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Autore: Fried99    14/10/2017    0 recensioni
Akio Tsukumo è un ragazzo apatico e freddo in ogni rapporto sociale, che sia coi propri compagni di classe che con la propria famiglia adottiva formata dalla famiglia Nakamura ma in fondo sembra essere una brava persona.
La madre di Akio, morì in un incidente stradale o almeno è quello che il ragazzo racconta di quella notte invernale del suo decimo compleanno.
Cresciuto come magus, il ragazzo si appresta a partecipare alla Guerra del Santo Graal ed esaudire il proprio desiderio di “Vendetta" scontrandosi con gli altri sei Master.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Saber
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
Sapporo  (Giappone settentrionale)
 
Il pugno arrivo all’improvviso, Akio fu colpito al volto e cadette per terra. La guancia gli bruciava mentre sulla pelle iniziava già a comparire l’ematoma, si porto una mano sulla faccia imprecando in modo molto volgare.
«Tremila yen non sono tanti ma me li farò bastare» disse con fare di superiorità Toru il bullo che fin dal primo giorno di Akio nella nuova scuola l’aveva preso di mira, lanciandogli il portafoglio sotto i piedi.
Per l’ennesima volta l’aveva aggredito e si era preso i soldi per il pranzo. Solitamente Akio aveva l’abitudine di lasciarlo fare, dargli i soldi e stare zitto evitando cosi percosse o stupidi scherzi. Però non si aspettava, che quel giorno, il bulletto l’avrebbe trovato nascosto a mangiare sul tetto della scuola. Il biondo guardò il ragazzone con odio estremo.
Toru aveva la brutta abitudine di esagerare, rialzo Akio tirandolo per la camicia dell’uniforme «Se non ti piace quello che faccio. Puoi andare dalla tua adorata mammina e piangere sulla sua tomba!» ridacchio il bullo. 
Il biondo con una smorfia diede una testata in facci, con sommo piacere senti un forte crack dell’osso nasala che si spezzava sotto l’impatto della sua fronte, Toru lascio la presa.
«Non ti permettere mai più di nominare mia madre!» Akio ringhio mentre il suo avversario scuoteva la testa per riprendersi.
«Bastardo!» urlò l’omone sferrando un pugno alla cieca mentre dal naso colava come un fiume di sangue.
Ad Akio basto spostare leggermente il peso da una gamba all’altra per schivare il colpo, proprio mentre stava per effettuare un contrattacco, qualcuno gridò «Smettetela immediatamente!».
I due guardarono verso la porta che portava al tetto della Nakamura Private High School, lì con le braccia incrociate c’era Sayaka Nakamura, un amica di Akio e una delle poche persone ad avere l’immunità alle angherie di Toru.
«Sapevo che vi avrei trovato qui!» la ragazza dai capelli color argento fece due passi in avanti «Quante volte devo ripeterlo Toru, se non la smetti di prendertela con Tsukuma-san dovrò informare i professori del tuo comportamento e se neanche questo aiuterà parlerò direttamente con mio nonno» la voce della ragazza era tagliente come un rasoio, come informava il cognome Sayaka era la nipote del preside della scuola mentre il padre un uomo d’affari che passava più tempo all’estero che in Giappone.
Toru si fece pallido, solitamente riusciva a nascondere il fatto che rubava o per meglio dire estorceva i soldi dagli studenti, ma non si aspettava che Sayaka a mezzosangue si mettesse in mezzo.
«Ora vai in infermeria prima di sporcare ogni cosa» la ragazza indico la porta aspettando che il ragazzo con capelli neri unti dal gel se ne andasse.
Toru imprecando e tenendosi il naso tappato con la mano, andò via non prima di aver mormorato qualcosa di incomprensibile alle spalle della ragazza.
Il biondo lo guardo con fare indifferente, ma solo quando fu oltre il suo campo visivo, si appoggio su un ginocchio, il pugno non era stato particolarmente forte, ma la testata non era stata un ottima idea.
Sayaka si avvicino velocemente a lui «Akio! Tutto a posto?» domandò preoccupata.
Il ragazzo si pulì con la manica dell’uniforme scolastica il sangue dalla fronte, alzandosi e guardando l’amica «Quante volte te le devo ripetere Sayaka… Non sono un bambino, non ti devi comportare da sorella maggiore» il suo tono di voce non era quello di una persona arrabbiata, ma neanche di chi era convinto delle proprie parole.
Sayaka lo guardo, poi incrocio le braccia gonfiando le guance, per poi fare un profondo sospiro «Sai bene, che il nonno mi ha incaricato di vegliare su di te. Soprattutto ti vuole vedere in ottima forma per il rituale di stanotte».
Proprio mentre Akio avrebbe voluto ribattere, la campanella che indicava la fine della pausa pranzo inizio a suonare, i due studenti avrebbero finito la discussione più tardi.
Akio si incammino verso la porta quando in lontananza, noto un luccichio come se qualcuno stesse riflettendo la luce del sole con uno specchio, però la cosa strana fu quando il ragazzo giro la testa in quella direzione, il luccichio spari all’improvviso, gli alberi del bosco vicino la scuola erano del tutto normali.
«E’ successo qualcosa Akio?» domandò Alice vedendolo fermo. Il ragazzo scosse il capo e continuo a camminare «No, solo una mia impressione… Andiamo in classe, vorrei cambiarmi la giacca».
 
