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Autore: __roje    28/09/2017    3 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO 40

Restammo in quella spiaggia nascosta per un bel pò. Facemmo il bagno, e poi ci lasciammo crogiolare dalla brezza marina. Hara era disteso sulla bianca sabbia e aveva la testa poggiata sulla mia coscia e riposava serenamente, mentre io non ci riuscivo affatto. Tatuai nella mia mente ogni momento di quel pomeriggio, i suoi capelli ondulati che cadevano sulla mia gamba e la loro morbidezza. Li toccai appena e cominciai ad accarezzarli, parvero seta nera.
“Mi hai preso per un cane?” la domanda mi fece fermare e imbarazzato ritrassi la mano. Mi resi conto che era sveglio e mi fissava serio. Che disagio, pensai nella mia testa.
Hara allora si mise a sedere postandosi da me, “Sai mi sono sempre chiesto cosa diamine tu pensassi in quella testolina. Ogni tanto sembri addirittura assente.” Osservò all’improvviso.
Beh mica potevo dirgli che pensavo giorno e notte a lui? “Ehm non penso a niente di speciale in verità.. Hara senti non dovremmo tornare indietro? Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.”
“Non mi interessa” rispose secco e si sdraiò nuovamente al sole incrociando le braccia dietro la testa.
“Sono serio Hara, dovremmo proprio andare. Tra poco il sole tramonterà, non vuoi andare in camera e riposare un pò?” insistetti ancora ma solo perché il sole stava lentamente andando via.
Hara finalmente mi diede ascolto, anche se sbuffando. Si mise in piedi e lo seguii, tornammo dagli altri in poco tempo e ci rendemmo subito conto di ciò che era accaduto.
Karin e Kyoja corsero verso di noi allarmarmi: “Si sono azzuffati!” esclamò uno di loro e la cosa allarmò entrambi. Osservai immediatamente Hara e non ci pensò due volta a correre verso di altri, mi salì immediatamente il cuore in gola pensando al peggio.
Sotto l’ombrellone trovammo Tetsuo con un occhio viola e del sangue che gli usciva dal naso. Intorno a lui c’erano i suoi amici che tentavano di medicarlo, Tadase infatti gli premeva del ghiaccio sulla guancia.
“Che diamine è successo?” domandò Hara confuso più di me.
I presenti avevano un espressione molto buia in viso ma nessuno proferì parola. Mi guardai ancora in giro e notai che mancavano all’appello Takeru, Maya e Yumi. “Hara gli altri dove sono?” domandai facendogli notare la stessa cosa.
Hara allora si avvicinò più minaccioso a Tetsuo e strappò il ghiaccio di mano a Tadase, “Che cazzo è successo?!”
“I ragazzi di stamattina sono tornati e hanno cominciato a provarci con Kioko e le altre ragazze”, cominciò a dire Tadase impaurito e ancora scosso, “allora Tetsuo e Takeru sono intervenuti per mandarli via ma poi è partita una piccola rissa.”
Pensai immediatamente a Boto, quel maledetto. “Dov’è Takeru?” domandai allora.
“E’ a riva con gli altri, penso si sia medicando i tagli.”
Non ci pensai due volte a correre da lui per vedere cosa si fosse fatto, e proprio come aveva detto Tadase era a riva al mare in compagnia di Maya che gli stava dando una mano. Entrambi si accorsero della mia presenza, e quando Takeru voltò il viso nella mia direzione notai che aveva un occhio e la guancia destra gonfi, e un profondo taglio al labbro inferiore. “Idiota! Che ti è saltato in mente!” esclamai scosso.
“Ryu?”
Notai che persino Maya aveva un piccolo livido lungo il braccio. Il sangue cominciò a ribollirmi, quali vermi avrebbero mai toccato una donna? Persi sul serio la ragione in quel momento, come mai era successo fino a quel momento. Forse anche peggio di quanto era già successo.
