Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Laylath    23/09/2017    1 recensioni
[La storia segue anche la trama del manga quindi ci saranno spoiler per chi segue solo l'anime]
Hanji Zoe è un personaggio fuori dalle righe anche per chi la conosce.
Rumorosa, entusiasta, capace di eccessi, il suo contributo per la Legione Esplorativa e per l'umanità è fondamentale.
La sua vita è come la storia di un volo sfrontato e meraviglioso, come quello degli uccelli che volano al di fuori delle mura.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Irvin Smith, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 5. Preludi di cambiamenti.



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“… e a quel punto sento una presenza incombere dietro di me. Non faccio in tempo a girarmi che lo sento sniffare i miei capelli… sniffare! Parola mia, Mike ha qualche serio problema! Come non gli ho tirato un pugno ancora non lo capisco!”
A quell’ultima frase di Nanaba, Hanji non ce la fece più a trattenersi e scoppiò a ridere in maniera così rumorosa che buona parte delle persone presenti nella mensa si girò a guardarla. Rimase in quella condizione per qualche minuto, incurante di aver rovesciato il suo bicchiere d’acqua e aver rischiato di far altrettanto con il suo piatto di stufato. Alla fine riuscì a riprendere fiato, seppur con difficoltà, e ad asciugarsi le lacrime che ormai colavano senza parere sulle sue guance.
“Scusami! Ti prego perdonami! – esclamò, levandosi gli occhiali per pulirli – non è per te, ti giuro… ma dovresti vedere la tua faccia mentre raccontavi. Era fantastica!”
“Non è questa la reazione che mi aspetterei da una persona che reputo amica – replicò Nanaba con una smorfia di stizza, riprendendo a mangiare – io ti parlo dei miei problemi con Mike…”
“… e dai che è innocuo, lo sai bene pure tu: sniffa i capelli a chiunque. Come fanno i cani, no? È un modo per… – dovette cercare la parola adatta – conoscere meglio le persone”.
“A me li sniffa un po’ troppo spesso ed ormai mi conosce bene! Perché invece a te li ha sniffati una sola volta?”
“Evidentemente preferisce i tuoi. Non ti ricordi che un paio di giorni fa ha detto qualcosa tipo i capelli di Nanaba hanno il profumo migliore, sanno di frutta? Io lo trovo carino”.
“La dovrei prendere come una dichiarazione? – la bionda soldatessa si irrigidì ancora di più nella sua panca – Hanji Zoe, se prima di consideravo strana dopo questa sei salita al livello di matta”.
“Dai, scherzavo! In fondo Mike è simpatico nonostante sia parecchio taciturno, fossi in te non lo scarterei a priori”.
Nanaba fece una smorfia e poi un sorrisino malizioso apparve sulle sue labbra sottili.
“Vogliamo parlare di relazioni tra soldati? Parliamo di te allora. Proprio ieri ho sentito una voce molto interessante che ti riguarda: è vero che hai una cotta nientemeno che per Keith Shadis?”
“Il comandante? – Hanji cercò di mantenere un tono calmo, ma sentì le sue guance avvampare – Sono solo stupide sciocchezze, vorrei proprio sapere chi le ha messe in giro!”
“Che sorpresa: Hanji Zoe che si interessa ad un essere umano e non ai giganti! Il nostro comandante dev’essere davvero affascinante per attirarti in maniera così palese”.
Hanji riprese a mangiare, cercando di ignorare le occhiatine maliziose che la sua amica continuava a lanciarle.
Era passato un anno ed ormai la sua passione per i titani era nota in tutta la Legione Esplorativa. Se prima era considerata un tipo esuberante adesso in parecchi la definivano fin troppo strana. Ma, com’era nelle sue corde, la giovane si lasciava scivolare tutto addosso e continuava i suoi studi su quelle bizzarre creature. Dopo numerose osservazioni era sicura di trovarsi davanti ad esseri davvero particolari che agivano per puro istinto senza nemmeno rendersi conto di quello che facevano. Purtroppo per lei non aveva molte possibilità di studio diretto: doveva accontentarsi delle intuizioni che ricavava durante le spedizioni fuori dalle mura e dalle poche possibilità che aveva di tenere in mano qualche pezzo di cadavere prima che si dissolvesse del tutto o prima che il corpo di spedizione riprendesse a muoversi. Per quanto la sua ricerca fosse entusiasmante era comunque ad un punto fermo, questa era la realtà dei fatti.
“Parliamo di cose più importanti – Nanaba la riscosse da quei pensieri – proprio a proposito del comandante Shadis”.
