e con una lettera di un certo Radi, che si era scoperto essere un lontano cugino. Da allora si poteva risalire a tutti i discendenti della famiglia, fino a lei... ma di Radi nessuna traccia, se non il suo nome scritto alla fine di quella lettera oramai perduta.
Sospirò, affranta, scarabocchiando con la penna sull'angolo del quaderno, ignorando completamente madame Bustier che parlava da oramai dieci minuti... almeno finché Alya non le diede una gomitata sul braccio, facendola sussultare.
- Cosa? - chiese, voltandosi a guardarla.
- Hai sentito quello che ha detto? - domandò lei, in un sussurro, sospirando allo sguardo perso di lei - Domani ci sarà una verifica sulla nostra ricerca, i voti individuali influiranno su quello collettivo... - spiegò.
- Cosa? - sbottò, a voce più alta del previsto, facendo voltare tutti verso di lei.
- Hai capito benissimo, Marinette - rispose madame Bustier, credendo che quella reazione fosse dovuta a ciò che aveva detto - Se prenderai un brutto voto ci andranno di mezzo anche i tuoi compagni di ricerca, quindi vedi di studiare! - ammonì. Marinette deglutì, facendosi piccola piccola sulla sedia, mentre sentiva il panico crescerle dentro: aveva completamente dimenticato la ricerca!
 
 
Ci mancò pochissimo perché la ragazza facesse un volo giù dalle scale che univano il piano superiore con la palestra/atrio della scuola, rischiando di mandare seriamente qualcuno all'ospedale (tipo la povera Rose, la cui unica colpa era stata passare di lì in quel momento). Biascicando scuse, Marinette corse nel corridoio e si fiondò al proprio armadietto, quasi scardinandolo mentre lo apriva.
- Cos'è successo stavolta? - domandò Lal, seduta al tavolino a leggere un libro.
- Domani ho la verifica e non ho studiato per la ricerca! - rispose lei, tutto d'un fiato. Lal voltò lo sguardo verso di lei, nascosto dagli occhiali.
- L'avevi dimenticato, vero? - chiese, impassibile.
- Sì - ammise la ragazza, affranta, abbassando il capo. La bambina sospirò, chiudendo il libro e poggiandosi gli occhiali sul capo.
- Non andremo molto lontano di questo passo - decretò.
- Lo so - rispose lei - E mi dispiace - aggiunse.
- Di che cosa ti dispiace? - domandò la voce di Alya, alle sue spalle. Marinette sobbalzò e chiuse l'armadietto di scatto, voltandosi verso di lei.
- Di non aver... ehm... prestato attenzione in classe? - buttò fuori, incerta.
- E lo dici all'armadietto? - domandò la ragazza, perplessa.
Marinette sgranò gli occhi - Ehm... -
- Sei strana ultimamente - notò l'amica. Lei rise.
- Io sono sempre stata strana! - commentò, nervosamente - Comunque, ti serve qualcosa? - chiese, fingendo naturalezza.
- Sì. Io e gli altri ci siamo messi d'accordo per studiare insieme stasera: vieni anche tu? - propose Alya.
- Ehm... s... no! - rispose lei, mordendosi la lingua.
- Non ti posso aiutare se ci sono anche loro! - sussurrò Lal, da dentro l'armadietto.
- Cosa? - domandò Alya, stupita.
- No, non posso. Cioè, a studiare studierò ma... ecco, ci sono molte cose che devo fare e voglio farle da sola, rischierei solo di rallentarvi - spiegò - Prometto che la verifica di domani andrà benissimo! - aggiunse, aprendo uno spiraglio nell'armadietto e afferrando Lal, per poi ficcarla poco delicatamente nello zainetto dando le spalle ad Alya - Ci vediamo domani: non chiamarmi, devo stare concentrata. Ciao! - salutando con la mano, scappò fuori dalla scuola passando in mezzo al gruppetto composto da Sabrina, Chloé, Nathan e Ivan che la guardarono straniti.
- Ma Marinette! - la richiamò Alya, piccata. Lei non si voltò nemmeno.
 
