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Autore: Arvati77    24/09/2017    0 recensioni
"…Il respiro del cuore è la voce dei sentimenti che si agitano in noi desiderosi di uscire allo scoperto, è il richiamo della libertà al di là dei limiti che ci impone chi vuole comandarci, è il soffio dell'anima che chiede solo di essere se stessa...".
Questa storia è ambientata a Verona, la mia città, e ripercorre uno scorcio di vita di persone come tante, individui che affrontano ogni giorno le piccole grandi battaglie della vita. Amore per l'arte, amicizia, passione, orgoglio, odio, tanti sentimenti si mescolano e si alternano in un avvicendarsi di situazioni e personaggi la cui evoluzione mette in risalto il costante ed altalenante scontro tra mente e cuore e la fondamentale importanza delle emozioni nella vita di ognuno. Seguendo percorsi che spesso travalicano gli angusti confini di convenzioni e buon senso, i protagonisti si ritroveranno faccia a faccia con loro stessi, arrivando a riscoprire la parte più vera e profonda della propria anima ed a compiere di conseguenza fondamentali scelte, nelle quali svanisce la distinzione tra vittima e carnefice, torto e ragione, e l'unica certezza è che ogni decisione, ogni azione reca con sé delle conseguenze alle quali non ci si può sottrarre.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO III

 

Luglio è ormai iniziato e si preannuncia torrido e afoso come il mese che l'ha preceduto: la pioggia stenta a cadere e l'aria è irrespirabile, umida, soffocante.
Marina da alcuni giorni è stata assunta a tutti gli effetti come segretaria nello studio dell'architetto Bruni e da sola si deve destreggiare tra telefonate ed incartamenti vari. Nonostante le sue mansioni siano piuttosto monotone e ripetitive, l'ambiente le piace: nessuno tenta di primeggiare, vige un rapporto di collaborazione e rispetto, e questo soprattutto grazie all'abilità del titolare nel gestire il lavoro e ridurre gli attriti che inevitabilmente si creano tra i collaboratori. Lorenzo concede ad ognuno l'opportunità di esprimere il proprio parere riservandosi la facoltà di prendere le decisioni definitive. Intelligente e furbo, sa imporsi senza opprimere i dipendenti, e se qualche contrasto sorge lui tronca il problema sul nascere affrontandolo direttamente onde evitare si creino malintesi. La sua capacità nel mantenere l'armonia del gruppo è apparsa chiara fin dall'inizio a Marina e Jenny, che si sentono veramente a proprio agio in un posto in cui nessuno pretende di comandarle a bacchetta. Le due ragazze, pur facendo attenzione a controllare i loro slanci impulsivi, sono diventate in poco tempo le mascottes dello studio: lavoratrici zelanti, con le loro imprevedibili uscite rallegrano sempre l'atmosfera, in particolare Marina che, col suo look sbarazzino e il suo atteggiamento spontaneo, spande ovunque un fresco e genuino entusiasmo. Nemmeno quando seriamente parla con i clienti o compila i registri contabili, l'originale segretaria maschera la propria vera natura: negli occhi cerulei brilla perennemente una vitale luce, frutto di un cuore costantemente attraversato da vibranti emozioni.
Una mattina, mentre Marina, scrupolosa, sta innaffiando le piante nell'ingresso, la porta dello studio si spalanca violentemente: Lorenzo, visibilmente alterato, entra con passo spedito e senza nemmeno salutare si dirige nel proprio ufficio. La segretaria si trattiene dal pronunciare una qualunque parola: meglio starsene buona buona in un angolino finché le acque non si saranno calmate. Tenendo a freno la propria curiosità, che la indurrebbe ad indagare per scoprire il motivo della palese collera, la giovane si siede alla scrivania e si limita a controllare l'agenda del giorno. D'un tratto il brusco rumore di una porta che sbatte la fa sussultare e di colpo le capita davanti il nervoso architetto, che con fare aggressivo e quasi dispotico le comincia a elencare a raffica una serie di mansioni da sbrigare il prima possibile: fornitori da contattare, appuntamenti da fissare o spostare, documenti da cercare. La ragazza appunta velocemente su un foglio i compiti che tra capo e collo le sono piovuti addosso, mentre Lorenzo, intimandole di non perder tempo, torna nel proprio ufficio. Marina, sbuffando, inizia a far le telefonate richieste, pensando tra sé:
"Quando gli gira male è sul serio intrattabile! Che colpa ne ho io se si è alzato con la luna storta?!".