Mi guardai intorno e vidi in lontananza un altro gruppetto e andai a supporre che fossero proprio quei bastardi. Immaginai che anche loro fossero conciati male, infondo Tetsuo e Takeru non erano deboli eppure provavo dentro di me una rabbia che non sapevo spiegare. Cos’era quel sentimento di possessività che provavo? Quasi come se mi avessero toccato un parente stretto.
Takeru all’improvviso però mi afferrò una mano e la cosa mi sconvolse. “Non farlo Ryu, non ne vale la pena. Hanno avuto quello che si meritavano sta’ tranquillo.” Spiegò brevemente.
“Ma vi hanno ridotto in questo modo!”
Maya si alzò e mi venne incontro, “E’ stata colpa di noi ragazze.. abbiamo iniziato a parlare con loro e poi la cosa ci è sfuggita di mano, hanno iniziato a fare gli stupidi e Tetsuo non ci ha visto.”
“Dov’è Kioko?” domandai allora.
Un silenzio strano si insinuò tra noi e nessuno dei due rispose alla mia domanda. Così continuai a cercarla sulla spiaggia con lo sguardo e la trovai non poco lontano da dove eravamo noi, seduta da sola sulla sabbia con le ginocchia contro il petto che fissava le onde a riva.
Non ci pensai due volte ad andare da lei, ma quando si accorse della mia presenza affondò la testa nelle ginocchia nascondendosi. “Vattene Ryu, ti prego.”
“Stai bene almeno?”
Scosse la testa in segno di no, “Ti prego.. va via.”
“Non è stata colpa tua.”
Kioko sollevò appena la testa e notai gli occhi gonfi di lacrime. Mi fece un enorme tenerezza, “S-si invece, se non avessi fatto la stupida Tetsuo non si sarebbe immischiato in una lite.. sono la peggiore!”
Portai la mano sulla sua testa e le accarezzai i morbidi capelli lunghi, “Siamo stati tutti stupidi, non devi addossarti delle colpe. Ora che ne dici di andare dagli altri eh? Penso che tu debba prenderti cura di Tetsuo, è quello che lui vorrebbe adesso.”
“Non credo che lui voglia più una come me.”
“Questo non puoi saperlo. Dai su.” La incitai e le offrii la mia mano per aiutarla ad alzarsi. Kioko allora accettò il mio invito e insieme tornammo all’ombrellone dove c’erano tutti gli altri.
Kioko era titubante, impaurita e quando si trovò davanti Tetsuo pieno di lividi scoppiò in lacrime senza più avere la forza di trattenersi, e cogliendo lo stupore di tutti l’omone privo di sentimenti che tutti conoscevamo si trasformò completamente. L’afferrò bruscamente e la trascinò a se abbracciandola dolcemente.
Fu una scena molto dolce. Tetsuo la teneva stretta a se, affondò la testa nel ventre di lei mentre Kioko si stringeva a lui accarezzandogli la testa. Pensammo bene allora di lasciarli soli.
“Takeru sta bene?” domandò Hara.
“Si sta bene per fortuna, solo qualche graffio.”
Parve sollevato per quella risposta. Stranamente era calmo, nonostante gli avessero detto del litigio. Andò piuttosto da Maya per chiedergli come stesse e fu davvero premuroso con lei. La cosa non mi diede affatto fastidio, ero davvero sollevato che tutti stessero bene nonostante ciò che era accaduto.
“Avrei dovuto dare loro una mano.. ma sarei stato solo di impiccio.” Spiegò all’improvviso Kyoja alle mie spalle col tono di chi si sentiva in colpa.
“Stupido. Non avresti aiutato in nessuno dei due casi, queste cose non si dovrebbero fare neppure se un ragazzo facesse lo stupido con la propria mamma.”
Kyoja allora scoppiò in lacrime e mi abbracciò, “Ho avuto tanta paura Ryucchan!” gridò singhiozzando, e lo trovai davvero molto carino in quel momento. Gli accarezzai la testa continuando a ripetere che andava tutto bene, non doveva incolparsi di nulla.
