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Autore: HIMsteRoxy    23/09/2017    0 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Diogenes Club, Londra
 
La mia mente vagò incessantemente per ore ed ore. Il sole tramontò su Londra e lasciò il posto alla sera. Non mi accorsi in realtà di nulla, nemmeno del tempo che passava così in fretta. Mi ritrovai seduto nella mia poltrona al Diogenes Club, l’unico posto che amavo e in cui mi sentivo al sicuro.
Per un attimo non ricordai nemmeno come fossi arrivato fin qui. La mia mente non faceva altro che evocare una scena in particolare: il viso tranquillo di Ian, mentre mi riferiva di aver visto mio fratello, in tribunale. In quel momento avevo sentito il cuore iniziare a battere sempre più forte. Era una sensazione sgradevole, non come le altre volte. E non riuscivo davvero a credere alle mie orecchie. Non poteva essere vero, non doveva essere vero. Stava mentendo, forse. I suoi occhi però non mentivano. Riuscivo a vederlo. Quella che era uscita dalle sue labbra era la pura verità.
Fu esattamente in quell’istante che capii tutto e provati una tale angoscia e una tale delusione che il mio primo pensiero fu quello di fuggire via da lui.
Quelle parole erano riuscite a cambiare l’opinione che mi ero fatto su di lui. Era bastato solo un secondo per far sfracellare al suolo quei castelli che avevo costruito nella mia mente. Non l’avrei ammesso né ora né mai, ma sì! Qualcosa stava nascendo nel mio cuore. Qualcosa a cui non riuscivo ancora a dare un nome. Quel sentimento, probabilmente, così forte ed intenso che lega due persone per l’eternità. Quel sentimento che avevo paura di provare. Quel sentimento chiamato amore.
L’iniziale pigrizia lasciò spazio alla totale apatia e fu così che rimasi per tutto quel tempo inchiodato a quella poltrona. Le braccia poggiate – anzi, sprofondate – sui braccioli, gli occhi vacui e spenti che fissavano un punto indefinito della stanza, mentre la mente continuava instancabilmente a vagare a quell’esatto momento.
Mi sentivo deluso, arrabbiato e nervoso. Fino a quel momento non avevo intuito nulla. Non avrei mai pensato che lui – proprio lui! – potesse lavorare in un modo o nell’altro per il criminale più pericoloso di Londra. Per James Moriarty! Era assolutamente inaccettabile.
Perché doveva essere tutto così complicato? E perché stavo male? Perché sentivo dentro di me questa angoscia? Perché non facevo altro che pensare alle sue parole? Perché il suo viso compariva davanti ai miei occhi e io sorridevo istintivamente, senza un motivo ben preciso? Perché non subentrava l’indifferenza?
 
‘’ Perché sei innamorato, Mycroft. Ecco perché. ‘’
 
Una voce nella mia mente rispose a tutte quelle domande. Innamorato. Inorridii automaticamente. No, non dovevo innamorarmi. Io non ero il tipo che si innamorava della gente. Io non provavo nulla per Ian. Era solo un conoscente. Niente di più. Io non ero come gli altri. Ero diverso, lo ero sempre stato. Ero superiore a questo genere di cose. Non potevo farmi ingannare dall’amore. Non potevo lasciarmi andare a questi sentimenti. Non potevo passare per un uomo debole. No, io ero The Iceman.  
Deglutii. In me vi era una lotta tra la parte razionale e quella sentimentale. Una parte di me aveva già perdonato Ian – aveva fatto solo il suo lavoro, nient’altro. L’altra parte però era più scettica: era stato solo un ingenuo, come aveva potuto essere così cieco? O forse avrebbe risposto a tale domanda, dicendo che tutti hanno diritto ad avere un avvocato difensore?
Mi sentivo in un certo senso ingannato. Non mi aveva messo al corrente di quel piccolo, ma importantissimo particolare. Non potevo perdonarlo così, su due piedi. Dopotutto perché avrei dovuto? Non lo conoscevo.
Cosa mi stava succedendo esattamente? Faticavo a riconoscermi. Non ero più lo stesso da quando avevo conosciuto Ian. Il mio cuore non faceva altro che fare di testa sua, ogni volta che lo vedevo o pensavo semplicemente a lui. E questo iniziava a succedere fin troppo spesso. Mi ero pure accorto che non riuscivo più a concentrarmi sul lavoro, un fatto che mi lasciava senza parole. Mai e poi mai avevo messo al primo posto qualcuno o qualcosa. Il mio primo posto era stato sempre occupato solo ed esclusivamente dal mio lavoro.
Dovevo mettere fine a tutto questo, dovevo prendere una decisione drastica e non rivedere mai più Ian. Mai più.
Non mi sarei più fatto vivo, non l’avrei più chiamato e avrei fatto finta di nulla. Non avrei commesso di nuovo lo stesso errore.
L’avrei dimenticato e sarei andato avanti con la mia vita, come se quel giorno di Natale non l’avessi mai incontrato.
Avevo finalmente preso la mia decisione. Ero finalmente riuscito a far prevalere la mente sul cuore ed avrei così continuato ad essere The Iceman. Niente e nessuno avrebbe potuto farmi cambiare idea a riguardo, d’ora in avanti.
  
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