Concluso il giro di telefonate, la volonterosa segretaria si mette diligentemente a rovistare nell'archivio alle proprie spalle per trovare i documenti che il titolare pretende di aver al più presto in mano. Ma non sa di preciso dove cercare, non è poi così pratica del posto, e impiega più tempo del previsto. Così, mentre è intenta a frugare tra raccoglitori e schedari, sommersa da carte di ogni tipo, viene malamente richiamata da Lorenzo che, seccato per la lunga attesa, ha lasciato il proprio ufficio e ha raggiunto l'ingresso.
"Ho una marea di cose da fare! Vuoi darti una mossa?!" urla l'architetto all'impiegata.
Marina, con una pila di cartelle sotto le braccia e dei fogli in bocca, fissa con gli occhi sbarrati l'uomo che impaziente batte le dita sul bancone e, per nulla intimorita dal cupo sguardo su di lei puntato, riposti su di uno scaffale cartelle e fogli vari, risoluta replica agli ingiusti rimproveri e ai dispotici comandi:
"Ho soltanto due mani, sto facendo del mio meglio. Se sei arrabbiato con qualcuno non puoi sfogarti su di me!".
Dalle porte che si affacciano sul corridoio fanno capolino i colleghi dell'architetto, prima fra tutti Jenny, preoccupata per l'amica che come al solito non riesce a star zitta. Anna ed Alfred, che da tempo collaborano con Lorenzo, conoscendone il carattere temono che stia per esplodere: rispondergli duramente quando è nervoso è come buttare benzina sul fuoco!
Marina, pur consapevole di aver reagito in modo probabilmente inopportuno, non ha intenzione di chinare la testa e non accenna nemmeno ad abbassare gli occhi, e per qualche interminabile secondo un glaciale silenzio regna sovrano. Ad un certo punto, a dispetto di ogni previsione, Lorenzo sorride scusandosi per essere stato maleducato e arrogante, e Jenny sospira sollevata, mentre i suoi colleghi si guardano esterrefatti: nessuno si era immaginato neanche lontanamente una conclusione del genere. Perfino Marina è stupita del comportamento dell'architetto, tanto più quando lo vede avvicinarsi e offrirsi gentilmente di cercare lui i documenti che gli occorrono. La giovane decide quindi di scusarsi per aver ribattuto in malo modo, ma Lorenzo, intento a sfogliare alcuni incartamenti, con estrema tranquillità ribadisce di essere stato solamente lui ad agire in maniera sconveniente e scorretta. I penetranti occhi neri si spostano lentamente dai plichi di documenti al viso perplesso di Marina, e lei allora parla con estrema franchezza:
"Avresti potuto benissimo cacciarmi per quello che ho detto.".
"E' vero, avrei potuto." risponde l'altro "Ma perché avrei dovuto farlo? E poi sinceramente qua dentro c'è bisogno di qualcuno che sappia tenermi testa.".
La ragazza sorride e lo stesso fa Lorenzo, contagiato dalla vitalità dei limpidi occhi celesti. Quindi, recuperati i documenti che gli interessavano, l'architetto si avvia verso il suo studio, liberati mente e cuore da ogni tensione precedentemente accumulata, come se una ventata di aria fresca e pulita avesse spazzato via ogni negativo pensiero.
All'ora di pranzo Jenny e Marina, uscendo dal palazzo, si imbattono a sorpresa in Simone, venuto apposta per pranzare con loro. Assecondando un istintivo impulso, Marina abbraccia il compagno e gli bisbiglia in un orecchio di aver combinato come al solito un pasticcio, e lui curioso le domanda spiegazioni poggiando la fronte sulla sua. In tale affettuoso atteggiamento da una finestra del proprio studio Lorenzo scorge i due giovani e sorride intenerito di fronte agli spontanei gesti di quelli che ai suoi occhi sembrano una felice coppia di innamorati.
Jenny, affamata, incita gli amici ad andare da qualche parte per mangiare un boccone prima di tornare al lavoro:
"Smettetela di comportarvi come due fidanzati, il mio stomaco reclama!".
Seduti al tavolino di un bar, gustandosi dei golosi panini, i tre chiacchierano allegramente. Soprattutto uno è l'argomento della conversazione, ovvero l'animato scambio di battute avvenuto nello studio di Bruni tra la spavalda segretaria e il titolare.
Informato dell'accaduto, Simone divertito si complimenta con Marina:
"E brava la nostra impiegata modello! Mi raccomando, fatti sempre valere.".
"Ma che fai?!" interviene preoccupata Jenny "La incoraggi pure?!!".
"Perché non dovrei?" replica il giovane "E' giusto che si faccia sentire se sa di aver ragione.".
