Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Soul Mancini    09/10/2017    1 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi molto diversi tra loro, ma uniti da una grande amicizia.
Insieme, sotto il sole californiano, combineranno follie, si lanceranno sfide, si aiuteranno e si confronteranno. Tra intrecci amorosi impossibili, avventure sempre nuove e appassionanti e accese discussioni, i ragazzi vi terranno compagnia e vi coinvolgeranno in un anno scolastico pieno di colpi di scena ed emozioni.
♥ NOTE:
Ciao! Ho iniziato a scrivere questa storia tempo fa, spero che vi piaccia! Vi avviso già da ora che i primi capitoli sono stati scritti quando avevo undici/dodici anni e non li ho voluti modificare, quindi sono un granché, ma spero che la trama possa piacervi e incuriosirvi lo stesso! ;)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, accetterò di buon grado anche le critiche!
Buona lettura! :3
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 42



Buongiorno Benny! Come va? Di certo non ti darà fastidio se starò qui, accanto a te, per oggi!”

Ben sgranò gli occhi e istintivamente si ritrasse nel trovare Tracy seduta sul suo banco, con la borsa appoggiata sulle ginocchia e i piedi sulla sedia abitualmente destinata a Michael.

Mentre i suoi compagni prendevano posto, il ragazzo rimase impietrito a qualche metro dal suo posto. “Tracy... non posso sfrattare il mio compagno di banco” obiettò poi cercando di mantenere la calma.

Ma oggi Mike non verrà: un brutto raffreddore l'ha buttato giù e si è barricato in camera sua” ribatté lei in tono trionfante, lanciando a Ben un'occhiata maliziosa e, a parere del ragazzo, abbastanza minacciosa e inquietante.

In quel momento desiderò che uno dei suoi amici fosse lì con lui e lo salvasse da quell'orribile situazione. Perfino Alex sarebbe andato bene.

Ma così Stephenie rimarrà da sola” tentò ancora, accennando alla ragazza bionda che condivideva solitamente il banco con Tracy.

Ho già parlato con Steph, non ti preoccupare. Allora? Che fai, rimani lì impalato?”

Ben scosse impercettibilmente la testa e si arrese. Si sentiva in trappola, non avrebbe mai avuto il coraggio di rivoltarsi contro la ragazza, specialmente in una classe affollata. Prese posto rigidamente sulla sua sedia e puntò lo sguardo verso la cattedra, dove il professore di chimica aveva cominciato a sfogliare libri e registro.

Tracy allora balzò giù dal piano del tavolo e si sistemò decisamente troppo vicino a Ben.

Tracy, non ho spazio per il mio quaderno” le fece notare lui, portando fuori il necessario per prendere appunti.

Non fa nulla, io non devo scrivere niente.”

Ma come, non avevi difficoltà in chimica? Dovresti almeno provare a seguire la lezione...”

Macché, non mi interessa. Ho già preso un bel voto durante il corso dell'anno, basterà per salvarmi dalla bocciatura!”

Per Ben era troppo. Doveva fare qualcosa, subito; non avrebbe resistito un altro giorno in queste condizioni.


Tiffany e Ben erano di ritorno dal bar. Dopo le lezioni lui aveva convocato la sua amica per una riunione urgente e le aveva raccontato quel che era successo quella mattina a scuola.

Tracy era rimasta incollata a lui per tutto il tempo, non aveva fatto altro che provarci spudoratamente, lanciare frecciatine maliziose e porgli domande a cui lui aveva cercato in tutti i modi di non rispondere.

Ti giuro che gliel'ho detto, Tiff! Le ho ripetuto un centinaio di volte di smetterla perché volevo seguire la spiegazione, ma lei non mi ha dato ascolto! Quando mi ha abbracciato poi...” stava raccontando il ragazzo mentre i due passeggiavano insieme in direzione dei dormitori femminili.

Un momento: ti ha abbracciato?” sbottò Tiffany sempre più stupita e indignata.

Sì, durante l'ora di letteratura, in un momento di pausa. Io le ho chiesto di spostarsi e l'ho leggermente spinta via, e lei ha risposto che è una persona molto affettuosa e le viene naturale dimostrarlo.”

E a te non viene naturale dimostrarle il tuo odio, invece?”

Ben sospirò. “Hai ragione, ragione da vendere! Sono stato fin troppo buono con lei, ma la mia pazienza ha un limite. È che non so mai come fare...”

Che vuol dire che non sai come fare? Alla prima occasione parlale, dille in faccia che la sua compagnia non ti fa affatto piacere e che hai una vita e degli amici. Lo so, non è facile, ma lei si merita questo trattamento!” gli suggerì Tiffany in tono ovvio.

Sì, farò così. Il mio carattere mi impedisce di insultarla e mandarla al diavolo su due piedi, ma non posso nemmeno star male per colpa di una che non mi rappresenta niente! Le parlerò civilmente, ecco, e speriamo che almeno così lo capisca.”

