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Autore: LilyBennet    26/09/2017    1 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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« Hermione? »

Già il tono con cui le si era rivolta era un monito a ciò che l'aspettava. Ma Hermione, beata com'era, non si accorse assolutamente di nulla.

Ron aveva così tante cose da dirle che non sapeva da dove iniziare, e il vederla lì, mentre lo guardava ingenua dopo aver baciato davanti a tutti il suo nemico giurato, lo mandava letteralmente in bestia.

« Ti sei per caso bevuta il cervello?! » le sbraitò contro. Harry, vedendo il suo migliore amico infuriato nero, fece un passo avanti per pararsi tra la ragazza e il ragazzo; Ginny afferrò per il braccio il fratello, per evitare che questo saltasse al collo a qualcuno. Hermione cadde dalle nuvole.

« Come, scusami? »

« Penso che tu ci debba delle spiegazioni » disse Harry mantenendo la calma, spingendo via il portiere della squadra di quidditch. Ron, imbestialito si liberò dalla presa della sorella, e cercò di far spostare Harry, ma vedendolo fermo nella sua posizione dovette arrendersi all'evidenza che avrebbe potuto parlare con la sua ragazza solo da dietro l'amico – che per qualche strana ragione si ostinava a proteggere anche in quella situazione. Hermione era la sua migliore amica, per carità, ma dopo che tutti l'avevano vista amoreggiare con quel mangiamorte mancato di Malfoy si aspettava un minimo di supporto.

« Hai baciato Malfoy! » l'accusò Ron puntandole il dito contro. Hermione sembrò risvegliarsi da un incubo: si guardò attorno con sempre più insistenza, alla ricerca di qualcuno.

« Malfoy? Dov'è? »

Ron divenne rosso fin sopra le orecchie, sempre più nero d'ira.

« Come hai potuto tradirmi?! » strepitò Ron. Ginny, alle sue spalle la osservava attenta.

« Io amo Draco » pronunciò Hermione con leggerezza.

« Non puoi star parlando sul serio » le disse Harry Potter, che per contrastare la spinta del ragazzo dietro di lui doveva continuare a indietreggiare.

« Io sono seria » si offese la caposcuola.

 

 

 

Daphne Greengrass stava sorseggiando acqua viola in compagnia di Blaise, quando quest'ultimo era sobbalzato sulla sedia come punto da uno schiopodo sparacoda, indicando istericamente un lato della stanza. Già di per sé quella era una scena che l'aveva raccapricciata alquanto, ma quando poi aveva voltato il capo e si era ritrovata davanti alla Granger e a Malfoy intenti a scambiarsi tenere romanticherie, il bicchiere le era scivolato dalle dita e le aveva fatto finire sulle scarpe costose tutto ciò che conteneva.

 

In un angolo rialzato, Theo era mollemente appoggiato ad un bancone, con un costante sorriso seducente dipinto sulle labbra.

« Eh così, passi spesso da queste parti? » aveva chiesto alla ragazza. La Tassorosso, di cui ancora non aveva chiesto il nome, ridacchiò civettuola.

« Come avrei fatto? » le domandò lei di rimando, dimostrando di avere più buon senso di lui.

« Bella e intelligente. Sei di Tassorosso, giusto? »

Lei annuì.

E così fastidiosamente leale, penso lui.

« E così dolce » completò invece.

Un borbottio concitato iniziò a diffondersi, ma lui – concentrato com'era sulla sua preda – a malapena ci fece caso.

« …li hai visti? Assurdo! » esclamò Calì Patil passandogli accanto, rivolta alla sua fedele amica Lavanda Brown. Theodore non le diede ascolto.

« Grande casata, quella dei Tassorosso » proseguì solenne. Si aggiustò il colletto della camicia perlacea.

« Tutta gente per bene, paziente, gentile » rammollita, si disse trattenendo un teatrale conato di vomito, « dedita al lavoro, paziente... » proseguì elogiando le qualità della casa. Per dirla tutta trovava i Tassorosso altamente inutili, in quel caotico complesso che era Hogwarts, ma per riuscire a trascinare tra le lenzuola la donzella che aveva di fronte sarebbe stato disposto anche a confessare un fantomatico folle amore per Tosca Tassorosso, o una particolare simpatia per il frate grasso.

