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Autore: DoroTeaH    23/09/2017    5 recensioni
In un universo alternativo Oliver non è un eroe mascherato, Felicity non è
l'assistente diventata sua fidanzata.
Oliver e Felicity si sono conosciuti all'università e a distanza di cinque anni dal college sono sposati e vivono ad Orlando (Florida).
Amici di una vita di Julie e Joel, con cui hanno condiviso l'università, affronteranno la realtà che la vita gli ha sbattuto in faccia.
Cosa porta due persone ad andare avanti nonostante capiscano di commettere un errore? Ma soprattutto, qual è l'errore? Voler cercare a tutti i costi di tener in piedi qualcosa che è lacerato alla base o non cercare in nessun modo di aggiustarlo?
La colpa che attanaglia il cuore, la passione che lo libera.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Joel partì la mattina seguente, incredulo e frastornato. Decise di dedicare ogni sua attenzione al suo progetto, che mai sarebbe dovuto diventare anch'esso vittima della situazione.

Speranzoso che la tanto desiderata pubblicazione, e le seguenti presentazioni, avrebbero impegnato la sua testa abbastanza da accantonare il pensiero del naufragio del suo matrimonio, aveva una paura infinita che una volta tornata la calma tutta la disperazione gli sarebbe ricaduta addosso. Ma così non successe. Il suo romanzo ebbe un successo inaspettato e nonostante si addormentasse ogni notte con una diminuente tristezza, si caricava ogni mattina della felicità data dai suoi sforzi ripagati.


Felicity, contro ogni logica, aveva deciso di ripartire per Orlando. Aveva sentito la necessità di stare da sola per un po'. Non poteva immaginare di passare le giornate ascoltando i suoi genitori commentare increduli e arrabbiati l'accaduto. Non poteva sopportare gli abbracci consolatori delle amiche che le sarebbero sembrati erroneamente colmi di pietà. Il dover svelare il volto di Julie avrebbe scatenato un chiacchiericcio doloroso e al momento inutile.
Così stette da sola per qualche giorno. Rinchiusa in quella casa che fino a poco tempo prima era la sua tana d'amore, intenta a capire dove avesse sbagliato.
Sola, triste, infuriata, delusa e schifata. Ma soprattutto rassegnata.
Erano arrivati a confessare. Allora erano innamorati realmente? Tanto da non aver paura di creare il finimondo?

La prima persona che inaspettatamente le telefonò fu Sara, colei che aveva da tempo capito, ma era troppo coinvolta personalmente per potersi schierare. Colei che al momento era l'unica persona vicina che sapeva cosa stesse succedendo e che sapeva quanto dolore lei stesse provando.
Ma non c'erano parole che potessero alleviare quel peso nel petto di Felicity.
Così passarono dei lunghissimi giorni, che le diedero il tempo di riorganizzarsi.
Lasciò il lavoro. Riprese i primi contatti a Miami. Decise di non tornare più a Orlando e quindi di vendere la casa.


Oliver e Julie si trovarono a dover vivere la loro relazione accerchiati dalle critiche e dai malumori.
Ma erano convinti e sicuri di ciò che provavano l'uno per l'altra e mai per un secondo dubitarono dei loro sentimenti.
Cercarono una casa nuova in cui cominciare la loro storia e nonostante le accuse e la conseguente tristezza, bastava che si stringessero forte per caricarsi.
Julie adorava i suoi abbracci. Le davano un senso di protezione infinito. Accanto ad Oliver sapeva di poter affrontare qualsiasi cosa. Sempre più stupita dell'amore sbocciato, ne era infinitamente grata ogni giorno che passava. E Oliver allo stesso modo, non fu deluso della vicinanza di Julie.

Era difficile ogni giorno far fronte a tutto ciò che la loro relazione aveva generato, ma avevano imparato ad affrontare un giorno alla volta. Sicuri che prima o poi le cose sarebbero state più facili.
Furono sempre però cauti e riservati, mantenendo momentaneamente un profilo basso per evitare ulteriori sofferenze a Joel e Felicity, che rimanevano sempre parte integrante dei loro pensieri. Vivevano sentendosi ingiustamente felici, ma ora che sapevano quanto fosse forte l'inaspettato sentimento, potevano affrontare qualsiasi cosa.



Novembre

Oliver e Felicity si ritrovarono ad Orlando per la vendita della casa.
Felicity si fece trovare seria e distaccata, anche se il cominciare burocratico della separazione la distruggeva dentro. Rivedere Oliver fu difficile perché l'unica cosa che riusciva a pensare era a quanto ancora lo amasse. Nonostante la rabbia, nonostante la delusione.

Lui cercò di essere delicato quanto più possibile, ma vedeva i suoi occhi tristi e ne era la causa.
Firmate le carte per la vendita dell'immobile Felicity si fece coraggio e si rivolse a lui.
"Adesso manca un'ultima firma."
"Chiamerò domani mattina il mio avvocato per fargli preparare le carte."
"Chiamalo ora" gli intimò secca, "che senso ha perdere ancora tempo".
Oliver acconsentì con lo sguardo e mentre fece per prendere il telefono, Felicity continuò con tono duro:
"Non hai mai avuto un solo ripensamento?"

