Ciò che segue
è solo un fugace pensiero scritto di getto,
balenato nella mia mente senza pretese e senza particolari ambizioni.
Uno dei
tanti parti della mia immaginazione repressa che, un po’ per
noia, un po’ per
folle curiosità, questa volta ha visto la luce.
Invito
comunque a
prendere atto degli avvertimenti riportati onde evitare di disturbare
la
sensibilità di qualcuno.
Come sempre, vi ringrazio per
la gentile attenzione.
I personaggi non mi
appartengono e non
vi è alcuno scopo di lucro.
Battiti.
Tu-Tum.
Tu-Tum.
Tu-Tum.
Ancora
e ancora, riecheggiano nella tua mente come tamburi
dall’inferno.
Tu-Tum.
Tu-Tum.
…
Tu-Tum.
Li
senti? Sempre più lenti accompagnano il sangue nelle tue
vene che si riversa al suolo sotto i suoi occhi dello stesso colore di
quel
legno che ora ti sta portando via il respiro.
Uno.
Due.
Tre.
Puoi
quasi contarli mentre il fiato viene meno e le forze
scivolano in un buio oblio. È forse questo il suono della
morte? Non è poi
tanto male.
Tu-Tum.
…
Tu-Tum.
Ironico,
non trovi? Morire così, per mano sua. Già, quella
stessa mano che solo poche ore prima era protesa per tenderti un aiuto
e che
ora ha trafitto il tuo cuore colmo di un solo desiderio.
Libertà.
Un
ideale, un’ambizione, una preghiera...
cos’è un sogno in
questo mondo? Solo il lontano eco della follia di un pazzo. Si, un
pazzo come
te. Un pazzo come voi.
La
sua follia, la tua
follia.
Ne
sei pregno fin nel midollo. Ti ha intossicato con le sue
speranze di un mondo migliore e ora guardati. Si, guardati morire
proprio come
sta facendo lui.
I
suoi occhi, i tuoi
occhi.
Fa
paura pensarlo, ma sono uguali. Identici nel loro
delirio di ambizione e brama.
Orgoglio.
Forse
non è lui che ha intossicato te. No, caro Madara, sei
tu che lo hai reso folle. Non quella stupida donna, non quel dannato
villaggio... No. Nulla di tutto questo. E tu lo sai, caparbio,
che nella sua follia sarà tuo
per sempre.
Vittoria.
Tu-Tum
…
Tu-Tum
…
Tu-Tum
Ancora
e ancora. Un altro battito, un altro spasmo. Quanto
durerà? Abbastanza per trascinarlo con te nella tomba? No,
lo sai che non sarà
così. Perché lui ha vinto... o forse sei stato tu
a lasciarlo vincere? Quale
Uchiha patetico lascia la vittoria al suo nemico?
Un
sorriso amaro solca il tuo volto.
Uno.
Due.
Tre.
Contali
ancora, un’ultima volta. Prova a enumerare le gocce
di sangue stillate dalle tue viscere e poi osserva i suoi occhi ora
ricolmi di
terrore per il suo gesto. Non gli mostrerai nessuna compassione, vero?
No, non
sarebbe da te.
Già,
morire
in silenzio non è poi tanto male.
Uno.
Due...