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Autore: iamnotgoodwithnames    25/09/2017    3 recensioni
"Al cuore non si comanda, non c’ha mai creduto ai modi di dire, non li ha mai voluti prendere neppure in considerazione, assurde frasi dette, ripetute così tante volte, da così tante bocche diverse, da perdere significato; da diventare banali cliché.
Eppure, alla fine, c’è rimasto incastrato anche lui in uno stupido cliché.
Al cuore non si comanda, si ripete, cercando di perdersi nel buglio di sogni che non sono mai piacevoli, cercando di dimenticare che, suo malgrado, la sua intera vita, per colpa di due iridi d’un pungente azzurro cielo, è diventata un banalissimo, insopportabile, cliché."
[Theo x Liam][Introspettiva][Slow Build][Spoiler!6A][Slice Of Life][Missing Moments][OC][OFC x Greenberg / Mason x Corey]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Corey, Liam, Liam Dunbar, Mason, Nuovo personaggio, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Moonbeams Bonds'
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~ Chapter Eight : Someone will love you, but someone isn't me ~
 

Non ne ha voluto parlare Liam, è rimasto in silenzio per tutto il tragitto di ritorno, in un rigoroso mutismo interrotto solo per un fugace saluto quando ha lasciato Mason e Corey fuori dalle loro case.
Non ha voluto spiegare alla madre il perché i suoi occhi sembrassero rossi e gonfi, non le ha voluto dire che è rimasto fermo, sul ciglio della strada, a lottare contro la rabbia, a ferirsi i palmi ricacciando gli artigli sotto pelle, a prendere a pugni il volante cercando di non distruggerlo; perché l’auto ancora gli serve, perché spiegare l’incidente sarebbe stato impossibile.

Non ha voluto dire nulla a nessuno, tenersi tutto dentro, come al solito, come consuetudine.
Soffrire nel silenzio, quel dannatissimo silenzio che lo perseguita.
I sentimenti mai detti sono i peggiori, scavano fosse nella mente, si annidando tra i pensieri, riecheggiano, logorano.

Mason c’ha provato, più e più volte nell’ultimo mese, a chiedergli, a ricordargli che con lui può parlare di tutto, dal sovrannaturale all’allenamento di lacrosse andato male; può raccontargli ogni cosa, come quando erano bambini ignari del mondo e si confessavano segreti innocenti.
È diverso, si è detto Liam, ignorando la richiesta dell’amico.
È diverso, si ripete, gettandosi al materasso.

Questa non è una cosa di cui può parlare, questo è un segreto che nessuno potrà mai sapere, che neppure lui stesso dovrebbe conoscere; sarebbe più sano convivere senza la consapevolezza.
Stringe il cellulare tra le dita, controlla l’orario, i messaggi che ha ignorato, tra tutti lo sorprende quell’unico “ciao” di Hayden.
Da quando si sono lasciati non ha più avuto il coraggio di cercarla, si erano ripromessi che sarebbero rimasti in ottimi rapporti, un’amicizia che avrebbero potuto gestire meglio grazie alla distanza, ma Liam non c’è riuscito, dopo quell’ultima volta, a contattarla.

Le dita tamburellano incerte al bordo del cellulare, quel “ciao” lampeggia tra i cristalli liquidi, l’indecisione di risponderle, un lieve sorriso sghembo, malinconico, plasma le labbra del mannaro.
Infondo, forse, con lei, così lontana, così distante, con lei che lo conosce così bene, con lei con cui ha condiviso così tanti momenti, potrebbe aprirsi; alleggerirsi la mente da pensieri opprimenti.


 
“ciao – decide infine di risponderle – come stai?”


Cosa fanno le persone alla nove di sera? Si chiede Liam, temendo che possa averla disturbata, ma la vibrazione che ne segue gli lascia intuire che Hayden, forse, stava aspettando quel suo messaggio da tutta la giornata

 
“tutto bene, tu?”


Dovrebbero dirlo, qualcuno dovrebbe farlo, che rispondere ad una semplice simile domanda è dannatamente difficile.
Inspira, picchiettando i pollici allo schermo


 
“abbastanza bene”


Bugia.
Non sta né abbastanza, né bene.


