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Autore: ArwenDurin    08/10/2017    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se in Fromage (1x08) al posto di Alana, ci fosse stato Hannibal con Will di fronte a quel camino e quel muro spaccato?
Ecco la mia versione
"E fu quella sensazione di essere capito e non giudicato, fu quello sguardo fermo che gli rivolgeva senza giudizi, che in un battito di ciglia come un sospiro nel tempo, Will fu cosciente per compiere l'azione ma non abbastanza per pensare a cosa stesse facendo."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se vi interessa, il titolo del racconto viene da questo brano, gli IAMX, band che apprezzo e che trovo molto Hannigram.

Che forma aveva l'abisso? Se l'era spesso chiesto se potesse averne una, oltre l'oscurità che inghiotte da sotto un letto o in un buco profondo. Abisso che tutto ingurgita e tutto divora, e può nascere perfino dentro te stesso. Will si chiese che voragine stesse guardando in quel momento, se del proprio essere o di qualcun'altro, e se quel tornado nero fosse anche riflesso negli occhi del suo cervo e potesse portarlo altrove in un'altro mondo magari...
«Will.»
Quando una voce lo risvegliò dai suoi profondi pensieri, e si trovò a fissare il buco sopra il camino che esso stesso aveva procurato, solo un buco e nulla di più. Si voltò verso la voce, e assunse un'aria confusa nel trovare Hannibal di fianco a sé e per un istante pensò che era colui che abitava nella sua mente. Ma pian piano ricordò che l'aveva chiamato egli stesso, e che gli aveva raccontato l'accaduto.
«Non c'è nulla qui, forse è fuggito per la canna fumaria qualunque cosa fosse.» continuò l'altro spostando di nuovo lo sguardo al muro sopra il camino e Will sospirò, era sicuro di aver udito un rumore dall'interno simile ad un animale che batteva. Era martellante come quello che aveva nella sua mente, e così aveva spaccato il muro, ma era chiaro che non c'era stato nulla lì ma solo nella sua testa.
Si avvicinò al camino, sfiorando i contorni di quel buco.
«Il mio cervello fa strani scherzi, ultimamente.» rispose ad Hannibal con un sorriso tirato, era percepibile quanto fosse nervoso, si sentiva solo sprofondare in quell'oscurità e si chiese che cosa gli stesse succedendo: una malattia mentale? L'avrebbero chiuso nel Bartolomew state  Hospital e non sarebbe più uscito, come i suoi peggiori incubi? Jack lo sarebbe venuto a trovare? E Hannibal?
Quest'ultimo si era intanto avvicinato a lui e con un lieve contatto aveva risvegliato i suoi sensi, visto che gli aveva preso la mano.
«Will, che cos'è accaduto?» Will lo guardò negli occhi ambrati per qualche secondo. Gli piaceva quel contatto e non si chiese il perché, semplicemente lo godette e poi portò lo sguardo nella direzione della sua mano stretta in quella di Hannibal e capì la domanda. Notò che era sporca di sangue, e guardò quelle macchie ed abrasioni concentrate specialmente sulle nocche con fare assente, come se non fossero sue e per la verità non aveva la più pallida idea di come se le fosse procurate.
Hannibal disse qualcos'altro ma Will lo sentì a malapena e carpì solo la frase che non proveniva da un possibile pugno che poteva aver dato sul muro del camino, poiché non c'erano abbastanza schizzi di sangue. Il resto non lo capì perché era di nuovo annegato nelle onde dei suoi pensieri, risucchiato e portato nella loro profondità.
Si voltò verso la bocca nera di uno strapiombo dinnanzi a lui, e vide degli occhi gialli fissarlo, che divennero quattro e sempre più, la testa gli girava ed un uragano di emozioni lo sovrastava: stava cadendo e nessuno poteva salvarlo.
Era solo in quell'oscurità? Era un illusione tutto il resto?