Simone e Marina si scambiano una complice occhiata e Jenny sconsolata scuote la testa, abbandonandosi ad una rassegnata considerazione:
"Voi due siete fatti l'uno per l'altra, siete due mine vaganti...".
Tuttavia Simone ha un sospetto e fa una precisa allusione guardando di sottecchi Marina:
"Il comportamento di quell'architetto mi sembra strano... Non è che ha messo gli occhi su una certa persona? Forse non ha bisogno solo di una segretaria...".
"Non dire scemenze!" ribatte decisa la diretta interessata.
"Di sicuro non passi inosservata." rincara la dose Jenny, rivolgendosi all'amica.
Marina ripudia categoricamente le maliziose insinuazioni, eppure in cuor suo, cedendo ad una naturale vanità femminile, prova un discreto compiaciuto orgoglio all'idea di aver attirato l'attenzione di un uomo come Lorenzo, e tornata al lavoro continua inevitabilmente a rimuginare su quanto insinuato da Simone, mentre il tarlo del dubbio si fa largo in lei solleticando la curiosità del suo irrequieto animo. Così, quando nel corso del pomeriggio l'architetto le capita davanti e le rivolge la parola, la ragazza involontariamente si ritrova a fissarlo con occhi indagatori, senza nemmeno sentire quello che le sta dicendo. Accortosi di non essere ascoltato, l'uomo cerca di scuotere l'imbambolata segretaria chiamandola ripetutamente per nome:
"Marina! Marina, ci sei?! Ehi, ti vuoi svegliare?!".
L'interpellata, accantonate di colpo fuorvianti riflessioni, riprende in un attimo contatto con la realtà e balbetta qualche stentata frase per giustificare la propria distrazione:
"Scusa, stavo pensando... Sì, ma era solo una sciocchezza... avevi bisogno di qualcosa?".
"Non è che hai ancora per la testa quello che è successo stamattina?" domanda Lorenzo.
"No, no, è tutta un'altra storia, niente di importante."
L'architetto, intuito di aver poco prima parlato a vuoto, ricomincia daccapo il proprio discorso:
"Il tuo ragazzo è il batterista del gruppo che ho visto in quel locale di Avesa, vero?".
Marina spalanca i celesti occhi ed immediatamente puntualizza come stiano le cose:
"Simone non è... non è il mio ragazzo. E' solo un amico!".
"D'accordo." riprende l'altro "Comunque suona in quel gruppo...".
La giovane annuisce, in attesa di sapere cos'abbia in mente Lorenzo, e lui presto rivela le proprie intenzioni:
"Ad agosto lo studio chiuderà per tre settimane, e come ogni anno alla sera dell'ultimo giorno di lavoro io e mio papà organizziamo una festa riunendo i miei collaboratori e i suoi dipendenti.".
"Vuoi che Simone e gli altri suonino alla festa?" è la logica deduzione di Marina.
"Sì, mi piace la loro musica." conferma Lorenzo, immergendosi con gioia negli entusiasti occhi della perspicace interlocutrice.
La ragazza garantisce che gli Holiday sicuramente accetteranno l'ingaggio e ringrazia di cuore per l'inattesa e gradita proposta. Prima di tornare al lavoro, l'architetto rivolge un'ultima domanda a Marina:
"Perché prima mi fissavi in quel modo? Ho avuto l'impressione che volessi chiedermi qualcosa.".
La diretta interessata, rammentando il sospetto di Simone e non potendo certo rivelarlo apertamente, si leva d'impaccio con un banale pretesto:
"Stavo ripassando mentalmente le mie battute nella commedia: la prima sarà tra due settimane e voglio fare del mio meglio!".
"Mi raccomando, dai il massimo! Io sarò tra il pubblico: sono curioso di vedere te e Jenny recitare."
Ciò detto Lorenzo si avvia lungo il corridoio e Marina, sporgendosi dalla scrivania dietro alla quale è rimasta finora seduta, osserva l'elegante e sicuro incedere del prestante individuo, che con classe e disinvoltura sa portare come un capo d'alta sartoria anche un semplice paio di jeans ed una camicia color granata. I due non lo sanno ancora, ma in entrambi pian piano si sta facendo largo un'inspiegabile sensazione, l'inconscia consapevolezza di essere accomunati da una particolare affinità, nonostante le innegabili differenze di carattere ed esperienze, ed è forse proprio la diversità tra loro ciò che li avvicina e talora li allontana, in un reciproco invisibile scambio di pensieri ed emozioni dal sapore agrodolce.