 
“non molto bene”


Si corregge soltanto, lasciando che sia Hayden a capire, a chiedere, concedendole il tacito permesso di farlo
 

“qualcosa non va?”

“niente di ché”


Può essere sincero, si ripete Liam, c’è la distanza di chilometri a proteggerlo, cerca di farsi coraggio
 

“vuoi parlarne? Sai che puoi dirmi tutto, non ti giudicherò, promesso”


Questo c’è sempre stato tra di loro, forse è questa l’unica parte vera della loro intera relazione, potevano dirsi tutto, potevano parlarsi di ogni cosa, c’era solo un unico segreto a rendere meno valide le parole, meno vere le emozioni, a macchiare, sporcare l’unica verità del loro rapporto
 

“non riesco a gestire la rabbia, è come se…come se mancasse sempre qualcosa”


Ammette, infine, i primi passi per liberarsi di quell’ultimo ostacolo verso la sincerità totale ed assoluta che, forse, Hayden più di tutti merita
 

“è sempre stato difficile Liam – ha ragione, a gestire la rabbia non c’è mai riuscito davvero, persino quando stavano insieme doveva lottare per riuscirvi almeno un po’ – una volta pensavo di essere la tua ancora, volevo pensarlo, ma non credo di esserlo mai stata”


Può vederla, anche da lontano, anche dietro lo schermo del cellulare, può vederla comunque la tristezza di Hayden, li vede gli occhi velarsi di lacrime, le guance imporporarsi di rossore, può vederla anche da qui
 

“mi dispiace”

“non devi, va bene così, non eri costretto a scegliere me, infondo lo abbiamo sempre saputo, l’ancora è qualcosa che non dipende totalmente dalla nostra volontà”


Un giorno, quando ancora era nuovo al sovrannaturale, quando aveva bisogno di chiarezze, Scott persino glielo disse, è il lupo che sceglie, l’istinto mannaro che stabilisce, che si affida ad un pensiero costante e persistente che possa placarlo.
E Liam non c’ha mai riflettuto troppo a quello che il suo istinto aveva scelto, lo aveva dato per scontato che fosse Hayden la sua ancora; infondo per Scott lo era stata Allison a lungo, perché per lui, il suo beta, doveva essere diverso?

 

“e se non riuscissi a trovarla, se non riuscissi ad avere un ancora?”

“Liam, non devi pensarci troppo, è qualcosa di istintivo, prova soltanto a chiudere gli occhi, tutti abbiamo qualcosa per cui lottare, qualcosa che ci da forza”


Inspira il mannaro, eseguendo quasi inconsciamente il suggerimento di Hayden.
Chiudere gli occhi è semplice, fare ordine tra il marasma di pensieri che illuminano il buio è difficile, immensamente difficile.
Trovare quell’unico, costante, pensiero fisso è impensabile.

Per cosa lotta, si chiede Liam ad occhi chiusi, dov’è la sua forza?
Lotta per se stesso, per il branco, per i suoi genitori, per la sicurezza che ogni cittadino merita, si risponde meccanicamente.
Lotta per avere calma, pace, quiete, una vita che possa considerarsi tranquilla.
Lotta per iridi glauche di oceani in tempesta.

Apre gli occhi, terrorizzato quasi dai suoi stessi pensieri, stringe il cellulare tra le dita

 

“lotto per me stesso”


Digita rapido, è una mezza verità, ancora una volta, l’ennesima

 
“allora sii tu, la tua ancora”


Deglutisce a vuoto Liam, chiedendosi se basterà, se funzionerà, se sia davvero tutto qui, se placherà la rabbia, l’animale che ruggisce dentro.

 
“ci proverò Hayden, grazie”

“non devi ringraziarmi, siamo amici e gli amici si sostengono, se avrai ancora bisogno di me sai come trovarmi”

“certo, grazie”


Un piccolo spiraglio, un tenue sorriso sghembo, tremulo, dischiude le labbra di Liam.
Forse un giorno troverà anche il coraggio di dirle che aveva ragione, quando gli disse che non si può scegliere in amore, che non si può fingere di amare qualcuno, non mentre si ama qualcun altro e, forse, un giorno troverà anche la forza di dirle la verità nascosta dietro la loro, inevitabile, separazione.
Per ora, si dice sollevandosi lentamente ad afferrare gli abiti da notte, gli basta sapere che, almeno a lei, potrà parlare senza timore, senza paura alcuna; confessarsi come ad un muto ascoltatore che non può ferirlo in alcun modo.
Per ora questo è quanto dli basta per stare un po’ meglio. 