 
Facendo tintinnare il portachiavi a forma di tartaruga, Marinette inserì la chiave nel cancelletto singolo ed entrò nel vialetto della grande Villa. Erano passati solo tre giorni da quando l'aveva rimessa a nuovo che Lal l'aveva già adibita a loro quartier generale, sebbene quella fosse la prima volta che ci tornasse. Trascinando il borsone pieno di vivande attraversò il selciato lindo ed arrivò fino ai grandi scalini di marmo bianco: non dubitava del fatto che vivere in una Villa del genere sarebbe stato magnifico ma era anche consapevole del fatto che, sebbene avesse il permesso di andare e venire quando voleva, restava pur sempre una proprietà di Dino.
Aprì il grande portone bianco ed entrò, richiudendoselo alle spalle a chiave mentre Lal si era già avviata verso la cucina, per poi seguirla e poggiare la borsa sull'isolotto di marmo grigio al centro della stanza.
- Studieremo qui, c'è più luce - decretò la bambina balzando accanto ad esso. Marinette tirò fuori tutto il materiale di ricerca che aveva stampato da Alya e lo posizionò sul tavolo, in un bel malloppo: ci avrebbero passato la notte lì vicino, di questo era certa.
 
 
 
 
Tayou ha creato il gruppo Vongola Famiglia
 
Hibari: Ho whatsapp da tre settimane e già cominciate?
Tayou: E non fare l'acido!
Dino: Hai aggiunto anche me, che tenera
Rika: Esco dalla doccia e trovo certe cose... Tayou, dormi nella stanza accanto alla mia!
Tayou: Non tutti hanno la fortuna di dormire nella stanza accanto alla tua
Ryohei: I gruppi whatsapp sono ESTREMI!
Gokudera: Kami, anche lui no!
Yamamoto: Su, su, non litigate anche quì
Urara17: Io ho paura quando la Famiglia si riunisce
Tayou: Non spaventate Urara che vi picchio!
Urara: Grazie, Tayou
Gokudera: Urara si spaventa a prescindere
Mizuhiiro: Hayato... stai zitto
Tsuna: Ragazzi, sono le cinque del mattino...
Gokudera: Non è colpa mia, Decimo, ma di questi idioti!
Tsuna: Ma che ci fate tutti svegli alle cinque del mattino?!
Ryohei: Io mi alleno sempre a quest'ora
Rika: Sono io che faccio la donna di casa, qui dentro
Ren: E te ne siamo molto grati
Rika: Alza il culo e vieni a pulire la cucina, tu: devo preparare la colazione!
Ren: Che despota!
Mitomi: Era impossibile continuare a dormire con tutti questi messaggi
Hibari: Ho sempre pensato, io, che fossi iperattiva
Tayou: Sì, può darsi
Dino: Ma Marinette non dovrebbe studiare? Dubito che abbia il tempo di pensare a noi... anche perché c'è la probabilità che Lal la uccida.
Ti voglio bene, Dino.
Davvero.
Gokudera: Ah, già... c'è anche lei.
Bianchi: Hayato, smettila.
Gokudera: Che cazzo ci fai tu qui?!
Tayou: Bianchi fa parte della famiglia, schizzato
Mitomi ha inviato un vocale
Cos...
Ren: Mito, ti prego, no!
Hibari: Devo rispondervi davvero?
Tayou: Ma... ma... non è vero!
Dino: Pff... ahahahaha
Hai inviato un vocale
Dino: E dai, Lal, non fare l'acida!
Hibari: Le sue minacce di morte sono molto creative
Tayou: E se lo dice lui
Mitomi: Lal, hai una mente perversa...
Urara: Non l'ho capita la cosa del portauovo
Yamamoto: Non fa nulla, Urara, è meglio così
Tsuna: ...
Mizuhiiro: ...
Rika: Provo un odio profondo verso di voi
Mitomi: Tranne per Kyoya-nee
Rika: MITOMI!
 
Marinette guardò perplessa il telefono che stringeva tra le mani, il tramezzino sospeso a mezz'aria e le sopracciglia aggrottate. Poi spostò lo sguardo su Lal.
- Ma sono sempre così? - domandò. Lei alzò le spalle, indifferente, e Marinette riposò lo sguardo sulla chat, prima di scuotere il capo e chiudere lo schermo tornando alla sua cena.
Gli appunti erano stati ordinatamente impilati in un angolo del tavolo, in due file: quella già studiata e quella ancora da ripassare. Fu con un sospiro stanco che Marinette si rese conto che la fila da fare era più alta di quella già fatta.
- Voglio un bel voto domani, sappilo - decretò Lal.
- Sì, anche io - rispose le, dando un morso al panino, sconfortata.
Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.
 