Alla sera Marina torna a casa ansiosa di comunicare a Simone l'offerta di Lorenzo, ma appena mette piede nell'appartamento si ricorda che l'amico è impegnato con la band e perciò rientrerà tardi. Decisa ad aspettarlo sveglia per dargli subito la bella notizia, dopo aver mangiato qualcosa accende la radio e si sdraia sul divano letto, intenzionata a leggere un libro per far passare il tempo. Alla fine però la stanchezza ha il sopravvento sui buoni propositi e Marina crolla in un sonno profondo.
Quando Simone rincasa, nella penombra della stanza illuminata appena da una piccola abat-jour scorge un'ombra rannicchiata dove di solito è lui a dormire e, avvicinandosi silenziosamente, si siede accanto alla creatura assopita, che ancora tiene in mano un libro aperto. Attento a non far rumore, spegne lo stereo e si incanta poi a rimirare la tenera fanciulla placidamente addormentata: sembra un indifeso cucciolo, mentre in realtà ha la grinta e il coraggio di un'agguerrita leonessa. Per non disturbare il beato sonno, Simone con passi felpati si dirige in camera per riposare un po', ma sulla porta viene fermato dalla voce della coinquilina che, strofinandosi gli occhi, in ginocchio sul divano letto, lo prega di sedersi un attimo di fianco a lei. Il giovane con un salto si piomba sul materasso sdraiandosi vicino all'amica, che gli si stende accanto adagiando la testa sulla sua robusta spalla. Accarezzando i soffici capelli castani, Simone si informa su quale sia la questione di cui discutere in pena notte e Marina, tra uno sbadiglio e l'altro, accenna all'argomento che tanto le sta a cuore:
"Lorenzo sta organizzando una festa... con suo padre... ha bisogno di qualcuno che suoni... vorrebbe te, Loris e Claudio per l'occasione...".
Inesorabilmente le pesanti palpebre calano sugli occhi azzurri e di nuovo la ragazza cede al potere di Morfeo. L'amico non ha capito in pieno il senso dello stentato discorso, ma di sicuro ha fiutato la possibilità di un inatteso e propizio ingaggio per gli Holiday e cullato dalla soddisfazione per la positiva novità anche lui si abbandona all'invincibile malia del dio del Sonno, appisolandosi al fianco della compagna, con una mano immersa tra i suoi morbidi e setosi capelli.
Alla mattina Simone si sveglia per primo, ma per muoversi attende di veder aprire gli occhi all'amica, che con la testa ancora appoggiata sulla sua spalla ed un braccio disteso sul muscoloso torace lentamente sta uscendo dal mondo dei sogni riprendendo contatto con la realtà. Con femminile grazia Marina rivolge l'assonnato sguardo ai benevoli occhi blu che la stanno intensamente contemplando, e salutando con un dolce sorriso il compagno inizia a rotolarsi per il letto stiracchiandosi e sbadigliando. Quindi si mette a sedere e fissa in silenzio Simone che, inginocchiatosi di fronte a lei, le parla con affettuosa voce:
"Io starei qui con te tutto il giorno, ma credo che nostri datori di lavoro non sarebbero molto contenti.".
"Ho l'impressione di doverti dire qualcosa," interviene perplessa Marina "però non ricordo cosa.".
"Magari mi devi spiegare meglio quello che hai tentato di dirmi prima di addormentarti come un sasso." fa notare l'altro, alzandosi in piedi.
"Hai ragione!" esclama la ragazza, con le braccia e la testa appoggiate allo schienale del divano letto.
Durante la colazione finalmente Simone viene informato dell'idea di Lorenzo e ne rimane piacevolmente colpito, come rivela il suo spontaneo commento:
"Inizia a starmi simpatico quell'architetto!".
La dubbiosa espressione di Marina frena però l'entusiasmo dell'amico, che indaga immediatamente sul motivo di tale inquietudine:
"Su, parla, cosa mi nascondi?".
"E' una sciocchezza..." confessa la ragazza.
"Vuoi parlare o devo imparare a leggerti nel pensiero per capire cosa ti passa per la testa?!"
"Ok, ok, ma è sul serio una sciocchezza: mi chiedevo se davvero quando siamo insieme sembriamo due innamorati."
"Perché?"
"Lorenzo credeva che tu fossi il mio fidanzato."
"E allora? Dov'è il problema?"
"Non c'è nessun problema, era solo una banalissima riflessione." conclude Marina, dirigendosi poi verso la camera da letto per troncare l'assurda discussione.
Simone, rimasto solo, sorseggiando un bicchiere di latte borbotta tra sé:
"Le donne sono proprio un mistero... già, un bel mistero!".
