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Autore: _MartyK_    30/09/2017    2 recensioni
Myung Jae è una ragazzina nordcoreana di sedici anni che abita vicino al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Stanca della sua vita misera e monotona, una notte decide di fare l'impossibile, sfidando il caso e rischiando la vita: oltrepassare il confine per andare al sud.
Jimin è sudcoreano, ha diciassette anni appena compiuti e una passione sfrenata per la danza classica e quella moderna.
Il loro sarà un amore travolgente: riusciranno a superare le difficoltà o avranno la meglio le barriere politiche?
Dal capitolo 1:
Non era brava ad immaginare, anche perchè non conosceva il vero significato del termine. Tutto ciò che poteva immaginare ce l'aveva a pochi chilometri da casa e non poteva accedervi per uno stupido capriccio lungo più di sessant'anni.
[...]
Stava per addormentarsi se il fischio del treno non l'avesse fatta sobbalzare per lo spavento.
Sentì le rotaie muoversi sotto i suoi piedi e vide la ferrovia, le panchine e gli alberi circostanti muoversi all'indietro rispetto a lei e capì.
Il suo sogno era appena iniziato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Sabato: uno dei giorni più amati dalle persone di tutto il mondo, che si tratti di adulti o piccini; un giorno di puro svago, dopotutto si tratta del weekend, in cui a scuola non si dovrebbe fare nulla - di norma.
E invece no.
Perchè quel fottutissimo sabato 13 di quell'odiato febbraio Park Jimin aveva un test di coreano, l'avviso bello piazzato a metà pagina del diario. E come se non bastasse il giorno dopo era San Valentino e la sua mente macchinava alla ricerca di un qualche regalo da fare a Myung Jae.



Si svegliò di soprassalto, come se il solo pensiero gli facesse venire un infarto, e si alzò direttamente dal letto, incurante del fatto che avrebbe dovuto far meno rumore per la ragazza accanto. Ella d'altra parte lo seguì a ruota e insieme si avviarono in cucina per fare colazione e prepararsi come al solito.
Yoongi era stranamente inquieto, scuro in volto e con un'espressione degna di uno che sta per morire sotto i colpi dei fucili nemici.

- Che ti prende hyung?- Jimin sfoggiò un sorrisone e saltò addosso all'amico, scompigliandogli i capelli e allacciandogli le gambe al bacino a mo' di koala.
Il più grande borbottò qualcosa di incomprensibile e se lo levò di dosso con una mossa rapida e astuta.

- Si vede che ti fanno lavorare- rise l'altro riferendosi alla leva militare.
Yoongi annuì pensieroso e spostò lo sguardo su Myung, che nel frattempo si era fiondata alla Tv e l'aveva sintonizzata su uno di quei canali che trasmettono costantemente anime.
Mentre Jimin addentava il suo cornetto al cioccolato e masticava voracemente, l'altro ragazzo gli si parò davanti e lo avvisò.

- Sbrigati che ti accompagno a scuola- mormorò atono.

- Yah, oggi ho un compito e se permetti sono super ansioso, e quando sono ansioso mangio- spiegò il castano scrollando le spalle.

Dopo essersi preparati a dovere, i due ragazzi abbandonarono l'abitazione salutando Myung Jae. Ovviamente non prima che questa tirasse a sè Jimin in un lungo e romantico abbraccio, come ad infondergli coraggio.



Durante tutto il tragitto casa-scuola i due coinquilini stettero in un madornale silenzio, il castano guardava il paesaggio dal finestrino dell'auto e Yoongi guidava tranquillo con il suo solito aggeggino all'orecchio, probabilmente si trattava di uno di quei dispositivi bluetooth per parlare al cellulare senza usarlo.
Stava parlando con un suo superiore, lo capì dal tono di voce tremante e dal fatto che si mordesse le labbra in continuazione in preda al nervosismo.

- No, ancora non si è scoperto nulla. Certo, sono stato inviato qui per questo. Sissignore, porterò a termine la mia missione- disse e concluse.
Jimin alzò un sopracciglio e l'altro arrossì.

