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Autore: Miss Kon    08/10/2017    4 recensioni
“Quello che si era appena lasciata alle spalle, per Karin, era stato un San Valentino che definire catastrofico era riduttivo. A parte la quantità assurda di freddo che quell’inverno stava regalando al Giappone -freddo che lei detestava ma che si era comunque dovuta sorbire, in attesa di poter regalare il cioccolato all’oggetto delle sue attenzioni-, la giovane Uzumaki si era vista, pure, rifiutata nella maniera più totale da Sasuke, il ragazzo a cui stava dietro da praticamente una vita.
Oltretutto, al dolore del rifiuto, c’era da aggiungere l’assurdità vedere uno dei migliori - e più carini- partiti, che lei conosceva, accasato con quella patata di Sakura. Insomma oltre al danno la beffa.
KarinxSuigetsu, because SuiKa is the way
[Storia classificatasi 2° (A parimerito) al contest "The crack- The ship - The canon! Get ready!" indetto da missredlights sul forum di EFP]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Suigetsu | Coppie: Karin/Suigetsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Di cuori interi e di cuori sciolti.
 
Quello che si era appena lasciata alle spalle, per Karin, era stato un San Valentino che definire catastrofico era riduttivo. A parte la quantità assurda di freddo che quell’inverno stava regalando al Giappone -freddo che lei detestava ma che si era comunque dovuta sorbire, in attesa di poter regalare il cioccolato all’oggetto delle sue attenzioni-,  la giovane Uzumaki si era vista, pure, rifiutata nella maniera più totale da Sasuke, il ragazzo a cui stava dietro da praticamente una vita.
Oltretutto, al dolore del rifiuto, c’era da aggiungere l’assurdità vedere uno dei migliori - e più carini- partiti, che lei conosceva, accasato con quella patata di Sakura. Insomma oltre al danno la beffa.
A ripensarci una leggera fitta la colse, rabbuiandole il volto, mentre una sensazione di amarezza le invadeva il palato, mista a uno sgradevole sapore di acido.
Fu sentire il fruscio delle coperte che la ridestò dal suo flusso di pensieri, regalandole di nuovo la sua solita espressione imbronciata.
Si sistemò meglio sulla sedia, incrociando le gambe e le braccia, cercando di darsi un tono di autorità, per quanto autoritaria potesse sembrare una persona con i capelli spettinati e con indosso la sola biancheria intima.
Il ragazzo emerse dalle coperte, dopo ancora qualche attimo, sbadigliando sonoramente.
“’Giorno” mugugnò alla direzione della ragazza, stropicciandosi gli occhi.
Karin sentì una fitta di fastidio, possibile che quello avesse sempre una faccia così da culo da non scomporsi quasi per nulla?
Lo trucidò con lo sguardo, cercando di raggruppare i pensieri e detestandolo per essere la sola così a disagio, mentre lui ignaro -o forse ignorandola volutamente-, sbadigliava di nuovo, e si guardava attorno alla ricerca di qualcosa.
“Quello che è successo è stato un errore” esordì  in fine, dopo aver racimolato abbastanza forze da poter parere ferma e impassibile, mentre il ragazzo sgusciava fuori da sotto le coperte e recuperava i propri boxer. Suigetsu, a quelle parole alzò la testa e la sbirciò da sopra la spalla, Karin stava seduta rigida sulla sedia, gambe incrociate e quel solito broncio a piegarle le labbra. Distrattamente si chiese se l’avesse mai vista sorridere almeno una volta in tutti gli anni che si conoscevano.
“É stato solo perché era un brutto periodo” rincarò, quasi si sentisse in dovere di giustificarsi in qualche modo.
Lui la scrutò per un lungo attimo, con quella sua solita espressione curiosa, senza sembrare particolarmente preoccupato da alcunché. Di contro la rossa sembrava star seduta sui carboni ardenti, per quanto stesse cercando di darsi una sorta di -rigido- contegno.
Alla fine Suigetsu fece un sorrisetto, di quelli che sembrano a metà tra un sorriso e un ghigno, e parlò.
 “Non hai freddo a stare in mutande?”
Il volto dell’Uzumaki s’infiammò, prendendo svariate sfumature di rosso, dal più chiaro al più scuro, mentre a disagio si agitava sulla sedia.
“C-che centra?!” berciò, sistemandosi meglio gli occhiali “Mi hai ascoltata?”
“Ah-ha” replicò il ragazzo, rimettendosi i boxer, per poi sedersi di nuovo sul letto, questa volta guardando direttamente la ragazza, e ghignare.
Karin se possibile si sentì ulteriormente a disagio, mentre si rendeva conto che il ragazzo aveva lanciato un’occhiata ai segni dei morsi che le aveva lasciato sul collo. Cercò di scacciare l’imbarazzo concentrandosi come sempre sul fastidio che provava di fronte alla strafottenza di Suigetsu, in fondo detestarlo era la cosa che le riusciva meglio, no? 
Ma proprio mentre Karin era impegnata a controbilanciare l’imbarazzo che la stava pervadendo la voce di Suigetsu, divertita e leggera, si fece di nuovo sentire.
“Però possiamo sbagliare ancora, no?” domandò, guardandola dritta negli occhi.
Karin si sentì presa completamente contropiede, tentennò una frazione di secondo, con il cervello in preda al panico più che mai e mentre mentalmente si sentiva scandire un “no”-secco e perentorio-, si rese conto che la sua bocca aveva, inspiegabilmente, pronunciato un “sì”.
Suigetsu ghignò di nuovo, ma questa volta non sembrava esserci nulla della classica sfumatura di derisione che caratterizzava i suoi sorrisi.
“Bene” disse, mentre la rossa spostava lo sguardo altrove, vagamente in panico.
Era difficile dire se Karin, in mezzo a tutto quell’imbarazzo e quella confusione se ne fosse accorta, ma quando aveva detto quel “sì” era come se il sapore acido che le aveva permeato il palato per tutto San Valentino fosse diminuito, quasi se ne fosse dimenticata.
Esattamente come si era dimenticata totalmente del cuore di cioccolato che aveva in borsa, quello che voleva dare a Sasuke, con un bigliettino attaccato e una semplice dedica, quello di cui, poi, si sarebbe ricordata solo due giorni più tardi e che avrebbe trovato mezzo sciolto.
Lo stesso che poi, anche se mezzo sciolto, avrebbe mangiato con Suigetsu, fuori dal cinema, mentre si lamentava per l’ennesima volta che aveva freddo.
 
 
 
 
 
  
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