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Autore: neversaythree    25/09/2017    1 recensioni
Harry ha 21 anni, gli ultimi 4 passati a viaggiare per gli Stati Uniti e, suo malgrado, ogni tanto gli capita di aver bisogno di un lavoro. Louis ne ha 23, è quasi tanto ricco quanto triste, e non assume di persona i propri dipendenti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Aspetta, forse se mi giro va meglio."

"Niall, per favore, smettila di muoverti."

"È che sei troppo duro, mi stai facendo male."

Gli dà una gomitata accidentale allo stomaco nel tentativo di spostarsi, per finire a pancia sotto, sdraiato sopra il corpo nudo e assonnato di Harry, che tossisce un rantolo e lo guarda truce.

"Perché sei già sveglio?"

Niall lo guarda con un sorriso serafico, appena sfocato nella luce soffusa della dependance: «È l'una del pomeriggio."

Harry riflette sul da farsi. Non può muoversi, perché Niall ha deciso di svegliarlo buttandoglisi addosso come un sacco di patate, visto che a quanto pare non gli è mai stato spiegato cosa sia uno spazio vitale. Harry è sempre un fan del contatto fisico e Niall è un tipo a posto, ma è nel mezzo di un post-sbornia epocale e non è esattamente di buon umore.

Si porta un braccio a coprirsi gli occhi: «Possiamo parlarne più tardi?"

"Non stiamo parlando di niente, Hazza."

Harry realizza improvvisamente che, se Niall ha ragione sull'orario, ha perso il brunch con Alexa, che a questo punto sarà probabilmente incazzata con lui. Il senso di colpa si fa sentire, ma si farà perdonare. Alexa non riesce mai ad avercela seriamente con Harry. In pochi ci riescono, a conti fatti.

"Mi sa che è il caso che mi trovi un altro lavoro" mormora, quasi più tra sé che a Niall.

"È perché hai discusso con Louis ieri sera?"

Harry si scosta il braccio dagli occhi per guardare Niall, decisamente troppo vicino. «Te l'ha detto Louis?"

"Me l'ha detto la faccia che avevi quando sei rientrato in casa subito dopo" fa Niall, con l'aria sicura di chi la sa lunga: "E me l'hai detto tu quando ti ho accompagnato qui, dopo che hai cercato di vomitarmi sulle scarpe."

Harry è preso da un'ondata di vago imbarazzo e borbotta uno "Scusa" tutto sommato sentito. Niall annuisce comprensivo sopra di lui, e la situazione è piuttosto ridicola ed evidentemente se ne accorge o decide che Harry è abbastanza sveglio per smettere di molestarlo, perché rotola dall'altro lato del letto con sorprendente grazia.

"Non penso tu debba andartene" dice, "Non per questa ragione, almeno." 

"Non è solo questo" comincia Harry, cercando al massimo delle sue forze di non suonare come un bambino lamentoso e probabilmente fallendo in pieno. Pondera per un attimo come articolare una ragione più sensata e matura di "Mi dà fastidio che Louis faccia lo stronzo con me", ma Niall lo solleva dalla decisione.

"Louis può risultare un po'... ruvido, certe volte" gli dice, e l'espressione di Harry deve essere evocativa, perché il biondo sorride e si affretta a proseguire: "È molto bravo a proteggersi."

Il peculiare tipo di affetto che evidentemente li lega trasuda dalle parole di Niall, come la sera prima, quando si sono salutati. Harry vorrebbe chiedergli da cosa deve proteggersi, perché è dannatamente curioso, forse troppo, quando si tratta di Louis Tomlinson, ma adesso sa anche bene qual è il limite da non superare e Niall non argomenta e non lascia trapelare dettagli, aggiunge solo: "E ancora più bravo a non fidarsi degli altri."

Harry si limita ad ascoltare, con una certa ammirazione per la cautela nelle parole di Niall, l'attenzione impiegata nel passare il messaggio senza raccontare i fatti di Louis.

"Ci ha messo tanto a fidarsi di me" rivela, sorprendendo Harry.

"Bisogna avere un po' di pazienza con lui," Niall fa spallucce: "Certo, non devi sentirti costretto a rimanere o a fare niente che non vuoi. Ma ti assicuro che non è veramente uno stronzo. E per quello che vale, penso che con un po' di tempo vi piacereste."

"Non ne sarei troppo sicuro" ribatte Harry, suo malgrado con un sorriso che Niall ricambia, allungandosi per pizzicargli una guancia. Harry gli schiaffeggia la mano e Niall ride, balzando in piedi.

"Pensaci su e vieni alla corsa, stasera."

