Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: ThiefOfVoid    24/09/2017    0 recensioni
Scarlet Bonher, giovane assassina londinese, ma di grande esperienza e capacità, si ritrova a dover lasciare improvvisamente la patria diretta verso i Caraibi per evitare una tragedia annunciata ai danni della confraternita nel Nuovo Mondo. Non può però immaginare che un imprevisto cambierà completamente la sua vita, rendendola a tutti gli effetti parte integrante dell'età d'oro della pirateria. Attenzione: questa fanfiction è, come si intuisce, un unico gigantesco spoiler.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Kenway, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Londra, Aprile 1715

Mi sveglio all’improvviso, disturbata da un rumore fuori da casa mia. Mi vesto velocemente e prendo tutte le mie armi. Con molta cautela raggiungo la porta d’ingresso, e appena mi accorgo che sta per essere aperta mi scosto, e punto la lama celata alla gola dell’intruso. E’ un novizio della confraternita.

“Cosa ci fai qui? E perché sei entrato come un abile ladro farebbe?” dico, allontanando la lama dalla sua giugulare

“Si tratta del mentore, vuole vederti immediatamente”

“Che succede?”

“Sembra che abbia una missione importante per te Scarlet”

Raggiungo il nostro rifugio, accompagnata dal novizio. Mi chiamo Scarlet Bonher, e faccio parte della confraternita degli assassini da quando avevo 18 anni. In quattro anni ho raggiunto l’ottavo rango, il rango di Veterano, o Guerriero. Sono nata e cresciuta a Londra, e ho sempre voluto far parte della confraternita. Dicevo sempre a mio padre che volevo essere come lui, così, appena potei capire il suo discorso, mi spiegò della confraternita, dell’eterna guerra con i templari, e iniziò anche a darmi alcune nozioni, come se fosse stato il mio mentore. Ma prima che potesse esserlo in modo ufficiale, fu ucciso dai templari. Sapeva troppo, ma ancora non ho appreso le sue conoscenze. Tre anni dopo anche mia madre fu uccisa, anche se lei non faceva parte della confraternita. Fu in quel momento che decisi di entrare a far parte di quella realtà. Come Ezio Auditore, che ammiro molto nonostante sia vissuto due secoli fa, sono diventata un’Assassina per cercare la vendetta. Ma spero che anche io come lui troverò la pace dell’animo, trovando anche una ragione più nobile per combattere. Comunque, il mio mentore, che guida poi uno dei rifugi di Londra, è un caro amico di mio padre. Erano come fratelli, per questo mi ha preso sotto la sua ala. Per me è uno zio acquisito, come io sono come una nipote per lui. E’ capace tanto quanto mio padre, ed è solo grazie a lui se nel giro di un mese sono arrivata al secondo rango, e nel giro di quattro anni all’ottavo. Ora sono consapevole che guadagnerò ranghi più lentamente. Vorrei diventare un Mentore, ed essere una buona guida per gli Assassini come fu Ezio Auditore. Si può dire che la confraternita è tutta la mia vita, o quasi. Con me ho la lama celata, la spada lunga, i pugnali da lancio, ma la spada corta è sostituita da un set di tre pistole.

“Mi cercava Mentore?”

“Scarlet, avevi ragione sul conto di Duncan Walpole. Abbiamo scoperto che è stato lui a rubare le mappe dei nostri rifugi nei Caraibi e la potenziale chiave per l’Osservatorio. Ma purtroppo è sparito nel nulla, non sappiamo più dove sia. Devi trovarlo e fermarlo, prima che riesca a fornire quelle informazioni ai Templari. Se dovessero trovare il saggio e poi l’Osservatorio sarebbe una catastrofe, non possiamo permettere che abbiano un tale vantaggio”

“Certo, Mentore”

“Quando partirai per i Caraibi vai all’Avana appena puoi. Sembra che il governatore Torres sia in realtà un Gran Maestro templare. Duncan potrebbe vendere a lui le informazioni”

“Mi metto immediatamente al lavoro”