La sera c’era un atmosfera di assoluta stanchezza. Chi aveva partecipato alla zuffa andò a letto molto presto, e Kioko spiegò alle ragazze di voler dormire col proprio ragazzo ma nessuno ebbe da ridire così lasciarono una camera per loro, affinché lei si prendesse cura del fidanzato.
In pratica Hara fu sfrattato dalla sua camera e ospitammo tutti nella nostra. Dovemmo addirittura dividere i futon, ma la cosa non mi dispiacque affatto. Hara non aveva nulla contro al fatto di dover dormire accanto a me, l’avevamo già fatto altre volte e mi ricordai di quella volta al lago. I litigi assurdi per chi dovesse dormire nel letto, e ora invece era accanto a me mansueto come un cucciolo.
Takeru invece divise il suo futon con Kyoja con qualche fatica, e lo stesso fece Tadase con l’amico di Tetsuo. Qualche battibecco ma tutti trovarono alla fine una soluzione al problema. Era stata una giornata stancante eppure non riuscivo proprio a crollare dal sonno, avere Hara così vicino era troppo.
Sentivo il suo buon profumo, e vedere il suo viso assopito mi riempì il cuore. Erano momenti particolari, era così vicino a me da farmi paura, non volevo che andasse via, non volevo perderlo perché per me era la persona più importante. “Non dormi?” Improvvisamente i suoi occhi erano aperti e mi fissavano seri nella penombra della stanza.
“Ho qualche p-problema.”
Hara allora si scostò leggermente, “Vedi così stai più largo?” si era spostato affinché potessi stare più comodo. Com’è che dallo essere scontroso diventava così gentile? Era assurda la sua bipolarità. “Tranquillo non sei tu il problema.” In parte lo era ma per il motivo che aveva capito. Hara mugugnò qualcosa che non riuscii a capire. “Hara senti.. forse penserai sia una richiesta stupida ma..”
“Cosa?”
“Tetsuo si è scontrato con quei ragazzi per proteggere Kioko”, osservai l’ovvio e Hara parve non capire a cosa mi stessi riferendo, “ti prego di non farlo mai. Per me, per Maya o per Mizumi o chiunque altro sia. Non farlo, non voglio saperti in pericolo.” Lo fissai con tutta l’intensità di cui ero capace affinché capisse che ero serio, che era davvero ciò che provavo. La sensazione che avevo provato nel sapere Takeru ferito mi aveva provocato un senso di angoscia assurdo, e se al suo posto ci fosse stato Hara probabilmente sarei morto.
Hara nel sentire ciò ridacchiò silenziosamente, “Non dovresti preoccuparti per me.” Ciò era vero ma non potevo farne a meno e forse lui non avrebbe mai capito a pieno ciò che volevo dire, ma non importava.  “Piuttosto dovresti tu stesso restare fuori da certe cose.”
“Eh?” sgranai gli occhi per l’ultima frase.
“Hai sentito bene idiota. Non farmi intervenire più in certe cose, non mi piacciono lo sai.” Spiegò allora e si voltò dall’altro lato dandomi le spalle. Mi liquidò così, con quelle parole. Che significava? Io non mi ero mai immischiato in certe cose e lui lo sapeva benissimo, cosa intendeva allora?
Ci pensai ancora per un pò poi però crollai in un sonno profondo. Dormii davvero bene, e l’odore di Hara mi penetrava nelle narici cullandomi come una ninna nanna. Sentivo la sua presenza, e non potei fare a meno di avvicinarmi a lui per sentirne ancora di più la presenza. Tutto ciò che volevo era che anche lui sentisse il bisogno di me e che percepisse la mia presenza come io facevo con lui.


Feci un sogno molto strano quella notte. Sognai stranamente di nuotare in mare, da solo e in mezzo al nulla. Ero completamente solo e non sapevo neppure come ci ero finito lì in mezzo, poi però all’improvviso in mezzo a tutta quella calma un onda mi spazzava via con violenza travolgendomi in pieno. Fui portato via con violenza e mi sentii soffocare fin quando tale dolore non mi fece sussultare svegliandomi e mi ritrovai tutto sudato nel mio futon ricordandomi finalmente di trovarmi in un Onsen.
