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Autore: little_psycho    08/10/2017    3 recensioni
Spoiler per chi non ha letto Lord of Shadow
Centric!Ty

"Riesci a sentirmi Livvy?
Sei vicino a me Livvy?
Hai sentito l’ultima notizia Livvy?
Sei morta Livvy."
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Livia Blackthorn, Tiberius Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Sound of Silence               
 
 
 
Urlavano tutti.
Perché lo stavano facendo?
Ty avrebbe tanto voluto avere le cuffie con sé. Per allontanare quel rumore che gli stava mandando il sangue al cervello, per riordinare i pensieri confusi che vagavano per la testa, per riuscire finalmente ad avere un solo suono nelle orecchie.
Uno solo.
Stavano disturbando il suono del silenzio.
Mentre chiudeva gli occhi per scacciare le grida sempre più insistenti i della Coorte – li avrebbe voluti uccidere, quei fanatici, quelli che predicavano la purezza dei Nephilim, quando l’unica cosa marcia lì dentro erano proprio loro –, scorse il balenio argentato della Spada Mortale e una distesa di rosso che sporcava il palco.
Chi era ferito?
Che avevano fatto ad Annabel?
Riaprì gli occhi, sperando di essersi immaginato tutto, che nessuno avesse fatto del male ad Annabel, che fosse stato solo un gioco di luce.
La realtà gli mozzò il fiato in gola.
Le grida di Julian superavano quelle di tutti gli altri. Perché era il più vicino, o perché era il più disperato, questo Ty non avrebbe saputo dirlo con certezza.
Suo fratello era una macchia nera indefinita che correva verso un Robert Lightwood riverso per terra, con una mano premuta allo stomaco da cui uscivano fiotti di sangue scuro.
Subito dopo Emma iniziò a correre  verso il palco, con la treccia bionda che sferzava l’aria e Cortana pronta per essere sguainata.
Lui rimane immobile, cercando di calmarsi, di respirare.
Si strinse convulsamente la mano intorno al polso dell’altra, cercando un contatto, una pressione che lo facesse rimanere ancorato al mondo di cicatrici e morte che era quella realtà.
Le dita della mano libera disegnavano cerchi concentrici sulla tasca della giacca. Il tessuto era morbido e caldo al tatto e quel movimento continuo lo calmava.
Le spalle si rilassarono impercettibilmente.
Una figura che gli era familiare nella stessa maniera in cui lo erano la sua stanza e le sue cuffie lo fece girare di scatto, mandandogli tutti i sensi in allerta.
Livvy era armata, lo capiva anche da quella distanza.
La calca  aumentava, quanto tempo prima si era mossa per essere arrivata lì?
E perché diavolo non se n’era accorto?
Mentre spintonava un ragazzo moro con un orecchino luccicante sul lobo destro, la cercava freneticamente con lo sguardo.
Ma dov’era?
Riuscì a vedere Cortana che spezzava la Spada Mortale, un fluido nero e vischioso che usciva dai frammenti appuntiti dell’elsa di quest’ultima.
L’uomo di fianco a lui emise un gemito incredulo, ma a lui non importava.
Anche gli altri sembravano presi  alla sprovvista, e questo gli diede il tempo di sgusciare dalla calca, per andare più avanti, verso Livia.
Era sempre più vicino, così vicino da sentire l’odore ferroso del sangue dell’Inquisitore.
Così vicino da sentire i sussurri di Julian che cercava di calmare Annabel, che da quel momento in poi sarebbe stata un’assassina, se Robert non fosse sopravvissuto.
Così vicino da sentire Emma incitare Julian a colpire la sua antenata e non a parlarci.
Così vicino a sentire la spada corta di Livia fendere l’aria per atterrare con grazie nelle mani di suo fratello maggiore.
Ma così maledettamente lontano quando la Signora della Mezzanotte trafisse, con uno spuntone rimasto attaccato all’elsa di Maellartach, Livvy.
La sua gemella.
La sua metà.
L’altro lato della luna che erano loro due.
Non sarebbero più stati parabatai.
Lei gliel’aveva chiesto tantissime volte e lui rispondeva sempre con un netto e deciso “No”.
Solo perché voleva diventare un  Centaurione.
Per i suoi desideri egoistici non aveva realizzato un suo sogno.
Era così vicino che quando Livvy emise un suono – l’ultimo di tutta la sua vita – riuscì quasi a sentirlo.
«Ty? Ty, io…»
Era così lontano da lei.
E non era questione di centimetri, metri, chilometri, o distese infinite di oceani.
Quelle distanze avrebbe potuto colmarle.
Ma non quella.
Riesci a sentirmi Livvy?
Sei vicino a me Livvy?
Hai sentito l’ultima notizia Livvy?
Sei morta Livvy.
Prima, non sapeva di preciso quanto – potevano essere stati minuti, secondi, ore, secoli – aveva desiderato poter sentire solo un unico suono. Aveva desiderato che gli altri smettessero di urlare.
Eccolo lì, l’unico suono che sentiva.
L’unico suono di cui gli importava.
Lei che lo chiamava.
Il suono del silenzio sarebbe stato quello. Dal quel momento fino alla fine dei suoi giorni. 
«Ty? Ty, io…»
Non avrebbe mai finito quella frase. Le sue ultime parole sulla Terra lasciate incomplete.
«Ty? Ty, io…»
Ma Livvy non sarebbe più tornata indietro per finirle.
«Ty? Ty, io…»
Ormai quelle parole si erano perse nell’aria, era volate lontano, e lui non sapeva come riafferrarle.
«Ty? Ty, io…»
Ma le sentiva ancora, una litania continua e incessante, che non voleva avere fine.
«Ty? Ty, io…»
La più dolorosa delle torture.
«Ty? Ty, io…»
Livvy che lo chiamava, e lui troppo lontano per raggiungerla.
«Ty? Ty, io…»
Era stato lui, l’ultima persona invocata da Livvy.
«Ty? Ty, io…»
Non Julian, che era stato un padre per loro.
«Ty? Ty, io…»
 Non Mark ed Helen, fratelli persi e finalmente ritrovati.
«Ty? Ty, io…»
 Non i loro genitori, andati senza nemmeno un addio.
«Ty? Ty, io…»
Ma lui.
«Ty? Ty, io…»
Si portò le mani al cuore, stringendole. Proprio in quel punto – in un altro tempo, in un altro mondo – una runa Parabatai sarebbe stata tracciata da Livvy.
Mentre lei l’avrebbe avuta fra le scapole, nel punto in cui agli angeli crescono le ali.
E l’avrebbe tracciata lui, ovviamente.
Mentre scivolava per terra, troppo stanco per reggersi ancora in piedi, ricordò quando Livvy si vantava di essere la più grande fra i due.
Di pochi minuti, ribatteva un lui stizzito di circa sei anni.
Ma Livvy non sarebbe mia più stata la maggiore.
Lei sarebbe stata in eterno una quindicenne congelata dalla morte, mentre lui sarebbe cresciuto.
E sarebbe stato più grande di lei – di secondi, di minuti, di ore e di anni.
Faceva male, faceva male capirlo.
 Accettarlo.
Il suono del silenzio – il suono che sarebbe stato la colonna sonora dei suoi pensieri per sempre –ritornò nelle sue orecchie.
«Ty? Ty, io…»
Si accasciò a terra, il freddo marmo contro la guancia.
L’orologio d’oro rintoccò l’ora.
Le porte del Paradiso si stavano aprendo per lei.
 