Ispeziono la casa di Duncan, dove è rimasto ben poco. Così vado immediatamente al porto, dove mi informo prima sulle navi in partenza per i Caraibi. Una nave è partita ieri, e una seconda parte oggi, verso mezzo giorno. Torno velocemente a casa mia per prendere poche fondamentali cose, e dopo aver comunicato al Mentore che sto per partire torno al porto. Nonostante un leggero ritardo riesco ad intercettare Duncan Walpole. Fortunatamente ho scoperto all'ultimo momento che sarebbe partito con la nave di oggi. Mi faccio imbarcare anche io, corrompendo chi di dovere perché io possa usare un nome falso, così da creare meno sospetti al traditore, e perché abbia un servizio leggermente diverso, che mi permetta di avere il meno possibile contatti con gli altri viaggiatori, così da non essere scoperta. Ucciderlo su questa nave è fuori discussione, si creerebbe il caos. È comunque pericoloso, potrebbe sfuggirmi una volta arrivati a destinazione, ma non posso fare altro.

L’Avana, Giugno 1715

Dopo mesi di navigazione, siamo giunti nei Caraibi, ma ci vorrà ancora tempo prima dell'arrivo a Cuba. All’improvviso però veniamo attaccati dai pirati. Affondiamo noi, ma affondano anche loro. La loro polveriera ha preso fuoco a quanto sembra. Dopo essere riuscita a sopravvivere miracolosamente all'attacco, mi nascondo dietro una porzione del relitto, per spiarli. Duncan e uno dei pirati sono gli unici sopravvissuti oltre me. Walpole cerca di convincere il pirata affinché lo faccia arrivare all’Avana, gli promette una ricompensa, ma l’altro capisce al volo che sta cercando di ingannarlo. Duncan lo minaccia con una delle sue pistole per poi scappare. Il pirata lo segue, e io devo sbrigarmi e seguire entrambi. Ci addentriamo sempre di più all’interno di quest’isola, fino a che il pirata non uccide Duncan, prendendogli tutti i suoi averi. Capisco subito che ha intenzione di continuare ciò che Duncan ha iniziato, e tutto questo per i soldi. Non immagina neanche le conseguenze della sua decisione. Ha la fortuna sfacciata di aver salvato il giusto mercante, diretto anche lui all’Avana, io non posso fare altro che impossessarmi della nave dei soldati inglesi che ha ucciso, obbligando quelli rimasti a farmi momentaneamente da ciurma. Riesco a governare una nave, anche se con un po’ di fatica. Non conoscendo ancora bene questi luoghi li seguo a debita distanza, e riesco ad arrivare all’Avana, dopo un mese, ma meglio di niente. Prima che quel branco di idioti mi faccia arrestare scappo e mi nascondo, senza però perdere di vista il mio obbiettivo. Seguendolo in una locanda vengo a sapere quale sia il suo vero nome: Edward. Quest’ultimo recupera i suoi averi, che i soldati si erano presi dopo che lui li aveva lasciati lì per scappare, dopo aver causato una rissa. Rimango al porto, dove incontra di nuovo il mercante, Stede Bonnet. Venendo a sapere che il mattino dopo si recherà dal Governatore Torres, nonché Gran Maestro templare, lo seguo nel tentativo di rubargli ora la mappa, perché il posto sarà sicuramente ben sorvegliato. L'idea di tentare ora non mi entusiasma molto a dire il vero, non so che tipo di persona sia, e molto probabilmente ha dei validi motivi per stare in guardia, cosa che non rende facile un borseggio. Aspettare però potrebbe significare fallire. Aspetto un po' prima di agire, sperando di trovare l'occasione e il luogo perfetto: un vicolo isolato in cui tramortirlo e derubarlo, un gruppo di passanti che possa nascondergli le mie azioni, o un luogo che mi permetta una fuga anonima. Finalmente lo vedo entrare in una stradina, e velocizzando il passo vedo che non c'è nessuno oltre a noi, che è l'occasione perfetta per colpire. Con passo felpato mi avvicino al mio bersaglio per tramortirlo, ma quando con uno scatto fulmineo faccio per colpirlo, si volta all'improvviso, bloccandomi il braccio. Presa dal panico, prima ancora che possa realizzare chi sia, gli sferro una ginocchiata in pieno addome, mi libero dalla sua presa e scappo più velocemente che posso, sperando che non riesca a starmi dietro. Nella fuga mi rendo conto di essere caduta nella sua trappola, che non è uno sprovveduto. Riprovarci prima di domani mattina è fuori discussione, se lo aspetterebbe, ma derubarlo alla residenza sarà altrettanto rischioso. Appena mi è possibile mi confondo fra la folla, tirando giù il cappuccio così che sia più difficile per lui trovarmi, e mi allontano lentamente verso il porto come un passante qualsiasi. Questa volta me la sono vista brutta; benedico i miei riflessi, ma maledico i suoi. A questo punto, non posso fare altro che informarmi riguardo la posizione della residenza di Torres. Una volta fatto, stendo in parte la prima lettera per il mio mentore in un luogo che spero sia tranquillo, informandolo di quanto accaduto fino ad ora, e poi trovo un posto dove stare.