“Se hai intenzione di continuare il discorso, sappi che mi stai facendo passare del tutto l’appetito”.
“No no, non parlo di te – il viso androgino della soldatessa era serio – hai sentito le voci che circolano ultimamente? Pare che vogliano eliminare del tutto le spedizioni oltre le mura”.
“Cosa? – gli occhi di Hanji si dilatarono per la sorpresa e per il terrore: non potevano levarle anche quelle poche possibilità di studio diretto che le restavano – Ma come possono fare una cosa simile?”
“Bada, sono solo voci… ma pare che riguardino l’assenza del comandante in questi giorni. Dicono che sia andato direttamente nella capitale per parlare con i piani alti. Sembra che ci siano parecchie pressioni per ridurre le azioni della Legione Esplorativa: considerano le spedizioni uno spreco di uomini e di risorse, specie dopo gli ultimi disastrosi risultati”.
“Che follia! – Hanji era sconvolta – Non capiscono che così facendo ci leveranno anche le uniche possibilità di essere liberi? Ci vogliono far vivere per sempre dentro le mura?”
“Alla maggior parte della gente va bene così, del resto – considerò Nanaba con pragmatismo – Anche se ci chiamano la speranza dell’umanità, la maggior parte di loro non crede davvero che un giorno si potrà vivere fuori dalle mura. E del resto non ci stanno male dentro: non ci sono giganti, vivono bene. Una volta non mi avevi raccontato che pure la tua famiglia pensava le medesime cose?”
“Mh…” annuì la studiosa, rigirando con aria triste il suo stufato.
Effettivamente, nonostante gli anni, la sua famiglia non aveva cambiato minimamente idea sul suo essere diventata un soldato della Legione Esplorativa. Forse, se fosse diventata un membro della Guarnigione delle Mura o della Guardia Cittadina i rapporti sarebbero stati più facili; tuttavia per come stavano le cose sua madre la considerava come morta e suo padre e suo fratello si trovavano in lieve imbarazzo le poche volte che andava in visita a casa. A loro non interessavano i discorsi sui giganti e su quello che stava fuori dalle mura, anzi li trovavano inquietanti. La semplice verità era che ormai la famiglia Zoe aveva un solo figlio… una volta aveva avuto anche una figlia, ma preferiva dimenticare che era stato così.
“Comunque questo periodo di stasi mi annoia parecchio – disse Nanaba, facendole riprendere contatto con la realtà – spero che il comandante ritorni presto. Sai che con lui sono andati anche Mike ed il suo superiore? Vedrai che quello farà parecchia strada con le sue innovazioni”.
“Erwin Smith? – Hanji annuì con interesse – Il suo reparto non ha avuto nemmeno una perdita nell’ultima missione: ammetto che quella nuova formazione e l’uso dei segnali di fumo non è niente male”.
“Sarà il nuovo comandante della Legione, sempre che non sciolgano il corpo. Se succedesse cosa faresti? Io credo che tornerei a casa”.
“A casa? – Hanji sorrise con sarcasmo – no, non è proprio quello che farei io”.
 
Si, va bene, lo trovo un tipo decisamente interessante, ma questo non vuol dire che abbia una cotta per lui. Avrà quasi vent’anni più di me.
Hanji si trovò a pensarlo la settimana successiva, mentre si trovava schierata con il resto della Legione davanti al comandante Shadis e altri tre soldati che non aveva mai visto. Effettivamente il suo superiore aveva un qualcosa che la attirava in maniera particolare, sebbene non riuscisse a definire cosa. Forse era la sua aria vissuta, forse il suo modo di parlare o tutto un insieme di dettagli, compreso il fatto che non esitava a buttarsi nel combattimento quando venivano attaccati dai giganti. Di certo Hanji lo considerava un ottimo soldato, come testimoniava anche il fatto che fosse sopravvissuto a tante spedizioni fuori dalle mura.
“… da questo momento questi tre combatteranno al vostro fianco. Voi tre, presentatevi ai vostri compagni” stava dicendo Shadis. E questo riportò l’attenzione di Hanji sui nuovi arrivati.
Strano, non è periodo di fine addestramento – pensò – che si tratti di un trasferimento?
Quella a sinistra era una ragazza che sembrava appena uscita dall’adolescenza e le due codette che le tenevano i capelli castani certo non contribuivano a darle un aspetto più adulto. Anche il suo sorrisetto impertinente e sicuro parlava di una personalità peperina e ancora un po’ infantile.