Mi guardai in giro e mi resi conto di essere completamente solo. Cos’è? Avevano tutti deciso di abbandonarmi lì? Allora in preda al panico feci prima che potevo per prepararmi e corsi fuori dalla stanza in cerca degli altri.
Trovai presto Karin mentre percorrevo il corridoio. “Ehi” le dissi attirando la sua attenzione.
“Oh ciao Ryu-san!” mi salutò gentilmente col suo solito sorriso stampato in faccia.
La raggiunsi col fiatone e cercai di riprendermi, “Hai visto i ragazzi? Non ho trovato nessuno in camera stamattina.”
“Eh? Ma come non ti hanno detto nulla pesca?”
Quale cazzo di pesca? “Ehm no..”
Karin parve pensierosa, “Strano.. dai vieni con me stavo andando dalle altre a fare colazione.” Com’è che ero stato scaricato senza che nessuno mi avesse detto nulla? Mi sentii profondamente tradito, ero furioso con Hara ma principalmente con Kyoja e Takeru, che gran amici avevo.
In compagnia di Karin mi ritrovai in camera di Maya e Yumi e iniziammo a fare colazione, poco dopo ci raggiunse anche Kioko che mezza stonata non rivolse la parola a nessuno. “Strano che non abbiano portato Ryu. E’ successo qualcosa?” domandò allora Yumi mettendo il dito nella piaga.
“Forse semplicemente volevamo lasciarlo dormire.”
Quella scusa non reggeva affatto e non riuscivo a vederla come una possibile spiegazione. Kioko si accorse del mio pessimo umore e mi rise in faccia. “Piantala!” le urlai contro.
“Scusami scusami! Mi fa troppo ridere la tua faccia. Tranquillo non ti hanno scaricato.”
Anche Maya iniziò a ridacchiare e si alzò afferrando il cellulare, “Ora chiamo Yuuto e gli chiedo di tornare” la vidi sparire dietro la porta che dava sul piccolo giardino giapponese.
Non vedevo l’ora che tornassero tutti per dirgliene quattro, mi sentivo seriamente ferito per ciò ma forse la mia reazione era troppo esagerata. In fondo io non ero un abile pescatore sarei stato comunque un peso, non dovevo prendermela per una cosa del genere. Eppure avrebbero almeno potuto dirmelo, sbottai dentro di me.
“Ok hanno detto che stanno per tornare!” tornò Maya sventolando il suo cellulare.
Ci fu servita proprio in quel momento una classica colazione giapponese, molto fresca e saporita. Iniziammo a mangiare senza aspettare gli altri, ma non passò molto dal nostro inizio quando si aprì la porta della stanza delle ragazze e sulla soglia apparvero tutti i ragazzi carichi di pesce.
Erano tutti bagnati, avevamo addirittura fatto un bagno mattutino e ridacchiavano felici della mattinata trascorsa insieme. “Non sapevo te la cavassi così bene Yuuto!” osservò Takeru.
“Mio padre mi portava spesso a pescare tutto qui. Almeno sapremo che mangiare stasera.”
E le cacchiere continuarono ignorando completamente le mie occhiatacce. Solo Kyoja parve accorgersene quando teneramente mi mostrò il pesce che era riuscito a prendere. “Tutto bene Ryucchan?”
“Non hai notato che io non c’ero con voi?” cercai di trattenere la rabbia.
“Si lo so, stavi dormendo per questo.” Mi sorrise beatamente e fu in quel momento che non ci vidi più.
“Potevate svegliarmi!!” scattai in piedi attirando l’attenzione di tutti.
In quel momento una mano mi fu poggiata sulla testa a mò di fai la cuccia. “Calmati Sega. Sono stato io a dire loro di non farti venire” intervenne allora Hara per spiegare la cosa, “non so se rammenti ma l’ultima volta che sei andato a pesca sei quasi affogato.”
