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Autore: Haney Jardin    27/09/2017    0 recensioni
Attenzione: questa storia è un remake della mia prima FanFiction pubblicata -e poi cancellata- anni fa fa qui su Efp.
''Si potrebbe mai sfuggire al destino? Correre contro il tempo? Riscrivere la propria storia?
Da questo momento in poi, Sakura Haruno tenterà in ogni modo di morire per separarsi dalla sua storia passata e futura, che sicuramente non la porterà da nessuna parte. Si scrollerà di dosso la sua vita, e lei rinascerà. Conoscerà l'amore, sentimenti sanguinolenti, la vendetta. Conoscerà il dolore, il desiderio e la passione, il tradimento. Ma il destino non perderà tempo e sarà più forte di lei, più forte di prima: la sua storia è di nuovo già scritta... stavolta ci sarà, il lieto fine?
Sakura, Deidara, Itachi. Sembra... possibile, infatti non lo è''.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Deidara, Itachi, Sakura Haruno, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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-Un morto non torna mai a casa.


Dormire anche solo per un’ora aveva fatto estraniare Sakura in modo del tutto sorprendente. Per un momento aveva dimenticato di tutta quella situazione, di tutte quelle lacrime, di chi era e di chi aveva amato, e il buio l’aveva cullata in un dolce oblìo. Era questo quello a cui lei ormai ambiva ogni volta, quando finalmente prendeva sonno e dimenticava tutto il resto. Non sognava, semplicemente bloccava ogni pensiero e si annullava totalmente. Accadde anche quella notte, contro tutte le sue aspettative. Ma quando si risvegliò, o meglio, quando venne svegliata bruscamente, il mondo ritornò ad inghiottirla, ed ogni ferita si riaprì sconvolgendole la vista.
In automatico, richiuse gli occhi, ma quando identificò la figura che aveva davanti, si sforzò ad ogni costo di tornare cosciente.
Deidara la fissava intensamente, e continuava a bisbigliare il suo nome perché lei si svegliasse completamente. Dovevano fare in fretta, prima che qualcuno dell’organizzazione potesse scoprirli, e non avrebbe nemmeno immaginato le conseguenze di quando lui avrebbe fatto ritorno. Ma la cosa più impressionante è che adesso non gli importava per niente. Sentiva solo un bisogno sfrenato di prendere per mano la ragazza e portarla fuori da quella prigione, quella in cui lui per anni aveva fatto l’abitudine di chiamare casa, ma che di casa c’era ben poco.
‘’Deidara, sei sicuro di quello che stai facendo?’’, domandò con voce bassissima la donna, interrompendo il flusso di pensieri dell’uomo. ‘’Certo, ma dobbiamo muoverci adesso, perché Pain-sama non deve nemmeno sospettare di una qualche nostra uscita, oggi’’.
Sakura era così perplessa, e mentre ancora cercava di svegliarsi, mille idee le balenarono nella testa.
‘’E se fosse una trappola?’’, si chiese; per non parlare del disgusto che provava per se stessa a non fidarsi, mentre vedeva un uomo così determinato nel cercare di portarla in salvo.
Era davvero così? Ma soprattutto, che avrebbe fatto una volta tornata a Konoha? L’ennesima umiliazione, la centesima promessa andata in frantumi.
Una donna che viene presa e portata via senza nemmeno combattere, perché, forse, nella parte più buia di sé sapeva di non voler rimanere lì, al Villaggio, in quel posto così freddo.
E adesso che sentiva un calore così strano in petto, come faceva a non fidarsi?
A quel punto guardò Deidara, lo fissò come se volesse chiedergli qualcosa, e poi si alzò di scatto, pronta per andarsene.
‘’Andiamo’’. 
E l’uomo uscì dalla stanza, come se fosse l’ultima volta. Per l’eternità.

