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Autore: RickyChance98    01/10/2017    0 recensioni
Un'epoca lontana, un regno dimenticato. Vivi la storia di amore e coraggio di Celia alla ricerca del suo posto del mondo, al confine tra il bene e il male, fra luce e oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPISODE XII – IL TEMPO DEI GIOCHI E’ CONCLUSO

 
Falya parlò a Celia. Le disse ciò che voleva sapere, dalla profezia, a come arrivò a sua madre e del ruolo ebbe nella sua vita, nonostante non fosse stata presente. Ma adesso toccava rispondere alla domanda che spaventava maggiormente la ragazza.
“E adesso? Non so cosa dovrei fare… io…” – chiese rassegnata Celia.
“Vorrei risponderti, vorrei fare ulteriore chiarezza in te, cara… ma non posso. Perché non lo so neanche io. I libri… le profezie… non fanno conoscere il futuro, ciò che è certo… è che tu puoi cambiarlo. Puoi far sì che un futuro ci sia in questo mondo”.
Celia sorrise: “Un futuro? Io che non ho neanche un presente? Per il mondo neanche esisto io!” – esclamò.
“E allora creati il tuo presente! Buttati, segui il tuo istinto! L’hai sempre fatto, anche se eri rinchiusa fra quattro mura, niente ti ha mai fermata. Mostrati al mondo, fa vedere a tutti che sei lì per loro!” – le disse Falya, accarezzandole il viso.
Celia rimase in silenzio pensierosa per qualche istante, poi si asciugò le lacrime. Era il momento di agire.
 
“Signorina Charlotte, dove volete che metta i dol.” – una servitrice si era avvicinata a Charlotte, portando un vassoio di dolcetti.
“Cara, sarebbe stato gentile da parte tua notare la corona che porto in testa.” – Charlotte, presa da uno scatto d’ira uso lo scettro maligno per fare inciampare la povera donna, facendo cadere per terra tutto il cibo.
“Vostra maestà la prossima volta andrà bene” – continuò sorridendo.
“Non disturbatevi a cucinare nient’altro, la festa non si terrà qui. Andrò io stessa al villaggio, farò vedere agli abitanti di questo lurido posto chi è la loro regina e a chi dovranno portare il massimo rispetto”.
 
NEL FRATTEMPO, NEL PORTALE MAGICO DELLE FATE…
“Io credo di essere pronta…” – disse Celia.
“Anch’io!” – aggiunse Theo, alzandosi in piedi e sorridendo.
“No. Non voglio che tu venga! Sto mettendo a rischio la mia vita, non voglio che tu metta a rischio la tua, non c’è né bisogno!” – lo contrastò Celia.
“Non puoi decidere tu per me. Voglio starti accanto e aiutarti!” – cercò di insistere il ragazzino. Falya avvicinò la mano sulla sua testa, e Theo all’improvviso cadde addormentato.
“Cosa gli hai fatto??” – chiese Celia spaventata.
“Non preoccuparti, dorme profondamente. Non possiamo mettere a rischio la sua vita, lui… è importante.” – le rispose, mentre Piffy gli si accucciò vicino.
SCRATCH!
La porta di quella bellissima casa fatata venne spalancata improvvisamente da una fata.
“FALYA! SONO QUI! LUI E’ QUI! Ci ha raggiunti al castello, ha ferito molte di noi e molte delle guardie! Ha usato una di noi per arrivare qui!” – disse terrorizzata. Non aveva neanche terminato la frase che un all’improvviso un ramo appuntito le aveva trafitto la schiena
“NO!” – urlò Falya.
“Devi andare!” – Falya mise la mano sopra la testa di Celia.
“CHE SUCCEDE??” – chiese spaventata.
“Tieni la spada, presto!” – le disse porgendogliela – “Ricorda, proteggi lei e lei proteggerà te!”.
“Ho paura!” – disse.
“Anche io, ma ce la faremo! Te lo prometto.” – Falya la fece scomparire, poi si girò.
 
“Ce la farete, eh? Falya… il tempo dei giochi è concluso, insetto” – Balzeff era alla porta.
“Ah sì? Sei arrivato tardi, sai?” – replicò Falya, capendo subito che non poteva essere nessun’altro se non lui.
“L’hai lasciata da sola, non durerà un granchè… non se fronteggerà la mia ultima risorsa…” – continuò lui, avvicinandosi lentamente.
“Sono sangue dello stesso sangue, pensi che sarà così difficile riportarla sulla giusta strada? Dimentichi il potere della spada!” – continuò lei, allontanandosi gradualmente.
“E tu dimentichi il mio potere, e quello dello scettro”.
“E tu, caro, non impari mai dai tuoi errori. Non si entra a casa mia senza permesso!” – esclamò Falya, alzando le braccia verso il cielo. In quel momento centinaia di rami si alzarono dal suolo e bloccarono Balzeff.
“Dici?” – una voce arrivò da dietro di lei. Un altro Balzeff la fece volare di diversi metri, mentre la proiezione ricoperta dai rami scomparve nel nulla.
Balzeff si avvicinò a Theo e a Piffy.
“Ma guarda un po’…”.
“ALLONTANATI!” – Falya urlò, alzandosi di scatto.
“Non preoccuparti, non li ucciderò. Ti darò il tempo di salvarli… e così facendo non ti intrometterai in affari che non ti riguardano”. – Balzeff rinchiuse i due amici in una clessidra impregnata di magia nera, per poi volatilizzarsi nel nulla.
“MALEDETTO!” – Falya corse verso la clessidra, la toccò ma venne respinta più in là. Nel frattempo la clessidra si stava riempiendo a poco a poco di un liquido nero, mettendo in pericolo la vita di Theo e del piccolo Piffy.
“FATE! Presto, venite qui!” – chiese aiuto la fata.
 
INTANTO CELIA, A RALLAHES…
Si era materializzata in dei boschi, nel villaggio del regno. La sua attuale cecità non le permetteva di orientarsi, e per di più non aveva mai oltrepassato le mura del castello. Aveva il cuore in gola, ed era terrorizzata per ciò che stava per succedere nel regno delle fate, preoccupata soprattutto per i suoi amici. Che cosa fare? Nascondersi? Chiedere aiuto? Di chi poteva fidarsi?
Passò qualche istante, poi una voce femminile più che familiare la chiamò.
“Celia! Celia! Mi senti?”.
“Chi-chi è?” – chiese.
“Sono qui.” – una mano la prese per le spalle.
“Io non ti vedo, sono… sono cieca.” – le spiegò Celia.
“Lo so, sta tranquilla. Mi ricordo bene come mi sono sentita…” – replicò la misteriosa ragazza.
“Cosa vorresti dire?” – le domandò.
“Io sono te. Sono Celia e vengo dal domani per avvisarti”.
“Che cosa… chi sei, vattene!” – Celia non credette alla ragazza, e cercò di fuggire.
“Ti prego, aspetta! Voglio aiutarti! Tu devi ascoltarmi, c’è una cosa che devi sapere!” – cercò di insistere la Celia adulta. Era una graziosa donna, e i suoi capelli erano rossi e folti.
“Che cosa? CHE COSA VUOI?”.
“C’è una cosa che devo cambiare dal mio passato. E per farlo SEI TU che devi cambiarla! Qualunque cosa succeda, NON DOVRAI PER NESSUNA RAGIONE (…).
   
 
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