- Che c'è?-

- Di solito non parli mai davanti a me di queste cose-

- Di quali cose?-

A dir la verità Yoongi stava morendo dentro, temeva avesse capito tutto e sperò con tutto il suo cuore il contrario.
Il suo sguardo era esitante, quasi aveva paura di ciò che avrebbe potuto dire Jimin.

- Ma che ne so! Cose da militari, unità, ordini e blabla... ah a proposito, cos'è questa missione che devi compiere?- rise il più piccolo.
Lo hyung tirò un sospiro di sollievo, di cosa si preoccupava? Jimin era l'idiota di turno, non si sarebbe accorto di nulla neanche se glielo avesse spiegato per filo e per segno.
Voltò lo sguardo verso la strada e sbuffò alzando gli occhi al cielo, tanta ansia per niente.

- Top secret. Non posso dirtelo- si limitò a rispondere. Il castano annuì con fare sospetto e uscì dall'auto quando l'altro raggiunse la destinazione.
Sgranò gli occhi nel sentirsi prendere per il braccio.

- Jimin... promettimi una cosa- esordì. Il più piccolo deglutì.

- Che ti prende?-

- Promettimi che qualsiasi cosa accada tu mi vorrai bene come me ne vuoi adesso- Yoongi parlò in modo impassibile e serio.

- I-in che senso? Yoongi hyung, seriamente cosa...-

- Jimin-ah, promettimelo- Min Yoongi non era mai stato così serio.

Perchè nonostante tutto si era affezionato ad un nanerottolo come lui; nonostante le sue stupidaggini, nonostante il suo essere ingenuo gli voleva bene come fosse un fratello. E mai prima di allora lo aveva chiamato 'Jimin-ah', di questo se ne accorse anche il più piccolo.
Gli venne da sorridere per la faccia stralunata che aveva fatto.

- Te lo prometto- mostrò il mignolo e lo unì a quello del ragazzo.

Sorrisero come due bambini e si salutarono con un cenno della mano, Yoongi lo vide oltrepassare l'ingresso scolastico e strizzò gli occhi, le tempie pulsavano e la testa girava. Poggiò la fronte sul volante e sospirò nervoso, ripensando alla telefonata di qualche minuto prima:

- Min Yoongi, avete scoperto qualcosa riguardo alla nordcoreana scomparsa?-

Il corvino a quella domanda trasalì e trattenne il respiro, si calmò giusto per non sembrare strano agli occhi del compagno.

- No, ancora non si è scoperto nulla- mentì. Non aveva il coraggio di dire la verità, voleva prendersi del tempo per pensare.
Pensare a cosa farne di quella ragazza, perchè di certo non poteva stare in una nazione libera. Sentì il suo superiore ridacchiare malvagio.

- Ad ogni modo i media divulgheranno la notizia oggi stesso e si andrà avanti così fin quando quella straniera non ritornerà nel suo paese. Viva o morta, non è importante-

Deglutì e annuì come se l'altro potesse vederlo.

- Farò del mio meglio, d'altronde sono stato inviato qui per questo- rispose.

- Mi fa piacere sentirtelo dire. E ah, ricordati di portare a termine la tua missione, dopotutto sei il nostro allievo migliore-

- Sissignore-


Si prese la testa fra le mani e con due dita massaggiò le tempie, affondando le altre nei capelli e tirandoli leggermente.
Era una grande responsabilità la sua ed era consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a fare tutto da solo, aveva bisogno di una mano.

Rimise in moto la macchina e nel frattempo digitò il numero di Jinyoung, un suo collega. Un paio di squilli e il diretto interessato rispose.

- Yoongi hyung, come butta?- rise.

- Jinyoung, le notizie corrono in fretta giusto?-

- Eccome, è da stamattina che in televisione non si fa altro che parlare della 'misteriosa nordcoreana sfuggita al regime'-

- Perfetto- il corvino tirò un sorriso diagonale.

- Perchè?-

- Perchè so dove si trova- ammise, il sorriso divenne via via sempre più grande.

- Che co..? No, aspetta... lo sai? Come, cosa...-

- Ho in mente un piano, tu contatta più gente che puoi, devono saperlo tutti in pochissimo tempo. Io penso al resto-

- Che cosa farai?-

- Chiamerò la polizia quando lo riterrò necessario- chiuse la chiamata anche se l'altro stava ancora blaterando e spense il cellulare.