 
***
 
Sakura era a conoscenza del fatto che i membri dell’Akatsuki fossero specializzati ognuno in qualcosa di particolare, ma quando vide la famosa ‘’arte’’ di Deidara, rimase davvero sorpresa. Argilla, chakra e passione, tanta da metterle i brividi, le fecero capire che quell’uomo era potenzialmente uno dei killer più forti al mondo.
Bastò una sola parola: C2.
Inizialmente lei indietreggiò, perché sapeva che le sue tecniche potevano promettere solo esplosioni e distruzioni di massa, ma in un secondo momento, quando davanti ai suoi occhi apparve un grandissimo animale, sicuramente un uccello fatto in creta, rimase ancor di più sbalordita.
‘’Salta su’’, esortò quello. Per un momento non si mosse, ma quando Deidara le tese la mano, istintivamente la sfiorò e si fece guidare sopra il ‘’veicolo’’.
Quanti pensieri cominciarono a balenarle per la testa. A spasso con un membro dell’Akatsuki, ci mancava solo questo.
Eppure, di tutte le cose che le erano capitate, adesso sentiva di star provando qualcosa. Di star vivendo per davvero. Forse perché la gravità della situazione metteva a dura prova ogni piccola parte del suo corpo, perché un piccolo errore le avrebbe costato la vita, ma d’altronde era stato sempre così, ad ogni missione; era questa volta che tutto sembrava così diverso.
E quando finalmente lo realizzò, i brividi la colsero alla sprovvista.
La verità era che lei a Konoha non voleva proprio tornarci. Per questo si sentiva così viva, perché sapeva di star mettendo in gioco tutto, specialmente la sua vita. Perché una volta tornata a casa, sarebbe sicuramente morta. Forse dal pensiero, o meglio, dall’oppressione che provava nel vedere tutti quelli che amava rincorrere un fantasma, che lei aveva amato così tanto, e che aveva tradito tutti, i suoi amici e specialmente Sakura stessa. E adesso non poteva, no; non poteva assolutamente tornare e ricominciare a soffocare nella solita monotonia.
A cercare Sasuke non ci sarebbe mai andata; a seguire le orme di Naruto, forse, le sue energie avrebbero finito per prosciugarsi completamente. E allora perché ci stava tornando, se non vedeva un futuro per lei, in quel Villaggio?
‘’F-fermati, ti prego’’, balbettò flebilmente, ad un certo punto.
‘’Cosa hai detto?’’, Deidara si girò di scatto, osservando sorpreso la ragazza.
‘’Haruno, stiamo tornando a Konoha per te; cosa ti salta in mente?’’.
Sakura lo fissò, si morse un labbro e serrò forte i pugni. 
‘’Hai capito bene: fermati’’. Tornare indietro era troppo, troppo doloroso da poter dire. Ma proseguire lo era ancora di più.
Fermarsi. Era questo ciò che voleva davvero: non percepiva niente al di fuori del voler fermare quella corsa, come se volesse chiedergli di fermare il mondo, per un solo istante, e scendere insieme.
Lo ripetè più volte, sempre più forte, sempre più determinata.
L’uomo lo fece quasi istintivamente, perché era perplesso, ma allo stesso tempo così sorpreso ma non poter fare altro che seguire i suoi ordini. 
Scesero in silenzio, atterrando in un bosco fittissimo. La luce non passava, se non qualche raggio di sole che toccava le foglie più alte degli alberi.
Era quasi buio, lì sotto. Ma a Sakura questo non importava, perché la vera oscurità la vedeva solo pensando a Konoha.
E adesso che toccava con i piedi l’erba fresca, si rese conto che non sapeva assolutamente che fare.
Cominciò a piangere: era l’unica cosa che sentiva di dover fare.
Deidara non lo fece volontariamente, ma appena la udì dolersi, le afferrò un braccio.
‘’Perché?’’, chiese. E in quel momento l’arma più grande che ferì il ragazzo furono gli occhi della rosa: così verdi, così grandi, così penetranti che lo colpirono dritto in fondo al cuore. Sobbalzò.
‘’Ti prego, non ce la faccio a vederti così’’. Avrebbe voluto urlare, perché quell’orrore proprio non riusciva a sopportarlo. Delle lacrime che scendevano ne sentiva l’odore salato a metri di distanza, e quando proprio non ne poté più, le accarezzò una guancia. Doveva togliere tutto lo sporco, tutta l’impurità che sfregiava quel viso tanto bello.
Sakura non si mosse, lasciò fare tutto a lui, finché, improvvisamente, non smise di piangere e gli si avvicinò ancora di più.
Si guardarono, un po’ straniti. Che stava succedendo fu una domanda che si posero entrambi, ma quando le labbra di uno furono sulle labbra dell’altra, non se lo chiesero più.
Furono trascinati talmente tanto che quel bacio sembrava dovesse non finire mai più. No, non doveva finire. Lo volle lei così come lo volle lui, eppure in entrambi crebbe la consapevolezza che il fuoco si stava già spegnendo.
Allora Deidara le sfiorò le spalle, cercando di toglierle la tunica che portava addosso, e la donna lo lasciò fare, finché non rimase nuda.
Nel bosco faceva freddo, ma il calore delle sue braccia la riscaldava, anzi, la accendeva sempre di più e non fu mai turbata dall’aria gelida e cupa che passava dal posto.
Gli abbracci divennero sempre più lunghi, i baci lenti e densi, i vestiti sempre più lontani dai loro corpi.
E alla fine, quando i loro respiri divennero sempre più forti e veloci, ci volle poco perché si addormentassero, abbracciati come se non volessero separarsi mai più.

