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Autore: agatha    19/06/2009    12 recensioni
Nick già si pregustava un tranquillo pomeriggio estivo da passare a riposarsi, ascoltando un po’ di musica. Ma prima deve fare una cosa che gli ha chiesto la madre, una cosa per cui ci vogliono “solo cinque minuti”. O così lui crede.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shottina nuova di zecca, stavolta non nata da qualche delirio su msn ma, semplicemente, da un lungo giro in bicicletta, mentre guardavo le persone intorno a me. Non avendo un cane chiedo scusa se ho detto qualcosa di sbagliato.

 

L’intento è di strapparvi una risata e magari anche un commentino xD Buona lettura!

 

 

****************

 

 

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“Elvis puzza”

Nick alzò la testa, guardando sua madre che era appena entrata in salotto. Le mani sui fianchi e l’espressione seria non promettevano niente di buono. Il cane, sentendosi nominato, aprì un occhio e guardò il suo padroncino con un’espressione innocente, che sembrava volergli dire “ehi, io non c’entro niente”.

 

Era una calda giornata estiva e la famiglia Jonas era nella loro casa di Los Angeles che stava trascorrendo un tranquillo pomeriggio senza impegni, proprio come una volta, prima che i tre figli diventassero famose rockstar sempre in giro per il mondo.

Nick si stava gustando un ghiacciolo al limone e si era seduto comodamente sul grande divano del soggiorno, deciso a rilassarsi ascoltando un po’ di musica nella penombra della stanza. Elvis lo aveva seguito, sdraiandosi per terra per sonnecchiare sulle fresche piastrelle. Ma nessuno dei due aveva fatto i conti con Denise, che era arrivata poco dopo con quella dichiarazione.

 

“Fa caldo, dovresti lavarlo” affermò continuando a parlare.

Nick annuì con il capo, anche se in realtà il suo unico pensiero era di starsene lì senza fare niente di niente.

“Dopo lo faccio” le disse ingenuamente, sperando che quella promessa bastasse a tranquillizzarla.

Invece la madre si piazzò davanti a lui con un’espressione decisa in volto.

“Nicholas”

Nel sentire il suo nome completo, drizzò le orecchie. Non era mai un buon segno quando lo chiamava così.

“Questa mattina tuo padre si è alzato presto per portare Joe e Frankie a vedere quella benedetta corsa in bicicletta di cui hanno tanto parlato e quei tre mi hanno lasciato la cucina sotto sopra dopo aver fatto colazione. Ho il diritto di chiederti una cosa semplicissima come quella di lavare Elvis? E’ il tuo cane, no?”

 

Era chiaro che la madre era arrabbiata con il padre e il fratello ma, purtroppo essendo loro fuori, era lui a doverne pagare le conseguenze. Mettersi a discutere sarebbe servito solo a peggiorare la situazione. La cosa migliore che poteva fare era assecondarla. Sospirando rassegnato, si alzò in piedi e, fischiando, fece segno al suo cane di seguirlo fuori.

In un angolo del giardino vide suo fratello Kevin. Aveva sistemato una sdraio al sole e, probabilmente, si era messo a leggere prima di addormentarsi. Era a torso nudo e indossava un paio di pantaloncini grigi. Il libro era abbandonato sulla sua pancia. Sogghignando, Nick immaginò la faccia del fratello quando si sarebbe svegliato scoprendo che il contorno del libro gli aveva creato uno strano effetto sull’abbronzatura. Per un momento considerò l’idea di chiedergli di aiutarlo ma Kevin odiava essere svegliato se non era strettamente necessario e rischiava di metterlo di malumore per tutto il resto della giornata.

Meglio arrangiarsi da solo.

Si avvicinò al rubinetto dell’acqua a cui era collegata la canna che usava suo padre per i lavori in giardino. Fece un fischio chiamando Elvis che accorse dal suo padrone. Lui si chinò in ginocchio e gli accarezzò i lati del muso, mentre il cane si avvicinava per leccargli il viso e la coda si agitava festosa.