«Porca paletta! Per poco non mi scopriva» disse allegro l’uomo togliendo la mano dalla lente del telescopio, era vestito di nero e portava eleganti occhiali da sole, mentre al suo fianco appoggiato a un albero vi era un altro uomo col volto solenne immerso nella lettura della Bibbia, al collo il collarino di colore bianco indicava la sua appartenenza al clero.
«Sai…» il prete distolse per qualche secondo lo sguardo dal libro «Com’è supervisore di questa guerra… Non credo di doverti permettere di osservare di nascosto gli altri partecipanti o per meglio dire i possibili partecipanti» la sua voce è calma, risoluta ma anche stranamente fredda.
«Su via su via» l’uomo si tolse gli occhiali da sole «Se posso essere sincero; Kotomine… Sono deluso da questa osservazione. Mi aspettavo chi sa quale sorpresa da quel ragazzo, ma in realtà non ha niente di speciale. Un normale studente delle superiori, voti nella media, nessuna abilità negli sport» Rito era questo il nome dell’uomo sospiro ancora una volta per poi mettere a posto il telescopio.
«L’inizio della guerra è imminente...» Kotomine alzo lo sguardo al cielo chiudendo definitivamente la bibbia «I tempi sono maturi mancano solo le classi di Saber, Caster e Rider».
«Quanto tempo rimane?»
«Poco tempo. Ho già mandato i messaggi di avvertimento in cui comunico che se l’evocazione non verrà effettuata nelle prossime 24 ore, avvera la retrocessione del titolo di partecipante e nominato un sostituto» il prete diede un occhiata la polso sul quale era presente un orologio «Meglio andare Lancer sarà arrabbiata, l’abbiamo fatta aspettare anche troppo»
I due uomini si misero in marcia per tornare alla chiesa della città di Sapporo, dove ad aspettarli c’era la sevant Lancer di Rito.
 