 
 
***
 
Sakura riaprì gli occhi in modo brusco, sentendo il suo corpo venire avvolto da qualcosa, che altro non erano che le braccia di Deidara.
Di colpo lo respinse, e raccattando la tunica gettata a terra, provò ad allontanarsi il più possibile.
‘’Sakura, che succede?’’, domandò il ragazzo, risvegliatosi in così malo modo.
‘’E me lo chiedi pure? Cazzo, ma cosa ho fatto?’’. La verità è che a lei, quella sensazione di serenità, cominciava a farle davvero paura, ed era per questo motivo che, tutto ad un tratto, i suoi fantasmi erano riemersi per ricordarle che la situazione non sarebbe potuta durare a lungo.
‘’Quanto tempo sarà passato?’’, chiese poi, cambiando tonalità di voce, che servì a far capire a Deidara che c’era qualcosa che turbava, e non poco, la donna.
Alla fine decise di alzarsi per fermare quella furia: lui stesso non sapeva come comportarsi, ma d’altronde, che altro poteva fare? Era stato tutto così inaspettato; lo avevano voluto entrambi e anche se per poco, in cuor suo sapeva che era stata la cosa più bella ed emozionante di tutte le loro vite.
‘’Ti prego, non fare così’’: l’uomo afferrò la rosa per un polso, e la guardò dritto negli occhi, quasi come se volesse pregarla.
‘’Non voglio farti cambiare idea, perché questa situazione è nuova anche per me... e non te lo so spiegare, ma l’unica cosa per cui ancora mi tengo in piedi è che non posso lasciarti andare via, così’’.
A Sakura cominciarono a luccicare gli occhi. Si morse un labbro, abbassò lo sguardo e per poco non cadde a terra.
Così inaspettato; non trovava altro modo per descrivere la situazione.
‘’Senti Deidara, non so davvero perché sia successo... e adesso non so cosa fare. È tutto così strano, così assurdo, e mi sento come se mi stesse sfuggendo tutto di mano. Io non so che dire, che fare, so solo che non voglio tornare a Konoha; ma non ho mai avuto così paura... così paura come adesso’’.
Le lacrime cominciarono a scendere piano, in modo dolce, perché non erano dettate dalla rabbia, ma solo da una sensazione di paura, o meglio, di confusione totale. E Deidara non poté fare altro che sorriderle.
‘’Io provo lo stesso, ma in questo momento l’unica cosa che vorrei fare è starti accanto. Se vuoi tornare a Konoha, torneremo al tuo villaggio, altrimenti ce ne andiamo; non so dove, ma troveremo un modo. Te lo prometto!’’.
In quel momento la rosa fece una mezza smorfia, che sembrava quasi un sorriso, e asciugandosi le guance, lo fissò in silenzio. Si era calmata.
‘’Salta su’’, esortò lui, prendendola per mano e salendo, ancora una volta, sul grosso uccello di creta.
Sakura non fece molto caso a dove si stessero dirigendo, e lo realizzò solo dopo un lungo tragitto immerso in un silenzio sacro: stavano andando a Konoha.
Non commentò negativamente questa scelta, sapeva che forse era davvero la cosa giusta da fare.
Osservò il suo villaggio: dall’alto le case apparivano così minuscole, i volti degli Hokage così innocui, e le persone che passavano per i vicoli delle formiche microscopiche.
