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Autore: ImJustMi    10/10/2017    1 recensioni
La storia di un amore che non ha mai avuto l'occasione di essere rivelato.
Dalla storia:
"Ripeteva la sua breve coreografia anche più volte al giorno, senza stancarsi mai, sempre con la stessa eleganza e precisione, e che piovesse o ci fosse il sole, aveva sempre lo stesso sorriso accennato sul pallido volto.
[...]
Ballava e si sentiva libera come un uccello, pronta a spiccare il volo verso luoghi mai visti, pronta a conoscere la libertà.
[...]
Della gloria dei giorni passati le rimase solo lui, l'uomo che ogni volta dava inizio a quella tragica melodia, che continuava a tornare abbastanza spesso da non farle sentire la sua mancanza."
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era stata per anni l'unica ballerina di uno spettacolo che divenne abbastanza popolare in quei tempi.

Ripeteva la sua breve coreografia anche più volte al giorno, senza stancarsi mai, sempre con la stessa eleganza e precisione, mai uno sbaglio, mai un passo fuori posto, e che piovesse o ci fosse il sole, aveva sempre lo stesso sorriso accennato sul pallido volto.

Ballava sulle note di una melodia dolce e malinconica, sembrava narrare di un forte amore che giungeva al termine, dell'impotenza di un innamorato davanti al potere del destino, di un cuore burrascoso che cercava pace. Una canzone perfetta per chi pativa pene d'amore, eppure quando iniziava a ballare nemmeno un pensiero cattivo restava nella sua mente e una gioia indicibile prendeva posto nel suo cuore. Ballava ogni volta come se fosse l'ultima, come se fosse nata solo per quello. Ricordava ancora chiaramente la prima volta che si era esibita, il sipario si era alzato e le era sembrato di vedere il mondo per la prima volta, di aver appena iniziato a vivere. Il pubblico, silenzioso e attento, attendeva solo che lei iniziasse a muoversi, e lei ballava e ballava e gli occhi puntati su di lei la facevano sentire una creatura speciale, unica al mondo, scelta dal destino con l'unico scopo di incantare chiunque avesse l'onore di guardarla. Ballava e si sentiva libera come un uccello, pronta a spiccare il volo verso luoghi mai visti, pronta a conoscere la libertà.

Ballava e ballava... ma non riuscì mai ad allontanarsi da quel piccolo teatro in città.

Piano piano il pubblico divenne sempre meno vario, chi aveva già visto più volte la sua esibizione cominciò poco a poco a stancarsi di lei, e anche le persone affezionate, i volti che più le erano familiari, smisero di tornare. Della gloria dei giorni passati le rimase solo lui, l'uomo che ogni volta dava inizio a quella tragica melodia, che continuava a tornare abbastanza spesso da non farle sentire la sua mancanza. Restava in piedi, non aveva bisogno di sedersi, e scrutava attentamente la ballerina cercando di imprimere ogni dettaglio nella sua mente, e la ballerina faceva lo stesso. Aveva capito che l'uomo era triste, riusciva a sentire i suoi sospiri qui e lì durante l'esibizione e per la prima volta provò il desiderio di rendere felice qualcuno che non fosse se stessa, provò il desiderio di scendere da quel palco che era stato la sua casa prima che la canzone fosse finita. Si sentì invidiosa di chiunque avesse avuto l'onore di essere amata da lui e provò rabbia e odio nei confronti della donna che lo aveva ridotto così. Si sentì per la prima volta stanca del personaggio che aveva scelto di interpretare. Avrebbe voluto scendere dalla scena e raggiungerlo, fargli sapere che non era solo, che c'era qualcuno pronto ad amarlo come meritava. Invece restò lì, a ripetere quegli stessi passi con la stessa eleganza e precisione, mai uno sbaglio, mai un passo fuori posto, e che lo volesse o meno, con lo stesso sorriso accennato sul pallido volto.


Capì di cosa parlava davvero quella canzone per la prima volta.

Gli anni passarono, i suoi movimenti diventarono sempre più meccanici, la ballerina si sentiva arrugginita e nell'arco di poco tempo anche l'uomo smise di venire completamente. La ballerina, che aveva vissuto giorni di immenso splendore, rimasta sola nel grande teatro, si sentiva ora come un uccello in gabbia e la sua sola danza non sarebbe più bastata a farla sentire libera come un tempo. Il mondo per lei era diventato cupo e immobile. Solo un'altra volta, le sarebbe bastato vedere quell'uomo solo un'altra volta e non si sarebbe trattenuta, avrebbe ballato come mai prima, lo avrebbe sorpreso con passi nuovi, gli avrebbe fatto capire i suoi sentimenti ed era sicura che lui avrebbe ricambiato. Le sarebbe bastata solo un'altra volta e sarebbe stata felice, questa volta davvero.

Ma il carillon rimase a impolverarsi sul lungo mobile del salone e la ballerina, con un piede fissato sul piedistallo e una mano tesa verso il cielo, non smise di aspettarlo. Non ballò più, non ebbe più notizie dell'uomo, e di quella dolce e malinconica melodia le rimase solo un ricordo lontano.


 

 

   
 
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