« E tu, mia bella... »

« Maxine »

« ...mia bella Maxine, scommetto che non sei da meno » la lusingò lui. Lei sbattè le lunghe ciglia e abbassò lo sguardo timidamente.

« Ma sai, anche noi Serpeverde siamo dei bravi ragazzi. Ad esempio... » fece una pausa ingollando in un sol sorso il Wisky incendiario nel bicchiere per impressionarla, « la coppa delle case sarebbe sempre dovuta essere nostra, anche quando San Potter – Harry, scusami – ha fatto la sua regale presentazione, al primo anno » disse trattenendo il fastidio che gli provocava pensarci.

« Siamo tenaci, determinati, intraprendenti. Non per vantarci, ma mago Merlino era dei nostri » concluse infine fingendo di pulirsi da della polvere depositata su una spalla. Quando sollevò gli occhi in direzione della Tassorosso, che lo ascoltava ammirata, la sua attenzione si focalizzò su una coppia alle sue spalle. Il sorriso gli morì sulle labbra.

« Quindi è vero? Merlino era un Serpeverde? » Theodore annuì distrattamente, senza bene ascoltare ciò che gli stesse chiedendo.

La vista doveva averlo ingannato; guardò con sospetto il bicchierino lucente, responsabile di averlo preso in giro.

« Pensa, tra noi tassi invece gira la voce che nei sotterranei non si venga considerati, soprattutto se non si è purosangue da generazioni, a meno che non si voglia qualcosa in cambio » iniziò lei senza togliersi dal viso l'espressione radiosa e generosa.

« Ah-ha? » fece lui senza prestarle attenzione. No, forse non era tutta colpa del bere.

« Sì! Ma ora che ti ho conosciuto so per certo che è solo una malelingua »

« Ah-ha »

Più li osservava, più si convinceva che quei due ragazzi arrivati mano nella mano, e che adesso si erano scambiati un bacio, fossero seriamente il suo povero amico Draco e quella saccente eletta a caposcuola per puro dispetto.

« So che è presto, ma sento di poter parlare liberamente in tua compagnia » proseguì la ragazza, facendo un passo avanti per avvicinarsi maggiormente al ragazzo.

« Sei intelligente, e soprattutto un ottimo ascoltat- » venne interrotta. Theodore, senza perdere di vista il biondo Serpeverde allontanarsi per prendere qualcosa da bere, la zittì malamente.

« Sì, scusami un attimo » disse allungando un dito e avvicinandoglielo alle labbra rosee, per assicurarsi che recepisse il messaggio e che non tentasse di proseguire il discorso. Scivolò via svelto, non consentendole di protestare.

 

Lo raggiunse in fretta, ansioso di scoprire cosa bollisse nel calderone.

« Draco? » lo chiamò con una punta d'ansia. Questo si voltò con estrema lentezza, reggendo ancora la bottiglia di idromele e versandola in un brillante calice di cristallo.

«Sì, Theo? »

Theodore deglutì; anche il suo modo di parlare era insolito.

« Si può sapere che stai combinando? » gli domandò con serietà, avvicinandosi a lui come ad intrattenere una conversazione di vitale importanza.

« Sto portando un ottimo bicchiere di idromele alla mia donna » rispose lui con naturalezza. Draco lo guardò negli occhi.

« Sembri strano »

Ah, certo. Era lui quello con un evidente problema, pensò stizzito Theo.

« Io sarei strano? » gli domandò offeso, « Draco, che ci fai qui con la Granger? » riprese il discorso Theo, portandosi le mani sui fianchi e rivolgendo all'amico uno sguardo di disapprovazione, come un padre farebbe con un figlio.

« Che domande: siamo qui per divertirci e passare un po' di tempo insieme »

« E perchè mai? »

« Perchè la amo, mi sembra ovvio » rispose Malfoy.