 
 
- Marinette... fai paura! -
La ragazza si voltò verso la voce che aveva parlato, mettendo a fuoco Nino fermo davanti gli armadietti che la fissava stranito.
- Quanto hai dormito? - chiese Adrien, sebbene le occhiaie della compagna parlassero chiaro.
- Un'ora e venticinque minuti - rispose, impassibile - Non so come faccio a stare ancora in piedi - ammise, chiudendo l'armadietto senza guardarlo.
- Sì, me lo chiedo anche io - annuì Nino - Quelle occhiaie sono davvero spaventose - aggiunse. Marinette alzò gli occhi al cielo.
- Grazie, Nino, mi sei di conforto - lo rimbeccò, stancamente.
- Per tutti gli Chanel! - sbottò una voce alle loro spalle. Marinette chiuse gli occhi, pregando qualche santo indistinto, e si voltò verso la voce che aveva parlato.
- Credimi, Chloé, fingerei di sorprendermi se non fossi troppo stanca per farlo - rispose, guardando la ragazza che la fissava ad occhi sgranati.
- Sei spaventosa! - commentò lei.
- E siamo a due - sospirò Marinette. Proprio in quel momento Alya raggiunse il gruppo tutta gongolante.
- Giorno, ragaz... santo cielo, Marinette! - esclamò, sobbalzando quando l'amica si voltò verso di lei - Fai paura! - disse, sconvolta.
- E tre - contò la ragazza, prendendo lo zaino - Ho passato tutta la notte a studiare, ok? So di essere "spaventosa" ma non posso farci niente, ho avuto a malapena il tempo di fare colazione stamattina figurarsi badare alle mie occhiaie - aggiunse, seccata: Lal l'aveva tenuta sveglia tutta la notte, concedendole solo un'ora e mezza di riposo sul divano del salotto prima di riprendere il ripasso mattutino e mandarla a scuola. Quella bambina sapeva essere crudele.
- Beh, non puoi andare in giro così! - sbottò la bionda, indignata.
- In effetti non sei un bello spettacolo - ammise Sabrina, esitante.
- Non credevo che lo avrei mai detto... ma sono d'accordo con loro - ammise Nino.
- Grazie, Nino - rispose Mairinette, sarcastica.
Questo è un colpo basso al mio ego: io sono sempre stato un bel ragazzo.
Marinette alzò gli occhi al cielo: - Anche lui no - si lamentò. Aveva discusso con Lal per dieci minuti, quella mattina, prima di convincersi a mettere l'anello e se ne stava seriamente pentendo.
- Lui? - chiese Alya perplessa.
- Delirio da sonno. Ignoratemi - rispose, secca, facendo per andare in classe. Ma, sorprendentemente, fu Chloé a fermarla prendendola per il braccio.
- Non ci pensare nemmeno, carina - l'ammonì - Sabrina, beauty-case! - ordinò, trascinandola verso il proprio armadietto e sparendovi dentro, sotto lo sguardo stupito e lievemente perplesso degli altri.
Marinette ricordò ben poco di quello che accadde dopo, tranne il volto di Chloé tremendamente vicino al suo e Sabrina che le passava tubicini e matite di dubbia identità ripescati da un borsellino bianco con motivi a stella. Mentre una mezza idea di fuggire le passava per la testa, Chloé si allontanò per ammirare l'operato con aria critica.
- Sono un genio, c'è poco da fare - disse, infine, indicando con un dito lo specchio appeso allo sportello del proprio armadietto. Esitante, Marinette vi si sporse... e sgranò gli occhi quando vide la sua immagine riflessa che le restituiva una Marinette quasi normale: le occhiaie erano solo indistinte ombre sotto gli occhi e parte del pallore sulle gote era stato coperto con del fondotinta scuro.
- Come... come hai fatto? - domandò, stupita, avvicinandosi allo specchio: quasi non si vedeva che era merito del trucco. Chloé sbuffò, scettica, mentre i tre ragazzi si sporgevano oltre la sua spalla per vedere la scena del crimine.
- Non per vantarmi, ma io sono la regina del make up! - informò, poggiandosi una mano al petto in un gesto altezzoso - Non c'è niente che non possa fare con un po' di trucco! -
Nino sbirciò oltre la testa di Sabrina, e fischiò: - Ora si che stai meglio! - commentò, ammirato.
- Non si nota nemmeno - annuì Adrien.
- Non c'è bisogno che mi ringrazi, so di aver fatto un ottimo lavoro - aggiunse, infilando il beauty-case in un ripiano e chiudendo lo sportello - Ci si vede - salutò, sparendo nel corridio.
Alya la guardò andare via con un sopracciglio alzato, incrociando le braccia al petto: - Ultimamente Chloé si comporta in modo troppo strano - commentò, sospettosa.
- Intendi che, tutto ad un tratto, è diventata più gentile con Marinette? - domandò Adrien.
- Sì. Andiamo è risaputo che Chloé odi Marinette! - sbottò - Giusto, Marinette? - aggiunse, non ricevendo però risposta. - Marinette? - tutti e tre si voltarono e sbatterono le palpebre, stupiti: la ragazza sonnecchiava, in piedi e con la fronte spiaccicata contro lo sportello.
- Credo che il problema non la sfiori più di tanto - commentò Nino, sporgendosi verso l'amico. Alya sospirò e schioccò le dita davanti al suo viso, facendola svegliare di soprassalto.
- Sono sveglia! Sono sveglia! - esclamò lei, guardandosi intorno - Sono sveglia - ripeté, scuotendo il capo per riprendersi.
- Forza, andiamo! - Alya la prese per un braccio e la trascinò in classe - Vedi di non addormentarti durante la verifica. -
- Ci proverò - sospirò la ragazza, prima di sentire qualcuno ridacchiare nei meandri della propria testa e sprofondare ancor di più nell'abisso della disperazione.
Oh, tranquilla, ci penserò io a tenerti sveglia.
Sarebbe stata la verifica più impegnativa della sua vita.
 