Ben rimase sbalordito dalle sue stesse parole. Non pensava che sarebbe mai arrivato a quelle conclusioni, ma non aveva fatto altro che dare voce a ciò che gli frullava in testa e si era reso conto che era davvero la cosa giusta da fare.

Bravo, adoro quando inizi a ragionare così! Nessuno ti deve annientare, è arrivato il momento di farsi rispettare!” esultò Tiffany fiera di lui, dandogli una piccola pacca sul braccio.

Ormai erano quasi giunti alla struttura degli alloggi femminili.

Oh, guarda un po' chi si vede” mormorò il ragazzo, immobilizzandosi all'improvviso e dirigendo lo sguardo verso l'entrata dei dormitori.

Allora anche Tiffany notò che proprio Tracy stava facendo il suo ingresso nell'edificio, totalmente assorbita dal suo cellulare.

Direi che è l'occasione perfetta!” commentò la bionda lanciando un'occhiata complice al suo amico.

Tu dici? Proprio adesso?” farfugliò lui titubante, improvvisamente meno sicuro.

Ma certo! Altrimenti continuerà a importunarti fino alla fine dell'anno scolastico.”

Ben prese un profondo respiro, strinse forte la mano della ragazza e affermò: “Hai ragione. Sono pronto”.

I due si diressero insieme verso la porta a vetri dei dormitori, poi Tiffany si appoggiò alla parete. “Ti aspetto qui. Buona fortuna, e non avere paura di essere sincero.”

Grazie” sussurrò lui, poi si accostò alla maniglia e la spinse verso il basso con lentezza. Tracy era ancora nel grande atrio: gli parve di capire che si stesse scattando qualche selfie. Ma non appena udì la porta aprirsi, volse lo sguardo verso di lui e gli occhi le si illuminarono.

Benny, tesoro! Che sorpresa trovarti qui! Ti mancavo già, eh?” esclamò, avvicinandosi velocemente a lui e tentando di abbracciarlo.

Lui, determinato a porre fine una volta per tutte a questa tortura, le posò le mani sulle spalle e la immobilizzò. Incrociò il suo sguardo in modo che lei capisse: non aveva voglia di scherzare. “Tracy, io e te dobbiamo parlare seriamente. Adesso.”

Lei, palesemente stupita, sbatté ripetutamente le ciglia e cercò di divincolarsi dalla sua stretta. “Che c'è, Benny? Oh, capisco. Non è necessario parlare, allora!”

Che stai dicendo? No, credo che tu stia fraintendendo. Stammi a sentire.”

Dai, smettila di fingere: io e te vogliamo la stessa cosa, non c'è bisogno di tanti giri di parole per...”

Tracy.” Ben pronunciò duramente il suo nome e la fulminò con lo sguardo. La ragazza tergiversava e divagava per non sentire la verità, e questo gli dava profondamente fastidio.

Lei allora si immobilizzò, incrociò le braccia al petto e sostenne la sua occhiata glaciale. “Dimmi.”

Senti, a me dispiace dover essere così freddo e diretto, ma non mi hai lasciato altra scelta. Ti chiedo soltanto una cosa, per favore: non starmi addosso, io ho bisogno dei miei spazi. Ho i miei amici, la mia vita, i miei impegni...”

Ben, forse non ti è chiara una cosa” lo interruppe lei avanzando di un passo, gli occhi colmi di malizia.

Aspetta un attimo, per favore” tentò di proseguire lui, ma Tracy come al solito non gli dava nessun ascolto.

A me non importa di esserti amica o di distruggere i tuoi progetti di vita.” Tracy ormai sussurrava ed era sempre più vicina. Il cuore di Ben correva all'impazzata nel suo petto, il panico lo immobilizzava. “A me interessa questo.”

No!

tracy lo spinse all'indietro finché la schiena del ragazzo non aderì alla parete. Un istante più tardi Tracy lo assalì e si impossessò avidamente delle sue labbra, senza lasciargli alcuna possibilità di fuga.

Ben si sentiva morire, non sopportava quel contatto. Subito, in preda al disgusto, la spintonò all'indietro e la incenerì con un'occhiata. “Tracy Linnon, non fare mai più una cosa del genere. Non ti dovevi neanche permettere. Chiaro?”

Continui a resistere e innalzare una barriera, eh? Ma un giorno sarai mio” replicò lei senza scomporsi troppo. Aveva rischiato di perdere l'equilibrio, ma quella sua espressione risoluta e impertinente non aveva mai abbandonato il suo viso.

Io non sono proprietà di nessuno.”

Però stai tutto il tempo con quelle due tizie insignificanti, Grace e Tiffany. E poi vieni a dirmi che non sei proprietà di nessuno?” sputò acidamente con una risata amara.