Marina, immobile davanti all'armadio aperto, rimugina su ciò che all'amico ha preferito tacere: ci sono dei momenti, dei rari e fugaci momenti in cui vorrebbe instaurare nuovamente con lui un rapporto non soltanto di amicizia, per rivivere le intense emozioni provate in passato. La verità probabilmente è una soltanto: esiste una elementare legge di natura alla quale nessuno può sottrarsi, insita nel cuore di ogni essere umano, l'innato istintivo desiderio di amare ed essere amati. E' questo un bisogno primario di qualunque individuo e se il presente non può accontentare tale necessità, diviene il passato la riserva da cui attingere ciò che la realtà attuale pare negare.
Marina di certo non si perde in tante riflessioni ed in fretta mette da parte i propri dubbi per risolvere un contingente problema: come vestirsi oggi per andare al lavoro. E' un bel dilemma!
La giornata prende dunque il via, ed a metà mattina, mentre nell'ingresso dello studio Marina e Gianna stanno tranquillamente chiacchierando in un momento di pausa, d'improvviso ecco entrare Loredana. Sempre elegante, con un abito di media lunghezza dalla sfumate tinte pastello, che ne mette in risalto la longilinea figura, altera e fiera nel portamento, la donna squadra le due giovani impalate davanti a lei, saluta educatamente e con superba sicurezza chiede se il marito sia in ufficio.
"Sì, certo..." risponde Marina, senza poter aggiungere altro.
Subito Loredana con passo deciso si muove verso la stanza di Lorenzo ed incrociando Alfred lungo il corridoio lo saluta con un garbato sorriso di cortesia per nulla naturale. Il giovane si avvicina alle colleghe immobili nell'ingresso e sottovoce commenta il glaciale incontro:
"E' arrivata miss simpatia!".
Marina scoppia in una fragorosa risata e Gianna benevolmente la rimprovera:
"Sei matta?! Non fare tanto casino! Vuoi che ti sentano tutti?".
"Lasciala fare. E' così carina quando ride!" interviene Alfred, mettendosi a ridere a sua volta.
I tre cominciano a parlare della persona appena entrata nello studio. Marina, curiosa, non esita a porre alcune domande ai compagni di lavoro e viene così a sapere che Loredana è titolare di un negozio d'alta moda nel quartiere di Borgo Trento ed in questa stessa zona abita con il marito in un magnifico appartamento che occupa per intero l'ultimo piano di un antico palazzo. Ha trent'anni compiuti ma il suo atteggiamento da gran signora ed il sofisticato abbigliamento la fanno apparire talvolta più matura rispetto alla sua reale età. Non ha un carattere gioviale ed affabile ed i suoi modi un po' troppo impostati non si scostano quasi mai dalle regole imposte dal galateo. C'è chi dice che in passato non fosse così: voci più o meno fondate riferiscono che soprattutto dopo il matrimonio abbia cominciato a conformarsi ai dettami della parte più abbiente della società veronese. All'interno dello studio di Lorenzo, l'unica con cui la donna abbia davvero legato è la rossa Erika, a lei simile benché non altrettanto piena di sé.
Apprese tali informazioni, Marina non può trattenersi dal fare una logica osservazione:
"Mi pare impossibile che Lorenzo abbia sposato una persona del genere, lui non mi sembra così...".
"Magari prima lei era sul serio diversa." rimarca Alfred "E comunque, anche se la famiglia di Lorenzo ha impiegato del tempo per raggiungere una certa posizione, lui ha frequentato fin da piccolo quel tipo di ambiente: non è uno snob arrogante né borioso, ma logicamente il mondo in cui è cresciuto l'ha influenzato, e in quel mondo in fondo non ci sta male.".
La conversazione del trio viene interrotta dall'improvvisa comparsa dell'architetto Bruni, che insieme alla moglie esce dal suo ufficio e si dirige verso la porta. Il gruppetto nell'ingresso si scioglie in un secondo: Alfred e Gianna salutano il titolare e la sua dolce metà e tornano al lavoro, mentre Marina si cala di nuovo nel ruolo di diligente segretaria e si siede alla sua scrivania. Lorenzo, prima di andarsene, sorride affabile alla ragazza che lo guarda da dietro il bancone e lei ricambia con altrettanta cordialità, ma uscita la coppia si spegne sul viso della giovane il benevolo sorriso, scalzato di colpo da una crucciata espressione, specchio di un cuore turbato da inspiegabili pensieri: d'un tratto Marina vede Lorenzo sotto una nuova luce, parte di quell'ambiente al quale lei si è sottratta, e lo sente tanto distante, quasi un estraneo, cosa che le provoca un fastidioso disagio. Scrollandosi di dosso la sgradevole sensazione, la ragazza repentinamente recupera il buonumore rivolgendo la mente all'ormai prossima rappresentazione teatrale di cui sarà protagonista, idea che la riempie di un'euforica ansia unita alla ferma volontà di fare del proprio meglio sul palco.