 
 
Un venticello leggero spazzava le rade foglie depositate sull'erba perfettamente falciata, il cielo era limpido e di un azzurro intenso dandole una sensazione di pace e tranquillità mentre, seduta sulla panchina in pietra bianca, faceva dondolare i piedi nudi che sfioravano gli steli freschi dell'erba.
- Un altro dei posti che adoro - sospirò la voce accanto a lei: voltandosi leggermente, scorse il corpo di Radi seduto sulla panchina con la testa reclinata all'indietro; sebbene fosse pieno giorno non riusciva lo stesso a scorgere il suo volto - Venivo spesso qui, specialmente al tramonto - aggiunse.
Marinette si guardò intorno: alberi carichi di frutta costeggiavano il giardino e un imponente castello torreggiava alle loro spalle. Su per giù, poteva essere estate.
- È un bel giardino - annuì - Dove siamo? - aggiunse, tornando a guardarlo.
- In Italia - rispose lui - Questa che vedi è la sede della Famiglia Vongola... o almeno così come la ricordo - aggiunse, indicando la costruzione alle sue spalle - Sebbene i successori abbiano cercato di mantenere lo sfarzo che le diede Giotto, sono state apportate diverse modifiche nel corso degli anni: a volte per una questione di gusti, altre per necessità - spiegò.
Marinette annuì e tornò a guardare il cielo: - Si sta bene, qui - mormorò, chiudendo gli occhi.
- Sembra di non avere nessun problema al mondo - concordò Radi.
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi Radi ridacchiò: - Mi dispiace interrompere questo tenero momento nonno-nipote, ma forse è il caso che ti svegli - consigliò, divertito - La tua amica sembra molto in ansia - aggiunse.
Marinette aprì gli occhi e si voltò a guardarlo, già con la bocca socchiusa per dire qualcosa, ma lo aveva appena visto che lui scomparve.
 