 
 

~~~~~~~~~~
 
(piccoli consigli per l'ascolto :https://youtu.be/4bwGqfUst30)

È stato lui, è stato Theo ad avvicinarsi pericolosamente alle labbra del mannaro, è stato lui a schiacciarlo contro il muro, credeva fosse l’impeto della discussione, il punto cruciale dell’intera lite, il momento esatto in cui avrebbe dovuto sopportare un pugno; ma il pugno non è mai arrivato.
Solo il respiro affannato della chimera ad inumidirgli il volto, solo l’odore del desiderio a stordirlo, a fargli perdere la razionalità.

È stato lui, è stato Liam ad azzerare l’esigua distanza, a far scontrare le loro labbra in un fugace sfiorarsi, in un’unione improvvisa, delicata, timorosa, bisognosa.

Ed è stato Theo a non allontanarlo, a stringere le dita, affondarle tra la stoffa della maglietta, attorno alle spalle del mannaro, a premere il busto contro quello di Liam.

Ed è stato Liam ad accoglierlo, il calore che ne è conseguito, la piacevole sensazione di benessere che ne è scaturita, la dolce calma che ne è derivata, è stato lui ad assecondarla inclinando il capo impercettibilmente.

Sono state le dita di Theo a scivolare lente, risalire la curva del collo, perdersi tra i capelli del mannaro.

Sono state le labbra di Liam a lasciar fuoriuscire un sospiro, un mugugno sottile incastrato tra le labbra della chimera.

Si sono arresi, entrambi, quel giorno, a quel contatto travolgente come solo le cose inaspettate sanno esserlo.
La necessità d’ossigeno, è stata colpa sua se poi, dopo minuti incalcolabili, le labbra ancora gonfie, rosse ed umide, si sono separati perdendosi l’uno nello sguardo smarrito dell’altro.

Theo, lui è stato il primo, a voltare le spalle a qualsiasi cosa fosse avvenuta tra di loro, a fingere, a pretendere di non ricordare.
Lo ha lasciato lì, ancora poggiato contro il muro a fissare una finestra aperta.

Liam, è stato lui a decidere, a stabilire che forse era giusto così, assecondare, fingere, dirsi che non era successo nulla; convincersi di aver vissuto un sogno e potersi svegliare.

Quella notte il mannaro l’ha trascorsa nel silenzio di una camera ancora avvolta dall’odore della chimera, rigirandosi tra coperte fastidiose come mai prima d’ora.

Quella notte la chimera l’ha passata nella solitudine della sua auto, a leccarsi le labbra, a voler cancellare il sapore del mannaro.
Ha cercato di convincersene, di dirsi che quello era il momento perfetto per fuggire, l’occasione giusta per svanire, dissolversi nel nulla e lasciare Beacon Hills.
E poi, gli è sembrato quasi di sentirla la voce di Liam ricordargli che non poteva, che gli doveva almeno un avvertimento, che doveva concedergli quanto meno un addio.

Lo ha fatto, la notte successiva, la finestra ancora aperta, Liam in attesa di qualcuno che non credeva davvero possibile poter rivedere.
Si è fermato al bordo del davanzale Theo, intenzionato a non accorciare, neppure di pochi impercettibili passi, la distanza che li divide.

Ha guardato Liam, i capelli arruffati, gli occhi stanchi, le dita tremule, ne ha catturato l’immagine perfetta, imprimendosela a memoria, marchiandola a fuoco, nella mente.
Ne ha annusato l’odore, quell’odore inconfondibile che solo la pelle del mannaro possiede, registrandolo tra i ricordi, quei pochi ricordi degni di poter essere considerati preziosi.


“me ne vado – ha detto poi, cercando qualcosa tra le iridi azzurre di Liam – lascio Beacon Hills, per sempre, una preoccupazione in meno per voi”


Ha provato a giocare, scherzare con l’ironia, ma negli occhi del mannaro ha trovato solo rabbia, amara tristezza, nessun indizio di sollievo, né di gioia, solo l’opposto di quanto, forse, avrebbe dovuto di norma provare