‘’È così bello, qui’’, Deidara si lasciò sfuggire qualche parola detta ad alta voce.
‘’È vero, da qui sopra sembra quasi magica... ma quella magia non esiste per davvero’’.
‘’E adesso che hai intenzione di fare?’’. Ormai erano arrivati ad un punto di non ritorno: Sakura doveva fare una scelta.
In un momento, alla donna tornarono in mente tutti i ricordi legati a Konoha, a partire dalla sua infanzia, l’entrata in Accademia, il team 7 e tutte le loro peripezie, gli amici, l’amore per Sasuke e poi il declino.
Pensò che la sua vita fosse stata spaccata a metà, da quando era entrata a far parte della sua squadra, dove dolore, felicità, amore lottavano costantemente e senza mai una tregua. E quando l’Uchiha minore aveva scelto di abbandonare lei e Naruto, era come se quella città fosse morta definitivamente. 
E allora perché sarebbe dovuta tornare?
La domanda divenne così forte e prepotente nella sua mente, che il ‘’Non voglio rimanere qui’’ suonò fortissimo.
‘Non voglio rimanere qui’’, lo ripetè ancora una volta, per autoconvincersi. Sì, era la scelta che sentiva di dover fare.
‘’E cosa vuoi fare, adesso?’’.
‘’Tornare indietro, Deidara. Tornare dai tuoi compagni... altrimenti siamo morti’’.
Deidara non approvò la risposta, ed arricciò il naso: ‘’Pensi davvero che io abbia paura di uno come Pain?’’.
‘’No, è che andrebbe a discapito nostro, se ce ne andassimo. Ci darebbero la caccia, ti bollerebbero come traditore e al tempo stesso io starei in apprensione per Naruto e gli altri di Konoha. So che verrebbero a cercarmi e il pericolo sarebbe maggiore. Ma so anche cosa va fatto adesso: parlare con Naruto. Gli dirò che sto bene, che non deve cercarmi per la sua incolumità, e che prima o poi tornerò’’.
‘’Ma tornerai davvero... prima o poi?’’.
E a quel punto la risposta, nella mente della rosa, fu chiara: non sarebbe mai potuta tornare. Un morto non torna mai a casa.




*** Haney's corner ***
Sono tornata! Non so nemmeno quanto tempo è passato, ormai... ho pensato anche di eliminare l'account e ripubblicare tutte le storie. Però mi sono promessa che almeno la devo portare a termine. È stata la mia prima fanfiction in assoluto, scritta tutta in una notte ormai 5 anni fa; pubblicata sul sito immediatamente e ricancellata mesi più tardi, quando ormai avevo capito che strada prendere per migliorarmi nella scrittura. E quindi come minimo devo concluderla!
Sicuramente rivedrò anche le altre fanfiction, per non parlare di tutte quelle che ho in progetto. Spero mi seguiate ancora e che non abbia perso molti followers, pensate che ancora devo rispondere a un bel po' di messaggi di lettori preoccupati per la mia assenza. Su questo non c'è dubbio: mi fate sentire tanto tanto amata, anche se sono sparita lasciando tutte queste storie incomplete!
P.S. non linciatemi con il capitolo, sono un po' arrugginita... col prossimo mi rifaccio meglio! 


 
   
 
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