"Cos'è questa storia della corsa?" chiede. L'ha sentita nominare almeno una decina di volte, alla festa, e tutti sembravano sapere di che si trattasse tranne Harry, ovviamente. Niall cambia di colpo espressione ed i suoi occhi si illuminano di una luce abbastanza folle.

"Oh, vedrai, ti piacerà. Fatti trovare pronto per le otto, prendiamo l'Audi" fa, sorridendo con convinzione, prima di voltargli le spalle e fare per andarsene, salvo aggiungere, appena prima di varcare la soglia della camera: "E mangia qualcosa, ci sarà da bere."

 

***

Be a part of the love club
Everything will glow for you
You'll get punched for the love club
For the love club

 

Brooklyn è piuttosto grande. No, in realtà è piuttosto piccola. Ma ti ci puoi perdere facilmente. Prima di cominciare il viaggio, Niall era già un po' ubriaco. Harry l'ha visto, attraverso lo specchietto retrovisore dell'Audi, emergere dall'ingresso della villa ed inciampare un paio di volte sul brecciolino, tra le sue risate. Si è infilato sul posto del passeggero con un "Oplà" strascicato e non necessario e sono partiti. Non vuole dargli spiegazioni sulle corse – "E' una sorpresa", dice – ma Harry ha il grande sospetto che non si tratti di una pista di go-kart. Non è esattamente abituato all'illegalità e di norma la prospettiva gli causerebbe una certa ansia, ma le chiacchiere di Niall non gli danno il tempo di fermarcisi a pensare troppo.

"E' una cosa che fai spesso, questa delle corse?" gli chiede semplicemente, mentre Niall sta smanettando con tutti i pulsanti della radio. Riceve un gran sorriso in risposta.

"Almeno due volte al mese." 

 

Niall è pessimo con le indicazioni, ed arrivano a destinazione più tardi del previsto. Dicasi destinazione un parcheggio a pochi metri da una strada larga, stranamente poco trafficata per una domenica sera a Brooklyn, pieno di persone e macchine sportive. Un coro di strane urla si leva dalla folla alla vista di Niall, che sembra conoscere seriamente chiunque, ovunque, sempre.

Harry, in qualche modo, si rilassa. Cominciano ad essergli presentate persone con cui si ferma a chiacchierare, gioviale e vagamente divertito, ma di cui dimentica il nome dopo due minuti contati. Rifiuta ogni tipo di alcolico gli venga offerto.

"No, grazie, devo guidare."

La ragazza vestita completamente in pelle rossa con cui sta parlando fa spallucce e: "Anch'io" dice, prima di bere a canna dalla bottiglia di birra che Harry ha rifiutato. Fine del momento di relax. 

"Da quant'è che corri?" gli chiede Greg, un tizio presentatogli dalla ragazza presentatagli da Niall, ed Harry si affretta a scuotere la testa: "No, no, accompagno soltanto un amico. È la mia prima volta qui."

Greg fa un sorrisetto, prende un sorso della propria birra e "Capisco" fa, con l'aria di chi la sa lunga, "Ti piacerà."

Harry viene distratto, ad un certo punto, dall'apparizione di una faccia conosciuta, alle spalle di Greg. La segue con lo sguardo per accertarsi di aver visto bene ed a momenti non gli viene un colpo secco.

In jeans larghi, felpa extra large e berretto con visiera, Liam Payne stringe mani e regala i suoi sorrisi perfetti e poco sentiti. Sembra così diverso, così fuori contesto, ed Harry è talmente sorpreso che dimentica per qualche istante quale in effetti sia, il contesto. C'è Liam Payne ad una corsa clandestina. Harry biascica uno "Scusami" probabilmente un po' brusco a Greg e, sperando, distratto, che non se la sia presa, sgomita tra la gente per raggiungerlo. 

Quando Liam lo vede, la sorpresa sembra cogliere anche lui e dipingere per un istante i suoi occhi inespressivi.

"Che ci fai qui?" gli chiede.

"Stavo per chiederti lo stesso."

Liam non risponde, sembra soppesarlo. Di colpo nella mente di Harry affiorano tre domande: lo dirà a Louis? Louis sa che lui è qui? Verrò licenziato?

Optando per la nonchalance, Harry fa spallucce: "Mi ha portato Niall."

Liam alza gli occhi al cielo, con un mezzo sorriso tra il divertito e il rassegnato. Non sembra sia sul punto di licenziarlo.

"Be', sarebbe carino se mantenessi una certa riservatezza riguardo questa cosa" gli dice, e forse no, Louis non sa che è qui.

Ha un segreto in comune con Liam Payne, adesso. Qualcosa di illegale di cui forse Louis Tomlinson non deve sapere. 