Il soldato a destra aveva i capelli chiari e lo sguardo serio: tutto sommato non lo trovò diverso da svariati componenti dell’esercito. Non aveva tratti particolari e dunque si sarebbe trattato di scoprire se aveva una personalità interessante.
E quello al centro…
Mh, non è proprio un campione d’altezza… e che sguardo annoiato.
“Levi…”
Se non avesse visto quelle labbra sottili muoversi, Hanji avrebbe pensato che quella voce dal tono basso fosse provenuta dal nulla, forse nemmeno esistita. Specie se in contrasto con i nomi degli altri due, Farlan ed Isabel, che invece furono detti con maggiore scioltezza.
Beh, qualche componente in più non può far male – rifletté con lo stesso disincanto di chi, nel corso di quattro anni, aveva visto svariati soldati entrare nella Legione Esplorativa.
 
Dopo dieci minuti da quella presentazione già correvano delle voci sui nuovi arrivati.
A quanto pare non avevano ricevuto il minimo addestramento. I ben informati dicevano che provenivano dalla Città Sotterranea che stava sotto la capitale e che erano entrati nella Legione per non finire in galera o anche peggio. Dei ladruncoli o criminali, a sentire i più altezzosi, e certo questo lasciava perplessi.
“In ogni caso non so quanto sia stato prudente metterli nella squadra di Fragon – commentò Nanaba, mentre lei ed Hanji si dirigevano verso i loro alloggi – si vede che non nutre molta simpatia per loro. Forse il comandante avrebbe dovuto rivedere meglio i suoi piani e metterli in una squadra con un capitano maggiormente benevolo nei loro confronti”.
“Gli uomini di Fragon sono ottimi, vedrai che saranno degli ottimi insegnanti – scrollò le spalle Hanji, ormai disinteressata di quei tre – quello che conta è quanto ha detto il comandante… e cioè che non potevano stare nella squadra di Erwin perché lui sarà impegnato ad organizzare la prossima spedizione. E questo sai cosa vuol dire? – un sorriso estatico le comparve sul viso – giganti… finalmente li rivedrò! Sono cinque mesi che ormai siamo fermi e ho ben poco materiale per continuare i miei studi!”
“Oh poveri noi, adesso ricomincerai! – sospirò la compagna mentre raggiungevano il dormitorio vuoto – e pensare che la maggior parte del corpo era felice che in queste ultime settimane ti fossi data una calmata. Almeno in mensa si mangiava tranquilli senza le tue conferenze”.
“Che c’è? Vuoi che ti legga qualche pagina della mia ultima relazione? – propose maliziosamente la castana, tirando fuori da sotto il letto una cassettina in legno e tirando fuori svariati fogli – Sono sicura che la troverai interessante”.
“Proprio no – scosse il capo l’altra, recuperando invece un cambio di vestiti – piuttosto vado a lavarmi. Cosa che dovresti fare anche tu: dalla puzza di cavallo non ci vuole molto per indovinare che hai passato la mattinata con Hank nelle stalle, vero?”
“Bersaglio colpito! – annuì Hanji con una strizzata d’occhio – Farò più tardi, promesso: adesso devo rimettere un po’ in ordine questo materiale. Se ho una minima idea di come è fatto Erwin Smith, sono certa che alla prossima spedizione non mancherà molto”.
Rimasta sola tirò fuori tutti i suoi appunti e li sistemò con religiosa attenzione. Ormai erano diversi quaderni tutti ripieni della sua grafia inclinata: disegni, schemi, ipotesi…un giorno li avrebbe raccolti in un’unica grande relazione e l’avrebbe presentata al comandante Shadis.
Sperava in questo modo di fargli capire quanto fosse importante lo studio dei giganti, in modo che le venisse data maggiore possibilità di movimento. Negli ultimi tempi aveva iniziato ad accarezzare anche l’idea di una sua personale squadra di studio, ma non osava parlarne con nessuno ritenendo i tempi troppo prematuri.
Però, chissà… il giorno non potrebbe essere nemmeno troppo lontano. Intanto la cosa importante è che ci sia una prossima spedizione alle porte.
 
Effettivamente Hanji aveva visto giusto: un paio di mesi dopo la Legione Esplorativa era davanti ai cancelli del distretto di Shiganshina pronta per partire.