Strinse il volante così forte che le nocche si sbiancarono, non era mai stato così soddisfatto di se stesso.
Certo, un po' gli dispiaceva per Jimin, ma in fondo era per il suo bene.

Annuì come per darsi ragione, era per il bene di tutti.
























































* * *






















































 Myung Jae aveva una voglia matta di fare una sorpresa a Jimin, era impaziente di sapere com'era andato il suo test e poi non ce la faceva più a starsene chiusa in casa a guardare Tv spazzatura.
Si alzò di scatto dal divano e andò in bagno a prepararsi, decidendo di indossare un altro dei vestiti che il castano le aveva comprato, stavolta era giallo pastello con le ballerine violetto abbinate.
Mise un cappotto meno pesante e sciolse i capelli facendoli cadere lisci e morbidi sulle spalle, si stava facendo bella solo per lui e sorrise al pensiero.

Quando irruppe in camera di Yoongi invocò a gran voce il suo nome e gli chiese se poteva andare con lui a prendere il ragazzo, ovviamente non mancava l'aegyo per ricevere una risposta positiva.

- Ti prego!- mormorò con una vocina da cucciolo. Il più grande fece finta di essere arrabbiato e scocciato, in realtà gongolava internamente.
Un motivo in più per rivelare all'intera Corea il volto dell'intrusa, si disse.

- E va bene- mostrò un falso sorriso, la ragazza saltellò sul posto e s'inchinò ripetutamente verso il più grande, in segno di rispetto e riconoscenza.



Verso l'una si appostarono in auto e sfrecciarono verso la scuola del castano, una volta che Myung si accorse di lui uscì dalla vettura senza pensarci due volte e si incamminò verso la marmaglia di studenti. Jimin, dal canto suo, chiacchierava animatamente con Taehyung e Jin, i suoi compagni di classe nonchè amici per la pelle. Sbuffò nel ritrovarsi sul petto la sudicia mano di Ah-Ro, una delle ochette che sbavava addosso a lui più o meno da quando aveva incominciato a perdere peso e ad acquistare popolarità fra i ragazzi.

- Ehilà ChimChim, allora va tutto bene? Gira voce che tu stia con una tizia...- sussurrò sensuale al suo orecchio, ridacchiando all'ultima frase.
 Il ragazzo si tolse di dosso la sua mano e fece una smorfia di disgusto.

- Non ho tempo per queste cose, lasciami in pace- borbottò imbronciato.

Nel mentre i due ragazzi cominciarono a tirargli forte le guance perchè - a detta loro - il broncio gli donava tantissimo, si ritrovò a due passi da Myung Jae.
Spalancò la bocca e temette che gli occhi gli uscissero fuori dalle orbite. La squadrò da capo a piedi e deglutì, i suoi due amici erano perplessi.

- Che-che ci fai qui?- miracolosamente riuscì ad aprir bocca non solo per fare la figura dell'imbecille.
Jin e Tae si voltarono verso di lui.

- La conosci? Da quando? Jimin, che cavolo ci nascondi?- fu Taehyung a parlare.

Il castano scosse la testa e si avvicinò alla ragazza, tenendola stretta a sè per la vita e avvicinandosi al suo orecchio.

- Perchè diamine sei venuta? Ti ho detto che devi stare molto attenta, la gente potrebbe scoprire chi sei- sussurrò.

- Ma avevi detto che nessuno l'avrebbe scoperto- rispose preoccupata lei.

- Mi sbagliavo, su internet le voci circolano velocemente- spiegò.
Si staccarono, lui si grattò la nuca imbarazzato e fece le dovute presentazioni.

- Ragazzi, lei è Myung Jae. Myung Jae, loro sono Jin e Taehyung-

I tre si inchinarono un paio di volte e dopo una manciata di minuti trascorsi ancora a chiacchierare si salutarono.
La ragazza entrò in auto e si sedette sui sedili posteriori, il viaggio proseguì in silenzio come all'andata.

Solo quando Myung varcò la soglia del portone del palazzo il castano si decise a parlare.