Oliver la guardò solamente, che senso aveva rispondere, che senso aveva essere così crudi? E allora lei, pentita di averlo chiesto, ma che non era riuscita a trattenersi, di nuovo lo incitò:
"Chiamalo."
Felicity tornò a casa con un enorme senso di vuoto. Avrebbe voluto essere più dura, ma sputargli in faccia tutto il suo odio non avrebbe cambiato la situazione.

In pochi giorni furono depositate le carte per il divorzio. Il matrimonio era finito. Per davvero.
Al contrario, quello di Julie non sembrava dovesse aver fine nell'immediato. Joel girava gli Stati Uniti per la promozione del libro e il divorzio non era in cima alle sue priorità.
Nonostante non volesse avere più niente a che fare con Julie, non voleva togliere tempo alla sua carriera. Quando mai si fosse ritrovato a Miami avrebbe affrontato l'argomento.
E a Miami ci si ritrovò per Natale.
Julie fu sorpresa nel ricevere la sua chiamata e l'invito a vedersi nella loro vecchia casa.

Aveva immaginato Joel arrabbiato e rancoroso, invece la voce che aveva sentito al telefono era calma e rilassata. Questo fatto fece preoccupare Oliver che si sentì stranamente minacciato. Quando Julie si recò all'appuntamento, lui passò il pomeriggio agitato e nervoso, convinto chissà per quale motivo, che Joel potesse provare in qualche modo a riconquistare la moglie.
Julie raggiunse il suo vecchio appartamento con lo stomaco in subbuglio. Non vedeva Joel da mesi, da quando era andato via da casa di Felicity dopo aver innescato la bomba.

Suonò il campanello e durante gli attimi in cui aspettò che le aprisse la porta quasi si sentì svenire.
Joel la salutò accennandole un sorriso.

Perché era così calmo? Julie non riusciva a capire e le parole facevano fatica ad uscire dalla bocca.
"Siediti, parliamo un po'" le disse gentile.
"Joel, mi fa strano vederti così."
"Come pensavi di trovarmi? Furioso e rancoroso?"
Julie non poteva credere alla reazione del marito che nel frattempo continuò:
"Lo sono stato, lo sono ancora. Ma non ha senso, Julie. Non te lo meriti...non meriti che io soffra cosi per te."
Quest'ultima frase le si conficcò nel petto come un coltello.

"Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentito, non puoi. Mi stavo logorando dentro. Sono scappato perché non credevo di farcela. Ma il mio libro mi ha salvato. Ce la sto facendo. Ad andare avanti, e ad avere successo. E ho capito che non potevo vivere consumandomi per te..."
"Joel, tu non sai..."
"Quanto ti dispiace" finì subito la frase di lei e continuò.
"Sì, Julie, mi immagino".
Poi gli occhi gli si velarono malinconici e sorridendo sconfitto ammise: "Quando mi hanno chiamato per dirmi che il libro stava vendendo, sai qual è stato il mio primo pensiero?
Chiamarti per gioire insieme..."

Julie non aveva davanti un uomo strafottente. Aveva davanti Joel. E lui non si smentiva. Lui non faceva giochetti. Non cercava di sminuirla per sentirsi meglio. Poi si alzò e prese dalla valigia dei documenti. Le comunicò che si sarebbe trasferito definitivamente a New York e le dette i documenti del divorzio già firmati. Julie si alzò e lo strinse forte per chiedergli scusa per il male che gli aveva fatto. Joel non contraccambiò l'abbraccio ma neanche si sottrasse. E le loro strade si divisero.

Oliver aveva passato il pomeriggio ad aspettarla e quando finalmente Julie tornò a casa la accolse stringendola a se per non lasciarla più andare via.
Le prese la cartella dei documenti dalle mani per buttarla sul divano e la baciò.
Era tutto ciò che riusciva a volere. Tutto ciò che sembrava avere un senso. Lei era ciò per cui avrebbe affrontato di nuovo tutto da capo. Non sapeva perché, non sapeva come fosse successo, ma la amava.
"Ora siamo solo noi?" le chiese dolce Oliver.
"Quasi" rispose Julie prendendo i documenti. Scorse le pagine fino a trovare la firma di Joel e senza rimpianti mise la sua:
Julia Laurel Lance.






Note:
Permettetemi due ultime righe.

Questa è la mia storia. Non importa che non sia piaciuta, non ho virato per ottenere approvazione.
Questa sono io. Io che ero per Dawson e Joey. Io che sono Stelena e lo sarò sempre. Io che ho preferito Laurel, ma non per questo ho disprezzato Felicity.

Grazie quindi a chi ha seguito e chi ha lasciato la lettura. Grazie a chi mi ha consigliato e a chi mi ha criticato.
Grazie a Stephen Amell che rende così facile immaginare la passione.

E prima di tutti grazie alla mia amica Claudia che mi ha spronato a scrivere ciò che semplicemente immaginavo.





   
 
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