 

Presto, prestissimo giunge la fatidica sera della prima della commedia allestita dalla compagnia dei coniugi Marconi. I minuti che precedono il debutto sono vissuti dagli attori con impazienza e trepidazione e sfruttati per raccogliere la carica e la concentrazione necessarie per calarsi alla perfezione nei ruoli assegnati a ciascuno. Gli ultimi ritocchi al trucco e ai costumi, un ripasso veloce alle battute e ai tempi di entrata in scena, gli incoraggiamenti finali di Maurizio e Luciana e poi, ecco il momento cruciale da tutti atteso: lo spettacolo ha inizio.
Come promesso, Lorenzo è tra il pubblico, e con lui c'è sua moglie, che assiste alla rappresentazione con distaccato sguardo: il teatro non le dispiace ma la prospettiva di veder all'opera artisti a suo parere inesperti e magari impacciati non la entusiasma affatto e in cuor suo teme di annoiarsi terribilmente. Al contrario Lorenzo osserva con vivo interesse la commedia, seguendo con estrema attenzione l'interpretazione di Jenny e Marina, ed in particolare la seconda riesce a calamitare su di sé l'attenzione dell'architetto: spigliata e naturale si muove sul palco conquistando la scena con la propria esplosiva personalità, capace però di mettersi in disparte per non sovrastare i compagni, prima donna a momenti e a momenti comparsa, completamente padrona del personaggio che sta con disinvoltura impersonando quasi si fosse in esso trasformata nel corpo e nello spirito.
Tutti i giovani attori interagiscono in un armonico scambio di battute, che diviene talvolta volutamente dissonante se la scena lo richiede, e rivelano così una grande intesa tra loro, indubbiamente alimentata dall'abile regia dei due maturi artisti che dietro le quinte supportano gli allievi dirigendoli con scrupolosa cura in modo da far risaltare le peculiarità di ciascuno. Nonostante l'innegabile bravura di ognuno nel dar vita a divertenti e genuini personaggi, Lorenzo non riesce a distogliere lo sguardo da Marina, catturato dalla sua appassionata spontaneità, la medesima che in lei traspare ogni giorno in qualunque occasione. Dell'ammirato sguardo del marito si accorge Loredana, ma ignorando l'oggetto di tale interesse la donna non si pone alcun problema, anche perché lei stessa un po' alla volta si lascia inaspettatamente coinvolgere dalla vicenda inscenata sul palco con maestria e passione.
Al termine dello spettacolo, una valanga di applausi investe i promettenti attori e impressione comune dei membri della compagnia è che questa sia stata una delle migliori rappresentazioni realizzate finora. Simone, che suo malgrado non ha potuto partecipare in prima persona alla commedia, è comunque rimasto dietro le quinte per dare il proprio supporto agli amici e con loro si complimenta calorosamente, rivolgendo soprattutto a Marina sinceri elogi, accompagnati da una vaga allusione:
"Non ti ho mai vista così piena di energia e concentrata... C'è per caso qualcuno di speciale tra il pubblico?".
"Dovrebbero esserci mio fratello e forse mia mamma," risponde la ragazza con estrema tranquillità "anche se per ora non li ho visti.".
"Soltanto loro?" insiste pungente l'amico, con un irriverente sorrisetto dipinto in viso.
La diretta interessata finge di non aver inteso la maliziosa insinuazione e con gli altri compagni corre a cambiarsi, per non rischiare di rovinare i costumi di scena.
Usciti dal teatro, i protagonisti dello spettacolo ricevono con gioia i complimenti di tutte le persone che si sono trattenute apposta per esprimere loro il proprio incondizionato apprezzamento, e Jenny e Marina, al solito scortate da Simone, vengono subito raggiunte dai colleghi dello studio, piacevolmente colpiti dalla rappresentazione a cui hanno assistito. Ben presto al gruppo si uniscono anche Lorenzo e Loredana, desiderosi di congratularsi con le sorprendenti e talentuose giovani, e se la positiva considerazione della superba donna appaga l'orgoglio di entrambe le attrici, un altro particolare accarezza il cuore di Marina, che vede e sente su di sé i magnetici occhi neri dell'affascinante architetto e, lusingata dall'intenso sguardo solo a lei dedicato, istintivamente risponde con un accattivante sorriso. Nessuno si accorge del tacito scambio di sguardi e ciò che in esso si cela è il segreto dialogo di due anime in grado di capirsi ben più di quanto non riescano ancora ad immaginare.