Prima di tutto vacci piano con le parole” sibilò Ben. Gli appellativi che Tracy aveva usato per le sue amiche rischiavano di mandarlo in bestia e fargli perdere il controllo. “Grace e Tiffany non sono pedanti e non mi mettono le mani addosso senza il mio permesso; inoltre con loro vado d'accordo. Non me la sento proprio di avere un'altra relazione, ora che ho appena chiuso con Lisa, tanto meno con una persona per cui non provo niente.”

Solo in quel momento si rese conto di ciò che, senza mezzi termini, stava portando fuori come un fiume in piena. Non si riconosceva più, pensò addirittura di star esagerando.

Ma non riusciva a porsi un freno.

Benissimo. Se non sarà ora, sarà in un altro momento. Ci si vede in giro, Benny!” concluse lei senza fare una piega, voltandosi come se niente fosse e dirigendosi verso le scale.

Ben sospirò. Non ci poteva credere: anche stavolta Tracy non aveva capito niente.


Si era immobilizzata sul pianerottolo quando aveva sentito la sua voce. Non aveva avuto il coraggio di girare l'angolo e passare di fronte ai due come se niente fosse. Si era semplicemente appiattita contro il muro e aveva ascoltato la conversazione.

Conosceva Tracy solo di vista e le era stato raccontato che un tempo ci provava con Ben, ma di lei non sapeva altro.

Poi aveva avuto il coraggio di sporgersi e dare un'occhiata.

E aveva visto ciò che più di tutto voleva evitare.

L'aveva baciato.

Si era ritratta di scatto e si era accucciata sul pavimento, portandosi le ginocchia al petto e abbandonando il capo contro la parete. Il cuore martellava nel petto e non riusciva a decifrare le sue stesse emozioni.

No, non avrebbe pianto. Lei non piangeva mai per le delusioni, non era nella sua natura. In fondo non ci aveva mai sperato, cosa mai avrebbe potuto pretendere?

Aveva continuato ad ascoltare la conversazione. Ben aveva rifiutato Tracy, ma anche messo in chiaro che non era il momento giusto per avere una relazione.

Il suo cuore aveva perso un battito quando Ben l'aveva definita come un'amica, allo stesso livello di Tiffany.

Un'amica, solo un'amica.

Scosse la testa, incapace di fare altro. Si accorse troppo tardi che Tracy stava salendo le scale e, una volta girato l'angolo, l'avrebbe trovata. In ogni caso non sarebbe potuta fuggire, così si limitò ad attendere che la catastrofe avesse inizio.

E tu? Curiosa?” le si rivolse Tracy una volta giunta di fronte a lei. Senza degnarla di uno sguardo, proseguì per la sua strada e scomparì poco dopo nel corridoio del primo piano.

La ragazza abbandonò la testa sulle ginocchia e la cinse con le braccia, cercando di non produrre alcun rumore. Magari Ben non si sarebbe avventurato lassù, forse non si era accorto di niente.

Passi leggeri sui primi gradini.

No, no, no! Non doveva andare così!

Grace? Ehi, che ci fai qui? Ti senti male?”

La voce di Ben, così dolce e intrisa di preoccupazione, le spezzò ancora di più il cuore. Aveva combinato un casino assurdo: ora cosa gli avrebbe raccontato? Come poteva giustificare la sua presenza e la sua reazione? Avrebbe dovuto raccontargli la verità e non era pronta, non voleva rovinare tutto. Non voleva soffrire e non voleva che lui soffrisse.

Il ragazzo si chinò al suo fianco e le posò una mano sul braccio. “Grace. Se c'è qualche problema me ne puoi parlare.”

Lei non reagì.

Ben allora la costrinse delicatamente a sollevare il capo.

Grace non piangeva mai per le delusioni.

Lacrime calde le inondarono il viso senza che lei potesse controllarle. Mai e poi mai avrebbe voluto ritrovarsi in quella situazione, desiderava soltanto di sprofondare.

Ma stai piangendo! Ti prego, dimmi che è successo, mi fai stare in pensiero!” la implorò Ben incrociando lo sguardo di Grace. I suoi occhi scuri trasmettevano ansia e forte preoccupazione.

Con un movimento fulmineo la ragazza si mise in piedi e si precipitò giù da quei pochi scalini che la separavano dall'atrio. Ben non ebbe il tempo di realizzare e fermarla: Grace attraversò come un fulmine il grande ambiente, spalancò la porta e corse via. Nemmeno Tiffany, colta alla sprovvista, riuscì a intercettarla e frenare la sua corsa.

Non sapeva dove sarebbe andata, per quanto le sue gambe fuori allenamento avrebbero resistito a quel ritmo, quante persone l'avrebbero riconosciuta.

Correva con gli occhi appannati dalle lacrime, lontana dalla dannata dolcezza di Ben.



   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini