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Autore: __Lily    25/09/2017    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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CINQUANTASEI

 

 

Non si era più concesso di amare una donna, non dopo Ygritte, ma questo… questo era prima che Sansa Stark tornasse a far parte della sua vita, prima che varcasse il grande cancello della Barriera sul suo cavallo, affiancata dall’inarrestabile Brienne di Tarth e da Podrick Payne.
Ricordò quanto fosse bella e spaesata, con la neve che cadeva, i fiocchi impigliati nei suoi capelli rossi come il fuoco, rossi come li aveva avuti Ygritte.
Ora doverla lasciare era impensabile, doloroso tanto quanto morire ancora, proprio perché forse sarebbe morto e allora lei sarebbe stata la regina vedova del Nord, la madre del suo unico figlio.
Erano svegli, il mattino seguente avrebbe lasciato Grande Inverno per dirigersi al Forte Orientale, sarebbe salpato con la nave da Porto Bianco e poi dopo il Forte Orientale sarebbe tornato nuovamente alla Barriera, ancora una volta.
«Tornerai, io lo so» disse Sansa accarezzandogli la barba scura.
«Sansa… non potrò mai ringraziarti abbastanza.»
«Non ho fatto nulla» disse guardandolo negli occhi scuri ma che con il fuoco sembravano brillare come le stelle nelle notti più tetre.
Una luce pura e immensa come quella che emana un drago, il mio drago.
«Ti sbagli, tu hai fatto molto.»
«No, Jon, sei stato tu a fare la differenza per me.»
«Dopo la morte di Ygritte ho giurato a me stesso che non avrei mai più amato una donna, che era finito il tempo dell’amore e delle ballate» disse guardando sua moglie, non le aveva mai parlato così apertamente della ragazza bruta che aveva rubato il suo cuore e stregato il suo spirito, «avevo giurato che sarei stato leale solo al mio dovere.»
«So che la amavi molto e mi dispiace per la sua morte, Jon, davvero, ma al tempo stesso sono felice di ciò che abbiamo ora. Come vedi il tempo dell’amore e delle ballate non è finito del tutto e un giorno tu sarai un eroe di quelle ballate. Un giorno tra qualche anno sederemo accanto al fuoco circondati dai nostri figli e tu racconterai loro di come sei riuscito a salvare il mondo e loro ti chiederanno altre storie finché non crolleranno vinti dal sonno, come facevamo noi con nostro padre» disse la sua regina guardandolo con quei suoi occhi azzurri e tutto gli sembrò possibile, quel sogno meraviglioso che stava tessendo Sansa per loro due, colmo di amore e dei ricordi del loro passato.
Il fuoco acceso nel camino.
Loro due seduti accanto.
Bambini seduti ai loro piedi o in collo a loro.
Jon chiuse gli occhi e riuscì a immaginare quel sogno, era così bello e così reale da spezzargli il cuore.
Oh Sansa, se solo fosse vero, questo sogno meraviglioso.
Ma era appunto solo un sogno, un ipotetico futuro che entrambi desideravano ardentemente.
Risate, corse nei corridoi, pianti.
I loro figli felici e al sicuro.
«Domani è così vicino.»
«Abbiamo ancora tutto oggi e la notte che verrà da passare insieme, solo noi due Jon.»
Sansa che era sempre stata debole ora era la più forte, proprio perché lui non riusciva ad esserlo, almeno non in quel momento.
Jon prese le sue mani e le baciò.
Quando fu giorno del tutto il re e la regina si alzarono dal letto, si lavarono e si vestirono, quel giorno era il loro ultimo giorno e ormai i preparativi erano stati fatti, Jon desiderava solo trascorrerlo con Sansa e infine con i suoi fratelli, con la sua famiglia, voleva accomiatarsi da loro come si doveva, voleva lasciare a se stesso e a Sansa ricordi felici a cui pensare quando sarebbero stati divisi.
Se avesse vinto contro gli Estranei sarebbe rimasta poi Cersei Lannister con cui fare i conti, e presto anche i Lannister avrebbero pagato i propri debiti, si chiese solo cosa avrebbero fatto Tyrion e Jaime.
Tyrion Lannister era il Primo Cavaliere di Daenerys Targaryen ma restava sempre un leone di Castel Granito, il legittimo erede e ser Jaime aveva già violato un giuramento uccidendo il suo re, nonostante lo avesse fatto per salvare la vita delle persone che allora vivevano ad Approdo del re.