«Will, resta con me, non sei solo nell'oscurità, sono accanto a te. Non andartene di nuovo.» di nuovo quella voce vellutata, quel tono dolce che lo salvava da se stesso, capì che la domanda che aveva formulato nella sua testa l'aveva anche esposta, visto la risposta dello psichiatra. Il suo sguardo riemerse dalle onde e rivide Hannibal che lo fissava con insistenza, come volesse entrare nei suoi pensieri e probabilmente in parte, poteva farlo.
E fu quella sensazione di essere capito e non giudicato, fu quello sguardo fermo che gli rivolgeva senza giudizi, che in un battito di ciglia come un sospiro nel tempo, Will si avvicinò a lui. Era cosciente per compiere l'azione ma non abbastanza per pensare a cosa stesse facendo.
Fissò i suoi occhi in quelli ambrati dell'altro, dei riflessi d'oro brillavano in essi dal fuoco del camino, e quella luce illuminava il suo volto rendendolo quasi divino.
Sì, Will pensava spesso che Hannibal fosse divino nel dormiveglia almeno, e in quel momento pareva avvolto in un sogno quando le sue mani si poggiarono sulle spalle dell'altro e lentamente, poggiò le labbra sulle sue.
Un bacio lento e suadente che poi assunse delle tinte di desiderio, poiché Hannibal lo avvinghiò a sé fino a toglierli il respiro. Will si sentì stretto in una morsa insopprimibile, le emozioni lo sovrastavano girando dentro di lui dal suono secco e vivo di una melodia che non aveva mai udito. Dentro di sé sentiva un tornando sconquassargli le membra ma non voleva essere lasciato, aveva paura di perdersi ancora nell'immenso circolo dei suoi pensieri o di quella pazzia che pareva crescere dentro di lui. Non aveva sicurezze, e l'unica salda roccia e suo remo nella tempesta, era Hannibal e così Will si aggrappava a lui, stringendo le sue spalle ed si abbandonava a quel bacio che pareva non avere mai fine. Graham si concentrò sulle loro labbra che si esploravano, sfioravano e bramavano e sulle sensazioni che da esso derivavano, non pensando a null'altro. La sua mente parve annebbiare tutto il resto, le preoccupazioni o le paure si assottigliavano e c'erano solo lui ed Hannibal, uniti in quel vortice di passione.
Improvvisamente e con la stessa lentezza con cui era iniziato il tutto, Will si staccò dall'altro e il mal di testa era svanito ma solo in quell'istante, incontrando gli occhi di Hannibal fattosi più scuri, si rese conto di che cosa aveva fatto.
Scosse il capo ridendo nervosamente, strinse i pugni tremando da capo a piedi e si distanziò ancora di più da Hannibal.
«Adesso penserai ufficialmente che sono pazzo.» esordì con tono duro verso se stesso e su quel bacio che non doveva esistere.
«Non penserei mai questo di te, tu sei unico.»
Sapeva cosa Hannibal stesse cercando di fare, ovvero mettergli sicurezza e non farlo sentire in colpa ma non funzionò. Infatti quando chiamò il suo nome, Will continuò imperterrito come una marea in tormenta; lui non poteva fermare le parole che sostituivano l'imbarazzo e il cuore che tamburellava nel suo petto.
Non voleva sentire più nulla.
«Io...penso che l'ho fatto per equilibrio sì, avevo bisogno di stabilità questo è l'intrinseco significato del mio gesto. È ciò che diresti vero, Hannibal?» a quel punto lo guardò e qualcosa negli occhi dell'altro si spense, non capì Will che cosa fosse, vide soltanto i suoi occhi cambiare colore come se le fiamme del camino avessero fatto lo stesso.
«Cercare un appiglio d'equilibrio per il caos della tua mente... sì sarebbe l'opinione comune.» anche il suo tono era diverso, atono ma Will non si chiese perché e nemmeno poiché troppo confuso da se stesso, come mai Hannibal avesse ricambiato quel bacio con tanta bramosia.
A falcate Lecter si avvicinò a lui afferrandolo per le spalle, e Will si rese conto di stare ancora tremando.