Mentre era ferma al suo posto, aspettando che venisse dato l’ordine di apertura dei cancelli, Hanji si guardava attorno, godendosi appieno il senso d’eccitazione che permeava tutta la sua persona. Era come se fosse uscita da un noioso e lungo letargo: non vedeva l’ora di rivedere la primavera che l’attendeva fuori dalle mura. Con sguardo curioso individuò i tre nuovi arrivi che stavano poco distante da lei: li aveva visti pochissime volte durante quei mesi, complice anche l’addestramento intensivo che era stato loro impartito. Chi li aveva visti all’opera diceva che erano davvero in gamba e dunque parecchi si erano ricreduti sul loro ingresso nel corpo.
Certo, poi alla fine quello che conta sarà il loro comportamento davanti ad un gigante vero.
La solita vecchia trappola che purtroppo era fatale a molti nuovi arrivi: spesso la mente non era pronta ad un simile impatto e questo faceva la differenza tra la vita e la morte. I riflessi allenati per anni rallentavano di quella frazione di secondo che risultava decisiva.
Sentendo un brusio dietro di lei si accorse che il comandante Shadis stava avanzando per raggiungere il suo cavallo in cima alla colonna. Come sempre aveva fatto un rapido giro di ricognizione per assicurarsi che tutto fosse in ordine anche nei carri dell’equipaggiamento e delle vettovaglie.
“Coraggio, ragazzi, faccio affidamento su di voi!” disse l’uomo, passando proprio accanto al cavallo di Hanji e dando una lieve pacca sul ginocchio della giovane. Un chiaro gesto cameratesco che non aveva nessun secondo fine, del resto lei ed il comandante non si erano mai scambiati nessuna parola.
Va bene, è affascinante – ammise a se stessa Hanji, arrossendo lievemente a quel contatto – e ha anche una bella schiena. Però adesso basta, pensiamo ai giganti e al diavolo le chiacchiere di Nanaba!
“Aprite i cancelli! – tuonò Shadis dopo qualche minuto, la sua voce che riusciva ad arrivare anche in fondo alla colonna – Oggi faremo ancora un passo in avanti! Vediamo cosa vi ha insegnato il vostro addestramento! Mostrate loro la forza dell’umanità!”
Ci fu un attimo di tensione, quello che Hanji aveva imparato ad amare, quello che preannunciava il muoversi della spedizione. E Shadis lo sapeva usare alla perfezione, quasi come un attore consumato che sa come catturare l’attenzione del suo pubblico.
“Tutti i soldati… avanzate!” gridò infine, sovrastando persino il rumore dei cancelli che finivano di aprirsi.
E la nuova spedizione della Legione Esplorativa si mise in moto.
 
Come c’era d’aspettarsi non era passato molto prima che dei giganti li attaccassero: se l’erano cavata con poche perdite, ma quello che aveva interessato Hanji era che un esemplare fosse anormale. Tuttavia, come spesso succedeva, non aveva avuto tempo e modo di apprezzarne le caratteristiche: si era proceduto immediatamente all’attacco e tutto era finito nell’arco di pochi minuti.
Però questa volta c’era un nuovo motivo di entusiasmo da parte sua. Solitamente non restava molto impressionata dalle tecniche di combattimento dei suoi compagni, ma questa volta era rimasta davvero ammirata perché una perizia simile nell’usare le lame e il meccanismo di manovra tridimensionale non si era mai vista.
Così, quella sera, come si furono sistemati nelle rovine del castello che costituivano il loro avamposto, Hanji si levò rapidamente i suoi occhiali da combattimento per sostituirli con quelli più comodi di tutti i giorni. Gettò via il mantello pieno di polvere e poi si diresse verso l’altra sala dove stava accampato il resto dei soldati.
È stato grandioso, semplicemente grandioso! – si disse mentre gli occhi castani brillavano d’eccitazione – E chi pensava che uno così basso fosse così bravo? Magari essere così lo rende più leggero e quindi ha maggior facilità di movimento… oh, ma che importa! Non credo di aver mai visto uno come lui!
Finalmente lo individuò, seduto in un angolo che parlottava assieme ai suoi due compagni.
“Ehi, tu, posso disturbarti per un momento? – chiese con disinvoltura, andando davanti a loroL’ho visto, sai? Il momento decisivo!”
Ci fu un attimo di silenzio e mentre gli altri due si guardavano insospettiti, Levi rimase impassibile a fissarla con i suoi occhi infossati. Occhi grigi, che non tradivano alcuna emozione: Hanji si trovò a pensare che sarebbero stati anche belli se avessero trasmesso un minimo di calore. Del resto aveva sempre ritenuto il grigio un colore davvero affascinante per le iridi.
Ma fu una riflessione che durò solo un millesimo di secondo.
“Il momento decisivo? – chiese Levi con calma piatta – Di che stai parlando?”
“Di cosa sto parlando? – era una domanda che Hanji adorava: in genere era l’imboccata giusta per dare il via a una discussione su qualche argomento interessante. Chissà se a Levi interessava parlare dei giganti? Doveva ricordarsi di chiederglielo,magari più tardi – Ovvio che parlo del momento in cui hai abbattuto il gigante! È stato incredibile! Ero sopraffatta dall’ammirazione!”
Ancora un silenzio imbarazzato e Hanji si rese conto che non erano abituati a lei e che, somma scortesia, non si era nemmeno presentata.
“Sono Hanji Zoe. Tu sei Levi, giusto? Questa ragazza è Isabel – indicò la giovane con aria compiaciuta – e lui è…”
Dannazione, mi sono dimenticata il nome…
“Farlan…” si presentò l’altro.
“Giusto, giusto! Farlan! Piacere di conoscerti!” si lasciò cadere seduta tra loro due, dando una pacca sulle spalle a quest’ultimo. Adesso che aveva rotto il ghiaccio sarebbe stato semplice parlare con loro.
Sempre che Levi riuscisse a mettere un paio di parole in fila a formare una frase.
Vediamo se riesco a metterlo a suo agio. Di sicuro se si muove così bene con il meccanismo di manovra tridimensionale, sarà un argomento di cui gli va di parlare.
“Non vieni dal corpo d’addestramento, vero Levi? Come mai sei così abile ad usare il meccanismo di manovra tridimensionale?”
Invece di risponderle lui la fissò, come se fosse una sorta di animale strano. Fu solo dopo che Farlan gli mormorò qualcosa all’orecchio che si decise a rispondere.
“Ho fatto pratica, niente di speciale”.
“Hai imparato da qualcuno? – Hanji decise di dargli un’altra imbeccata dato che era palese come lui non amasse prendere l’iniziativa – La prima volta che ho provato ho avuto un po’ di difficoltà nel bilanciarmi con le cinture. Hai qualche trucco o suggerimento per migliorare?”
“Veramente no…”
“Sei davvero di poche parole, eh? – sospirò, sentendosi lievemente a disagio – anche un piccolo aiuto sarebbe utile. Andiamo! Sono sicura che tutti qui non vedono l’ora di sapere. Tutti hanno visto il tuo combattimento. Ci hai incoraggiato a credere che l’umanità non ha perso, guardarti è stata una vera ispirazione”.
Certo, era un discorso molto alla Shadis, ma era innegabilmente vero. Quel giovane taciturno aveva combattuto in maniera tale da risultare come una ventata d’aria fresca per tutti quanti loro.
A quel punto Isabel iniziò ad intromettersi, sembrava quasi voler impedire a Levi di parlare. Per fortuna Hanji aveva con sé un sacchetto di dolciumi che parve placarla, proprio come una bambina.
“Allora – finalmente riuscì a rivolgersi di nuovo a Levi – quando ci permetterai di sapere cosa ti frulla in testa?”
“Mi dispiace, sono autodidatta. Questo è un qualcosa che non posso insegnare facilmente agli altri”.
“Ma…”
“Scusa, sono esausto”.
Va bene – pensò la ragazza, alzandosi in piedi e prendendo congedo, con la promessa di altre chiacchierate – sei un tipo scontroso, l’ho capito.
 
Due settimane dopo Hanji si stiracchiava vistosamente dopo essersi fatta un bagno caldo ed essersi finalmente cambiata i vestiti sporchi. Quello era uno dei momenti più belli del ritorno al quartier generale: poter usufruire di tutti i confort che offrivano gli alloggiamenti militari, vasche da bagno comprese.
“Hanji Zoe lavata e profumata, evento raro – la prese in giro Nanaba, pure lei decisamente rinfrancata da un bagno caldo – che ne diresti anche di un bel taglio ai tuoi capelli? Forse avresti un aspetto più ordinato”.
“Non osare avvicinare le forbici alla mia chioma – la mise in guardia Hanji, sistemandosi con orgoglio i capelli ancora umidi nella solita disordinata coda – Cambiamo direttamente argomento. Allora, pareri sulla nuova formazione proposta da Erwin?”
“Quella a lunga distanza? Beh, se non piove ha grandissime potenzialità – annuì la bionda, finendo di legarsi gli stivali – Come abbiamo più volte detto, ha tutte le carte in regola per essere il prossimo comandante della Legione. Speriamo il più tardi possibile, dato che il suo avanzamento significherebbe la dipartita del tuo Shadis”.
