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Autore: queenjane    07/10/2017    1 recensioni
Catherine Raulov cresce alla corte di Nicola II, ultimo zar di tutte le Russie, sua prediletta amica è Olga Nicolaevna Romanov, figlia dello zar. Nel 1904 giunge il tanto atteso erede al trono, Aleksej, durante la sanguinosa guerra che coinvolge la Russia contro il Giappone la sua nascita è un raggio di sole, una speranza. Dal primo capitolo " A sei settimane, cominciò a sanguinargli l’ombelico, il flusso continuò per ore e il sangue non coagulava.
Era la sua prima emorragia.
Era emofiliaco.
Il giorno avanti mi aveva sorriso per la prima volta."
Un tempo all'indietro, dolce amaro, uno spaccato dell'infanzia di Aleksej, con le sue sorelle.
Collegato alle storie "The Phoenix" e "I due Principi".
Preciso che le relazioni tra Catherine e lo zar e la famiglia Romanov sono una mia invenzione, uno strepitoso " what if".
Al primo capitolo splendida fan art di Cecile Balandier di Catherine.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Quando ripartirono, dalla visita al Quartier generale, lo Zar disse a sua figlia OLGA di guardare fuori dai finestrini del treno, che il paesaggio era molto interessante. Su una piccola altura boschiva, un giovane cavaliere in abiti scuri stava immobile in attesa. Quando udì il fischio del treno, il cavallo scattò come una freccia, al galoppo, spronato dai talloni piantati nel suo ventre, affondati  senza misura.
“Guardate, vuole fare una gara con la locomotiva”
“Che bravo, di sicuro è dei cosacchi, guardate come fila, ventre a terra..”
“ E tanto perderà”
Già, come no, rifletté la granduchessa, mentre un sorriso le fioriva sulle labbra, conosceva i suoi polli, pardon la  sua gallina, un volatile egocentrico e carismatico, come la definì poi .(GRAZIEEE!!)
“Andata.. che pretendeva quel matto..”
“Un coraggioso ussaro a cavallo, forse,  meno male che voi figlie mie non sapete cavalcare in quel modo, troppo irruento.”La zarina appoggiò il ricamo che stava facendo in grembo, era abilissima, come a sferruzzare e cucire, le sue creazioni erano sempre meravigliose, e sospirò “Comunque, non può certo  passare il treno..” Un paio di curve e poi ..
“Il cavaliere!! Ci ha superato…”
“E… Quanto corre, non è esausto ..”
Mormorii di meraviglia, che matto, che bravo.
E  lo stupore salì oltremisura, quando il cavallo rampò sulle zampe posteriori, muovendo quelle anteriori, che sferravano calci nell’aria,  in una sorta di saluto, come per magia, mentre il cavaliere si toglieva il cappello e lo sventolava in alto, con una sola mano reggeva le redini, lo faceva apparire un semplice gioco, invece era ben difficile, solo un cavallerizzo provetto poteva riuscirvi senza stramazzare a terra.
L’omaggio venne ripetuto due volte, peccato  non si vedessero i tratti del suo viso,anche se la distanza era molta, e, comunque,  portava, intorno al collo, una sciarpa azzurra  che ne occultava  i tratti fino a metà, si scorgeva solo che aveva i capelli scuri.
E sparì con un balzo.
E i suoi capelli scintillano di rosso sotto il sole, scintille di rubino, la mia Catherine, ora e per sempre.  
Il cavaliere, in punto di cronaca,  come abbiamo intuito, ero io, Catherine, che salutavo, a onore di verità avevo fatto le prove per vedere se riuscivamo nell’intento. Mi ero studiata quanto tempo veniva impiegato dal treno per l’effettuare i primi chilometri, andata in avanscoperta avevo verificato che era possibile e quello era quanto.  E Castore era un purosangue eccezionale, che rispondeva a ogni comando, amava correre e saltare, eravamo il vento ed io una egocentrica fino all’ultimo.
Un saluto affettuoso e teatrale.
Ciao, Olga, alla prossima. Soffiai un bacio nel vento, poi affondai il viso nel foulard, aveva il profumo di mia sorella.
Ciao, Catherine, alla prossima. Olga lo pensò tra sé, certa che LEI aveva fatto altrettanto, Sii libera, che te lo sei ben guadagnato. Purtroppo e mi conficco le unghie nelle mani..
Abbiamo solo vent’anni .. quasi ventuno, sulla schiena mille per esperienza.
Da un report di Cassiopeia 130  a sua Eccellenza il Principe Rostov-Rulov..”.abbiamo  fatto cantare un bolscevico in esilio, tale LP, di come la Germania voleva minare il potere offrendo aiuti e finanziamenti capillari ai bolscevichi, una rete capillare e clandestina, dopo il 1905 non si sono arresi.(..)comunque anonimi donatori  tedeschi hanno finanziato gli ospedali russi, LP, un idiota perso nel suo piacere, arrestato alla frontiera, così  confermando la fiducia accordata. Non sarà né l’ultimo né il primo (..) Va bene che Marx aveva origini ebraiche, ma non tutti gli ebrei sono bolscevichi, scusate il gioco di parole (..) Vi possono essere tranne che la religione ebraica nulla vi incastra, sono ATEI, alcuni sono di provenienza tedesca e francese e via così ”