«Will.» non disse altro ma avvertì che cosa volesse dirgli, e come le mani sulle sue spalle erano confortanti e pronte a calmarlo. Graham non osò guardarlo e si lasciò trasportare dove Hannibal credeva fosse meglio, si fidava del suo remo, e presto raggiungono la sua poltrona appoggiata alla parete, dove lo fa sedere. Incontrò gli occhi dei suoi cani che lo fissavano fedeli e soprattutto Winston con affetto, mentre Hannibal si allontanava.
Will rimase lì a fissare gli occhi in quelli del suo cane, distogliendo lo sguardo solo quando lo psichiatra tornò nella stanza con attrezzature mediche: una garza e un disinfettante.
Non gli disse una parola e si limitò a inginocchiarsi di fianco a lui, Will sapeva perché e gli porse le mani che Hannibal si apprestò a curare. Il disinfettante bruciò ma l'empatico non si mosse e la garza presto e con un'innata delicatezza, avvolse le sue ferite.
Di nuovo Will sentì quel contatto fino alle sue viscere, provando piacere per esso e fissando la garza con il suo movimento sinuoso, tra le pieghe di essa ricordò che cosa gli fosse capitato.
Si era ritrovato per strada, a camminare sulla linea retta a notte fonda e quando si era reso conto di ciò, di essere nuovamente sonnambulo aveva avuto paura e si sa, si mascherata spesso con la rabbia. Essa l'aveva sopraggiunto, indomabile come fosse una bestia. Will l'avrebbe scagliata su un tizio che vide al bar proferire commenti omofobi e volgari, ma si trattenne e dietro le porte di esso e cominciò a prendere a pugni il muro, violentemente e con tutto il fuoco che sentiva dentro. Quel muro si tinse di rosso così come le sue mani.
Non ricordò altri dettagli, e non sapeva nemmeno come fosse giunto di nuovo a casa, a piedi probabilmente come quando si era svegliato.
«Ho rammentato cosa mi è accaduto, era solo un muro...non ho fatto del male a nessuno se la cosa può confortarti.» aveva poi esclamato, mettendo Hannibal al corrente.
«Will, avevo già escluso questa possibilità, temevo per il tuo benessere ed è questo per me fondamentale. Mi importa soltanto di te.» così aveva risposto con un tono basso, prima di lasciare le sue mani visto che aveva finito la sua medicazione.
Will sentì un senso di vuoto avvolgerlo appena le loro mani non furono più a contatto, e in quel momento che la lucidità parve tornatagli si chiese da dove partiva tutto ciò.
 
«Desidero farti una tisana, hai bisogno di calmarti.» annunciò poi lo psichiatra mentre si rizzava e si diresse in cucina, i cani lo salutarono con il loro abbaio e Will sorrise leggermente.
«In alto nello scaffale a destra.» Will gli indicò dove potesse trovarne qualche bustina se ve ne era, ed Hannibal si protese per qualche istante in cerca di qualcosa di a quanto pare di molto raro.
«Vedo che non è tra le tue bevande preferite.» esclamò poi, e lo fece ridere quel commento, e come un nervo che si appiana dopo un massaggio, la loro tensione si spianò in quel momento perché anche Hannibal sorrise.
«Ma...» gli mostrò una bustina, l'unica superstite probabilmente e Will sorrise di nuovo.
Era normale provare attrazione per il proprio psichiatra, pensò con il sorriso ancora sulle labbra, era molto frequente il transfert come si diceva in gergo, ma Will aveva superato quella linea.
E confermò la sua tesi quando con espressione seria e con la testa reclinata di lato osservò lo psichiatra, in che modo scorse lo sguardo sulle sue mani e sul suo volto, cogliendo ogni piccolo particolare e studiandone ogni sfumatura.
Gli piacevano i suoi zigomi alti, quegli occhi dall'essenza dell'oro e quel viso scolpito da Dio norreno...lo trovava attraente, e la sensazione nel suo stomaco confermò tale affermazione.