Cos'è diventata la mia vita?

Harry riflette su cosa potrebbe pensare Louis di lui se in qualche modo lo venisse davvero a sapere, ma è solo per un millesimo di secondo, il tempo di realizzare che probabilmente non gli importerebbe. Che cazzo ci fa Harry lì, in effetti? E se dovesse finire nei casini? Dovrebbe sul serio smetterla di seguire le persone simpatiche ovunque. E se lo arrestassero?

Liam sembra notare la preoccupazione nei suoi occhi, perché gli rivolge un sorriso bonario e: "Tranquillo" fa, "Finché nessuno si fa male non avremo problemi."

"E capita spesso che qualcuno si faccia male?"

Il suono assordante di una trombetta ad aria, di quelle che si usano negli stadi e le successive urla dei presenti, privano Harry del piacere di una risposta.

Liam gli indica la schiera di macchine e lui annuisce, lasciandolo andare.

La gente si disperde. Alcuni entrano nelle auto, che vengono allineate sul ciglio della strada, ed è tutto così in stile Fast and Furious che Harry fa quasi fatica a crederci. Ci sono auto di tutti i tipi, Mercedes, Porsche, ma Harry non fa in tempo a vederle tutte, e si chiede se Niall abbia controllato la Lamborghini di Louis a questo scopo. Si chiede se sia Liam a guidarla, e di nuovo se Louis lo sappia, se gli importi. Magari ci ha scommesso dei soldi, magari è per questo che è d'accordo.

Come in un terribile cliché, una ragazza poco vestita abbassa una bandana nel bel mezzo della strada, e le auto cominciano a sfrecciarle intorno. Harry sente le grida di giubilo di quelli rimasti ai lati, sente gente gridare dei nomi, come una sorta di tifo, inutile dal momento che le persone nelle macchine non lo sentiranno, ma in qualche modo eccitato, coinvolgente. Harry si fa spazio tra la gente per arrivare davanti, con una visuale decente della corsa. Fa in tempo a vedere la Lamborghini sfrecciare davanti alle altre, il flusso d'aria provocato dal passaggio delle auto che lo colpisce in faccia e gli fa salire il cuore in gola. Si alzano dei cori, a un certo punto, troppo rumorosi e confusi perché Harry possa capirne le parole. Quando qualcuno gli passa una canna, si ritrova ad accettarla sorridendo, qualsiasi preoccupazione dissolta tra i fumi dei motori.

Quando Niall lo raggiunge, gli passa un braccio intorno alle spalle, anche lui sorridente e con un filtro tra le labbra.

"Be'? Che ne pensi?" gli chiede, urlando per farsi sentire sopra le grida e il rumore dei motori.

"Sembra pericoloso." Deve star sorridendo, perché Niall annuisce, eccitato: "Se vuoi ti procuro una macchina e ti metto in lista."

Harry ride, tutto sommato considerando la sua proposta.

"Come funziona il percorso?" 

 

"Il giro dura all'incirca quindici minuti" fa Niall, prima di indicare con un cenno della mano il lato opposto della strada, dove un ragazzo decisamente su di giri tiene tra le mani una bandiera a scacchi dall'aspetto consunto: "Si parte e si taglia il traguardo nello stesso punto."

"Non posso credere che mi hai portato ad una corsa clandestina, Niall" dichiara allora Harry, quasi riflettendo ad alta voce. "E non posso credere di aver appena visto Liam."

Niall ride come se la sua ultima affermazione fosse esilarante: "E' uno dei più forti qui."

 

Da allora il tempo comincia a scorrere più velocemente. Harry fuma e beve qualsiasi cosa gli venga passata, e qualcuno mette su della musica e sono tutti lì, cinquanta, sessanta persone sul ciglio di una strada a cantare, gridare, baciarsi. L'eccitazione rende l'aria densa ed Harry ride anche quando qualcosa non fa ridere, canta con gli altri anche quando non conosce le parole.

 

Incredibilmente, l'urlo di Niall è il più forte di tutti, quando la Lamborghini taglia per prima il traguardo, seguita a breve distanza da una Porche grigio metallizzato. La folla si accalca per raggiungere il punto in cui le auto sono arrivate, metri e metri oltre il traguardo, ed Harry segue Niall in prima fila. Quest'ultimo ride, gettando la testa all'indietro, alla vista della Lamborghini che disegna cerchi sull'asfalto in segno di vittoria, come un calciatore dopo un goal. O una versione Transformer di un calciatore.