- Che cazzo ti passa per la testa, eh? Vuoi che tutti sappiano chi è veramente, non è così?!- sbottò adirato, prendendo Yoongi per le spalle e scuotendole leggermente. Al diavolo il linguaggio formale e la buona educazione coreana.

- Non so di cosa tu stia parlando-

- Vaffanculo Min Yoongi!- Jimin aprì lo sportello e lo sbattè in faccia all'altro.
Si affrettò a raggiungere la compagna e ignorò del tutto lo hyung. Egli non si scompose nemmeno un po', sembrava piuttosto sicuro di ciò che stava facendo.

- Sta' calmo piccolo, me lo hai promesso. E un vero uomo le promesse le mantiene- parlò tra sè e sè con il suo solito sorrisetto ambiguo.






































































* * *






































































 La sera non tardò ad arrivare e Jimin si era messo d'accordo con Tae, Jungkook e un paio di altri suoi amici per uscire insieme e passeggiare tranquilli per le strade di Seoul. Sorrise felice nel leggere i messaggi del suo gruppo su KakaoTalk, era da un po' che non organizzavano una serata solo maschi, di solito ci volevano due mesi per combinare qualcosa a causa di quella rottura di scatole che era la scuola.

Si vestì in modo decente, aveva così tante magliette e giacchette di jeans da abbinare che c'era l'imbarazzo della scelta. Inoltre le Converse rosse erano le sue preferite e quella era l'occasione perfetta per indossarle.
Scompigliò i capelli per renderli bastardi e selvaggi quanto bastava e s'improfumò per bene, ridacchiò pensando che ci stava mettendo tanto tempo come fanno le donne.

Uscì dal bagno e infilò le mani in tasca, controllando l'ora sul polso e dicendosi che avrebbe fatto meglio ad andare. Passò in salotto e avvisò gli altri due della sua temporanea scomparsa.

- Esco con Tae e Kookie, non aspettatemi prima della mezzanotte- sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e fece per aprire il portone di casa, quando Myung scattò all'impiedi e lo prese per il braccio, costringendolo a voltarsi verso di lei.

- Posso venire anch'io?- domandò.

- Myung, te l'ho già spiegato...-

- Farò attenzione, sarò più discreta possibile e se vuoi metto anche il cappuccio. E poi sono pronta, non ho nulla che non vada- allargò le braccia come ad accentuare ciò che stava dicendo e scrollò le spalle.
Il castano si alzò in punta di piedi e non si meravigliò di vedere il volto apatico del più grande. Espirò dal naso e serrò la mascella.

- Fai attenzione- disse soltanto.

Aprì e la ragazza gli stette dietro, intrecciò le dita della mano con le sue e abbassò lo sguardo. Alcune ciocche nere ricaddero verso il viso e Jimin si preoccupò di porle dietro l'orecchio con una carezza.

- Non credere che sia un'imprudente, è solo che anch'io voglio divertirmi e voglio farlo ora che ne ho la possibilità- spiegò lei con gli occhi lucidi.
Il castano le stampò un tenero bacio sulla fronte e l'abbracciò.

- Lo so, ti prego solo di fare tanta attenzione- le raccomandò.

- Guarda che ci sei tu, cammino solo se lo fai tu, altrimenti non mi muovo- sorrise lei.
Jimin la strinse ancor di più nell'abbraccio, mancava poco che temesse di farle male.

- Ho paura di perderti-

- Non mi perderai mai-













Seoul di notte era un vero e proprio spettacolo di luci, colori e... gente. Tanta gente.
Praticamente le strade erano piene zeppe di passanti, chi era da solo e chi in compagnia, chi in famiglia e chi con amici proprio come loro due.

Myung si perse nell'osservare il cielo stellato e constatò che non era prevista neve, le nuvole erano assenti e tutto era limpido e chiaro come uno specchio d'acqua. Sorrise sincera, sapeva che era strano e che probabilmente la gente la giudicava per il suo comportamento infantile, ma era inevitabile.
Qualsiasi cosa era meravigliosa e lei non poteva fare altro che restare a bocca aperta e contemplare la perfezione.

