Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: whitecoffee    28/09/2017    1 recensioni
❝“Potresti abbassare il volume della tua maledetta musica? Sono almeno quarantacinque minuti che non faccio altro che sentire “A to the G, to the U to the STD”. Per quanto tu sia bravo a rappare, il mio esame è più importante. Grazie”
-W
“N to the O to the GIRL to the KISS MY ASS”
-myg
“Senti, Agust Dick, comincia a calmarti, che non ci metto niente a romperti l’amplificatore e pure la faccia.”
-W❞
rapper/photographer!YoonGi | non-famous!AU | boyxgirl
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad "taewkward"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXV.
Hints


"So I love when you call unexpected,
'Cause I hate when the moment's expected"

(The WeekndEarned It)

 

 Y O O N G I   

 

«Perché non la inviti a cena con tutti noi?»
Sbadigliai, guardando il volto entusiasta di Kim TaeHyung, seduto di fronte a me al tavolo della cucina. Aveva deciso di trascinarsi dietro JungKook, per la loro sessione di studio sulla drammaturgia, ben pensando che le biblioteche universitarie fossero troppo mainstream, per due vips di quel calibro. Perché non invadere casa di YoonG, dunque? Tanto, non se ne accorgerà nemmeno. E, anche per quel giorno, il mio appartamento era diventato un ostello della gioventù, costringendomi a dare asilo politico e a cedere scorte di cibo al mio giornaliero campione locale e bipartito di casi umani. Li guardai, impassibile, mentre quelle due teste vuote leggevano due righe per uno, distraendosi per qualsiasi stupidaggine. E non concludendo nulla, come loro solito. Spesso, mi domandavo come facessero a tirare avanti, nel corso degli anni. Cosa raccontassero ai docenti, per i loro esami. Nessuno dei due sembrava avere una memoria eidetica, e sapevo per certo che non frequentassero la maggior parte delle lezioni. Quindi, vederli arrivare di gran carriera al secondo anno, perfettamente in corso, mi pareva un miracolo piuttosto difficile da credere. Ma non me n’ero mai preoccupato veramente. Probabilmente, la loro intera commissione di docenti era composta da donne facilmente ammaliabili, o da svitate amanti dei gatti che decantavano versi shakespeariani a tutte le ore. Tipe con le quali TaeHyung si sarebbe trovato pressoché come a casa propria. O a casa mia.
«Merida?» S’informò anche JungKook. Lanciai un’occhiata perplessa ad entrambi. Quando si trattava della mia vicina di casa, sembravano diventare ancora più idioti. Il moro subiva una sorta di fascinazione, nei confronti dei riccioli di fiamma di quella ragazza, trovandola adorabile. E il suo amico voleva ancora a tutti i costi farle pagare la “figuraccia” che aveva dovuto subire da Starbucks. Ed io dovevo sorbirmi le loro chiacchiere senza senso, ogniqualvolta uno dei due mettesse piede nell’appartamento.
Ovviamente, entrambi ignoravano i miei pareri riguardo Winter, e non gliene avrei parlato prima di qualche tempo. La verità, era che cominciavo a pensare a lei più spesso di quanto mi farebbe comodo ammettere. Mi svegliavo, al mattino, chiedendomi cosa avrei potuto scriverle sulla porta. Ogni volta che uscivo, mi domandavo se lei non fosse stata di turno alla caffetteria, indugiando fra l’andarla a trovare e il rimanere dov’ero. Ero inspiegabilmente incline a voler essere dove fosse anche lei, a sentire la sua voce, ad osservarla gesticolare e vederla sorridere. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, e una parte di me era anche abbastanza turbata da quei comportamenti.