"Bastardo vanitoso" fa Niall, ed il sorriso di Harry si altera un po', quando vede Liam Payne uscire dalla Porsche, accolto da pacche sulle spalle e con i capelli spettinati. Arrivano a destinazione altre macchine, ma Harry neanche le nota, e a quanto pare neanche la folla, che continua a gridare quello che Harry distingue essere "Tommo! Tommo! Tommo!" come un mantra.

L'automobile vincente si ferma, e il sangue di Harry gli si gela nelle vene, quando vede uscirne Louis. 

 

Lo perde di vista dopo pochi secondi, perché la folla si accalca verso di lui ed Harry non la segue, rimanendo al suo posto insieme a pochi altri. Non aveva neanche considerato la vaga idea che Louis potesse partecipare ad una cosa del genere. Non riguardava neanche lo status sociale della sua famiglia: Harry aveva conosciuto abbastanza persone ricche da non illudersi che fossero tutte uguali e conformi agli stereotipi, ma Louis. Con la sua carriera universitaria brillante, il suo fare da perfetto santone triste con un possibile problema con la droga.

Amy, la ragazza vestita di pelle rossa di prima, lo riscuote con una gomitata: "Qualcosa non va?" gli chiede, ispezionando la sua espressione con aria preoccupata, "Hai fumato troppo?"

Harry scuote la testa: "No, no. Sto bene."

Non ha fumato troppo, ma ha decisamente fumato, ed è probabilmente questo che gli suggerisce che potrebbe essere una buona idea chiedere ad Amy cosa sappia riguardo Louis, giusto così, per sapere cosa possa pensare questa gente di lui e del fatto che ha letteralmente talmente tanti soldi da potersi comprare la casa di ognuno di loro. Non è carino come pensiero, Harry è pronto a riconoscerlo, ed a conti fatti non ha niente contro le persone ricche, né alcun particolare interesse nei loro confronti, ma vuole quasi disperatamente sapere di Louis. 

"Chi è il tizio che ha vinto?" chiede, perciò.

"Mi pare si chiami Louis. È una specie di leggenda qui perché vince tipo ogni volta e non si prende mai i soldi della vincita. O forse era Lewis. O forse no. Sono un po' una sega con i nomi."

"E come mai non li prende?"

"Non ne ho idea. Probabilmente non gli servono. Hai visto la macchina che si tira dietro? Dicono sia davvero sua."

Ad Harry viene quasi da ridere.

"Lo conosci?"

"No."

"Perché ti sta fissando."

Harry si volta di scatto. E, be', Louis è di nuovo in vista e, sì, lo sta fissando. Dalla sua nuova posizione, seduto sul fottuto tettino della Lamborghini, a fianco ad un altro paio di persone che Harry non si degna di guardare. Non abbassa lo sguardo quando Harry incrocia il suo. Ha le sopracciglia leggermente aggrottate in un'aria confusa che non gli ha mai visto addosso. Si fissano per un lungo, intenso momento. Lungo abbastanza, che Amy si congeda con una risatina. È una tipa a posto, decide Harry.

Louis fa un cenno con la mano nella sua direzione, come a chiedergli di aspettare, prima di voltarsi a dire qualcosa al suo stuolo di fan. Ed Harry aspetta, con la calma di chi per una volta è in vantaggio. In quale gioco, non sarebbe in grado di dirlo.

Impiega un sacco di tempo a raggiungerlo. Harry si sta girando un'altra canna, quando lo sente arrivare.

 

"Ehi" gli dice, e non suona scontento di vederlo. Il suo tono è quasi privo di inclinazione, a dire il vero. Harry alza gli occhi su di lui e china il viso per leccare la cartina, mantenendo il contatto visivo. È diverso, rispetto al solito. Indossa un paio di jeans neri e strappati ed una felpa rossa. I capelli non sono tirati indietro, ma sistemati in una sorta di ciuffo disordinato che non ha alcun diritto di stargli così bene. Nota che anche Louis lo sta squadrando, con un mezzo sorriso, ed Harry non riesce mai a capirlo, ma forse è proprio questo il loro gioco.

Chiude la canna, sospira: "Ehi."

Louis indica un punto del muretto al suo fianco: "Posso?" e di colpo sono di nuovo a casa di Louis, sulla panchina di marmo sotto il portico. Harry annuisce, ma non ha intenzione di fare domande inopportune, né di farsi trattare da cani, questa volta.

E quando Louis si siede la sua espressione non cambia, ma Harry in qualche modo sa che sta pensando alla stessa cosa.

"Non mi aspettavo di vederti qui" gli dice.

Harry sbuffa una risata: "Fidati, nemmeno io. Hai da accendere?"