Mi tornò immediatamente in mente di quella volta al lago, un ricordo che avevo ormai rimosso, era assurdo che si ricordasse una cosa del genere! Sprofondai dalla vergogna. Se quella volta era successo quell’incidente era sempre per colpa sua. Strinsi allora i pugni. “Infatti hai fatto bene Yuuto. Come l’avremmo ripescato a mare.” Precisò Tetsuo poggiando la canna.
“Potevamo usare una rete per pesci!” aggiunse poi ironico anche Tadase e tutti scoppiarono a ridere.
Com’è che si era arrivati a prendermi in giro. Che poca considerazione, cos’è mi credevano così stupido da rischiare di affogare nuovamente. “Dai lasciatelo in pace!” li fermò Kioko, ma continuavano a scherzare su quell’episodio così imbarazzante, così al limite della sopportazione corsi via dalla stanza lasciandomi alle spalle le loro risatine e loro prese in giro. Che amici del cazzo.
Corsi via di lì come un bambino idiota e mi pentii poco dopo della mia decisione. Mi fermai senza sapere dove stessi andando perché in fin dei conti non avevo previsto un luogo dove andare dopo la scelta di scappare via, così mi sentii perso, e improvvisamente solo.
Che fossi caduto in acqua rischiando di affogare per pescare era vero eppure perché prendeva quell’episodio così sul serio. Cos’è mi credeva un completo idiota? Piuttosto dovresti tu restare fuori da certe cose, le sue parole continuarono a tormentarmi. Cos’è pensavano davvero che non fossi capace di pensare a me?
Eppure ero stato io a proteggermi quella volta in cima all’edificio davanti a quei tipi che molestavano Mizumi. Si le stavo prendendo ma ci avevo provato a difendermi. Perché Hara era così convinto della mia debolezza, eppure ero anch’io un uomo, perché avevano tutti quell’idea di me. Ero davvero un “mezzasega” per loro.
“Chi è una mezzasega eh baby?” senza rendermene conto aveva parlato ad alta voce e non mi ero accorto della presenza di Boto. Rimasi spiazzato che si trovasse li, sull’ingresso del Onsen proprio in quel momento.
“Oh no.. ti prego non è proprio il momento sparisci!” esclamai furioso e già seccato della sua presenza.
Boto incrociò le braccia nel kimono bordeaux che ancora indossava. Era assurdo come avesse intonato il colore di quel vestito con la tinta dei suoi capelli, e ora che notavo bene aveva gli occhi di un lucente color verde che risplendeva sulla pelle scura che aveva. “Perché con me sei sempre cattivo? In fondo io non faccio nulla per meritare questo trattamento. Sei proprio crudele baby.”
“Smettila con questo baby!”
Boto rise sotto i baffi per la mia risposta manco avessi fatto quale battuta. “Allora i tuoi amichetti si sono ripresi dopo le botte di ieri?” Cambiò modo di fare e divenne più serio. Stranamente mi sembrò meno effeminato di quanto lo ricordassi, cos’è aveva anche una doppia personalità. “Sai mi aspettavo di trovarti in mezzo a quella mischia e invece non c’eravate né tu e né quel ragazzo. Cos’è scopavate da qualche parte?”
Divenni paonazzo per tanta esplicità. “C-che c-cazzo dici!”
“Che carino sei arrossito.” Osservò con un ghigno di soddisfazione. Fu allora che lasciò l’asta di legno sulla quale era poggiato con una spalla e mi venne incontro. “E’ un vero peccato che un ragazzo così bello sia impegnato.” Commentò.
“Ehi lascia in pace Hara!” esclamai furioso per il suo commento inopportuno.
Boto tuttavia scoppiò a ridere fragorosamente senza curarsi del chiasso che stava facendo, “Hara? E chi è. Ah tu indenti il tuo ragazzo. Ti sbagli io non mi riferivo a lui” e sollevò la mano sfiorandomi le labbra appena con un gesto mondo erotico, e bruciandomi con i suoi occhi verdi come la foresta più fitta del mondo. “Io parlavo di te dolce Ryu. Sei tu il ragazzo più bello che abbia mai visto.”