 

 

 

Nel frattempo Hermione era sotto processo. Inutile descrivere la reazione del suo fidanzato, fatto allontanare perchè in preda ad una collera degna di rimanere impressa nella memoria di tutti, e momentaneamente spedito a prendere una boccata d'aria in compagnia della pessima presenza di Dean Thomas, che invece di distrarlo, si limitava a stare nel completo silenzio. Non che quando aprì bocca migliorò la situazione. Anzi, di tutti gli argomenti che avrebbe potuto toccare (quidditch, compiti, sua sorella Ginny e il rifiuto di presentargli i suoi genitori...), centrò in pieno il meno opportuno: lo strano comportamento di Hermione.

 

Harry, in compagnia della caposcuola e della piccola di casa Weasley, studiava attentamente le risposte di Hermione.

« Aspetta, aspetta, aspetta. Rallenta: quindi tu sei tornata in camera, e hai sentito l'impellente bisogno di correre da Malfoy? » le domandò Ginny per chiarire un suo dubbio. Hermione annuì.

« Allora sono andata a cercarlo, e l'ho trovato » andò avanti sognante, « abbiamo deciso di venire alla festa, giusto per divertirci un po'. A proposito, dov'è finito il mio Draco? Aveva detto che mi avrebbe portato da bere » concluse con dispiacere, con lo stesso tono che avrebbe usato una bambina che racconta un torto subito.

« Harry, penso che abbia bevuto una pozione d'amore » disse Ginny avvicinandosi al cercatore di quidditch per evitare che l'amica udisse.

« Sì, lo sospettavo anch'io »

Hermione, seduta su un divanetto, guardava gli altri alunni danzare con lo sguardo vuoto.

« Ma stando a quanto ne so io di filtri d'amore, e vedendo com'è ridotta lei, avrebbe dovuto essere stato Draco a rifilarglielo... solo che ricordo di averlo fatto io »

La caposcuola scorse una chioma bionda intenta a parlare con un altro ragazzo, che identificò come Theodore Nott. I suoi occhi scuri brillarono.

« Non penso di aver capito »

Harry e Ginny erano parecchio presi dalla discussione; una cercava di fare luce sulla faccenda – senza tuttavia comprenderla bene per intero nemmeno lei – e l'altro tentava disperatamente di non perdere il filo.

« Se io volessi farti cadere ai miei piedi facendoti bere una pozione d'amore, mi basterebbe versarla in una bevanda e offrirtela » ripetè Ginny con impazienza.

Draco adesso era in compagnia dei suoi amici, ma non le importava.

Fu questione di un attimo, e Hermione abbandonò il suo posto saltellando allegra.

 


 

Theodore non ci capiva un accidenti. Era talmente confuso che si era visto a trattenere con la forza Malfoy e chiamare in tutta fretta Blaise e Daphne. Si erano fatti vivi anche Tiger e Goyle – che si erano finalmente ritrovati, bagnato e appiccicaticcio uno, con il muso lungo l'altro – ma lui li aveva scacciati malamente; l'ultima cosa di cui avevano bisogno era qualcun altro con il quoziente intellettivo pari a quello di ciò che ne rimaneva del rampollo di casa Malfoy.

« Quello che dici non ha alcun senso! » aveva sbraitato Daphne. Era la cosa più ridicola che fosse mai uscita dalla bocca del suo amico.

« L'amore non ha senso » sospirò Draco, sempre reggendo in mano l'idromele destinato a Hermione. Blaise non aveva ancora proferito parola, si limitava a guardare raccapricciato il ragazzo.

« Che fine ha fatto il Draco Malfoy che era solito dormire nel letto accanto al mio? » domandò affranto Theo.

« Sono qui, davanti a te »

« No, intendo il vero Draco, non la sua copia Tassorosso »

Malfoy parve sinceramente offeso da quell'insinuazione.

« Io sono innamorato! » esclamò lui.

« Della Granger! » strepitò Daphne indignata.

