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Autore: Light2015    03/10/2017    0 recensioni
E' quando tutto sembra essersi sistemato che sorgono i veri problemi. Un arresto e un ricatto non saranno le sole questioni che Alex, Nicki, Mark, Cloe e Sam dovranno fronteggiare... un uomo che torna in città, una proposta al momento sbagliato e un segreto tra amici mineranno tutto ciò che di certo è stato negli ultimi due anni. E allora... come what may, qualsiasi cosa accada, verso il gran finale...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
Big Bro


Ero in piscina, in una splendida giornata di sole californiano. Una delle rare giornate con poco vento sulla nostra collina sul mare a Malibu. Mi appoggiai a bordo piscina e guardai Nicki sulla sdraio che prendeva il sole ad occhi chiusi.
- “Secondo te quanto è lontana Truckee da Los Angeles?”
- “Più di seicento chilometri penso” rispose restando ad occhi chiusi “Perchè?”
- “Devo liberarmi della roba che ho preso da Hobs... prima che Kenneth venga a cercarla a casa nostra”
- “Ok ma non c'è bisogno di andare fino a Truckee...”
- “Lo so ma c'è un lago... ed è abbastanza lontano. Potrei andare con Mark e...”
Finalmente si issò sul lettino e iniziò a guardarmi dubbiosa.
- “Seicento chilometri per buttare un sacco in un lago? Alex, siamo circondati da deserti. Trova una località qui vicino e vai a seppellire il bottino”
Inclinai la testa da un lato. “Forse hai ragione”
- “Togli il 'forse'”
- “È che non mi va di scavare nella polvere, sotto il sole...”
Nicki tornò ad appoggiarsi allo schienale. “Infatti non è consigliato seppellire tesori di giorno... una di queste sere vai con Mark, vi liberate della roba e tornate a casa”
Mi scocciava dirle che aveva ragione di nuovo quindi mi limitai ad annuire. Presi fiato e mi immersi.