“Eh?”
Io bello? Quel Boto era pazzo o chissà che altro. Che fosse un tipo particolare l’avevo capito già quella sera stessa ma certo che ne sparava di cazzate quando voleva. “Permettimi di divorarti.” Sussurrò al mio orecchio avvicinando quanto bastò le sue labbra al mio lobo e quel quasi contatto mi fece scorrere un brivido lungo la schiena. Così senza pensarci mi scansai da lui indietreggiando spaventato e coprendomi l’orecchio.
Boto tale reazione la trovò assolutamente normale e continuò a sorridere compiaciuto. Ero agghiacciato che una persona del genere avesse potuto dire una cosa del genere e per giunta ad un altro ragazzo.
“Eccolo l’ho trovato!” gridò da lontano Takeru.
E dal nulla apparvero sia lui che Hara. Proprio le ultime persone che avrei voluto vedere li, infatti immediatamente Takeru cercò di fermare Hara che si era reso conto della presenza di Boto, ma era troppo tardi. Hara sgranò gli occhi nel vedere quel ragazzo, lo stesso di quella sera che tanto l’aveva fatto imbestialire.
Boto invece non si scompose minimamente, era serio e spavaldo, convinto di se. Gettò appena un occhiata nella loro direzione e poi riportò su di me la sua attenzione. “Allora ci vediamo dopo Ryucchan.” Scandì bene quel nomignolo che improvvisamente volle usare e sparì dietro l’angolo.
Non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto che Hara aveva iniziato a tremare di rabbia. Takeru però se ne accorse e gli mise una mano sulla spalla invitandolo a calmarsi ma Hara Yuuto era furioso. Mi si parò davanti imponente, spaventoso e mi afferrò bruscamente per la maglia trascinandomi fuori dal Onsen. Lo intimai più volte di lasciarmi andare, ma la sua presa era troppo forte.
Dietro di noi c’era Takeru che ci correva dietro preoccupato. “Yuuto non prendertela con lui!” gridava continuamente poi Hara si fermò e spaventoso lo fissò.
“Sparisci prima che ammazzi pure te!” tuonò e Takeru non ebbe più il coraggio di seguirci.
Mi trascinò nella boscaglia che c’era tutto intorno al Onsen lontano da strade principali e da occhi indiscreti. Si accertò che non ci fosse nessuno e mi lasciò andare dandomi uno spintone. “Quindi Sega? E meno male che ieri notte ti ho detto quella cosa. L’hai presa alla lettera devo dire.”
“Non prendertela con me! Non sono io che cerco certe situazioni.”
Ridacchiò torvo “Ah no? Cos’è essere gay prevede anche di provarci con ogni ragazzo che abbia un cazzo tra le gambe, eh? Dimmi. Com’è che intorno a te girano sempre ragazzi di quel tipo.”
Cosa? Non mi aveva mai detto una cosa del genere e mi sentii anche ferito. “Spero tu stia scherzando.. come puoi pensare una cosa del genere!!” gridai ferito trattenendo le lacrime.
“Se non è così allora spiegami perché quel cazzone ti ha chiamato Ryucchan. Da quand’è che sa il tuo nome.” Quella dannata Kioko aveva sbandierato ovunque il mio nome, non ebbi però il tempo di dirlo. “Sono stanco di dover marcare il territorio per non far avvicinare nessuno!!” digrignò i denti mordendosi ferocemente il labbro inferiore e scagliò un pugno contro un albero lì vicino. Si ferì alla mano. Non l’avevo mai visto così furioso, che gli prendeva.
“Hara..”
“Sta zitto! Maledico il giorno in cui ti ho conosciuto, per colpa tua sto passando l’inferno!” Aveva l’espressione di chi aveva totalmente perso il controllo. La persona che riusciva sempre a dosare la propria personalità era svanita, davanti a me c’era un nuovo Hara, era la prima volta che mi mostrava quel lato di se.