Louis sorride, mentre gli porge lo stesso zippo d'argento di ieri. Harry vede per la prima volta le sue iniziali incise nel metallo e non riesce a fare a meno di alzare gli occhi al cielo. 

Louis lo nota: "E' un regalo di mio padre" fa, come per giustificarsi, ma non c'è animosità nelle sue parole. "Suppongo di doverti chiedere scusa per ieri."

"Non devi fare niente, Louis. Non ho bisogno delle tue scuse, se ti senti in dovere di farmele."

Louis sembra colpito. O confuso, Harry non ne è troppo sicuro.

"Voglio chiederti scusa per ieri, allora."

"Stai cercando di compiacermi? Perché non funziona così-"

"Sto cercando di chiederti scusa, Harry, cazzo. Non rendermelo più difficile di quanto già non sia, per favore."

Per favore. Harry tace.

"Anche se ti stavi immischiando in fatti che non ti riguardano, non avrei dovuto risponderti in quel modo-"

"Mi piace come ci tieni a puntualizzare la mia parte di colpa mentre ti stai scusando."

Louis alza le sopracciglia con fare canzonatorio ed il suo tono è quasi affabile, quando: "Siamo un po' orgogliosi, eh?" dice.

"Senti chi parla."

"Hai ragione, scusa."

Harry scuote la testa, la mente un po' annebbiata: "Basta con le scuse. Va bene così."

Prende un altro tiro e poi gli passa la canna come un'offerta di pace. Louis la accetta. Il silenzio che cade allora è rilassato, per niente imbarazzante. Per Harry, almeno. Louis è imperscrutabile come al solito. È lui il primo a romperlo.

"Vai parecchio d'accordo con Niall, eh?" gli chiede e quando Harry si volta verso di lui lo vede guardare lontano, al gruppo di persone sempre meno numeroso. Non saprebbe dire secondo quale logica, ma non suona come una domanda di cortesia. Harry vuole chiedergli cosa gliene importi, perché. Non lo fa.

"Non che sia difficile. Persino tu vai d'accordo con Niall" dice invece, con leggerezza.

Louis sbuffa una risata: "E tu che ne sai di cosa penso degli altri?"

Harry suo malgrado si trova ad annuire, ma è con tono carico di ironia e melodramma, che "Hai ragione. Forse mi piace pensare che non vai d'accordo con nessuno per convincermi che non sono solo io" fa.

Louis non sembra voler rispondere, inizialmente, ed Harry per un attimo teme che l'abbia preso eccessivamente sul serio. Lo vede prendersi il suo tempo per riprendere la canna e aspirarvi un tiro, sempre impassibile, sempre senza guardarlo. Alla fine risponde, però.

"Ci sono persone con cui vado meno d'accordo che con te."

Per qualche motivo quell'affermazione colpisce Harry, nel suo stato mentale non esattamente lucido, più di quanto dovrebbe.

"Dovremmo tornare dagli altri" gli dice, e Louis annuisce.

 

 

I joined the club and it's all on
There are fights for being my best friend
And the girls get their claws out
There's something about hanging out with the wicked kids

 

Trovano Liam e Niall vicino alla Lamborghini. Niall in qualche modo è finito al volante.

"C'è una festa a casa di Danielle" fa Liam, sorridente: "Vieni anche tu, Harry?"

Niall "Certo che viene. Ormai è uno di noi. Vero, Lou?"

Tutti gli sguardi si spostano su Louis, che alza gli occhi al cielo, ma sembra divertito. Guarda Harry, quando risponde.

"Suppongo di sì."

 

Harry sgrana gli occhi. Gli altri non sembrano particolarmente impressionati, né paiono far caso al suo momento di crisi interiore. Niall si scansa per lasciare la Lamborghini a Louis, e lui e Liam si congedano con un indirizzo.

"Beh," fa Harry a Niall, rimasti soli: "andiamo" e fa per raggiungere l'Audi parcheggiata. Niall gli tira una gomitata appena è alla distanza adatta, con un ghigno da un orecchio ad un altro.

"Suppongo di sì, eh?"

"Già. Che risposta del cazzo, vero?" 




 

//////////////

 

NdA:

Prendo atto di tutte le inaccuratezze presenti per quanto riguarda i riferimenti a luoghi e situazioni reali: Of leather and gold è un'opera di fantasia che in nessun modo pretende di essere completamente realistica e verosimile. 

Spero però che il capitolo vi sia piaciuto :)

In caso aveste voglia di contattarmi, farmi domande, incitarmi ad aggiornare, o semplicemente parlare un po’ della bellezza esponenziale di Louis Tomlinson, mi trovate su Tumblr, Twitter e Facebook.
Ciao ♡

 

  
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