Quando la campanella suono, il capoclasse inizia a dare ordini «Alzarsi! Saluto!» la sua voce irrita Akio che esegue dei ordini con tantissima controvoglia e appena l’insegnante lascia l’aula, il biondo incomincia a fare la cartella, prima i libri poi i quaderni ed infine il porta penne.
In pochi salutarono Akio che in verità non sentiva un particolare legame con la classe, ai saluti dei altri ragazzi rispondeva per pura formalità e per non sentire quella rompiscatole di Sayaka che trai studenti, era conosciuta come “La mezzosangue” non era un appellativo dispregiativo anzi in molti ammiravano in  lei origini inglesi della madre.
Il biondo usci dalla classe, per fortuna non era in nessun club, forse è meglio correggere questa dichiarazione visto che non era del tutto giusta, Akio Tsukuma era in un club precisamente in quello di letteratura ma era raro vedere frequentare le sue attività, infatti più di una volta il preside l’aveva richiamato.
Il vecchio preside della Nakamura High School era non solo il nonno di Sayaka ma a causa delle ultime volontà della madre di Akio, anche il suo tutore legale.
Prima di andare a casa il ragazzo dovette passare per il suo ufficio, non ne aveva particolarmente voglia, ma durante l’ora di inglese, Sayaka gli aveva lanciato in testa un bigliettino che riportava “Il nonno ti vuole vedere dopo le lezioni”
Il vecchio preside era un uomo dalla corporatura asciutta, il suo visto solcato da grosse rughe era ornato da una lunga barba color cenere, se non fosse stato per la mancanza dei occhiali a mezzaluna, Akio avrebbe giurato che fosse il fratello gemello di Albus Silente, famoso personaggio di un libro che aveva letto da bambino.
«Vecchio» disse Akio entrando in quell’ufficio che nonostante il sole pomeridiano era perennemente avvolto dal penombra «Sono venuto come mi hai chiesto».
Il preside con fare pensierosa si accarezzava la barba mentre fumava la sua pipa elettronica, Akio agito la mano per cacciare via il fumo il cui odore dolciastro gli dava la nausea.
«Ah… Akio siediti per favore voglio mostrarti una cosa» l’uomo poso la pipa e si giro verso il suo interlocutore mentre il ragazzo si sedeva «Come sai… La guerra del Santo Graal è imminente dopo la guerra di Fuyuki per oltre 17 anni in Giappone non si è combattuta alcuna guerra per l’artefatto onnipotente che può esaudire ogni desiderio» Akio impreco in cuor suo, era tipo la centesima volta che il ragazzo sentiva quel discorso era fermamente convinto che era un po’ presto per la demenza senile «Questa notte precisamente alle dodici in punto, effettuerai il rito di evocazione del tuo servant».
Servant un nome, ben sette possibilità cioè per lui le possibilità erano solo tre visto che aveva rimandato sempre l’evocazione, fino all’arrivo dell’ultimatum da parte del prete che faceva da supervisore per la guerra “Akio Tsukuma qui Kirito Kotomine il supervisore della Guerra del Santo Graal hai ancora 24 ore di tempo per evocare il tuo servant attivando i tuoi incantesimi di comando. Se superi il tempo limite e non effettui il rituale conterò la cosa come se ti fossi ritirato e cercherò un eventuale sostituto”.
«Ora per effettuare il rituale occorre un catalizzatore…» il vecchio allungo una mano sotto la scrivania per poi poggiare una piccola scatola di legno su di essa «Ecco il tuo» apri la scatola e mostro al ragazzo un pezzo di metallo era lucido non aveva una forma ben precisa ma ricordava un rettangola con delle vecchi rune incise su di esso.
«Le vecchie rune… Una lingua antica e morta da tempo» riconobbe i segni «Cos’è vecchio vuoi farmi usare Caster? »
«Che sia Caster, Rider o anche Saber non ha importanza. I servant sono strumenti usati da noi magus per combatterci a vicenda quindi non importa di che classe sarà, l’importante è lo spirto eroico che esso rappresenta» l’uomo sembrava più severo del solito rimise a posto il pezzo di metallo lucido «Purtroppo non sappiamo che spirto eroico ti verrà assegnato, ma voglio che tu aumenti la forza del catalizzatore con il tuo sangue ».
Akio si guardo il palmo della mano, sapeva che il vecchio non parlava a vanvera, fin da bambino presentava una grande forza magia anche il circuito magico che era appartenuto alla madre fu accettato dal suo corpo in maniera stranamente veloce.
«Va bene ho capito… Posso andare?» domandò ormai scocciato incrociando le braccia.
«Si può alle undici però vorrei che tornassi qui farò preparare il cerchio di evocazione nella palestra da Sayaka» Akio si alzo è fece per andar via quando «Ah mi sono dimenticato… Sei in punizione per una settimana a partire dal lunedì prossimo per l’incidente sul tetto».
Senza dire una parola Akio usci dall’ufficio del preside guardandosi la mano destra sul cui dorso era presente almeno in una sfumatura rossastra il suo incantesimo di comando ancora non attivo.
 
 
 
 
 
 
   
 
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