D'un tratto, Marina scorge tra la folla delle persone a lei molto care e subito le raggiunge, scordandosi di tutto il resto. Dopo aver salutato con un affettuoso bacio sulla guancia il fratello, posa gli occhi sulla donna in piedi accanto a lui e per qualche secondo la fissa severa, quasi volesse trafiggerle il cuore con lo sguardo. Poi però cede alla commozione e con caloroso slancio abbraccia sua madre, sussurrandole dolcemente in un orecchio:
"Sono felice che tu sia venuta.".
In lontananza Lorenzo assiste alla scena e, incuriosito, domanda chi siano i due insieme a Marina, pur avendo già intuito qualcosa. A rispondergli è Simone, svelando prontamente l'identità delle persone in questione, e logicamente l'assenza del padre della giovane è piuttosto significativa per l'architetto, che ben ricorda un episodio accaduto tempo addietro, quella frase lapidaria segnata dal rancore, evidente simbolo di una guerra aperta tra figlia e genitore. Lorenzo non indaga oltre, o meglio non ha modo di farlo, perché Loredana, ansiosa di tornare a casa, lo trascina via, e non gli è nemmeno possibile salutare Marina, anche se vorrebbe: non può disturbarla ora, non ha il diritto di farlo, lei ha i suoi cari a cui pensare, lui ha sua moglie.
Quasi involontariamente Marina si sofferma a osservare la coppia che si sta allontanando, finché la voce del fratello non la distrae:
"Chi sono quei due? Li conosci?".
"Quello è il mio titolare con sua moglie: sono stati gentili a venire. Adesso però andiamo a mangiare qualcosa: sono affamata!": così, con una banale risposta ed apparente noncuranza, la giovane liquida l'argomento, per poi correre a salutare gli amici prima di andarsene insieme alla madre e Mattia.
I tre decidono di cenare in un ristorante in collina per godersi un'aria più fresca di quella che si respira in città, e seduti ad un tavolo sulla grande terrazza del locale discorrono serenamente. La più loquace è ovviamente Marina, che con il suo solito brio narra quanto accaduto ultimamente, dall'allestimento della commedia all'impiego nello studio di Bruni, non distogliendo per un solo istante gli occhi da sua madre Clara: nonostante la pelle leggermente colorita dal sole estivo, l'aspetto della donna è come sempre sciupato e fragile, e se pur curata nel trucco e nell'abbigliamento, il magro corpo e lo scarno volto danno di lei l'idea di una delicata creatura cagionevole di salute. In verità la sua debolezza non è nel fisico, bensì nell'animo, attanagliato da un'innata insicurezza che lo induce a piegarsi al volere altrui nel tentativo di rinvenire al di fuori un forte appiglio a cui aggrapparsi: tale necessità di appoggiarsi a qualcuno l'ha sempre obbligata a sottomettersi al marito, del quale probabilmente è davvero innamorata, anche se mai ha avuto con lui un rapporto alla pari. Una cosa è certa: se da lei Marina ha ereditato il colore celeste degli occhi ed i lineamenti graziosi del viso, di sicuro non ne condivide l'indole remissiva e pavida.
Ad un certo punto Clara, con un fil di voce, chiede alla figlia se voglia avere notizie del padre.
"Tanto lo so che l'erba cattiva non muore mai." afferma caustica la giovane, guadagnandosi un'occhiataccia dal fratello.
Marina si rende conto di aver pronunciato delle parole forse un po' troppo dure e, pur mantenendo un cinico atteggiamento, si sforza di mostrarsi meno ostile:
"D'accordo, potevo risparmiarmela questa... Ma volevo semplicemente dire che se fosse successo qualcosa di grave già me ne avreste parlato. E poi, non vedo perché dovrei chiedere notizie di una persona che della sottoscritta se ne frega altamente da un pezzo!".
"Non è così." interviene trepidante Clara, che in cuor suo ancora spera in una riappacificazione tra il coniuge e la figlia.
Marina rimane indifferente davanti alla timorosa obiezione della madre, nemmeno prova a replicare, non vuole infierire contro chi non ha direttamente colpa di quanto avvenuto anni prima, mentre Mattia è infastidito dallo scostante comportamento della sorella, ostinata e determinata a non tornare sui propri passi così come il genitore da lei avversato: in che modo far giungere a un accordo due individui tanto cocciuti ed orgogliosi, non disposti a cedere rivedendo almeno in parte le proprie posizioni?