“non puoi”


Lo ha detto di getto Liam, scattando in avanti quasi a volerlo afferrare, fermandosi poi in bilico tra l’avanzare ed il ritrarsi


“sei ancora una mia responsabilità”

“consideralo un regalo, ti libero dal peso”


Ha scherzato ancora Theo, c’ha provato di nuovo, ma la rabbia è sorda all’ironia e le dita del mannaro strette in pugni parlando più di quanto non facciano le parole


“non puoi andartene – trattiene il respiro il mannaro, magari la voce trema meno così – non puoi…”

“cosa?”


Stille di sangue rigano le nocche di Liam, il picchiettare di gocce al suolo è l’unico suono che agita il silenzio.
Un sorriso sghembo, un ghigno, l’ultimo, aspro, sincero, assottiglia le labbra della chimera in un addio sussurrato, lasciato alle spalle.

È solo il vento e l’odore di Theo a restare, ad avvolgere il mannaro in una brezza che ha il sapore di un addio indesiderato, che libera la rabbia, che fa risplendere di bagliori gialli le iridi di Liam.

Sono le parole non dette a ferire di più, sono le frasi nascoste tra le righe, tra i silenzi, a lasciare spazi vuoti incolmabili; buchi nel cuore.

Qualcuno lo amerà, si ripete Theo, correndo il più lontano possibile, ma non lui, non può essere lui, si urla contro perdendosi tra gli alberi.
 Ad ogni passo si grida, tra i pensieri, che gli dispiace, ma non può crederlo possibile, non può pensare che sia reale.
Urla mute che riecheggiano nella mente di Theo, ad ogni falcata che lo spinge sempre più lontano da Liam, ancora immobile, il sangue macchia ancora il pavimento.
La finestra è rimasta aperta, finché sarà aperta potrà rientrare, potrà tornare.

È nella mente del mannaro la vera lotta, diversa dalla rabbia che riversa al mobile della scrivania, è stato così cieco, non è mai riuscito a comprenderli gli sguardi di Theo, ogni volta che si posavano su di lui; ma il suo più grande errore è stato non essere in grado di comprendere neppure i suoi, di sguardi.
Ha fallito, sin dall’inizio.
Sin da quanto si è costretto a diventare cieco a qualcosa che non era, non poteva, forse non voleva, contrastare.
Sono scuse, richieste di perdono, tutto ciò che gli resta.

Ed è un quasi amore tutto ciò che resta, ad entrambi, da poter conservare in ricordi che non saranno mai in grado di cancellare.
Sono le emozioni inespresse quelle a durare più a lungo, a graffiare, squarciare, tagliare, ferire l’anima più a fondo.

Sono i sentimenti resi muti dalla paura, dall’orgoglio, a restare intrappolati, incompiuti, incompleti, avvinghiati alla memoria di ciò che sarebbe potuto essere se soltanto qualcosa fosse andato diversamente. 

Inizio subito con il ringraziare i lettori silenziosi e tutti coloro che hanno aggiunto tra preferite/recensite/ricordate. 
Ed un ringraziamento anche alle splendide recensioni che mi fanno sempre sorridere di gioia, sono davvero felice di ricevere i vostri consigli e parerei; perciò grazie mille. 

Mi scuso se il capitolo è un po' troppo corto, noioso o triste oppure tutte e tre insieme, ma la mia mente sa essere un po' crudele. 
Spero, ad ogni modo, che possa essere gradevole e che non sia eccessivamente OOC. 
Non ho molto altro da dire, Hayden la vedo perfetta nel ruolo dell'amica e la scena tra Theo e Liam è vagamente ispirata ad un episiodio di una serie tv ed alle note della canzone che vi coniglio vivamente di ascoltare. 
Detto questo grazie ancora a tutti, 
alla prossima. 

 
   
 
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