“Bello il mio cucciolone” gli disse prima di arricciare il naso.

Effettivamente sua madre non aveva tutti i torti, ci stava una bella lavata.

Si rialzò in piedi facendogli segno di rimanere seduto, ma quando aprì il rubinetto e l’acqua cominciò ad uscire dalla canna che teneva in mano, il cane si alzò e si allontanò trotterellando.

Indirizzando il getto più lontano, cercò di colpirlo ma lui fu svelto a non farsi prendere. Abbaiando cominciò a scodinzolare. Nick fece una smorfia: probabilmente Elvis riteneva che quello fosse un gioco.

Gioco o non gioco avrebbe vinto lui e poi sarebbe tornato a godersi il suo meritato riposo.

D’altronde quanto ci sarebbe voluto a lavarlo? Cinque minuti, non di più.

 

*

 

Ormai a Nick sembrava fossero passate quasi cinque ore da quando era uscito in giardino. Elvis si era rivelato un osso duro ed era riuscito a sviare tutti i suoi tentativi di bagnarlo. Non era servito a niente fare l’indifferente, chiamarlo con voce dolce o tentarlo con un biscotto, quel cane era più furbo di lui.

Sospirando, guardò i suoi vestiti.

La canottiera bianca e i pantaloncini blu che indossava era chiazzati d’acqua, senza contare la vistosa macchia d’erba che sembrava tatuata sul suo fondoschiena a testimoniare quand’era scivolato nel tentativo di rincorrere Elvis.

Era ora di finirla.

Non era possibile che non fosse in grado di lavare il suo cane senza perderci tutto il pomeriggio. Fissò il suo adorato cucciolo, che lo guardava seduto sul prato, con espressione divertita. Adesso o mai più. Avrebbe fatto una finta, spostandosi verso destra e indirizzando il getto direttamente a sinistra, dove sicuramente si sarebbe mosso Elvis. Non avrebbe fallito stavolta.

 

Fece la sua mossa e il cane si spostò proprio dove voleva lui, purtroppo si mosse con un secondo di ritardo, un solo infinitesimale secondo e il getto non colpì il bersaglio.

O meglio, colpì un bersaglio che non era previsto.

Kevin si alzò urlando quando l’acqua fredda lo investì in pieno. Balzò giù dalla sdraio guardandosi intorno con lo sguardo allucinato.

“Ma che diavolo… Nick!!!” sbraitò, indirizzando un’occhiata di fuoco a suo fratello.

Il minore dei Jonas non poté fare altro che stringersi nelle spalle.

“Scusa. Non l’ho fatto apposta”

Kevin scosse la testa facendo ondeggiare i suoi riccioli bagnati.

“Non sei un po’ troppo grande per giocare ancora con l’acqua? O hai deciso di regredire all’infanzia di colpo?”

Ecco perché non lo aveva svegliato prima, suo fratello diventava spietato se veniva disturbato, essere colpito da un getto d’acqua non era sicuramente nella lista dei suoi “piacevoli risvegli”.

“Mamma mi ha ordinato di lavare Elvis” gli spiegò per giustificare le sue azioni.

Scoccandogli un’espressione ironica l’altro gli rispose.

“Io ti sembro un cane?”

“No”

“E allora perché mi hai bagnato?”

 

L’espressione di Kevin gli fece venire voglia di ridere ma si trattenne. Già suo fratello era arrabbiato, se poi lo avesse visto prenderlo in giro rischiava seriamente che gli prendesse la canna dalle mani e tentasse di strangolarlo.

Ad interrompere la loro discussione intervenne Elvis, che abbaiò per attirare l’attenzione su di sé, come se volesse continuare quello strano ma divertente gioco.

“Non dirmi che non riesci a farti ubbidire da lui” domandò Kevin.