Avrei dovuto avere paura eppure non ne avevo. Mi avvicinai giusto un pò per sfiorargli la mano dalla quale stava colando del sangue, la sollevai appena per controllare il danno e notai che il taglio era piccolo per fortuna. Hara in tutto ciò mi lasciò fare osservandomi severo. “Per me non esiste nessun altro.” Dissi alla fine. Pronunciai quelle semplici parole guardandolo dritto negli occhi. Incontrai i suoi occhi sorpresi, che immediatamente si allontanarono da me fissando altrove.
“Vattene..”
Poggiai la fronte contro la sua spalla. Mi lasciai andare all’aroma del suo profumo, “Non vado da nessuna parte. Te l’ho detto già tante volte, io ti amo.”
A tali parole il tremore di Hara improvvisamente svanì, lasciando posto a una strana calma. Hara non scappò via da me, e non mi cacciò via. Rimanemmo così per un pò, fissai a lungo l’erbaccia a terra mentre con la fronte mi tenevo connesso a lui per percepire tutto ciò che provava. “Sto perdendo la testa per colpa tua Sega, dovrei sul serio sbarazzarmi di te.” Le sue parole stavolta furono pronunciate più dolcemente.
“Io però tornerei sempre lo sai.”
“Lo so.” Sollevai allora il capo e incontrai i suoi occhi in un espressione più calma, mansueta e i suoi occhi divennero di nuovo di quel dolce color ambra che tanto amavo. La brezza che soffiava gli scompigliò i capelli facendolo diventare ancora più bello. Quel Boto si sbagliava, era Hara ad essere il più bello, proprio per le mille sfumature del suo essere e per il suo assurdo modo di dimostrare un sentimento che ancora non capiva a pieno. Era adorabile, era l’Hara che io avevo scelto e che non avrei lasciato a nessuno. “Perché non mi hai detto di quell’idiota.”
“Non volevo causarti altri problemi dopo la faccenda di Mizumi, tutto qui.”
“Idiota.” Mi afferrò una guancia tirandola con forza facendomi addirittura male, ma lasciò andare la presa immediatamente e il tutto finì col essere uno scherzo. “Ti ha fatto qualcosa?”
“No perché avrebbe dovuto.” Le sue attenzioni era la cosa più bella. Era in quel momento che percepivo anche quel poco di affetto nei miei confronti, anche se farlo stare male mi distruggeva dentro. “Fidati di me Hara, non sono così sprovveduto come credi.” L’osservai serio nel dire ciò.
Hara non aggiunse altro e con le dita mi sollevò appena il mento per poi afferrarlo e mi stampò un bacio lungo e sensuale prendendo possesso della mia bocca. Era così bello baciarlo, sentire il suo sapore, sentirlo mio, in un momento che volevo potesse durare in eterno ma che durò solo un istante. “Torniamo a quell’idiota di Takeru prima che chiami la polizia.”
Ridacchiai per la sua battuta e lo seguii senza dire altro.
Takeru da lontano ci vide tornare e fece un sospiro di sollievo. Controllò attentamente che non fossi stato menato o cose del genere, e non lo fece neppure discretamente. “Stai bene Ryu?”
“Si perché non dovrei stare bene?” gli sorrisi.
Avrei dovuto dare ascolto alle parole di Takeru dal primo momento e dire tutto riguardo Boto ad Hara. Ero tuttavia contento che si fosse tutto sistemato, anche se non avevo affatto accennato alle parole pronunciate dal quel ragazzo. Stavo di nuovo facendo lo stesso sbaglio.
Dal quel momento però il resto della vacanza divenne serena e non ci furono più altre discussioni tra tutti noi. L’ambiente tornò sereno e trascorremmo il restante dei giorni divertendoci facendo un sacco di cose, per esempio organizzammo un falò sulla spiaggia di notte e andammo tutti insieme alle terme la sera dopo. Tutte cose piacevoli e lo stesso Hara era tornato di buon umore.
  
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