Will non aveva mai pensato di baciarlo questo no, ma spesso aveva desiderato più contatto con lui per quanto Hannibal ci andasse piano su questo punto, ogni tanto vi era una stretta alla spalla ma nulla di più...ma pensò fosse connesso al transfert non che provasse qualcosa per lui. Aveva anche accantonato i sogni che con il suddetto faceva dove lo abbracciava o prendendo tinte più piccanti, erano anche erotici. Graham li aveva scartati associandolo non al significato che poteva sembrare ma bensì a quello psicologico: ovvero che probabilmente voleva assorbire dei lati di Hannibal ed era in effetti vero. La sua calma o la sua grazia erano qualcosa che anche lui voleva possedere.
Ma quando lo osservò in quel modo, come fosse un'opera d'arte di cui voleva conoscerne tutte le sfumature e colori, e quando il suo sguardo ricadde sulle sue labbra di cui ora conosceva il sapore, e che Will rammentò nel leccarsele, capì che c'era dell'altro: attrazione, appunto.
Un desiderio sconosciuto, nascosto alla luce del giorno ma familiare dentro il suo cuore lo invase e sentì quell'organo che si strinse, come se battesse per la prima volta...si sentì davvero vivo. Provò qualcosa di reale, e di vero così tanto che poteva toccarlo, potendo sentire un suono dolce e sfumato.
E lì al centro delle sue emozioni più profonde, poté vedere il suo cuore pulsare.
Si vergognò di tale sensazione, poiché fu chiaro che non era per trovare l'equilibrio che l'aveva baciato, non era mai stato per questo.
 
Hannibal intanto, tornò nel suo campo visivo porgendogli la tazza di tisana fumante, Will sporse la mano per afferrarla e nel farlo, le loro dita involontariamente si toccarono. Graham sentì il sangue pulsargli forte nelle vene mentre il cuore batteva nelle sue orecchie fortemente, questo solo per un contatto involontario... deglutì quando incontrò lo sguardo dello psichiatra per poi guardare altrove. I suoi occhi ricaddero nelle fiamme del camino che voraci si innalzavano e brillavano in essi, sentiva lo sguardo di Hannibal su di sé, lo stava studiando era chiaro e quando Will gli rivolse lo guardò sorrise appena.
«Sto meglio ora, grazie.» non seppe perché mentre bevve un sorso della bevanda, disse ciò se in reale convinzione che stesse meglio o per convincere Hannibal, semplicemente parlò e in quel momento guardando i suoi occhi che lo fissavano intensamente, li scorse divertiti.
Tra loro due non vi erano mai stati dialoghi banali, infatti la frase di Will fu solo un'esclamazione che si spense come una fiamma debole e le loro parti si invertirono poiché lo psichiatra si mise ad osservare il fuoco mentre Will guardava lui.
 
Hannibal non mostrava emozioni come sempre, ma poté sentirle che scorrevano nella sue pelle e sotto di essa sussurrandogli l'entità di quali fossero, come se appartenessero a lui.
Lo psichiatra aveva domande razionali e altre più legate alla sfera delle emozioni, desiderava riflettere, motivo per cui Will si convinse che se ne sarebbe andato perché sapeva che aveva bisogno di stare da solo in quel frangente, e forse lo voleva anche Graham. Ma non sentì imbarazzo o particolari emozioni da parte di Hannibal, e Will non si sorprese più di tanto perché stava cominciando a capire quanto lo psichiatra poco si preoccupasse.
Non sapeva se di quel bacio avrebbero più riparlato, se lo psichiatra lo avesse nominato o provato a capirne la ragione o sarebbe stato accantonato in un angolo del palazzo della memoria che non avrebbero più esplorato, non insieme almeno.
Winston si avvicinò a loro ed Hannibal si chinò per accarezzargli il pelo, poi avvicinò il suo muso contento al viso.
«Prenditi cura del tuo padrone prode Winston, e la prossima volta ti porterò un premio degno.» il cane parve capirlo e scodinzolò felice e Will osservando quella scena con un sorriso sincero sulle labbra, sentì l'odore di familiarità, come se quello fosse il suo quotidiano ed Hannibal vivesse lì con lui.
