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Autore: CrazyAF_    23/09/2017    0 recensioni
Simile alla mini serie "Lost in Austen".
Samanta Masini, una ragazza italiana di 23 anni e appassionata della letteratura, viene catapultata nel 1811. Lì farà nuove amicizie, conoscerà gentiluomini e parteciperà a balli pubblici e privati. Ma dovrà anche fare una scelta: 1811 o 2017?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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It does not do to dwell on dreams and forget to live ~ Albus Dubledore
 

All'età di soli undici anni, nel mese di Dicembre, Samanta si sentiva felice e carica per le feste di Natale. Ogni mattina, prima di andare a scuola – le vacanze sarebbero iniziate intorno al 21 Dicembre –, si affrettava a chiedere alla madre se, una volta tornata a casa, avrebbero potuto finalmente fare l'albero.

L'otto Dicembre, quell'anno, capitò di domenica e Samanta si svegliò all'alba. Suo padre preparò tre tazze di cioccolata fumante, mise su un grosso piatto bianco una vasta scelta di biscotti e portò tutto nel salone. Passarono l'intera giornata ad addobbare l'albero, e il resto della casa.

Verso sera, però, il padre di Samanta si era sentito poco bene e aveva detto alla moglie che sarebbe andato a letto presto. Ma il mattino successivo le cose non erano cambiate: l'uomo aveva dato segnali di peggioramento e, come se non bastasse, continuava a correre in bagno a vomitare.

Un pomeriggio, suo padre si sentiva così male che la moglie dovette portarlo al pronto soccorso. Samanta rimase a casa di un'amica, aiutando quest'ultima a fare l'albero di Natale – tutto per non pensare ai suoi genitori in ospedale.

Passò un mese, le analisi che aveva fatto il padre in ospedale non davano nulla di strano. Ma, a guardarlo bene, madre e figlia si resero conto che aveva perso peso, senza fare attività fisica. La sera poi, mentre si stendeva sul letto, l'uomo non faceva che lamentarsi del dolore nell'area dello stomaco.

La famiglia consultò uno specialista, e la notizia che seguì non fu una delle migliori. Il padre di Samanta aveva il cancro allo stomaco, malattia che ormai si era spostata un po' ovunque nel suo corpo. Provarono comunque diverse terapie, e per un periodo di tempo sembrò andare tutto bene.

Il giorno in cui Samanta soffiò su dodici candeline, i suoi genitori organizzarono una piccola festicciola. Avevano invitato qualche parente e qualche amico della ragazzina, c'erano regali da scartare e giochi da fare. Insomma, il compleanno di Samanta filò liscio e sereno.

Ma qualche mese dopo, suo padre ebbe una crisi e fu ricoverato d'urgenza. Non passò molto prima che il suo cuore smise di battere, e da quel giorno le cose cambiarono completamente.

«E' strano però» commentò Olivia, cercando nel suo armadio un pigiama che potesse andare bene a Thelma. «Solitamente sei tu che le scrivi, o la chiami per prima, non viceversa»

Era calata la sera e Samanta si era rifugiata nella loro camera, saltando la cena e evitando tutti quanti. Dal momento in cui aveva ricevuto un messaggio da sua madre – un banale "Ciao Samy" –, la giornata di Samanta si era fatta confusa: le lezioni non avevano senso, il gruppo di studio neanche e, per saltare il lavoro anche quella sera, si era data nuovamente malata.

«Le hai risposto?» proseguì Olivia, guardando con la coda dell'occhio Samanta.

La ragazza aveva il viso completamente inespressivo, i suoi occhi erano fissi verso una delle pareti e il silenzio fu la sua risposta. No, non aveva risposto al messaggio di sua madre; non era nemmeno sicura di volerlo fare.

«Sai che dovresti fare? Prenderti un bel week-end di riposo da ogni cosa» concluse Olivia, voltandosi per sorriderle. «Prendi la macchina, raggiungi la seconda casa che i tuoi hanno comprato secoli fa e restaci fino a lunedì. Vedrai, ti sentirai meglio»

«Secoli fa» replicò Samanta, in tono pacato. «Non sono così vecchia»

Olivia scoppiò in una breve risata, che rubò un sorriso all'amica. Prima di uscire dalla loro camera, Olivia le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte, poi la lasciò sola. Samanta, non avendo comunque fame, si infilò il pigiama e si sdraiò, chiudendo subito dopo gli occhi per dormire.

Nei suoi sogni stava seduta sul divano di casa sua, accanto a lei c'era suo padre che guardava una partita di calcio insieme ad un altro uomo. Sua madre, seduta sulla poltrona di fronte, con un libro in mano, non faceva che scuotere la testa.

«Capisco che tu sia euforico dal fatto che anche a Frederick piaccia il calcio» mormorò sua madre, Valentina, alzando nuovamente gli occhi dal libro. «Ma si potrebbe fare altro, magari qualcosa che faccia divertire anche me e tua figlia»

«Mamma non ha buttato il Monopoli, sai papà?» aggiunse Samanta, facendogli un sorrisetto.

«Oh no, niente Monopoli» rispose Luca, suo padre. Si voltò verso Frederick che, con occhi curiosi, stava cercando di capire che cosa ci fosse di male in un gioco da tavolo, quindi Luca proseguì: «La tua fidanzata ha il talento di rendermi povero in soli dieci minui. Farmi battere così, con te presente, mi farebbe sembrare un rammollito ai tuoi occhi»

«Parli a Frederick come se fosse un amante» commentò Valentina, alzando gli occhi al cielo.

«Hey, il ragazzo mi piace e credo sia quello giusto per la mia bambina» fece subito Luca, guardando la moglie dritto negli occhi. «Perciò mi comporto come mi pare e piace»

«Lo sapete che siamo qui con voi, vero?» domandò Samanta, corrugando la fronte.

«E poi io non potrei mai pensare che tu sia un rammollito, Luca» disse improvvisamente Frederick, sorridendogli. «Il sabato sera, quando non abbiamo voglia di fare niente, rimaniamo a casa a giocare a Uno. Non vinco mai: ho il presentimento che tua figlia abbia qualche trucchetto»

«Non imbroglio, se è questo quello che pensi» commentò sulla difensiva Samanta, incrociando le braccia al petto. «Sono solo molto più brava di voi, ecco qua»

«E indovina da chi hai preso?» si aggiunse Valentina, facendole l'occhiolino.

Samanta si svegliò con un sussulto, si voltò verso il comodino e guardò l'orario sulla sveglia. Erano le quattro di mattina e quello che aveva appena vissuto, sfortunatamente, era solo un sogno.

Si tirò su a sedere e realizzò che il mondo dei sogni poteva essere bellissimo e perfetto, ma di certo non era la realtà in cui viveva. Il suo mondo, al momento, era sottosopra e Samanta stava ancora cercando di capirci qualcosa: c'erano quattro persone, nell'appartamento che condivideva coi suoi amici, che venivano dal 1811; i sogni non erano una priorità.

Per quanto riguardava sua madre, Samanta afferrò il suo cellulare le rispose. Pochi attimi dopo, quasi la donna fosse rimasta in attesa di un messaggio della figlia, Valentina le mandò un ultimo messaggio: Questo week-end torna a casa, ho bisogno di parlarti ed è importante. Non accetto un no come risposta.

 

   
 
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