« Calmiamoci tutti, riflettiamoci su » intervenne Blaise. Guardò Malfoy, che gli restituì uno sguardo ottuso, quasi non avesse la più pallida idea di dove si trovasse.

« Draco, tu non ami la Granger » gli spiegò paziente. Ma Malfoy pestò i piedi come un bambino capriccioso.

« Sì che l'amo »

« No, invece! » si intromise Daphne, « se vuoi ti presento mia sorella Astoria, ma per piacere lascia perdere quella! Guarda, che persona di buon cuore che sono: tengo così tanto alla tua dignità da essere disposta a sopportarti come cognato per il resto della mia vita »

« Io voglio la mia Hermione » si ostinò Draco.

Zabini lo guardò preoccupato: non sapeva se fosse tutta colpa di un qualche incantesimo sconosciuto, o se invece fosse tutta colpa di quello che aveva bevuto.

Fatto stava, però, che il suo amico versava in una condizione pietosa, giusto per non cascare nel volgare. E mentre Daphne cercava di convincerlo del fatto che la Granger fosse in cima alla lista delle cose da eliminare in quella scuola, Blaise rifletteva su quel che avesse potuto scatenare quel raccapricciante attaccamento per la Grifondoro.

 


 

« Ma con questa logica Malfoy stesso le ha rifilato il filtro »

« Esatto »

« Però sei stata tu a darle il bicchiere »

« Proprio così »

« Com'è possibile? »

« Non ne ho idea »

Harry si grattò la testa confuso.

« Aspetta, raccontami tutto ciò che ti ricordi »

« Hermione ha detto di voler un bicchiere di burrobirra, sono andata al tavolo, e ho scoperto che erano finite. Ho visto che c'erano quattro calici pieni abbandonati, li ho annusati, e le ho portato quello con l'odore giusto »

Harry sgranò gli occhi.

« Ginny! Come ti è saltato in mente? Non è da te agire in modo così ingenuo! » le domandò il ragazzo. Ginny si sentì subito una grande stupida; era la prima volta che faceva una cosa del genere, e vedendo i risultati era sicura che sarebbe stata l'ultima. Ora che ci pensava non sapeva nemmeno il perchè di tanta sconsideratezza.

« Io... non lo so, l'ho fatto e basta »

Harry la guardò come se avesse appena ricevuto una notizia scioccante.

« C'è solo una soluzione » disse lentamente, senza sbattere nemmeno una volta le palpebre, « Hermione innamorata di Malfoy, lui che sorride da solo, la porta qui a ballare: Ginny, hai agito sotto Imperius »

« Ora che ci penso, potresti avere ragione » dichiarò lei indignata.

Ginevra Weasley incrociò le braccia al petto, sollevando leggermente il seno e facendo sudare freddo Harry per lo sforzo immane di non fissarla, e quando ruotò la testa in direzione dei divanetti per constatare lo stato di Hermione, il suo cuore perse un battito.

« Harry? » lo chiamò in preda al panico. Il bambino sopravvissuto, che aveva ceduto alla tentazione di dare un'occhiatina – trasformatosi subito in ipnosi – al decoltè dell'amica, temette subito di essere stato colto il flagrante, e la sua sudorazione aumentò esponenzialmente.

« Eh? Cosa? » domandò spaventato. Gli avrebbe messo le mani addosso – e non come voleva lui, se lo sentiva.

« Dov'è finita Hermione? »

Harry, vedendo la brutta piega che aveva preso la serata, si ritrovò a rimpiangere di non aver ascoltato la sua migliore amica, e rimanere in camera propria.

