Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Echocide    25/09/2017    2 recensioni
Una piccola raccolta di missing moments dedicata alla serie 'Quantum Universe'.
01. Come Adrien e Rafael si conobbero...
A pelle, sentiva proprio che quella sarebbe stata una persona da tenere alla larga: troppo sicuro di sé, troppo sfrontato, troppo…tutto.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Scene
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what if...?, raccolta
Wordcount: 813 (Fidipù)
Note: E dopo i capitoli dedicati ai Portatori, questa volta è il turno di Manon: un piccolo scorcio della piccola all'inizio della sua avventura al Collége Naverre, quando ancora non conosceva un certo futuro Portatore e il peso del suo essere stata akumatizzata era forte in lei. E beh, in verità non è che abbia molto da dire, quindi si passa alle classiche informazioni di rito: vi ricordo la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati e ricevere piccole anteprime dei capitoli e dei miei scleri randomici.
E infine vi ringrazio tantissimo tutti per il fatto che leggete, commentate e inserite le mie storie in una delle vostre liste.
Grazie mille!

 

Si lasciò cadere sul letto, rimbalzando appena e affondando il viso contro il cuscino: una gamba penzolava fuori dal materasso, mentre l’altra era piegata in modo da non disturbare i pupazzi che abitavano lì, soprattutto perché non aveva voglia di sistemarli dopo, quando si sarebbe alzata.
Un sospiro le sfuggì mentre voltava la testa e osservava la propria scrivania, girandosi poi nel letto e puntando lo sguardo verso il soffitto, mentre intrecciava le mani all’altezza dell’addome: era stato il suo primo giorno al collége Naverre ed era stato…
Era stato…
Il giorno peggiore della sua vita.
E quello più stancante.
Non solo aveva scoperto che Noemie, sua croce dai tempi del primo anno di elementari, aveva scelto la sua stessa scuola ma la signorina aveva ben pensato di cominciare il suo anno di tormento fin dall’inizio, avvisando tutta la classe che lei era pericolosa perché stata akumatizzata.
Come se non lo fosse stato anche mezza Parigi ma, ovviamente, a Noemie questo particolare non interessava.
Fortunatamente il resto della classe – a parte l’entourage della ragazzina – non aveva dato più di tanto peso alla questione: alla fine quasi tutti conoscevano qualcuno che era stato akumatizzato.
Eppure le parole di Noemie avevano colpito e mentre la sentiva parlare, Manon aveva nuovamente avvertito quella sensazione di colpa che, di tanto in tanto, si faceva prepotente in lei.
Si allungò oltre il bordo del materasso, afferrando lo zaino che aveva abbandonato lì vicino, e armeggiò con la zip finché non l’apri e tirò fuori ciò che le dava forza e, contemporaneamente, gliela toglieva.
Lo sguardo indugiò sulla bacchetta da fata che sua madre le aveva comprato tanto tempo prima e che aveva ospitato l’akuma che l’aveva fatta diventare La Marionettiste: fece scivolare lo sguardo sulla stella, che adornava la punta del bastone rosa e che aveva perso un po’ di colore col tempo.
Aveva sbagliato quando, da piccola, aveva lasciato che le emozioni la sopraffacessero, la soffocassero, e permettessero a Papillon di usarla come una pedina. E per cosa poi? Per delle bambole.
Aveva lasciato che un’akuma la trasformasse per delle bambole.
Sospirò, mentre si voltava nel letto e agitava un poco la bacchetta, osservando la punta della stella e ricordando appena di quando era stata La Marionettiste: tutto era avvolto nella nebbia, come se fosse stato un sogno, eppure dentro di sé poteva ancora avvertire la sensazione che aveva avuto.
Il potere mentre agitava la bacchetta e dava vita alla bambola di Lady Wi-fi.
La sensazione di superiorità mentre si rendeva conto di essere riuscita a mettere Ladybug e Chat Noir nell’angolo.
La sconfitta quando tutto era si era concluso e il potere di Papillon l’abbondonava.
Alle volte sentiva dentro di sé il bisogno di avere nuovamente quel potere, di permettere agli altri di fare ciò lei voleva e dominarli, rendendosi poi conto dei propri pensieri e accogliendo, quasi come se fosse una punizione, quel senso di colpa che si calamitava nella pancia: in quei momenti non riusciva a mangiare e, molto spesso, sua madre si era preoccupata per quel suo comportamento.
Una volta l’aveva sentita anche parlare al telefono con il padre e, ascoltando la conversazione, aveva compreso che si stava consultando per portarla da uno psicologo.
Manon si era domandata cosa avrebbe potuto dire e, quando il momento era giunto – perché, nonostante avesse ripreso a mangiare e si fosse sforzata di non pensare a La Marionettiste, sua madre si era intestardita –, si era trovata davanti una donna che, con calma, le aveva fatto comprendere l’umanità delle sue emozioni: non aveva fatto niente di più e niente di meno che comportarsi come tante altre persone a quel mondo.
Nessuno era al sicuro con Papillon, poiché la rabbia era un sentimento umano.
Ciò che era importante era non farsi dominare da essa.
Manon aveva ascoltato quei concetti, assorbito le parole che la psicologa gli diceva, e poi aveva iniziato a lavorare su di sé e sui suoi sentimenti: la rabbia, il senso di colpa che l’accompagna per ogni pensiero che faceva e riguardava il suo essere Marionettiste, era stato vagliato, studiato e alla fine era giunta a un compromesso con se stessa.
Era ancora lontana dall’essere completamente libera e dubitava di poterlo essere mai ma, intanto, servivano giornate come quella – servivano persone come Noemie – per farla tornare a pensare, rispetto a quando tutto ciò era dominante nella sua mente.
L’ultima volta che aveva visto la psicologa – che si era raccomandata di chiamarla se mai avesse avuto bisogno di parlare – l’aveva lasciata con uno sbuffo sul naso e il sorriso di chi era orgoglioso: andrà tutto bene, erano state le tre parole che le aveva detto riguardo al nuovo ciclo di studi che stava per iniziare, e sebbene l’inizio non fosse stato dei migliori, Manon voleva crederci.
Non voleva lasciare che tutto la divorasse nuovamente: non la rabbia, non il senso di colpa.
Sarebbe andato tutto bene.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Echocide