Il mattino seguente, abbastanza presto, mi dirigo verso la residenza di Torres, rimanendo completamente anonima sui tetti, nascondendomi occasionalmente in qualche cespuglio. Continuo a pedinare Edward, e mi guardo intorno, sperando di potergli sottrarre furtivamente le mappe e la potenziale chiave dell’osservatorio prima che arrivi ai cancelli. Ma purtroppo mi rendo conto di non poterlo fare, dopo ciò che è successo ieri è ancora più attento a ciò che lo circonda. Quando ormai vedo che sta per arrivare al cancello, mi introduco furtivamente nella residenza, stordendo qualche guardia che nascondo poi nei cespugli. Ci sono dei templari che accolgono “Duncan”. Il primo è un francese, Julien DuCasse, il secondo è Woodes Rogers, e mi conosce già. Se per qualche oscuro motivo dovessi fallire o dovessi essere riconosciuta da Rogers metterei in pericolo la Confraternita, e non posso permetterlo, non solo perché lo dice il credo. Dopo aver venduto le mappe e la chiave, li sento discutere riguardo l’Osservatorio. Solamente pensare che possano trovarlo prima loro mi fa raggelare il sangue. Domani arriverà il saggio, e attraverso il suo sangue avranno davvero la chiave per l’osservatorio. Domani a mezzogiorno lo porteranno qui, nella residenza di Torres.