Nick avrebbe tanto voluto affermare che il suo cane eseguiva quanto gli veniva ordinato ma, in quella particolare situazione, doveva dichiararsi sconfitto.

“Pensa sia un gioco e non si fa bagnare”

“E allora? Ci vorranno cinque minuti per riuscirci, passami quella canna lo faccio io” dichiarò spazientito il maggiore.

 

*

 

“Dannato cane” sibilò Kevin con una smorfia, sdraiato sul prato dopo essere caduto mentre cercava di placcare Elvis.

“Ehi!” lo riprese Nick.

“Non è possibile che nemmeno in due riusciamo a farcela” dichiarò incredulo.

Con una smorfia si domandò perché aveva deciso di aiutare il fratello anziché rimettersi sdraiato ad asciugarsi crogiolandosi al sole come una lucertola. Era il loro pomeriggio di libertà e lo stavano sprecando in quel modo, facendosi battere da un cane per di più. Si rialzò in piedi, passando una mano in mezzo ai riccioli scomposti che si erano in parte asciugati.

“Il piano è questo: lo accerchiamo. Io lo blocco da destra e tu da sinistra, poi recuperiamo la canna e lo bagniamo. Tanto ormai ci siamo già sporcati i vestiti che indossiamo” concluse risoluto.

Nick annuì, ormai era diventata una questione d’onore.

 

Così fecero, muovendosi con circospezione, per non far capire ad Elvis cosa stava succedendo.

“Ciao bel cucciolo” gli disse Kevin in tono vezzeggiativo.

“Il mio adorato cagnolone” aggiunse Nick.

L’interessato era accucciato per terra e girava il muso verso l’uno o l’altro fratello, ascoltando le loro parole. Sembrava molto tranquillo e non faceva segno di volersi alzare anche se loro si stavano avvicinando.

Erano ormai a meno di un metro e Kevin guardò Nick.

“Conto fino a tre e ci buttiamo”

Il cane rimase fermo nella sua posizione, come se si fosse stufato di giocare.

“Uno”

“Due”

“Tre!”

Entrambi i Jonas si slanciarono con le braccia in avanti ma proprio in quell’istante la voce di Joe risuonò nel giardino.

 

“Ehi, Elvis!”

Nel sentirsi chiamare, il cane balzò in piedi e partì a razzo verso il mezzano, felice di vederlo.

Alle sue spalle Nick e Kevin caddero a terra, finendo per scontrare le loro teste. Entrambi ulularono di dolore, massaggiandosi il capo e fissando Joe con espressione di puro odio per aver rovinato il loro piano perfetto.

Ignaro di aver causato l’ennesimo danno, Danger raccolse la canna che era rimasta abbandonata nel prato, in mezzo ad una pozzanghera dato che il rubinetto dell’acqua era rimasto aperto. Accaldato, si era bagnato le mani e le braccia sospirando di sollievo.

“Ehi Elvis, hai caldo anche tu?”

Dopo quella domanda, con un gesto fluido, inclinò la canna bagnando il cane. Il quale reagì saltellando felice e aprendo la bocca per cercare di bere l’acqua oltre a farsi inzuppare allegramente.

“Poverino, chissà da quanto avevi caldo e nessuno ha pensato a rinfrescarti, eppure ci vogliono meno di cinque minuti per farlo” affermò ridendo davanti a quello spettacolo.

 

Nick e Kevin erano ammutoliti di fronte a quella scena, indecisi se essere più arrabbiati con il fratello oppure con quel traditore di Elvis. Lo stesso cane che, poco dopo, trotterellò felice verso di loro e, allegramente, si scrollò con vigore annaffiandoli di goccioline e guardandoli con espressione innocente.

I due fratelli si lasciarono cadere sulla soffice erba del prato senza più parole.

Oltre il danno anche la beffa.

 

 

*******************

 

 

I Jonas Brothers non mi appartengono e questa ff non è scritta a scopo di lucro né vuole rappresentare la loro vera vita.

 

  
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