 
 
Notes
Salve!
Era da tantissimo tempo che non scrivevo sul fandom di Shadowhunters!
Ho appena finito di leggere Lord of Shadow, e la storia mi è venuta di getto. Il finale mi ha davvero traumatizzata, e dato che è dal punto di vista di Emma, ho deciso di provare a scrivere cosa avrebbe potuto provare Ty.
Tiberius è in assoluto il mio personaggio preferito di TDA, perché è interessantissimo sapere come si relazionano i Nephilim con delicati problemi come l’autismo.
Non benissimo, a quanto pare.
Avrei voluto mettere anche un accenno alla coppia TyXKit – non ho idea del nome della ship!
Ma Kit durante il corso degli eventi era nella stanza dove si trovavano Alec, Magnus e Kieran, quindi non avevo idea di come farlo spuntare fuori.
Riguardo le citazioni sparse qua e là per lo sfogo personale la storia:
  • “Riesci a sentirmi? Sei vicino a me?”   Sono due frasi prese tratte dalla canzone “Helena” dei My Chemical Romance.
 
  • Hai sentito l’ultima notizia? Sei morta.”   Citazione presa dalla canzone “Dead!”, sempre dei My Chemical Romance. La frase originariamente diceva “Have you heard the news than you’re dead?” L’ho leggermente cambiata, ma fondamentalmente è quella.
 
  • “The Sound of Silence”  Questo è il titolo della canzone che fa da colonna sonora del film “Il laureato”.
 
  • “Le porte del Paradiso si stavano aprendo per lei.”  Livvy nel libro dice che ogni volta che l’orologio della Sala del Consiglio rintocca l’ora, per un secondo si aprono le porte del Paradiso.
 
Ultima cosa: nel libro Livvy dice di essere più grande di Ty di pochi minuti. Quindi no, non è frutto della mia malata immaginazione!
 
Mi farebbe davvero sapere cosa ne pensate!
Alla prossima
little_psycho
 

 
 
   
 
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