Jungkook aggrottò le sopracciglia al suo modo di fare, Tae invece era euforico.

- Finalmente una ragazza stramba e lunatica come me!- esclamò allegro e circondando i fianchi della corvina con un braccio.
Jimin si sentì escluso e assottigliò gli occhi.

- Attento a come ti comporti, alieno- puntualizzò sul soprannome e ridacchiò beffardo, sapeva che l'amico odiava essere definito in quel modo.
Brontolò mugolii incomprensibili all'orecchio umano e poi incominciò a fare smorfie con un faccino triste, gli altri due scoppiarono in una grassa risata.

Durante il tragitto incontrarono vari amici di Jimin che si unirono alla combriccola e da quattro che erano in partenza si ritrovarono in dieci. Myung Jae non conosceva nessuno a parte quei due e Jin, sembravano solo un ammasso di conoscenti a cui Jimin non dava poi così peso.

Entrarono in un bar e ordinarono da bere, se riuscirono a procurarsi un po' di alcool fu solo grazie a Jin, l'unico maggiorenne. Taehyung si fiondò sul suo shot e lo bevve tutto d'un sorso senza neanche pensarci, strizzò gli occhi per il disgusto un nanosecondo più tardi.
Non mancarono le risate da parte di tutti e anche alcuni scatti col cellulare, Jungkook disse che la faccia da culo che aveva era memorabile.
Jimin invece scelse di non bere, non era un amante dell'ebbrezza e in più voleva essere perfettamente lucido per badare a Myung Jae.

Trascorsero le prime due ore della serata fra chiacchiere, bicchierini di soju e prese in giro via social per poi abbandonare il locale e dirigersi verso la strada senza una meta precisa. Avevano solo voglia di camminare.



Proprio nel momento in cui arrivarono ad un incrocio, un teleschermo che trasmetteva le pubblicità e le notizie dei telegiornali attirò l'attenzione del gruppetto, in particolare quella di Jimin.

- Edizione straordinaria: scoperta la città in cui la giovane nordcoreana Go Myung Jae si nasconde per sfuggire al regime del leader della Corea del Nord. Secondo i mass media si trova a Seoul, le nostre truppe sono sulle sue tracce già da due settimane e sembrerebbe che ci sia una svolta a questa storia. Nella foto vi è il volto della giovane, chiunque la avvisti è pregato di rivolgersi alle forze dell'ordine- la voce registrata rimbombava nitida nelle orecchie di tutti i presenti, il cuore del castano prese a battere velocemente già dalle prime cinque parole pronunciate dalla giornalista.

Gli venne automatico tirare il cappuccio alla ragazza, circondarle le spalle con un braccio e fuggire via da quell'inutile marmaglia.

- Yah Park Jimin, dove stai andando?- urlò Taehyung mettendo le mani a mo' di megafono.

Il ragazzo continuò a correre facendosi largo tra la gente bloccata ad ascoltare il notiziario, Myung faceva fatica a parlare e si disse che era meglio così, non voleva sentire nessuno, voleva solo tornare a casa.
Al sicuro.


Ci misero un po' ad allontanarsi dal centro della capitale, i passanti fissavano a bocca aperta tutti gli schermi e sembrava fossero solo d'intralcio. Jimin se la cavò con vari 'scusate' e 'permesso' e qualche gomitata nelle costole, per il resto andò bene.

Una volta usciti fuori da quel labirinto di persone, la ragazza si sentì libera di porre domande al compagno.

- Che significa? Sanno dove mi trovo?- fece spaventata. Jimin continuava a tenerle bassa la testa e a guardare avanti.

- Sanno tutto, sanno tutto- digrignò a denti stretti, la voce era incrinata.

Si diressero verso l'entrata del palazzo e non ebbero neanche il tempo di fermarsi e tornare indietro per nascondersi, avevano corso troppo velocemente.
Le sirene della polizia erano accese e il suono era più assordante che mai, alcuni uomini urlarono il classico 'mani in alto' e puntarono le pistole contro di loro.