E  varie altre, così fitte che Olga manco le ricordava. (non voleva, chiariamo), tranne che di uno scontro in vicolo, una rissa, che aveva dovuto uccidere per salvarsi, leggeva tra le righe, aveva indovinato chi fosse Cassiopeia 130 e perché suo padre tenesse quei dispacci sulla scrivania, copia di altre copie, nessuno avrebbe saputo dire quale fosse l’identità di quella spia, nessun nesso con una certa principessa, erano stati abili. E Olga sapeva che lo Zar non lo avrebbe detto a sua madre, sarebbe stata capacissima di dirlo a Rasputin, perché lui era un uomo di Dio, che ubriaco sparlava a destra e manca. E probabilmente Alessandra non ci avrebbe creduto, la avrebbe ritenuta troppo improbabile, anche per Catherine. Le donne nella Ocharana era una ristretta minoranza, lei era l’elite dell’elite. Purtroppo, che le cose erano andate troppo avanti e non poteva ritornare, tanto dipendeva da lei, un pezzo sullo scacchiere per molti altri..
Marzo 1916“ ..Eccellenza Serenissima, perdonate il crudo linguaggio che segue, tranne che ognuno si sarebbe sentito male a vedere quel che segue Il disertore P. era il capo di un gruppo di disertori che mettevano a ferro e fuoco un certo settore del fronte orientale, scappando a nascondersi nelle retrovie tedesche dopo un saccheggio. (..) Ci siamo avvicinati sui nostri cavalli, quando l’odore ci ha travolti (..)Il villaggio non l’ha seguito nelle sue scorribande, hanno impiccato i monaci alle corde delle campane,capovolto il crocifisso, chiuso i sopravissuti nelle case, dando poi fuoco, dopo il saccheggio e lo stupro sono arsi vivi, l’odore era quello di un rogo.  Buttando poi il sale nei campi, affinchè non cresca poi l’erba per decenni. Già  che c’erano hanno stuprato ANCHE  una donna incinta e poi le hanno squarciato il ventre, è spirata tra le mie braccia (..)Due vedette sono state mandate in avanscoperta, tranne che è stata presa una decisione unanime, ovvero seppellire i morti, non rientrava tra gli ordini, ma era dovuto, Eccellenza, come atto di misericordia, noi siamo soldati dello ZAR, non mercenari, poi è giunta la soffiata decisiva”
“.. Vi è stata una imboscata, inopinata, io e F. ci siamo frammentati e dispersi. Lui ha dovuto uccidere uno dei disertori, lottando corpo a corpo, si è slogato la caviglia, salvo poi resistere e coprirmi, che se P. fuggiva eravamo punto e a capo. (..) Lo ho preso, mi scoccia riferire come lottando abbia rimediato una ferita sull’avambraccio destro, uno spostamento minimo  avrebbe comportato la recisione dell’arteria radiale di chi scrive, con probabile decesso, che non vi erano medici nei dintorni.. Attualmente non sento da sinistra per le pallottole che mi sono esplose vicine al cranio, perdonate l’ironia se ho evitato l’incontro”
Maggio 1916, “Eccellenza  Serenissima, vi scriviamo per segnalare come alcuni soldati fuori da una osteria alle 10 di mattina insultavano pesantemente la ZARINA, dandole della Nemka Bliad in quel di Mogilev. Abbiamo provveduto a segnalare a chi di competenza  (..) Ci spiace rilevare come il nome della Zarina sia accostato a quello di Rasputin, che, senza esagerare è certo un dissoluto, un libertino e un fornicatore, i suoi scandali sono ben noti, nessuno capisce la sua vicinanza alla Famiglia Imperiale e questo reca grave nocumento..”
“Segue annotazione, scusate la scrittura dobbiamo aggiungere come abbiano detto che lo Zarevic era deforme, epilettico e ritardato, le solite voci, ripetute al momento dell’arresto dei sobillatori, che circolano da anni, (..) Ho le nocche gonfie, che li ho picchiati, quindi scriviamo veramente male e tutto possiamo dire dello Zarevic ma non quanto sopra (,,) Perdonate l’eccesso ma converrete che chi insulta lo Zarevic insulta il trono stesso, lussi non concessi nella attuale situazione e nemmeno prima”
Da un annotazione di tale S. S:, che lo Zar aveva sottolineato “ C. è eccezionale, come già rilevato in altre sedi, pure a questo giro non ha conosciuto requie. C. e F. si sono trovati nel mezzo. (..) F. ha lottato corpo a corpo, coprendo C. che avanzava, non si sa come abbia schivato le pallottole (..) Era oltre i limiti, persone così fanno la differenza. Il suo coraggio ha dell’inenarrabile, non si lamenta di nulla, anche se abbiamo passato giornate a cavallo, mangiando ben poco, senza comodità od altro, è il primo elemento a ridere e scherzare, cercando di tenere allegri”
E tutti gli ulteriori rapporti concordavano, Cassiopeia 130 diceva sempre e solo la verità non esagerava i suoi meriti, semmai li ironizzava,  nessuno lo definiva maschio o femmina, era Cassiopeia dalle cento battaglie, il lupo, la tempesta. Eccezionale, che spesso dava sui nervi. Era lei, che emergeva. E qui non entravano le ascendenze, il coraggio di nascita, era lei, che si era guadagnata sul campo i gradi della sua libertà, banale ma vero, il dragone delle sue storie, amata e lontana, la sua principessa.

Simpatica come un pugno nei denti, insostituibile, piena di grazia e antiche paure, che non mollava mai.

Intrepida. Coraggiosa. Melodrammatica. Innamorata, ironica e egocentrica, stupida combina guai, mia principessa militante. Amavi Ulisse e ora sei Achille, terrore dei nemici.  
   
 
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