 

 

 

Se avesse voluto maggiormente piangere, o correre via strappandosi i capelli, era ancora una decisione incredibilmente ardua per Daphne Greengrass. Draco era irremovibile: il suo cuore batteva solo ed esclusivamente per la Granger, le avrebbe portato quel maledetto bicchiere (che non aveva osato poggiare sul tavolo nemmeno per un secondo), e poi sarebbero fuggiti insieme verso dove il loro passionale amore li avrebbe condotti, vale a dire la camera da letto. Forse, valutò, quelli che avrebbero avuto più motivo di farsi prendere da una nera disperazione erano Zabini e Nott, oltre che i poveri coniugi Malfoy; già si immaginava le loro reazioni quando, reggendo tra le braccia un mostricciattolo urlante concepito con una sangue sporco, il giovane Draco avrebbe bussato al loro sontuoso portone, chiedendo qualche galeone in più per comperare una culla intarsiata d'oro e d'argento. Probabilmente il biondo Serpeverde avrebbe dovuto seppellire i suoi in un futuro molto prossimo – nove mesi, per l'esattezza.

Non appena aveva elaborato il concetto che, comunque fosse andata, la sorte peggiore non sarebbe in alcun caso toccata a lei, ecco la Granger saltellare allegra al fianco di Draco.

 

« Draco, ti ho aspettato a lungo » civettò Hermione aggrappandosi al braccio libero del ragazzo. A Theodore si accapponò la pelle davanti quella scena, e sentì chiaramente i capelli rizzarsi quando la Grifondoro si mise sulle punte per baciare il suo amico; il lato del labbro si mosse da solo come in un tic, dipingendogli sul viso un'espressione disgustata.

« Scusami, mi ero fermato a parlare con i miei amici. Ecco a te il tuo idromele, tesoro mio, vedrai che è miracoloso »

In una sola frase c'erano ben tre parole che, nessuno dei tre Serpeverde presenti, aveva mai udito venir pronunciate da Malfoy: “scusami” e “tesoro mio”.

Hermione afferrò il bicchiere, bevve un paio di sorsi, posò gli occhi sui tre ragazzi in stato di shock davanti a lei, e gli sorrise candida.

« Di cosa stavate parlando di bello? » domandò a Draco appoggiandosi a lui come a volersi far reggere. Malfoy sentì l'impellente bisogno di grattarsi il naso, ma non lo fece solo per poter poggiare la mano libera sulla guancia della caposcuola che stringeva a sé con il braccio sinistro.

« Del nostro amore, mia amata »

Daphne cominciò a sentirsi piuttosto accaldata, e per evitare che il suo viso si arrossasse, estrasse il suo antichissimo e costosissimo ventaglio dalla borsetta bianco latteo.

« Draco, ti prego: ragiona » lo supplicò Zabini con voce grave.

« L'ho fatto, Blaise, ho ascoltato il mio cuore, e il mio cuore mi dice che Hermione è la donna della mia vita »

Daphne singhiozzò disperata, sentiva di prediligere quasi la follia di Pansy. A proposito della sua ex psicopatica, non potè fare a meno di domandarsi che fine avesse fatto, ora che servivano le sue fatture.

« Dovremmo sposarci »

« No! » strepitò Theodore, « Draco, fino a mezz'oretta fa la odiavi! »

« E adesso ci amiamo » sospirò lui sognante. Il terribile prurito si era esteso a tutto il viso, ma ancora non era sufficientemente fastidioso da farlo cedere.

« Andiamo a farci un giro? » gli domandò Hermione con il tono di una bambina.

« Dove vuoi tu, mia cara »

« Draco, per piacere... » lo pregò Theodore.

« Noi andiamo, allora. Ballate anche per noi » si rivolse Draco ai suoi amici.

Daphne agitò con ulteriore furia il suo preziosissimo ventaglio, e Theodore sembrava congelato sul posto. Il biondo e la ligia caposcuola si allontanarono, circondati da un vociare crescente e sguardi interessati.

I piccoli ingranaggi nella mente di Zabini cominciarono a vorticare furiosamente; guardò quel che ne rimaneva del suo vecchio amico Malfoy, poi l'espressione traumatizzata di Daphne, Theo che aveva sentito la necessità di appoggiarsi al muro, un Grifondoro versarsi una generosa dose di idromele nel bicchiere.

“Ecco a te il tuo idromele, tesoro mio, vedrai che è miracoloso”

Oh santi numi!

L'idromele

   
 
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