“Ancora con questa storia? – arrossì Hanji – E allora io riprendo con Mike. Penso che stasera, in mensa, sarà davvero felice di sniffare i tuoi capelli puliti”.
“Ah! Non farmici pensare! Sei così crudele che non meriti nemmeno la mia compagnia”.
E con uno sbuffo Nanaba si alzò dal suo letto e uscì dal dormitorio.
Felice di aver sviato discorsi imbarazzanti, Hanji finì di cambiarsi e uscì pure lei, decisa a godersi quell’ultimo tepore estivo prima del calar della sera. Con tutta probabilità la maggior parte dei suoi compagni si stava già dirigendo in mensa e questo significava che la sua passeggiata solitaria non avrebbe subito intrusioni. Persino una ragazza sociale come lei ogni tanto gradiva stare sola, specie dopo una missione in cui si è costretti al contatto diretto per più di una settimana di fila.
Tutto sommato non era andata così male: nonostante diverse perdite, sembrava che le voci sull’eliminazione delle missioni fuori dalle mura fossero rientrate. Ed inoltre la nuova formazione proposta da Erwin prometteva un periodo di grande innovazione che forse avrebbe aiutato pure i suoi studi sui giganti.
Ma sì – rifletté, fermandosi al centro del campo di parata e respirando a pieni polmoni quell’aria pulita – direi che i risultati sono più che positivi.
Tuttavia i suoi pensieri si interruppero quando i suoi occhi acuti scorsero una figura appollaiata sopra uno dei tetti delle scuderie.
Levi? – lo riconobbe, aguzzando bene la vista.
Stava per richiamare la sua attenzione, magari sarebbe stato lieto di scambiare qualche opinione sulla sua prima missione. Ma si fermò in tempo, ricordandosi di come entrambi i suoi compagni, Farlan ed Isabel, avessero perso la vita.
Giravano parecchie voci su quanto era successo: lui, Erwin e Mike si erano riuniti alla compagnia dopo quasi un’ora, tanto che si temeva per la loro vita. Dicevano che Levi avesse ucciso un gruppo di giganti tutto da solo, dopo che il resto della sua squadra era caduto… un qualcosa di mai visto prima.
Forse l’umanità aveva trovato un nuovo campione, certo, ma quello che vedeva Hanji in quel tramonto di inizio estate era solo un uomo che aveva appena perso le persone a lui più care.
Fa male, certo – pensò, cercando di trasmettere un minimo di conforto a quella figura distante che, anche se l’aveva notata, faceva finta d niente e continuava a fissare davanti a sé – ed è inutile cercare giustizia, non la troverai. Però non sei solo, Levi. Anche se Isabel e Farlan sono morti, almeno restiamo noi… un giorno capirai che vuol dire tanto.
Rimase ancora un minuto ad osservarlo e poi con un sospiro si decise ad andare in mensa: Levi non aveva bisogno di nessuno per imparare quella triste lezione.
Se era fortunata era ancora in tempo per la sniffata che Mike avrebbe fatto ai capelli di Nanaba



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Eccomi tornata con grande ritardo. Scusate ma sono rimasta a combattere settimane con un capitolo dell'altra long che sto scrivendo in un altro fandom.
Comunque eccoci arrivati ad un punto cruciale della storia, ossia l'arrivo di Levi nella Legione Esplorativa. Per le scene di presentazione e del dialogo durante la missione ho ripreso lo spin off "Birth of Levi" che anche se non di Isayama viene ormai considerato canon. Diciamo che il primo impatto tra i due non è stato certo incoraggiante, ma ci sarà del tempo per maturare un rapporto decente. Senza contare che in questo frangente Levi ha ben altri pensieri (se avete letto questo spin off).
Sempre dallo spin off deriva l'introduzione della formazione a lunga distanza da parte di Erwin e già si inizia ad intuire che ben presto diventerà lui il comandante della legione esplorativa.
E ho introdotto anche Nanaba.
Quanto alla cotta che Hanji avrebbe avuto per l'allora comandante Shadis, se ne fa riferimento nel capitolo 71 del manga, anche se lei smentisce in maniera abbastanza stizzita l'accenno alla questione. Ho deciso di rendere questo dettaglio come veritiero, seppur Hanji tenda a nasconderlo agli altri... un'ammirazione molto da lontano, mettiamola così.
A presto :)




 
  
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