Continuo a seguire Kenway dai tetti, e incontro altri membri della confraternita, da uno dei rifugi dei Caraibi. Dichiaro di volerli aiutare a liberare il saggio. I templari però si difendono bene, e quel pirata combatte come se fosse posseduto dal demonio. Cerco di fronteggiarlo, ma non riesco ad attaccare, e parare i suoi colpi non è facile. Riesco a togliermelo di torno, e cerco di proteggere un giovane assassino ferito e ancora un po’ inesperto. Il saggio riesce a scappare, e gli Assassini rimasti decidono di ritirarsi. Li scorto per un po’, aiutando il ferito, ma dopo non molto tempo mi dicono che possono proseguire da soli, e torno ad ottenere informazioni. Kenway ha ripreso il Saggio, e Torres gli dà la sua ricompensa per la mappa e per la chiave. Mille Real, una miseria. Continuo a seguirlo, e ascolto la sua conversazione con Stede Bonnet. Visto che la ricompensa non è stata soddisfacente, ha intenzione di liberare il Saggio, e attraverso di lui trovare l’Osservatorio. E’ convinto di poter avere un grande guadagno attraverso di esso. Non ha capito proprio nulla. Così mi organizzo, e agisco prima di lui. Sarò io a liberare il saggio, per conto della confraternita. Agisco appena inizia a fare buio, anche se pensandoci bene c’è ancora un po’ troppa luce per non essere notata con questi abiti neri. Ormai è troppo tardi. Raggiungo la cella del saggio, ma appena apro e gli dico di seguirmi riesce a farmi quasi cadere e scappa, attirando l’attenzione di alcune guardie, di cui si libera senza problemi. Lo inseguo, ma mentre lui riesce a fuggire tranquillo, io vengo colpita alla testa da qualcuno. Julien DuCasse. Mi fa rinchiudere in una cella, e sono già fortunata. Odia profondamente gli assassini, e se non avesse qualcuno a cui rispondere mi avrebbe già fatta torturare. E’ particolarmente sadico. Poco dopo anche il pirata si fa catturare ingenuamente. Sento i loro discorsi, e verremo imbarcati entrambi sulla flotta del tesoro, e portati chissà dove, per fare chissà cosa. Probabilmente vogliono renderci schiavi. Di certo né io né il pirata vogliamo fare questa fine. Vengo portata su una delle navi, e incatenata nella stiva, insieme ad altri prigionieri, che sono tre pirati. Durante la prigionia non riesco a fare a meno di pensare che avrei dovuto rubargli la mappa appena ne avevo l'occasione, o andare a prenderla prima che lui potesse riprendere le sue cose nel forte dell'Avana, è stato un errore da principianti. D'altro canto però il pirata è nemico tosto, credo fermamente che avrebbe potuto uccidermi con facilità una volta che avesse scoperto chi si era impossessato della sua preziosa mappa, e prenderla nel momento della consegna agendo da sola sarebbe stato un suicidio. E' stato tutto così controverso e frustrante. Non so bene da quanto sono qui, ma all’improvviso sento dei passi leggeri, e vedo una figura a me sconosciuta avvicinarsi ai due soldati che sorvegliano, insieme a una figura a me abbastanza familiare. È Kenway, seguito da un uomo mai visto prima, che a quanto pare è il suo socio ora. Uccide i due soldati con le lame celate, con abilità oserei dire. Ci libera, e ci dice che per ripagare il favore faremo parte della sua ciurma.

“Mi dispiace amico, ma non si può fare” dico senza esitazioni

“Non ti preoccupare, il fatto che tu sia una donna non mi crea problemi, anzi”

“Che sbruffone…non ho alcuna intenzione di far parte della tua ciurma, chiaro?”

“Bhe, preferisci forse restare qui, su una nave senza più nessuno che la governa?”

A malincuore sono costretta a seguirlo. Sceglie la nave davanti a questa, e decide di renderla sua. Prima però raggiunge un’altra nave e libera altri pirati, senza però lasciare nessuno a bordo del ‘suo' brigantino. Rimarrei io, ma mi tocca seguirlo. Visto che sono parte della sua ciurma, tanto vale fare le cose per bene. Così, visto che la nave che ha deciso di assaltare è abbastanza grande, gli do una mano con i soldati. Torniamo sulla nave e facciamo salire a bordo gli altri. Ognuno prende posizione, mentre io non so che diavolo fare. Amo navigare, ma da passeggera. Non ho alcuna esperienza da marinaia, è già tanto che io abbia saputo governare una nave per circa un mese. C’è una tempesta, molto forte anche, e così penso di rendermi utile usufruendo della mia ottima vista, cercando di avvistare eventuali pericoli. Ma prima che possa iniziare ad arrampicarmi, vedo che la botola della stiva è leggermente aperta, e appena si spalanca e un paio di soldati escono allo scoperto eseguo una perfetta doppia uccisione dall’alto, saltando sul ponte. Altri soldati spagnoli escono dalla stiva, credendo di poterci fermare. Mi occupo di loro, e nel giro di cinque minuti mando tutti i sette soldati rimasti all’altro mondo. Mi libero dei cadaveri, controllo che non ci siano altri soldati e poi torno a prendere il mio posto alla sinistra del capitano. Arrampicarmi non è la migliore delle idee, le onde sono abbastanza violente, e la prigionia non mi ha lassciato molte energie. Posso benissimo rendermi utile da qui. Scampati alla tempesta, Edward rinomina questo brigantino Jackdaw, nome particolare oserei dire. Adewale, l'uomo per me sconosciuto, sarà il quartiermastro di questa nave.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: ThiefOfVoid