***


Dopo cena passai a prendere Mark a casa sua. Aveva detto ai suoi genitori che saremmo andati a bere qualcosa lungomare perchè 'andare-nel-deserto-a-nascodere-oggetti-rubati-sotto-l'effetto-di-cocaina-e-su-ordine-di-Paris-Hilton' sarebbe risultato leggermente bizzarro e spiacevole. Il fatto di non vivere più con i miei genitori era liberatorio anche sotto questo punto di vista. Omettere fatti non significa mentire.
- “Cazzo è quello il borsone?” chiese Mark appena salì in macchina notando la refurtiva sui sedili posteriori.
- “Si... perchè, te lo ricordavi più leggero?”
- “Quella sera tutto mi sembrava più leggero...”
Mi misi a ridere guidando l'auto fuori dal vialetto.
Impiegammo circa un'ora per raggiungere il posto. Ed era un posto a caso nel deserto fuori città. Avevo controllato con Google maps, non c'erano abitazioni, edifici o aree di sosta. Niente. Entrai con l'auto nello sterrato, lentamente, lasciandoci alle spalle la statale illuminata dai lampioni. Procedetti per poco più di un chilometro facendo attenzione a non prendere eccessive buche o sassi, infine mi fermai. Scavare era più difficile del previsto, non si trattava di sabbia ma terra dura e compatta.
- “Ricordami perchè lo stiamo facendo” disse Mark indaffarato a ingrandire il perimetro della fossa.
- “Perchè Kenneth potrebbe entrare in casa mia o vostra anche domani con un mandato a cercare esattamente questa roba”
Nonostante la pigrizia e la fatica riuscimmo a scavare una buca sufficientemente larga e profonda che contenesse con margine il borsone.
- “A te l'onore” gli dissi. Mark seppellì la refurtiva e ricoprimmo la conca di terriccio. Parlavamo poco io e lui da quando avevo preso coscienza dei suoi sentimenti ma sulla via del ritorno non riuscii ad approfittare del fatto che fossimo soli per fargli qualche domanda. Forse scomoda.
- “Mi chiedevo... come... come è possibile che io non mi sia mai accorto di niente?! Voglio dire siamo sempre usciti insieme...”
- “Perchè all'inizio non ne ero certo nemmeno io. Vedevo quello che c'era tra te e Nicki e mi andava bene... finchè non vi siete messi effettivamente insieme. Ha iniziato a darmi fastidio”
- “Ok ma non devi avercela con lei... se mai con me”
L'abitacolo dell'auto era buio e la strada perennemente dritta, notai che fece spallucce.
- “Non ce l'ho con lei... io... io non so cosa mi prenda. Penso sia solo un po' di invidia”
Rimasi in silenzio, lui continuò “Voglio dire, le porti la colazione a letto? Guardate la tv insieme? Decidete in accordo cosa mangiare a pranzo? Sono... sono cose che gliele invidio. È fortunata ad averti”
Non sapevo cosa rispondere. Sinceramente. Lasciai che i secondi scorressero.
- “Mark io ci sarò sempre per te... da amico, ma ci sarò sempre. E potrai contare anche su Nicki, ricordatelo.”
- “Lo so”
- “E mi dispiace se non l'ho capito prima”
- “Non fa niente”
- “E comunque quando troverai qualcuno che si innamorerà follemente di te, perchè succederà, sappi che dovrà avere la mia approvazione”
Mark rise “Devo chiedere la tua benedizione?!”
- “Si esatto, big-bro-Alex valuterà ogni ragazzo con cui uscirai e porrà veto ove necessario”
Riuscii a fargli tornare il buon umore, per un attimo mi sembrò di essere tornato indietro nel tempo di un anno. Era il Mark di sempre. Scherzammo per tutto il resto del tragitto, era importante che capisse che tra noi le cose non sarebbero cambiate. Quando arrivammo davanti a casa sua esitò un attimo prima di scendere.
- “La sposerai?”
- “Non lo so... ci sono giorni in cui vorrei solo inginocchiarmi davanti a lei e farle la proposta, ce ne sono altri in cui penso che forse tutto sommato stiamo bene così, senza...” feci spallucce “senza complicare le cose ecco. Poi quel 'no' mi perseguita...”
- “Secondo me dovresti farlo”
- “Dici?”
- “Ti sto dando la mia benedizione big-bro-Alex!”
Quando tornai a casa, dopo aver parcheggiato, scendendo dall'auto udii voci e risa provenire dal retro. Feci il giro della villa senza passare dall'interno e poco prima di svoltare l'angolo vidi Nicki con i nostri vicini seduti in giardino, a bordo piscina, a parlare serenamente e bere quello che sembrava tanto il mio analcolico alla frutta. Stavo per farmi avanti e salutare quando vidi la figlia dei vicini, una adorabile bambina di circa cinque anni, avvicinarsi a Nicki. Dio, le si illuminarono gli occhi. Rimasi nel mio angolo buio a guardarla ridere, scherzare e prenderla in braccio. Mi appoggiai al muro e incrociai le braccia. La bambina iniziò a fare apprezzamenti sui suoi capelli, Nicki rise e le rispose che anche a lei piacevano i suoi. “Sei come il mio ragazzo Alex, anche lui ha i capelli biondi... l'hai visto vero?”. La figlioletta dei vicini annuii e puntualizzò che però i miei erano un po' più scuri ma che in ogni caso le sembravo una sorta di principe azzurro uscito da un libro di favole. “A volte credo lo sia davvero... anche se ha un cane nero invece di un cavallo bianco” disse Nicki. Si misero tutti a ridere e continuarono a conversare. Io d'altro canto non riuscii a farmi avanti e restai altri dieci minuti a guardarla mentre teneva in braccio la bambina. Era semplicemente radiosa, mi accorsi che stavo sorridendo da quando l'avevo vista.

   
 
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