Lui e Sansa fecero colazione assieme ad Arya e Gendry, Bran non aveva voluto unirsi a loro e non era andato nemmeno a dire addio a Meera Reed, nonostante tutti si fossero resi conto dei sentimenti che univano i due giovani ragazzi.
Arya osservava Jon e Gendry con apprensione e tristezza ma mai sua sorella avrebbe pianto in presenza loro, ma il suo sguardo era di pura angoscia e disperazione, come quello che a volte aveva Sansa per quanto tentasse di controllarsi.
Jon allungò una mano verso Arya che lo fissò con i suoi occhi grigi, gli occhi degli Stark, lei allungò la sua e la prese, la strinse forte, non voleva lasciarla andare mai più.
Aveva già dovuto dire addio a Jon anni fa e ora dopo tante difficoltà e dopo tanto dolore doveva dirgli addio ancora una volta, con l’altra mano toccò Ago ben ancorato alla sua cintura, Ago era ancora il sorriso di Jon Snow.
Non si dissero nulla, tra loro non servivano parole, erano sempre state superflue.
Dopo la colazione Jon e Sansa andarono nel Parco degli Dei, era molto che Sansa non rivolgeva una preghiera gli Antichi dei del Nord, infondo tutte le volte che lo aveva fatto loro l’avevano ignorata ed era sempre accaduto l’opposto di ciò che lei desiderava.
Ad Approdo del re aveva smesso di pregare, andava nel parco solo perché lì nessuno le avrebbe fatto domande, lì il silenzio regnava sovrano e così la pace, una pace che però sembrava non esistere più né nei Sette Regni né tanto meno nel suo spirito tormentato e lacerato.
Pregò gli dei di avere cura di suo marito, supplicò suo padre di vegliare su Jon così come aveva fatto in vita, Sansa spesso aveva odiato Eddard Stark per il tradimento che aveva generato Jon, ma ora… ora che sapeva la verità, ora che sapeva il sacrificio che il lord suo padre aveva fatto si sentiva solo terribilmente in colpa e stupida come la ragazzina che era stata fino a sette anni fa.
Pregò anche i Sette di avere pietà di Jon e di Bran e di Gendry, ognuno di loro era importante per Sansa e anche per Arya, pregò anche al posto di Arya.
Jon le tese le mani per aiutarla ad alzarsi, la sua pancia era orami ingombrante, il bambino era cresciuto e avrebbe continuato a crescere ancora per un po’, dentro di lei.
Meglio così, potrò tenerti al sicuro Robb.
Ancora non era il momento ma nemmeno mancava più tanto, i mesi erano trascorsi veloci, e forse sarebbe nato durante la Lunga Notte, mentre suo marito sarebbe stato lontano a combattere contro le ombre pallide e minacciose.
Si accarezzò la pancia sperando che suo figlio potesse sentirlo, voleva che sentisse la sua carezza, che sapesse di essere al sicuro e amato.
Jon si inginocchiò sulla neve e le baciò la pancia coperta da strati di stoffe pesanti, la accarezzò e posò l’orecchio nella speranza di sentire il bambino, ma solo poco dopo Robb si mosse e Jon sorrise, ma era un sorriso triste, non avrebbe più visto la pancia di Sansa né tanto meno avrebbe visto suo figlio nascere.
Poi mano nella mano si diressero verso il giardino coperto di Grande Inverno.
Si fermarono difronte alle rose blu, le stesse rose che Rhaegar aveva donato a Lyanna Stark durante il torneo di Harrnehall.
Il lupo bianco ne prese una, la pulì e la sistemò dietro all’orecchio di sua moglie.
«Sei tu la mia regina di amore e di bellezza» le disse baciandola appassionatamente, posando la testa nell’incavo del suo collo profumato e armonioso.
Sansa Stark era nata per regnare e lui questo lo aveva sempre saputo fin da piccolo e ora avrebbe regnato, avrebbe dato prova delle sue capacità che Jon sapeva essere molte.
«E tu il mio re» rispose con gli occhi lucidi.
Alla fine un bastardo aveva conquistato una lady.
Alla fine un re aveva sposato una regina.
Sansa non poté evitare di pensare a sua zia Lyanna.
Un’altra guerra e un altro re che andava ad affrontarla lasciando una giovane donna ad aspettarlo in attesa di un bambino.
Io non morirà come zia Lyanna, non lascerò solo mio figlio e mio marito farà ritorno dalla guerra.
Cercò di convincersi mentre le braccia di Jon la stringevano, mentre i suoi sogni ardevano più che mai dentro di lei scaldandola mentre fuori il vento del Nord ululava impetuoso e incessante e la neve continuava a cadere ricoprendo tutto come le erbe pallide dei Dothraki di cui Daenerys le aveva parlato.

  
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