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Autore: eli0023    23/09/2017    0 recensioni
Ritrovarsi dopo aver appeso "lo scarpino" al chiodo. Monaco di Baviera.
Peccato che Genzo non abbia mai retto granché l'alcool.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hermann Kaltz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era andata così, più o meno.
Tante partite, quasi sempre vinte, e molti titoli che riempivano un’intera parete del salotto. Molti infortuni, anche gravi, che l’aveva spronato a superarsi e a migliorare fino a consumare i muscoli. Parecchi sogni realizzati, emozioni insperate e lacrime versate.
Gloria. Fama. Amicizia. Sesso.
E poi?

Genzo aprì gli occhi, di malumore, appena sentì il telefono squillare. Nonostante le tante ore di viaggio della tratta Tokyo/Monaco, la maggior parte dell quali passate a dormire. sembrava che un grosso macigno avesse accompagnato il suo sonno, lasciandolo più stanco di prima. Appena entrato in casa si era fatto cadere sul letto dimenticandosi di togliere la giacca, che ora risultava spiegazzata, e il sonno lo aveva travolto.
“Porca ..” pensò tra sé girandosi per estrarre dalla tasca interna l’Iphone.
- Pronto? –
- Hei Samurai! Ma dove sei finito? – Kaltz sembrava già ubriaco qualunque ora fosse.
- Sono crollato a letto. Ma che ore sono? –
- Sono le 11 Genzo. E noi TUTTI .. – Kartl evidenziò ridendo quel “tutti” - .. siamo già qui da un pezzo! –
“Tutti” pensò. Stava iniziando ad odiare l’idea di partecipare a quella serie di rimpatriate occasionali ed ad odiare chi le organizzava. Dopo sei anni di pace e tranquilla inattività era stato Tsubasa a lanciare quella MERAVIGLIOSA idea per la nazionale Giapponese. Le rimpatriate di squadra. “Così ci teniamo in contatto anche con tutti gli altri ..” si ricordava gli aveva detto con la sua voce innocente “.. ma sai quanto ci divertiamo?”.
Poi inesorabilmente era stato il turno del Bayer.
- Non vorrai mancare alla nostra prima rimpatriata VERO? C’è un boccale di birra tutta per te! Quella bavarese. – Ubriaco com’era Kaltz sarebbe stata capace anche di venirlo a prendere a casa.
- Arrivo. Arrivo. Al Tartana vero? –
- Muoviti samurai o veniamo tutti a casa tua. –
Genzo schiacciò il tasto rosso di fine chiamata e abbandonò il braccio disteso sul letto. Non ci mise molto a lavarsi e cambiarsi, indossando il cappotto blu sopra un paio di jeans e una camicia bianca, scendendo poi in garage a risvegliare la sua adorata Ducati da corsa rossa fiammante. Benchè avesse smesso di giocare ormai da qualche anno il percorso compiuto ogni lunedì sera, quello da casa sua al Tartana, era ben impresso nella sua mente. Era stato il locale della prima sbronza di tutti i nuovi giocatori della squadra, lui incluso. Anzi, il fatto di essere straniero gli aveva fatto seriamente rischiare il coma etilico. Mise gli auricolari, prima del casco, selezionando l’ultimo album dei Nirvana e inserì la prima.


- Indubbiamente abbiamo sofferto. – Laconico, asettico e un po’ infastidito, Karl Heinz Schneider odiava le conferenze stampa.
- L’Amburgo è un ottima squadra, difficile da battere, e penso che questa vittoria sia merito di tutti. –
Si alzò controllando per l’ennesima volta il suo Samsung, le undici e tre messaggi.

1° messaggio
Ore 9,30
Mittente: Manfred Margus
Testo: Se non battete l’Amburgo questa sera ti facciamo ubriacare come mai prima .

2° messaggio
Ore 10,15
Mittente: Franz Schester
Testo: Anche se hai battuto l’Amburgo questa sera ti facciamo ubriacare come mai prima.

3°messaggio
Ore 10,59
Mittente: Hermann Kaltz T
Testo: Questa sera ti facciamo ubriacare come mai prima Kaiseruccio. Se non vieni racconto ai giornali che in ritiro dormivi con l’orsacchiotto

Corrucciò la fronte sbuffando. Come allenatore del Bayer Monaco li avrebbe potuti benissimo mandare tutti al diavolo. Un messaggio tipo “Troppe interviste, non riesco a venire” poteva essere una perfetta scappatoia. Ma le ritorsioni sarebbero state terribili.
Si aggiustò la giacca con lo stemma del Bayer Monaco e fece segno al suo secondo di occuparsi del resto. La macchina l’aveva già parcheggiata all’ingresso dello stadio e in meno di quindici minuti sarebbe arrivato al Tartana.
Percorse il corridoio interno alla stadio ove, da ambo i lati, erano incorniciate le tante formazioni che negli anni avevano permesso alla squadra di Monaco di raggiungere la vetta europea. Loro, annata 2000/2001, erano in fondo, compatti, ritratti prima dell’inizio di Bayer- Real Madrid. Indossavano con orgoglio la maglia a righe rosso-bianche. Gran bella squadra. Karl uscì ricordandosi che era inutile rivangare il passato.
“Un quarto d’ora e sono lì.” Rispose in contemporanea ai tre ex compagni di squadra inviando il messaggio quando già aveva acceso i fari della Mercedes. Da giovane il suo miglior mezzo di locomozione era stato l’autobus, uno di quelli gialli che dalla periferia portava allo stadio. E lui avvolto in una giacca a vento di seconda mano a volte era stato costretto ad aspettarlo per ore.
Ora, ingranando la prima, sentiva solo il rombo del motore cercare di spaccare l’asfalto.
  
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