Accantonati argomenti che rischiano di rovinare l'atmosfera gioiosa della serata, la conversazione si sposta su temi meno seri e impegnativi, finché ad un certo punto Mattia è costretto ad intavolare una spinosa questione, rivolgendo a Marina, col suo classico tono conciliante e pacato, una precisa richiesta:
"Sai che nostro cugino Mauro e sua moglie hanno avuto un bambino... Il sei di agosto ci sarà il battesimo e tutti sarebbero felici se partecipassi anche tu.".
"Proprio tutti non credo." rimarca con velato sarcasmo la giovane, che alla fine comunque decide di accettare l'invito e lo fa mostrandosene quasi contenta.
La positiva risposta accende sul volto di Clara un sorriso più unico che raro, e lo stesso Mattia è piacevolmente sorpreso dall'inattesa disponibilità della sorella, anche se lo insospettisce non poco la furbesca espressione dei cerulei occhi. Come volevasi dimostrare, Marina garantisce la propria presenza al battesimo soltanto se le sarà permesso di portare con sé qualcuno, e la condizione da lei posta non incontra resistenze, nonostante suo fratello, intuita l'identità dell'ospite a sorpresa, non nasconda un certo disappunto.

 

La mattina seguente, una calda domenica mattina di metà luglio, Marina si sveglia quando il cocente sole è già alto sulla città. Uscita dalla camera, osserva il coinquilino ancora placidamente addormentato e in punta di piedi si dirige al frigorifero, ben attenta a non far rumore. Muovendosi con cautela si versa un bel bicchiere di succo d'arancia per rinfrescare la gola riarsa. Dopodiché, in cerca di qualcosa da mangiare, apre lo sportello della credenza con un tale slancio che la maniglia le resta in mano. Nel silenzio della stanza risuona di colpo una risata: Simone ha assistito alla scena e non può non ridere davanti alla buffa smorfia sul volto dell'amica. Divertito si avvicina alla compagna pasticciona rimproverandola affettuosamente:
"Ne combini sempre una! Dove passi lasci il segno.".
Il giovane osserva quindi il mobile danneggiato per capire come rimediare al piccolo inconveniente, ma non appena tocca l'anta da aggiustare, questa si stacca dalla credenza e cade sul pavimento.
Adesso è Marina a ridere, per poi prendersi la propria rivincita rispedendo al mittente la benevola critica ricevuta poco prima:
"Allora, chi è il combinaguai?! Stavolta il segno l'hai lasciato tu!".
Improvvisamente lo sguardo della ragazza si tinge di una particolare luce, della quale Simone conosce alla perfezione il significato:
"Hai bisogno di un favore, giusto?".
L'astuta interlocutrice, per abbattere le difese dell'avveduto amico, rigira le carte in tavola come un prestigiatore, in modo da presentare la questione che le interessa sotto una prospettiva positiva, tale da vincere ogni possibile resistenza:
"Io volevo solo invitarti a una festa.".
Simone non si lascia trarre in inganno dai languidi occhioni azzurri spalancati su di lui e sprona la compagna a parlar chiaro:
"Avanti, arriva al dunque: cosa vuoi che faccia?".
Marina, accantonate inutili moine, racconta del battesimo a cui ha promesso di prender parte e nemmeno arriva a concludere il discorso che già il suo amico ha capito tutto:
"Vuoi che ti accompagni?".
Lo sguardo sornione della giovane conferma in pieno l'intuizione di Simone, che comunque manifesta un giustificato dubbio:
"Io non ho problemi a venire con te, anche se non è la mia massima aspirazione vedere quella gente. Però devi dirmi la verità: ti vuoi presentare con me per lanciare una sfida alla tua famiglia? Lo sai che ai tuoi non piaccio per niente: è per questo che vuoi farti vedere con me da tutti i tuoi parenti? Se hai in mente di fare un gioco del genere, ho il diritto di saperlo.".
"Probabilmente hai ragione." ammette sinceramente Marina, scusandosi poi con l'amico per aver tentato di coinvolgerlo in una sciocca disputa familiare.
"Veramente ci sono in mezzo da un po'." sottolinea l'altro "E poi non ti lascerei mai da sola nella fossa dei leoni!".
Simone, con un amorevole gesto, mette un braccio intorno alle spalle della compagna e lei rimira con occhi colmi di gratitudine colui che ora come in passato le ha spontaneamente offerto il proprio complice sostegno, dimostrandosi per l'ennesima volta una presenza insostituibile nella sua vita, punto fermo in un mondo che corre alla velocità della luce portandosi via i momenti che solo emozioni vere e genuine possono fermare e rendere indimenticabili.

   
 
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