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Autore: _LostGirl_    30/09/2017    0 recensioni
Erano passati così tanti anni da quell'orrenda vicenda, ma ancora ricordava le parole di quell'assassina prima di venir giudicata. Ogni volta che alzava lo sguardo al cielo plumbeo, chiedeva perdono per quelle giovani vite perse.
Ungheria si sistemò il cappotto beige che indossava e guardò la tomba. La lapide riportava solo il nome e le date di nascita e morte. Non c'erano dediche, nè decorazioni sul marmo ormai diventato grigio. Solo alcuni tralici di edera ricoprivano la lapide.
-Contessa, sono qui.-
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Elizabeta era furiosa. Quella donna... Quell'assassina, che portava il suo stesso nome, era rimasta impunita per così tanto, troppo tempo. E lei non aveva fatto niente per impedirlo!
Così tante ragazze... uccise solo per mero sadismo e divertimento. Insieme al conte Thurzo, sotto l'ordine del re Mattia, andò in quel castello maledetto per trovare l'ultima ragazza scomparsa.
E quella notte... niente avrebbe potuto farle dimenticare ciò che aveva visto! Sangue, torture e morte impestavano la stanza in cui fu rinvenuta Erzsébet Bàthory insieme ai suoi servitori.
La Nazione corse fuori, incapace di sopportare la visione di quella stanza.
Perché? Perché era successo tutto ciò senza che lei lo venisse a sapere?
Il conte fece arrestare la Contessa Sanguinaria e tutti i suoi servitori per portarli al cospetto del re, per, finalmente, un giusto processo.
Elizabeta rimase al fianco del re quando fu emessa la sentenza di colpevolezza per la donna e per i suoi complici. Assistette a tutte le esecuzioni dei servitori e, con risentito odio, vide chiudersi il muro della stanza in cui sarebbe morta sola la contessa.


 -Sapete perchè l'ho fatto?- chiese retorica alla Nazione. Elizabeta scosse la testa digustata.
 -Non mi interessa saperlo. Voi siete un mostro e, come un mostro, morirete sola.- rispose guardandola negli occhi. La donna sorrise divertita, si sistemò l'abito e riprese a parlare:
-Sin da piccola, torture e morte facevano parte delle mie giornate. Una volta, assistetti a una condanna davvero orrenda, lo sa? Avevo solo sei anni. Mio padre e mia madre, poi mi diedero in sposa a Ferenc Nàdasdy, e, anche con il matrimonio, mi divertivo a torturare quelle contadine, così belle... ma anche troppo ingenue per capire...- Fissò negli occhi la Nazione. Non vi era alcuna traccia di rimpianto o rimorso.
 -Siete solo un essere senz'anima e marcirete all'Inferno per ciò che avete fatto!- ringhiò Elizabeta. Fece un cenno alle guardie che aprirono la porta della cella e la lasciarono uscire.
 -Non vi potrete mai liberare di me! Voi stessa portate il mio nome. Io rimarrò per sempre nella vostra memoria!- le urlò la ormai decaduta Contessa.

Elizabeta era tornata. Erano passati così tanti anni da quell'orrenda vicenda, ma ancora ricordava le parole di quell'assassina prima di venir giudicata.
Ogni volta che alzavo lo sguardo al cielo plumbeo, chiedeva perdono per quelle giovani vite perse.
Ungheria si sistemò il cappotto beige che indossava e guardò la tomba. La lapide riportava solo il nome e le date di nascita e morte. Non c'erano dediche, nè decorazioni sul marmo ormai diventato grigio. Solo alcuni tralici di edera ricoprivano la lapide.
-Contessa, sono qui.- parlò la Nazione sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. -Avevate ragione, siete ricordata. Ma siete solo un ricordo del passato. Nel presente non contate nulla.-
Il verso di un corvo ruppe il ritrovato silenzio. Elizabeta sorrise triste e riprese a parlare:
-Ma sapete, qui si sta bene e la vita di quelle persone, anche se distrutta, è andata avanti. Non avete distrutto la mia anima e mai lo farete!-
Elizabeta si girò. Prima di muovere un passo, però, sospirò e disse:
-Voi avete perso. Addio per sempre, Contessa Sanguinaria.-
Raggiunse Gilbert e Roderich che la stavano aspettando accanto all'entrata del cimitero.
-Possiamo andare.- Austria annuì e le poggiò una mano sulla spalla.
-Chi sei andata a trovare? Spero una persona non-Magnifica come il sottoscritto!-
-Gilbert! Sei il solito inopportuno!- rispose Roderich guardandolo male. L'albino scoppiò a ridere e ignorò bellamente l'occhiataccia che Austria gli rivolse.
-Damerino caro, non stavo neanche parlando con te, ma al maschiaccio alla tua destra.-
Ungheria sorrise nel vedere le due Nazioni bisticciare come loro solito.
-Nessuno in particolare. Solo una vecchia conoscenza.-

Elizabeta venne fatta chiamare dal re. Non era strano che lo facesse, ma con tutta quella fretta, doveva essere accaduto qualcosa di terribile.
-Mio re, cosa è successo?- chiese preoccupata la donna non appena entrò nella sala del trono.
-Oh, signorina Edervary. Finalmente ci avete raggiunto. Dobbiamo dirigerci immediatamente al castello di Csejthe.-
-Perché? Cosa è successo alla Sanguinaria?-
-Non ne siamo ancora certi, ma potrebbe essere morta.-
Il cuore di Elizabeta sembrava alleggerirsi ogni minuto che passava. Era davvero morta? Per quei tre anni e mezzo, non aveva fatto altro che sperare e sperare nella sua morte. Sapeva di star sbagliando nello sperarci, ma un mostro così non poteva vivere. Pensò alle sue giovani vittime e la rabbia s'impossessò di lei. La morte di quel mostro non le avrebbe riportate in vita, ma un po' avrebbe reso loro giustizia.
Non appena raggiunsero il castello, due servitori li condussero al muro della stanza della Contessa. Con un cenno del capo, il re acconsentì all'abbattimento del muro di pietra.
Il cadavere della donna era disteso sul letto. Probabilmente l'aveva uccisa un malore nel sonno.
Elizabeta uscì dal palazzo e guardò il cielo nuvoloso.
-Vi è stata finalmente resa giustizia. Adesso riposate in pace.- mormorò la Nazione.
Quel 21 Agosto del 1614 era finito tutto.
    

 
 
 Angolo autrice
Salve a tutti! Inizio subito con il ringraziarvi per aver letto questa mia one-shot su Ungheria. Mi scuso se è presente del OOC. Dato che ho provato ad immedesimarmi in Elizabeta, e il mio carattere è decisamente molto diverso dal suo, mi scuso se non è l'esatto carattere di Ungheria.
Spero vivamente che vi sia piaciuta. E arrivederci!

   
 
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