Intimarono a Myung Jae di alzare il viso e lei lentamente acconsentì, più per paura che per altro. I poliziotti sgranarono gli occhi quando capirono di ritrovarsi di fronte alla clandestina e avvisarono i compagni con i walkie talkie.
Non molto tempo più tardi si sentirono dei passi percorrere le scale e tre figure oltrepassarono la soglia del portone d'ingresso del condominio, Jimin rimase allibito nell'accorgersi che una di queste era Min Yoongi.

- L'abbiamo trovata, ripeto, l'abbiamo trovata. Missione completata!- uno degli uomini utilizzò lo stesso dispositivo dell'attimo precedente e si avvicinò alla ragazza.
Ella dal canto suo si lasciò sfuggire un verso di paura e fece un passo indietro.

- Non muoverti o sparo!- le urlò un altro.

Myung fu costretta a mostrare i polsi e ad avere allacciate le manette, venne presa per un braccio e strattonata verso una delle auto della polizia, Jimin si ribellò e cacciò un ringhio di rabbia.

- No. No no no! Non potete! Non dovete! Myung Jae fa' qualcosa!- esclamò disperato andando verso la ragazza e cercando di levarla dalle mani dei poliziotti.

- Ragazzino cerca di calmarti- un uomo dietro di lui lo avvisò tenendolo fermo per le spalle. Jimin incominciò a dimenarsi e a scalciare, il respiro diventava affannato ogni secondo in più che passava, ad ogni passo che la ragazza compiva verso la macchina.

- Lasciatemi, lasciatemi! Yoongi aiutami, ti prego! Yoongi!- urlò fino a sgolarsi, fino a perdere la voce.
Le vene sul collo erano così evidenti che potevano fuoriuscire da un momento all'altro.
Vide uno di loro posare la mano sulla testa della ragazza e fare pressione per evitare che sbattesse la testa contro l'auto.

Calde lacrime solcarono le sue guance rosee per il freddo, sperava che quel giorno non arrivasse mai, sperava davvero che fosse così.

- Myung Jae! Myung Jae!- urlò con l'ultimo filo di voce rimasto.

I due che lo stavano trattenendo si scostarono e raggiunsero gli altri, non si degnarono di dare spiegazioni, semplicemente abbandonarono il luogo sfrecciando via con le loro sirene lamentose.
Jimin cadde a terra in ginocchio, il pianto era sfuggito al suo controllo e tirava su col naso come un bambino. Abbassò il capo e singhiozzò.

- Torna da me Myung, torna da me- bofonchiò con voce flebile. Yoongi vide tutta la scena e incrociò le braccia al petto.

- Non sono riuscito neanche a dirti che ti amo- continuò.

- Ti amo Myung Jae, ti amo!- urlò, le corde vocali dolevano e sentiva che prima o poi avrebbero sanguinato.

Ma a lui non avrebbe fregato nulla, non ora che aveva perso la sua ragione di vita.


***
Annyeong popolo! Okay, ecco la parte davvero angst, spero solo di non rischiare il linciaggio *mente: eccome se lo rischi!  me: smettila di dire il vero*. E vabbè, io vi avevo avvisato. E' angst e Yoongi è parecchio stronzetto - credevo di aver creato un personaggio abbastanza odioso e invece no, a quanto pare Yoongi-badboy-cazzuto-e-malvagio-nell'anima  piace (fatta eccezione per tenacious_deep_soul 99, unnie cara, che mi sta odiando a morte per tutti i feels contrastanti che prova ad ogni capitolo che passa v.v).  Ora, mi ero scordata di dirvi di fare molta attenzione alle frasi che si scambiano i due piccioncini (ormai separati lol) e anche a quelle scritte in corsivo, non sono buttate lì a caso. Nell'ultimo capitolo capirete perchè (spero di farvelo capire xD a limite scriverò le dovute spiegazioni nell'angolo autrice u.u).  Beeeeene non me la sento di dilungarmi ancora che il capitolo è già lungo di suo, so parto con i miei più sinceri ringraziamenti a TUTTI - nessuno escluso, sì sì - perchè non mi aspettavo che apprezzaste la storia e come sempre spero di non deludervi e di migliorarmi. Mi auguro sia stata una buona lettura eeee niente, scappo via >.< bacioniiiiiiii  _MartyK_ <3
   
 
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