La mia vicina di casa era l’opposto della femminilità. Gentile manco a pagarla, con un’insana passione per i drama coreani e la cultura del mio paese natale, ed era dotata di un talento tutto suo per l’apparire nei posti sbagliati, ai momenti sbagliati. Era sbadata e goffa, spesso disattenta. E il suo gatto era così obeso, che non riusciva nemmeno ad arrivare dalla parte opposta della stanza senza fermarsi a riposare a metà strada. Eppure, tutto ciò sembrava non essere spiacevole ai miei occhi. Anzi, non faceva altro che indurmi a volerle essere accanto di più. Come se lei fosse stata una fonte di luce in una camera buia, ed io ne avessi a tutti i costi voluta un po’. Forse, anch’io stavo impazzendo. Prima o poi sarebbe successo. Qualche volta, nel corso degli ultimi due anni, ero stato più che sicuro che avrei perso la testa definitivamente. Evidentemente, quel momento doveva essere finalmente arrivato.
«Perché parlate sempre di lei?» Domandai, guardando prima uno e poi l’altro, i quali ricambiarono la mia occhiata senza battere ciglio. Poi, si strinsero nelle spalle. In sincrono. A volte, mi spaventavano. Sembravano due robot difettati, sulla stessa lunghezza di follia.
«A me piace, è carina» disse JungKook, tranquillamente, provando a comprendere quanto ci fosse scritto sul suo librone. Lasciai andare un verso sarcastico.
«Guarda che è più grande di te», gli ricordai. E lui mi scoccò un sorriso sghembo, inarrestabile.
«Appunto» precisò, con tono di superiorità. Roteai gli occhi, mentre TaeHyung si allungava verso di lui, baciandolo sulla guancia. E il moro si ribellò, spingendolo via disgustato.
«Il mio piccolino sta crescendo! Vero che papà ti ha tirato su proprio bene? Eh?» Squittì con il suo vocione degli abissi, rendendo la scena ancora più ridicola, mentre gli stringeva una guancia fra due dita.
«Voi siete più fuori del mio balcone» commentai, arrendendomi e alzandomi, dirigendomi verso il rubinetto per bere un bicchier d’acqua.
«Ed io parlavo sul serio, prima» ripeté TaeHyung, voltandosi di tre quarti sulla sedia. «Invita la miss. Se non lo farai tu, ci penserò io!» Ingiunse, sporgendo un accusatorio dito indice verso di me.
«Che fai, mi minacci?»
«Tanto lo sappiamo che non spiace neanche a te, averla intorno» aggiunse, e le sue labbra si sollevarono in un sorrisetto divertito. Spalancai le palpebre per una frazione di secondo e gli diedi le spalle, fingendomi occupato a fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
«Si vede proprio che studi teatro. Tutte quelle commedie romantiche ti avranno dato alla testa» commentai, cercando di darmi un tono. Ma quasi rovesciai in terra il bicchiere, che mi scivolò dalle dita, scatenando le risate di entrambi, dal tavolo poco lontano.
«Avevo ragione» affermò TaeHyung, e lo sentii battere un cinque in maniera fraterna con JungKook. Sospirai, riempiendo il bicchiere d’acqua. Ragazzini. 


 




 


#Yah!: non lo so come ho fatto a creare TaeHyung in quel modo, veramente. JungKook arriva da suggestioni comportamentali di alcuni miei amici, ma lui non saprei proprio. Forse è il mio lato alieno che prende il sopravvento, idk. Insomma, DNA è alla terza vittoria e l'unica cosa che io vorrei, è che i Bangtan Sonyeondan diventassero i Nanna Sonyeondan e si facessero 72 ore di sonno filate per uno, perché poverini vanno avanti a Redbull coreana.
E niente, giuro che è l'ultima volta che mi faccio self-promo: ho appena (ri)pubblicato una nuova storia, chiamata "Pluto". E' centrata su NamJoon e ci sono un sacco di angst + bromance (ma più angst) e insomma, proprio come ieri per Youth, se vi andasse di fare un saltino, io sarei very happy.
E qui lancio i miei pronostici per i costumi di Halloween dei BTS 2k17: pennywise, spiderman, un minion, valerian, male!d.va di Overwatch, un pifferaio random e, uhm... che qualcuno si vesta da billboard award e non se ne parli più. 

 

   
 
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