 
Marinette mugugnò nel sonno, sentendosi toccare insistentemente la guancia.
- Mmh... aspetta, devo chiederti una cosa - mormorò, stringendo gli occhi nel tentativo di riafferrare l'immagine del giardino e di colui che ce l'aveva portata.
- E chi si muove! - esclamò una voce femminile accanto a lei. Marinette sbarrò gli occhi e si drizzò di scatto, trovandosi un foglio per gli appunti appiccicato al viso; lo tolse e rischiò di prendere un colpo quando incontrò i grandi occhi castani di Alya a pochi centimetri dal suo volto - Hai dormito tutte e due le ore di chimica, pensavo fossi entrata in coma - sbottò la ragazza.
- Io... cosa... davvero? - chiese, perplessa, per poi passarsi due dita sugli occhi - Per caso ho detto qualcosa mentre dormivo? - domandò, cercando di riprendersi.
- Hai mormorato qualcosa, ogni tanto... però credo di averti sentito dire "giardino" una volta - rispose, pensierosa - Sbaglio, o ultimamente hai preso il vizio di parlare nel sonno? - domandò, rimettendo il tablet nella borsa.
- A quanto pare sì - sospirò lei, raccogliendo le sue cose - Sarà lo stress - aggiunse, alzandosi.
O forse è il fatto che quando parli con me entri in uno stato di trance, quindi sei metà nella mia mente e metà nel mondo reale, le spiegò la voce di Radi, come se stesse dicendo l'ovvio.
Ah, beh, quello spiegava parecchie cose.
Sospirando per l'ennesima volta Marinette scese i gradini della classe.
- Com'è andata la verifica? - chiese Nino, mettendo la borsa in spalla. La ragazza lo guardò stranita per qualche secondo, poi scosse il capo.
- Scusa, Nino, ma non ti saprei proprio rispondere: in questo momento sono completamente fusa - rispose, posandosi una mano sulla fronte.
- Sembri proprio stanca - concordò Adrien. Lei annuì ed alzò lo sguardo sulla porta.
- Ora, scusatemi, ma mi servono due minuti per ricordare la strada di casa - aggiunse, uscendo dall'aula; i due ragazzi lanciarono uno sguardo ad Alya, che alzò le spalle.
- Sarà lo stress. -
 
 
 
- Com'è andata le verifica? -
Ci mancò poco che Marinette finisse in mezzo alla strada con un sobbalzo tanto fu lo spavento: Lal se ne stava seduta sul muretto che costeggiava la scuola e la guardava impassibile. La ragazza sgranò gli occhi, poi l'afferrò per il colletto del mantello e corse dietro le scale.
- Devi smetterla di spuntare dal nulla! - sbottò, con ancora il cuore che batteva a mille - Comunque non lo so: sono così stanca che ricordo a malapena come ho fatto a scendere le scale - aggiunse, in un borbottio.
Lal alzò un sopracciglio - Beh, dovremo aspettare i risultati - decretò, infine.
- Bene. Perché io voglio tornare a casa a dormire - rispose lei, ficcando la bambina nello zainetto mentre usciva in strada.
- Ricordati che domani devi fare la presentazione del progetto - le ricordò Tikki, facendo sbucare la testa dalla borsetta.
- Quindi stasera prepara gli appunti - aggiunse Lal, sporgendosi dallo zaino.
- Già, la presentazione! L'avevo dimenticato! - esclamò Marinette, battendosi una mano sul viso - Io non ce la posso fare - sospirò.
- Stasera si studia? - domandò Lal, retorica, poggiandosi alla sua spalla.
- Non vedo altre alternative - rispose lei - Speriamo solo che Papillon decida di prendersi una vacanza almeno oggi, non so se ce la farei a dover essere anche Ladybug - commentò.
Peccato, era uno dei pochi momenti emozionanti che avevamo.
Marinette trasse un profondo sospiro - Giuro, questa è l'ultima volta che indosso l'Anello! - sbottò.
Scese un beato silenzio solo per pochi istanti.
Cattiva.
Altro sospiro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note🎶:
17Urara Yada, un personaggio di The Third Family.
 
 
Angolo Autrice:
E siamo arrivati al capitolo 7! Detto sinceramente non so proprio come comportarmi con Chloé e qui mi sembra troppo OOC... ma vabbeh, vedrò di sistemarla in qualche modo: ho tanti progetti per lei, in futuro *ride maleficamente*
Non c'è molto da dire: ringrazio chi legge questo sclero, chi ha la forza per commentarlo e per seguirlo. È molto importante per me sapere che, anche se in pochi, siete interessati a questa... cosa.
Ne approffitto per spammare la mia pagina facebook Multiverse e il mio sito Web e noi ci vediamo al prossimo capitolo con: Visita scolastica: Lal... Insegnante Privata?
Baci,
bambolinarossa98
   
 
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