Era un odore di legno misto al camino acceso, buono ed elegante perfino come il dopobarba che Hannibal portava e che Will aveva potuto sentire per davvero quando gli era stato così vicino.
L'aspetto era così calmo e idilliaco, come un'immagine indelebile nel tempo.
Quando Winston si allontanò, Hannibal guardò Will con dell'affetto presente nelle sue iridi scure.
«Mi dispiace Will, ma...»
«Adesso devi andare.» lo interruppe, mentre Hannibal gli fece un cenno d'assenso con il capo, Will poggiò la tazza sul bracciolo in improvvisa agitazione.
L'empatico avrebbe voluto chiedergli se sarebbe cambiato qualcosa, o se non sarebbe cambiato nulla e altre domande che non ebbe nemmeno il tempo di pensare, perché lo psichiatra gli posò una mano sulle sue in un tocco caldo, delicato e ricco di parole.
I loro occhi erano incollati gli uni negli altri e non si staccarono nemmeno quando Hannibal portò quella stessa mano al suo viso, lasciandogli una carezza.
«Desidero che tu sappia che ci sarò per te, e se ti sentirai di nuovo disperso nelle nebbie dei tuoi pensieri o confuso da ciò che sei, io sarò qui.»
Non c'era bisogno di constatare se fosse sincero o meno: quel tono velato di dolcezza, come lo sguardo fisso nel suo, erano indicatori chiari e sapeva che non gli stava parlando solo come suo psichiatra...ma come presenza. La carezza che accompagnò l'esclamazione di Hannibal fu come un sigillo dove vi era un'aggiunta, una parola: sempre.
Will la colse per quanto l'altro non la disse e quando lo psichiatra si alzò, prendendo il suo cappotto scuro e indossandolo con innata eleganza, Will non poté fare a meno di sussurrare il suo nome.
Lo psichiatra di tutta risposta lo guardò bloccandosi per un istante, attese qualcosa ma Will non sapeva cosa dargli, conosceva soltanto la sostanza come di un sussurro al cuore, e il tatto di labbra calde che si accarezzavano, ma Graham non si mosse. Così Hannibal si diresse alla porta, e salutandolo uscì.
E solo quando sentì il rombo della sua macchina avviarsi, in Will scattò una domanda che avvolto dalla presenza di Lecter non era riuscito a pensare, come se fosse  stato risucchiato in un incantesimo.
Perché Hannibal aveva ricambiato quel bacio? Non aveva motivo di farlo.
Assecondare il suo paziente? Lo escludeva, forse per curiosità? Oppure...
Il cervo suo familiare "compagno", apparve dinnanzi a lui e dentro i suoi occhi luccicanti Graham lesse la risposta che l'animale confermò con un cenno della testa, prima di scomparire con un battito di ciglia da parte dell'empatico.
Will sentì di nuovo una sensazione di calore al suo petto mentre si alzò dirigendosi alla finestra, e guardò la macchina di Hannibal allontanarsi dalla sua proprietà con il dubbio a martellargli le tempie ma anche un'ombra di un sorriso disegnato sul volto.


Angolo autrice: 
Ciao a tutti :) ebbene sì, dalla domanda cosa sarebbe successo se Will avesse chiamato Hannibal in quel pezzo? Ci scappa il bacio comunque XD
Ho fatto ciò perché essendo Will abbastanza "perso" in quel frangente può lasciarsi andare a quel bacio, che poi scopre di volere davvero ed è un buon punto per far capire a Will quello che prova per Hannibal per davvero.
La scena reale dove Will bacia Alana -.- (notare l'entusiasmo XD) non mi piace ma so perché Bryan lo ha messo ovvero il motivo d'equilibrio come disse Hannibal e null'altro, come so perché Will poi non insiste con Alana ulteriormente, ho fatto una riflessione su
twitter su questo punto se a qualcuno interessa 
 
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà ^_^ sono davvero importanti per me i vostri pareri
Un saluto Fannibals!


 
   
 
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