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Autore: deborahdonato4    03/10/2017    0 recensioni
Serie di racconti basati sui personaggi del Campo Mezzosangue. Solangelo, Frazel, Jasico... e via dicendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Will. Will. Will.»

Will borbottò un «Mh» senza alzare lo sguardo dal libro di medicina. Ci mancava solo che muovesse la mano attorno alla testa, come a voler scacciare una fastidiosa mosca.

«Will.»

Nico attese che il biondo gli rispondesse, ma era di nuovo sprofondato nello studio dell'apparato cardiaco, cosa che già sapeva ma doveva ripassare. Il figlio di Ade sapeva di doversi aspettare un trattamento del genere. Will glielo aveva anche detto, scusandosi in anticipo.

«Lo studio mi assorbirà completamente... ti chiedo già ora di perdonarmi, Nico.»

Nico gli aveva risposto che comprendeva e che non doveva preoccuparsi. In fondo, stava studiando per la laurea in medicina, probabilmente era uno tra i più giovani del Campo Mezzosangue che si sarebbe laureato così presto. E Nico era molto fiero di lui. Ma anche molto annoiato. Iniziò a giocherellare con una matita, osservando la pila di libri che Will doveva ancora rileggere. E la sua mente cominciò a vagare.

 

Due anni prima, Will aveva cominciato a frequentare l'università di Medicina a Nuova Roma. Nel giro di pochi mesi aveva concluso il primo anno con il massimo dei voti. Dopo una breve pausa, aveva iniziato il secondo anno. E le cose erano andate avanti così per quasi due anni, quando aveva concluso il quarto anno di medicina all'università. Era tra i più giovani ad essere arrivato all'ultimo anno, pronto per la laurea. Nemmeno Annabeth aveva avuto tale successo, ma Will studiava medicina da anni, aveva molta pratica alle spalle e non aveva mai avuto tra le mani un Testa d'Alghe che lo infastidiva o scompariva nel nulla senza lasciare traccia.

Quando Will gli aveva comunicato le sue intenzioni, Nico non aveva dato di matto. Con molta calma gli aveva risposto: «Spero che la tua stanza sia abbastanza grande per due».

Will lo aveva guardato incredulo, Nico con sfida. Lo aveva sfidato a ritrattare la sua presenza, ma invece non andò così. Il figlio di Apollo era parecchio entusiasta di quell'idea, e lo aveva abbracciato a lungo, trascinandolo in una stupida danza di vittoria che Nico ancora sognava la notte.

Nico aveva accettato anche per altri motivi, ovvero per sua sorella Hazel. Se si fosse trasferito a Nuova Roma, le sarebbe stato più vicino, e ne era contento. Almeno avrebbe occupato delle giornate in sua compagnia.

Purtroppo le cose non erano andate proprio così. Hazel doveva occuparsi delle reclute al Campo Giove, e con Will impegnato all'università, anche Nico aveva deciso di iscriversi a dei corsi. Quale modo migliore per imparare in definitiva i settant'anni che si era perso?

Nico non aveva mai avuto molte idee per il futuro, quindi dopo aver preso un diploma lampo con ragazzini più piccoli di lui, aveva deciso di aiutare la sorella Hazel e Frank con l'insegnamento nel combattere. Non aveva molta pazienza, soprattutto con i ragazzini che gli ricordavano sé stesso alle prese con Percy Jackson, ma riuscì a cavarsela.

Nico e Will avevano condiviso una stanza nel college di Will. Spesso dormivano nello stesso letto, abbracciati e coccolandosi, altre volte Nico dormiva da solo, mentre Will sedeva alla scrivania a studiare fino a notte fonda. Ma almeno erano insieme. Nico non avrebbe sopportato la distanza se fosse rimasto al Campo Mezzosangue, mentre la distanza che li univa anche quando erano insieme era sopportabile. Almeno poteva guardarlo. E assicurarsi che mangiasse qualcosa oltre gli snack e il caffè.

Che buffo. Un tempo era Will che lo teneva d'occhio per assicurarsi che ingurgitasse abbastanza calorie, e ora succedeva il contrario.

 

Nico stava ancora giocando con la matita quando sentì il fruscio delle pagine. Portò lo sguardo sul biondo. Era andato avanti di un'altra decina di pagine, e non sembrava disturbato dal movimento della matita. Non era nemmeno detto che lo avesse notato.

«Will.» riprovò Nico, lanciando un'occhiata ai libri. Si mordicchiò il labbro. Quando studiava scienze e matematica, Will lo aiutava sempre.

«Mmh?»

Nico sbatté le palpebre. Almeno era un successo rispetto a prima. Tamburellò le dita sul tavolo, guardando i libri e scegliendo una materia a caso.

«So che non sono molto esperto...» mormorò Nico, tenendo lo sguardo puntato sulla mano dell'altro. «Ma se ti va, se può esserti utile, posso aiutarti a studiare anatomia. In due dovrebbe essere meglio, no?»

Nico si rese conto di quello che aveva detto solamente quando notò che il ragazzo davanti a lui aveva iniziato a ridacchiare. Sollevò lo sguardo, notando il sorriso e lo strano scintillio degli occhi celesti, e il movimento delle spalle.

Il figlio di Ade avvampò. «Aspetta... Non intendevo in quel senso. Intendo anatomia anatomia.»

«Certo, anatomia.» annuì Will, e iniziò a ridere.

Nico si portò le mani al viso, desiderando sprofondare dall'imbarazzo. Tra tutti quei volumi, tra tutti gli argomenti possibili, doveva per forza scegliere quello?

 

Quando Will smise di ridere, chiuse il libro e allungò la mano verso il braccio dell'altro. Il figlio di Ade sussultò appena, aprendo le dita per poterlo spiare.

«Ti va di fare qualcosa?» chiese Will, accarezzandogli il braccio.

«Da quando fai le pause?» domandò Nico, perplesso.

Will fece spallucce. «Per oggi posso anche smettere di studiare.» disse, e Nico apprezzò il gesto. Chiaramente lo stava facendo per lui, forse per ricompensarlo per quella piccola pausa divertente.

Nico si alzò in piedi e andò a sedersi sulle sue gambe. Will lo abbracciò, chiudendo gli occhi e posandogli la guancia sulla spalla. Il figlio di Ade gli passò le dita tra i capelli, trovandoli morbidi come sempre.

«Che ne dici di fare una passeggiata?» disse Nico, tirandogli appena un riccio biondo. «Oppure...»

Nico si zittì e sospirò, mentre Will cominciava a russare. Era riuscito a farlo smettere di studiare solo per farlo addormentare contro di sé. Nico lo strinse, chiudendo gli occhi a sua volta, e sorrise.

   
 
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