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Autore: Black White Dragon    05/10/2017    0 recensioni
Questo testo non ha né capo né coda. Sono solo poche parole di riflessione, se così si può chiamare, sulla scrittura dal punto di vista di un ragazzo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Senza titolo-

Mi hanno detto che assomiglio a Harry Potter.
Ho i capelli neri, gli occhi verdi e porto gli occhiali, ma per essere Harry Potter mi mancano la cicatrice sulla fronte e delle doti magiche che mi piacerebbe avere.
Però tutto sommato non è che muoio dalla voglia di essere Harry Potter. Insomma… orfano, sportivo (gioca a Quidditch!) e collegato mentalmente a un grande mago del Male? No grazie! Ma questa è un’altra storia, perché ve la stavo raccontando? Ah, sì, volevo presentarmi. Ma voi non sapevate che io volessi presentarmi quindi ora siete tipo “What the fuck is he saying?” ma non importa, sono io che narro e io faccio quello che voglio.
Sto a una lezione di letteratura inglese, al momento. La tipa che spiega è noiosa, quindi non l’ascolto. Faccio finta di scrivere qualcosa di utile al PC, in realtà mi sto bellamente facendo i cazzi miei e sto scrivendo questa pagina al computer. Perché sto scrivendo questo? Che ne so! Ho voglia di scrivere, ma non so cosa scrivere.
Forse la cosa migliore sarebbe continuare quel romanzo che ho in cantiere da due anni, ma devo ancora mettere a posto troppe cose, finire schemi ed elenchi, andare a visitare il posto in cui sarà ambientata la prossima scena di Federica e Luca. Che nomi di merda che ho dato loro. Così neutri, così inanimati, così italiani. Ma Federica era la mia migliore amica alle elementari, Luca è il ragazzo di cui ero innamorato (ed era etero), quindi perché no?
Bisogna sempre avere un riferimento alla realtà, anche se quello che si scrive è qualcosa di completamente inventato, credo.
Ora ho appena controllato Twitter, niente di interessante, solo le solite minchiate politiche.
La tipa continua a parlare, nessuno ascolta, io scrivo.
A volte penso che nel corso che sto frequentando ci siano molti scrittori, alcuni affermati (nel senso che scrivono), altri repressi (nel senso che vorrebbero scrivere ma non l’hanno ancora fatto perché hanno paura), altri che non sanno ancora di esserlo (ma sono abbastanza legati ai libri da iscriversi a lingue per l’editoria).
Per quanto mi riguarda, credo di essere a metà tra l’affermato e il represso: scrivo ma non sono sicuro che quello che scrivo vada bene, mi faccio complessi e spesso butto via pagine e pagine di narrazione perché non sono soddisfatto.
Sono state poche le volte in cui ero veramente soddisfatto delle cose che avevo scritto. Una volta avevo scritto una poesia, bellissima, non l’ho mai fatta leggere a nessuno; un’altra volta avevo scritto una storiella un po’ creepy, abbastanza carina da ritenermi soddisfatto di quello che era venuto fuori. Forse ci sono stati altri testi scritti da me che ho apprezzato, ma i molteplici fallimenti spesso mi fanno pensare solo alle cose che non mi sono piaciute. Va be’, sono complessato, okay?
Comunque, sono a questa lezione di letteratura inglese e ho voglia di scrivere ma non so cosa scrivere. A voi è mai capitato di voler scrivere ma non sapere cosa scrivere? Non so neanche a chi mi sto rivolgendo, ma questi sono dettagli. Uso un ‘voi’ generico, non mi risponderà nessuno, ma amen, ho voglia di scrivere e questo è quello che scrivo.
Sto veramente abusando del verbo scrivere in questo documento di Word. Scrivere, scrivere, scrivere. Voglio SCRIVERE.
Mi piace il rumore delle mie dita sui tasti del PC, è quasi rilassante. Quasi.
Mi ricorda che ho tante cose utili da scrivere e invece sono qui a digitare parole senza senso come un coglione.


 


Nda
Questo testo è stato ispirato da una vera e propria lezione di lettertura inglese, mentre non volevo prendere appunti perché sono un'idiota, mentre un ragazzo seduto davanti a me si faceva davvero i cavoli suoi e somigliava davvero a Harry Potter.

Eris

 
   
 
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